Una poltrona per due

Il pareggio tra Juve e Atalanta e, soprattutto, il clamoroso tonfo dell’Inter al San Paolo hanno pesato come macigni sulla corsa alla prossima Champions League, regalandoci degli ultimi 90 minuti di fuoco. Questi risultati non hanno fatto altro che aprire la strada a una serie di scenari possibili nell’ultima giornata che, inevitabilmente, condizioneranno in maniera definitiva la stagione delle pretendenti e, in diversa misura, anche il loro futuro.



L’inseguimento a terzo e quarto posto ha portato con sé diversi colpi di scena ed è stato la perfetta rappresentazione della stagione difficile – indipendentemente dal risultato finale – di big come Inter, Milan e Roma, ma ha anche messo in mostra realtà in crescita e probabilmente destinate a un futuro ancor più radioso, come Atalanta e Torino.
A una sola giornata del termine sono rimaste però solo Inter, Milan e Atalanta a giocarsi concretamente una chance di giocare nell’Europa che conta il prossimo anno, con il Torino ancora troppo acerbo per un salto così grande e la Roma non matematicamente fuori ma avvinghiata solo a una combinazione di eventi decisamente improbabili.

Le tre società lombarde sono arrivate dunque a un crocevia fondamentale per il loro percorso di crescita, soltanto la 38esima giornata potrà dirci che direzione prenderà il loro percorso e come la Champions potrà incidere su di esso.

Il rigore di Icardi inutile per la corsa Champions | Numerosette Magazine

Il sogno della Dea

Nelle scorse settimane è già stato scritto di come quello dell’Atalanta non sia un exploit estemporaneo, ma il risultato di un progetto che mostra uno dei pochissimi lati buoni del calcio italiano. Il pareggio all’Allianz Stadium ha ulteriormente avvicinato i bergamaschi a quello che potrebbe essere il più grande traguardo della storia della società, la possibilità di giocare sullo stesso campo dei più grandi e di esportare anche al massimo livello continentale un sistema di gioco che da noi – e in Europa League- ha fatto e continua a fare faville.

Gli uomini di Gasperini sono probabilmente i contendenti ad arrivare più leggeri  all’ultima gara visto lo status di outsider che tanto bene calza a questa squadra, ma la finale di Coppa Italia potrebbe aver leggermente scombussolato la serenità del loro stato mentale. Una doppia delusione sarebbe difficile da digerire, anche per un ambiente così entusiasta e affiatato, e rischierebbe di intaccare la macchina perfetta costruita dall’ex allenatore di Genoa e Palermo.

Un’eventuale qualificazione porterebbe la squadra a un livello impensabile nel 2016 – anno di arrivo di Gasperini – e che potrebbe permettere alla società di investire ulteriormente in questo progetto. L’Atalanta, società che non sembra avere intenzione o necessità economica di svendere mezza squadra, potrebbe provare a diventare definitivamente una grande del nostro campionato.

Questo sistema di gioco applicato alla Champions League, inoltre, potrebbe dare molti risvolti interessanti: il ritmo e la fisicità imposti dalla Dea sono un mix che in Europa ha spesso pagato dividendi, ma la mancanza di grandi interpreti qualitativi – esclusi Ilicic e Gomez – rimane un grande punto di domanda che lascia ancora tante incertezze sul fatto che questo gruppo sia pronto o meno a questa fase della propria crescita.

Il goal di Ilicic alla Juve decisivo per la corsa Champions | Numerosette Magazine

Una caduta all’ultima giornata porterebbe invece la Dea a un bivio per la prossima stagione: nonostante questa squadra abbia dimostrato di non avere problemi a ripartire con lo stessa voglia anche dopo cadute decisamente pesanti – come la mancata qualificazione ai gironi di Europa League di inizio stagione – non arrivare in Champions potrebbe creare parecchi scontenti, soprattutto tra i giocatori di maggiore talento che già adesso fanno parecchio gola a tante grandi italiane e straniere.

Salvare il salvabile

L’Inter è probabilmente in una situazione diametralmente opposta all’Atalanta: i nerazzurri non hanno dato continuità al progetto tecnico che lo scorso anno aveva raggiunto un tanto atteso punto di massimo, complicando gravemente un’annata che fino al termina del girone d’andata pareva delle più tranquille. Se c’è quindi una squadra che ha qualcosa, se non tutto a perdere, negli ultimi 90 minuti della stagione, è proprio l’Inter.

