La nuvola nasconde le stelle e canta vittoria ma poi svanisce: le stelle durano.
Rabindranath Tagore
Nuvole contro stelle: l’eterna battaglia nel cielo. Quante volte abbiamo desiderato che le nuvole sparissero per lasciare spazio alla magnificenza delle stelle, da gustare e ammirare a occhio nudo: tante volte, tantissime. Non importa se non conosciamo alcun nome, perché ne trae beneficio la vista e non solo, siamo appagati spiritualmente: guardiamo il luccichio delle stelle e ritroviamo la serenità, spazzando via la quotidianità e le fatiche che essa traina con sé. Prima o poi arriva la nuvola di turno a ricordarci che, nella vita, la bellezza ha una durata scarsa: un bel gioco dura poco, ecco.
Così anche nel calcio. Certe trame di gioco vorremmo che non finissero mai, grazie alla perfezione che ogni singolo meccanismo trasuda, ma non solo: l’emozione che reca è appagante, proprio come la visione delle stelle. Avete guardato una partita del West Ham? Se sì, sapete di cosa stiamo parlando. Una gioia vedere Payet disegnare calcio, Lanzini deliziare la platea, Carroll sgomitare come un forsennato, Noble mettere ordine in mezzo al campo oppure Ogbonna sventare la minaccia: l’arte, bella o brutta, è pur sempre arte. Il West Ham di Bilic è la perfetta sintesi della bellezza breve ma intensa, fugace ma travolgente, che sa farti riemergere dal divano in un attimo: c’è da discutere se sia breve, però. Sì, perché gli Hammers di breve vogliono avere solo i centimetri di Lanzini, vogliono continuare la loro corsa e godersi uno dei momenti migliori della loro storia. I preliminari di Europa League debbono rappresentare solo l’inizio di un’epopea gloriosa che porterebbe il glorioso West Ham a sentire la musichetta sognata da ogni bambino amante del gioco del calcio: parliamo della Champions League. E’ questa l’idea del club di Londra, idea sempre più credibile dopo l’acquisto di Sofiane Feghouli dal Valencia: not bad.
Non sarebbe un’utopia considerare il West Ham come un cielo pieno di stelle. Brillano e luccicano con estrema fierezza, qualcuna in attesa di un salto ancor più grande, altre incuranti dell’esodo di mercato che accalda un’estate frenetica. Insomma, stelle orgogliose e desiderose di brillare in Europa, la cui bandiera, guarda caso, è circondata dalle stelle: stars everywhere.
Stelle che però i grandi esperti non hanno ancora scovato: sono particolari, vanno a intermittenza, visibili soprattutto da chi segue questo sport. Allora ci proviamo noi, seppur totalmente inesperti del mondo astrale: si parte. Mi raccomando, copritevi che nel cielo la temperatura è bassa.
1. DIMITRI PAYET
Se una stella dovesse brillare e rendersi visibile fra tutte, questa si chiamerebbe Dimitri Payet. Calcisticamente affascinante, poetica, romantica, luminosa in maniera diversa dalle altre: come le sue parabole, così diverse e uniche, preziose per l’ambizione del West Ham. Per non parlare dei suoi calci piazzati, sublimi e deliziosi, pirotecnici ed efficaci: l’anomalo giro del pallone sarà oggetto di studio per i fisici teorici, presumiamo.
Payet ha sorpreso tutti, più o meno. Il francese si è “costruito” alcuni sostenitori già dai tempi di Marsiglia: chi lo ha seguito, non è rimasto totalmente sorpreso dalla sua stagione. Sotto la guida del Loco, Payet è esploso: gol e assist, punizioni da brivido: destava qualche dubbio il campionato, ma diversi appassionati credevano nella sua definitiva consacrazione. Consacrazione arrivata al West Ham, il proseguo di una crescita costante e straripante che ha portato Payet ad avere diversi estimatori, ma soprattutto a divenire una stella rintracciabile e conosciuta.

