Watford, un volo leggero sulla salvezza

C’è una squadra nella Premier League ai nastri di partenza che più di tutte parla italiano. Si tratta del Watford della famiglia Pozzo, di quella formazione attualmente allenata da una vecchia conoscenza del calcio italiano come Walter Mazzarri.

Che l’esodo di tecnici italiani in terra britannica stia diventando sempre più comune è dato incontrovertibile. Che le singole storie vivano tutte di trame differenti, anche questa è considerazione che non si deve omettere, soprattutto se si l’obiettivo è quello di cercare di delineare quello che potrà essere il futuro del nuovo Watford made in Italy.

Anzitutto c’è da mantenere la categoria in un campionato dove è sempre necessario vender cara la pelle. In questo senso, quanto di buono fatto da Quique Sánchez Flores la passata stagione andrà se possibile riconfermato, magari migliorando il tredicesimo posto e i 45 punti a fine competizione.
Non sarà un lavoro facile per Mazzarri, allenatore senza dubbio esperto di lotte per non retrocedere, malgrado un “difetto” palesato col tempo: aver preso l’abitudine a giocare per traguardi di primo livello. Basti pensare non soltanto alla storica salvezza conquistata con la Reggina nel 2005, ma anche ai traguardi europei centrati con Sampdoria e Napoli.

Ma se parlare di Europa per gli Hornets rischia di illudere, parlare di possibilità di fare qualcosa in più del tredicesimo posto non pare invece inaccettabile. Il calciomercato e la famiglia Pozzo hanno del resto regalato all’allenatore toscano più alternative tecniche, tutte da inserire all’interno di un’ossatura di squadra che ha visto partire molti elementi di spessore, da Miguel Layun a Juan Manuel Jurado, ma che ne ha mantenuti altri, dal portiere Gomes passando per Nordin Amrabat.

Restano alla corte di Mazzarri, oltre a idoli della tifoseria come il capitano e attaccante Troy Deeney o Étienne Capoue, autore delle prime due reti della stagione giallo-nero-rossa contro Southampton e Chelsea, tanti volti noti di quella che è stata la Serie A degli ultimi anni. Tra le fila degli Hornets troveremmo infatti Valon Behrami, l’ex partenopeo Britos e l’ex giallorosso Holebas fino ad arrivare a Ighalo, profilo ideale per ricoprire il ruolo di rifinitore nel 3-5-2 di Mazzarri. E se a questi nomi aggiungessimo Mario Suarez, giunto in Premier League già nella scorsa sessione invernale di calciomercato, saremmo suggestionati dal pensiero che la carovana di calciatori partita dall’Italia possa essere destinata ancora ad accrescersi. Suggestione che è diventata realtà dopo l’acquisto di un calciatore come il bianconero Pereyra, uno che la famiglia Pozzo scoprì e fece esplodere nell’Udinese prima di farne una miniera d’oro spedendolo a Torino.

Al Watford comunque non c’è troppo tempo per le di mercato: comprare e vendere non è sempre una garanzia di sopravvivenza. Nell’Hertfordshire cambiano spesso clima e colori e le sensazioni di un tramonto sereno possono bruscamente tramutarsi in cupi orizzonti di retrocessione. Questo Mazzarri lo dovrà capire col tempo, mentre dal canto suo la Premier League, meno tattica e più atletismo, non aspetterà troppo per mostrarsi in tutto il suo cinismo.

Se vogliamo nasce anche da qui il lavoro fatto da manager e società per acquistare giocatori immediatamente arruolabili e disponibili per il suo 3-5-2. A essere rafforzate in maniera massiccia sono state indubbiamente le due fasce, una zona di campo fondamentale per il gioco di qualunque squadra, ma ancor di più per quello di Mazzarri. All’arrivo di Juan Camìlo Zuniga sull’esterno sinistro di centrocampo è seguito quello di Brice Dja Djedjè, terzino destro ex Olympique Marsiglia la cui duttilità non deve essere sfuggita a nessun degli addetti ai lavori.
Non finisce qui, perchè se da privilegiare è la rapidità di gioco, il Watford di questa stagione potrà contare anche su Isaac Success, ala destra adattabile anche a sinistra la cui esplosione è avvenuta nel Granada, altra miniera d’oro della famiglia Pozzo, e sul giovane difensore Christian Kabasele.

C’è un lungo e meditato lavoro di costruzione alla base della nuova avventura del Watford in Premier League. I Calabroni dell’Hertfordshire hanno la percezione di essere ben assortiti per poter pungere e fare male, tuttavia saranno le prime giornate di campionato a far capire quale sia il loro ruolo.

Ancora comparse o ci si vorrà togliere qualche soddisfazione?

I…don’t…know 

 

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