The PlayOff Showdown

I PlayOff NBA entrano sempre di più nel vivo e anche le semifinali di Conference sono ormai nella loro fase calda.
Man mano che si avanza i giochi si fanno più avvincenti e divertenti, anche se, mai come in questa stagione, sembra essere cronaca di una finale annunciata.
Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors stanno viaggiando a gonfie vele verso la terza finale consecutiva, esito quasi scontato di dei PlayOff fin qui dominati, ancora senza una sconfitta, in cui gli avversari sono caduti colpo dopo colpo.
Una sorta di final show-down quindi, dopo le Finals 2015 vinte dai californiani sui Cavs e quelle del 2016 vinte da LeBron James e compagni, con GSW che ha sprecato un vantaggio di 3-1.

Ovviamente prima dovranno superare le finali di Conference, di sicuro un ostacolo più grande di quello che stanno affrontando ora nel secondo turno, da considerare ormai come superato.
I Cavaliers stanno demolendo i Toronto Raptors che, in 3 partite non hanno mai finito sotto gli 11 punti di scarto, distacco, tra l’altro, ottenuto in gara 1, mentre nelle altre due sfide è sempre stato sopra i 20 punti, per la precisione, 22 in gara 2 e 21 in gara 3.
I ragazzi di Tyronn Lue, forse memori di quanto successo lo scorso anno, dove sopra 2-0 nella serie con i canadesi, si fecero rimontare fino al 2-2, stavolta hanno deciso di non lasciare scampo agli avversari, vincendo 3 gare in fila in scioltezza.
Discrete” anche le cifre di LeBron James nella serie, 35 per aprire le danze, 39 per ribadire chi è il padrone di questa Lega e altri 35 così, giusto perché c’ha una media da mantenere.
Ah, dall’inizio dei PlayOff è stato solo una volta sotto i 30 punti, e pensare che c’era anche chi osava dire che fosse in calo durante una Regular Season giocata, a volte, al risparmio.
Ancora una volta però quando ha iniziato a contare davvero, i giri del motore del carro armato LBJ si sono alzati, perché finché si scherza, si scherza, ma quando il gioco si fa duro, i duri devono far vedere di che pasta sono fatti.
Nel frattempo ha anche trovato il tempo di bersi una birra, o quasi.

E intanto, signoreggia sugli avversari

Secondo turno, nella pratica, superato anche per i Golden State Warriors.
Curry e i suoi hanno forse mostrato meno il loro reale valore e superiorità rispetto a Cleveland, sia perché per ora non ce ne è stato realmente bisogno, sia perché risparmiare energie in vista degli impegni più impegnativi non è mai una cattiva idea.
Nonostante ciò, contro gli Utah Jazz, nei 3 match fin qui disputati, lo scarto è stato sempre più di 10 punti, con gara 1 chiusa a +12 e le gare 2 e 3 a +11.
Curry e Durant si sono alternati come top scorer, con Thompson, mai sopra i 15 punti un po’ in ombra e quel diavolaccio di Draymond Green sempre lì a portare oltre ai punti (nelle prime due gare stato vicino a Steph e KD) anche la solita dose di assist e rimbalzi.
Poco hanno potuto Hayward e compagni, alla prima Post Season dal 2012 e alla prima semifinale di Conference dal 2010, contro lo strapotere della corazzata della Baia, una schiacciasassi che travolge tutti senza pietà, a colpi di tiro da 3 punti.
Anche se poi c’è Zaza Pachulia, che a volte segna più punti di Klay Thompson e, giustamente, segna la data sul calendario come se fosse un giorno importante da festeggiare.

Momento da immortalare.

Ci sono più dubbi invece su quali compagini affronteranno le due super favorite nelle rispettive finali di Conference.
Ad oggi, le due probabili avversarie sembrano essere Boston Celtics e San Antonio Spurs, tuttavia il condizionale è d’obbligo perché le loro avversarie, Washington Wizards e Houston Rockets sono tutt’altro che sconfitte e non è da escludere un possibile ribaltamento di fronte.

La sfida Celtics-Wizards sembrava incanalata verso il Massachusetts dopo le prime due partite vinte dai verdi, invece una ruggente gara 3 al Verizon Center, vinta dai capitolini di 35 punti, ha riaperto di prepotenza la serie.
Fondamentale per i Maghi sarà vincere la prossima sfida, perché tornare a Boston con uno svantaggio di 3-1 vorrebbe dire ridurre le cancello di rimonta al minimo.
Molto dipenderà dalle mani di John Wall, già due volte in doppia doppia di punti e assist nella serie, che dovrà essere bravo a guidare i compagni in quella che sembra una rimonta difficile ma non impossibile.
Dovrà fare i conti però con quello che, viste anche le tristi vicende fuori dal parquet è la vera storia di questi PlayOff, ovvero Isaiah Thomas, piccolo grande uomo dei Celtics.
L’ex Sacramento Kings, ha giocato gara 3 così così, ma aveva segnato ben 33 punti in gara 1 e soprattutto 53 punti in gara 2, trascinando i suoi per mano verso la vittoria all’Overtime.
Inoltre quei punti sono stati messi nel giorno in cui la sorella Chyna, morta da pochi giorni, avrebbe compiuto gli anni e, ovviamente, Isaiah ha detto che quella vittoria e tutta per lei.

Tutti e 53!

La sensazione è che, chiunque vinca, vada a fare da sparring ai Cavs in finale, anche se mai sottovalutare i cuori di due squadre con dentro Thomas e Wall.

L’incontro più difficile da pronosticare però è sicuramente il derby texano tra San Antonio Spurs e Houston Rockets.
Prima dell’inizio delle danze, gli Spurs sembravano dover vincere, nonostante fosse lecito aspettarsi una serie combattuta.
Dopo una tracimante vittoria dei Rockets in gara 1 a San Antonio, con 20 punti e 14 assist di James Harden, la palma di favorita era passata all’altra parte del Texas con molti che iniziavano a mettere in dubbio il reale valore degli Spurs.
Invece, dopo aver pareggiato i conti, i ragazzi di Popovich sono andati ad espugnare il Toyota Center, rimettendo la testa, grazie ad un Kawhi Leonard in versione deluxe con due prove da, rispettivamente, 34 e 26 punti, oltre al solito immenso contributo difensivo.
Fondamentale, anche qui, sarà ritornare a San Antonio con la serie nuovamente in parità, sia per noi perché resta una sfida bellissima e avvincente, visti anche i due interpreti in panchina, sia ovviamente per Houston per provare a rimettersi in pari con gli avversari.

 “Ci vediamo in finale di Conference?” “Forse”

 

Come già detto, sembra la cronaca di una finale annunciata, staremo però a vedere se qualcuno ci regalerà qualche sorpresa, con magari qualche serie combattuta e qualche gara 7 che, Jazz-Clippers a parte, non si è ancora vista.

Nel frattempo, enjoy this beautiful Game.

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