Abbiamo trovato una stella. Al momento luccica a Londra, nella casa degli Hammers, pronta a brillare ancor di più.
2. MANUEL LANZINI
Preparate gli occhi, perché rintracciare questa stella può sembrare apparentemente impegnativo. Lanzini è una di quelle stelle che vivono nell’ombra, in questo caso di Payet, ma sono fondamentali nei meccanismi della squadra: se lo togli, ti accorgi della sua mancanza. L’argentino dimostra sempre una precisione chirurgica, specie nei passaggi, che di certo non passa inosservata: gran colpo di mercato del West Ham. Grande come il talento che emana, possiede e gestisce: proprio la gestione sarà fondamentale. Bilic lo sa, per questo se lo coccola e conta sul suo estro.

Visto? Se in giornata, Lanzini non sbaglia un colpo. Un gioiello di quelli da far felice la propria compagna, per intenderci: una stella che sembrerebbe sprecata ai più in un club come il West Ham. Ma l’ambizione degli Hammers può contenere la brillantezza di questa bellissima stella.

Due bellissime stelle sono state individuate: la ricerca prosegue.
3. ANDY CARROLL
Qui urge un occhio superiore. Sembrerebbe un paradosso, considerata l’altezza spropositata di Carroll: escludiamo i centimetri e concentriamoci sulla qualità. Andy Carroll è il simbolo di chi splende nonostante un fisico non proprio aggraziato, il punto di riferimento di un West Ham dinamico ma anche concreto: a cosa serve una fucina di qualità se non hai un finalizzatore? I cross di Payet e Lanzini sarebbero sprecati se il destinatario non fosse alto 1.93 e non avesse uno strapotere fisico immenso: il problema non si pone, se Carroll presenzia all’interno dell’area di rigore.
Anche leggermente al di fuori quando si tratta di combattere per il possesso della palla, come messo in luce dalle statistiche preziosissime di WyScout.com.
Si tratta di una stella particolare. Piace e non piace, si ama o si odia, a seconda dei gusti: nonostante ciò dimostra freddezza e doti atletiche invidiabili. La stella Carroll sarà meno elegante, ma se le date un cross vedrete che brillerà così tanto da illuminare casa vostra: Andy docet.
Siamo a tre: mica bastano per completare il quadro.
4. MARK NOBLE
Usciamo per un momento dai parametri astrali per spiegare l’importanza di Mark Noble. Allora, immaginate una centrale nucleare che alimenta una città intera: Noble è la centrale. Senza la sua semplicità e duttilità il West Ham pecca di fluidità, non accelera, fatica a costruire trame di gioco importanti. Noble, assieme a Kouyaté, dà una scarica di elettricità che attraversa in modo indelebile la schiena del West Ham, quasi come fosse una sveglia, una di quelle che non puoi posporre con nonchalance: no, c’è in gioco una partita, talvolta una stagione, un sogno troppo ingombrante per essere rinchiuso nel cassetto. E allora interviene Noble a dettare ordine nello scacchiere di Bilic: giocatore concreto, semplice, cult. Non lo troverai mai a fare veroniche superflue, no, lo vedrai macinare chilometri animato da una passione per il West Ham fin troppo grande: forse è la stella che brilla assai.
5. CHEIKHOU KOUYATE’
Eccolo qui, the Defensive Goalscorer. Il centrocampista con il vizio (ogni tanto) del gol, sempre con una predisposizione difensiva: Kouyaté, il fido compagno di Noble in mezzo al campo, ha rinnovato ed è pronto a brillare con gli Hammers. Brilla, sì, ma forse con troppa irruenza: Kouyaté fa dell’energia una dote prorompente per spiccare in mezzo al campo, finendo con il compromettere le sorti della propria squadra: un difetto su cui lavorare.
Il West Ham lo accetta, pregi e difetti inclusi. Uno dei pregi, però, riguarda senz’altro la duttilità: abilissimo a ricoprire diverse posizioni del campo, Bilic lo ha impiegato spesso come terzino destro, ma anche come centrale di difesa: un jolly perfetto.
Lui e Noble intercettano in media lo stesso numero di palloni in una partita, impedendo la buona riuscita di circa 10 incursioni offensive nell’arco di un singolo match.