Gli uomini di Spalletti sono soprattutto colpevoli di non aver sfruttato i tanti match point avuti per ammazzare la competizione in tempi non sospetti, probabilmente sottovalutando la voglia delle inseguitrici e sopravvalutando i propri mezzi. Il caos scatenato dal caso Icardi non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco, facendo sprofondare l’intera squadra in un vortice di delusioni e risultati mai soddisfacenti.
Questa è però per i nerazzurri l’occasione di salvare l’intera stagione e di regalare alla propria società un futuro leggermente più roseo dal quale ripartire: con la definitiva uscita dal settlement agreement della Uefa in settimana l’Inter può tornare a tornare a investire somme importanti sul mercato. Con i soldi derivanti da un terzo o quarto posto e annessa qualificazione alla Champions ci sarebbe quindi l’occasione di costruire qualcosa di serio non buttando via i progressi comunque raggiunti dall’era Spalletti.

L'Inter dovrà giocarsi la Champions all'ultima giornata | Numerosette Magazine

Non andare in Champions equivarrebbe invece a dare un calcio al secchio del latte, l’Inter si troverebbe a ripartire da un punto più basso dello scorso anno con una rosa da rifondare o comunque modificare sostanzialmente e con il poco appeal che porta l’Europa League. Anche da un punto di vista mentale, buttare via una qualificazione che fino a qualche mese fa pareva una formalità rischia di portare con sé una depressione dalla quale sarebbe difficile uscire, simile al periodo post-triplete conclusosi – almeno temporaneamente – nel 2018.

Meriti storici

Delle 3 contendenti, il Milan è sicuramente quella ad aver avuto il percorso più altalenante: i rossoneri hanno oscillato regolarmente dall’essere una squadra senza la minima identità a essere una delle candidate più concrete al quarto posto. Il derby perso a marzo sembrava aver arrestato il processo di crescita della squadra che invece, quasi per magia e grazie alla pochissima continuità delle rivali, si è ritrovata a ridosso della quarta posizione.

Per gli uomini di Gattuso e per il progetto tecnico intrapreso da una stagione e mezza a questa parte, far tornare il Milan dove è stato per anni più grande di tutti sarebbe una vittoria difficilmente quantificabile. La società non sembra comunque poter spendere capitali sul mercato, ma i soldi europei potrebbero quantomeno permettere di trattenere i giocatori migliori e inserire qualche possibile innesto in rosa – sulla falsariga di quanto fatto dall’Inter durante lo scorso mercato estivo.

Da un punto di vista storico, il ritorno del Diavolo in Champions League sarebbe un segnale abbastanza importante per il calcio italiano: sarebbe il ritorno almeno di un grande nome agli occhi degli altri campionati e darebbe la possibilità di ricostruire una reputazione europea degna di nota della Serie A.

Ultima speranza per il Milan per la Champions | Numerosette Magazine

Se con la qualificazione il Milan sarebbe più bloccato sul mercato rispetto ai cugini, un quinto posto avrebbe risultati ancor più devastanti: sarebbe un KO per una dirigenza ancora alla ricerca di traguardi importanti che, nonostante investimenti più che discreti, si ritroverebbe nuovamente al punto di partenza.

L’impressione è che il Milan non possa affidarsi unicamente alla propria storia.

Necessità di ripartire

Per il nostro campionato è stata sicuramente un’annata molto particolare: ai piani alti nulla è mai stato in discussione, mentre è stata la lotta per la massima competizione europea a dare appeal a una competizione apparsa per lo più piatta e con pochi sussulti degni di nota. In ogni caso la mediocrità di questo inseguimento, in cui nessuno sembra avere le forze di dare la sterzata decisiva, è un ritratto perfetto del nostro campionato: una qualità di livello veramente basso e un distacco, per intensità, ritmo e mentalità, con le altre leghe sempre più ampio.

La speranza di chi crede in una possibile ripresa è che chiunque raggiunga l’obiettivo possa poi lavorare nella direzione giusta, per poter competere nel migliore dei modi anche contro i grandi e dare nuovo smalto a tutto il movimento calcistico italiano. La rinascita passa dalla Champions.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.