6. AARON CRESSWELL
La stella che non si aspetti. Forse nemmeno l’occhio umano avrebbe potuto immaginare una sua luminosità così accecante: fatto sta che Cresswell macina chilometri con parecchia diligenza tattica e consapevolezza della fiducia del suo allenatore. Uno dei migliori nel suo ruolo, sicuramente, nonostante non sia stato convocato per Euro 2016: qualche torto ce l’aveva il buon vecchio Roy.
Il gol al Leicester è da ammirare lungamente, ma in questo momento avrà ripercussioni negative sul morale dei tifosi: Cresswell sarà out per 4 mesi causa distorsione al ginocchio con interessamento ai legamenti. Questo il report medico che colpisce nel profondo tifosi e società, preoccupati di trovare un sostituto adatto alle qualità di Cresswell: sarà difficile rintracciare un giocatore abile ad attuare ottimamente entrambe le fasi, in grado di mantenere la lucidità in ogni situazione.

Good Luck, Aaron.
7. ADRIÁN
Hai un quadro meraviglioso e al tempo stesso una cornice alquanto scadente? Allora hai capito l’importanza del portiere. Puoi avere 10 giocatori fenomenali, ma con un portiere poco sicuro sgretoli il lavoro buono realizzato prima: concetto semplice ma efficace. Adrián è la cornice di un quadro estasiante, il baluardo che difende con orgoglio la porta degli Hammers sbarazzandosi di ogni voce e critica riguardante i suoi metodi poco stilistici: la palla non deve entrare, a costo di apparire “stonati”.
Adrián non pare stonato, tutt’altro: nell’orchestra del West Ham le sue parate risuonano in maniera limpida e pulita.
8. SOFIANE FEGHOULI
Riuscite a vederlo? La risposta sarebbe scontata. Ora togliete dalla mente il periodo valenciano e rispondete: cambia tutto, vero? Sì, perché Feghouli è il nuovo (super) acquisto arrivato agli ordini del sergente Bilic. In Spagna ha regalato giocate da urlo, tanto da venir accostato ad ogni big europea: tutti sono curiosi di vederlo all’opera in Premier League, vetrina più che valida per un giocatore. Il mago del dribbling, l’illusionista, chiamatelo come volete, sbarca in Premier, sponda West Ham: le petit professeur du dribble, così venne denominato ai tempi di Grenoble. Una capacità di saltare l’uomo fuori dal comune, di creare voragini nelle difese avversarie e osservare il movimento dei compagni per lanciarli a rete: quando il professore sale in cattedra, tutti si alzano e attendono una perla di saggezza degna di nota. Di perle ne ha estratte dal suo cilindro e ne attenderemo altre nel proseguo di questa sua nuova avventura: una è già arrivata in amichevole.
Le otto stelle sono state rintracciate. Nell’immenso cielo targato Hammers se ne ritrovano anche altre: da Ogbonna a Emenike, arrivando a Obiang e Antonio, ma non solo. Una vasta costellazione che si prepara alla spedizione europea in Slovenia, contro il Domzale: capiremo se il West Ham può davvero ambire a traguardi di spessore o se perderà i pezzi pregiati e conseguentemente la possibilità di dominare le stelle. Non le sue, ma quelle dell’Europa, così prestigiose e luminose: ora l’Europa League, sognando la Champions, tra qualche anno. Tutte ipotesi formulate, stuzzicanti e soprattutto realizzabili per la dirigenza: dopotutto, il West Ham è un cielo pieno di stelle pronte a brillare.
A Sky Full of Stars, anzi, a sky full of bubbles.