Sette Momenti: El Clasico

Ieri sera Barcellona e Real Madrid han dato prova a tutto il mondo calcistico di cosa voglia dire essere grandi squadre, indipendentemente dalle circostanze. Indipendentemente dalla posta in palio.
E, si, in una partita che contava oggettivamente poco – Barça già sicuro del titolo, Real con poco da chiedere al campionato e con la testa a Kiev – le due squadre hanno messo in scena un autentico spettacolo, giusto per ricordare che questo non potrà mai essere un incontro banale. Non lo sarà mai.
Questo Clasico passerà alla storia per l’ultima apparizione al Camp Nou di Don Andrés Iniesta, per il rifiuto al pasillo da parte dei Blancos, ma soprattutto per l’ennesimo capitolo di una rivalità che va oltre al calcio giocato destinata a segnare sempre e comunque qualsiasi stagione.
Impresa ardua cercare di riassumere quanto avvenuto in una partita del genere, noi comunque ci abbiamo provato scegliendo i 7 momenti più significativi del Clasico numero 239.

Messi e Sergio Ramos si abbracciano nel Clasico | numerosette.eu

1 – Il Pistolero apre le danze

Luis Suarez è un giocatore rognoso, a tratti antisportivo e per tani insopportabile, ma è anche uno dei numeri 9 più forti della storia del calcio.
L’azione che porta al goal del vantaggio del Barcellona riassume alla perfezione che razza di giocatore sia il Pistolero: apertura di prima intenzione per l’inserimento di Sergi Roberto, movimento impeccabile alle spalle dei difensori e girata al volo per sbloccare la gara.
Con questa giocata, l’uruguaiano non fa altro che gettare benzina su quel meraviglioso incendio di talento che è questa partita che, da questo momento in poi, diventerà un assoluto capolavoro.
Provate a seguire il movimento dell’ex Liverpool nel corso di questa azione, fa letteralmente tutto ciò che un grande attaccante deve saper fare condensato in 10 secondi.

Siamo solo all’inizio, al primo passo di una grande maratona.

2 – Un altro passo nella storia

Come già detto prima, la prodezza di Suarez accende la gara ed il Real risponde subito presente.
I Blancos reagiscono immediatamente all’inizio scoppiettante dei padroni di casa con la pazienza, la classe e la qualità che solo le grandissime squadre sanno avere.

Mai dare per spacciato il Madrid.

Non lo sarà, anzi, riuscirà a trovare il pareggio con un’azione perfettamente orchestrata lungo la catena di sinistra e conclusa – tanto per cambiare – dal robot con la 7 sulle spalle. Cristiano Ronaldo impone per l’ennesima volta la sua supremazia, anche al Camp Nou: con questa rete eguaglia Alfredo Di Stefano per marcature nella storia del Clasico, semplicemente una leggenda tra noi mortali che narriamo le sue imprese.

Ronaldo è un animale d'area, soprattutto nel Clasico | numerosette.eu

CR7 dimostra però anche un lato umano infortunandosi segnando e uscendo poco dopo all’intervallo, la notizia è scioccante: anche lui prova dolore come noi. Sarà solo il preludio alla follia.

3 – Istanti di follia

Se le giocate dei singoli e le reti segnate non fossero bastate a far capire che questa partita era tutto tranne che priva di significato, ecco che interviene il solito e immancabile nervosismo ormai tipico di questi incontri. In pochi minuti la partita impazzisce: Suarez e Ramos danno il via alle ostilità arrivando faccia a faccia dopo un contrasto, niente di inedito fino a quando Messi e Bale – due decisamente inusuali a situazioni simili – decidono di gambizzare rispettivamente Ramos e Umtiti.

Per alcuni istanti il Camp Nou sembra una bolla completamente dislocata dal resto della città, dal resto del mondo intero che osserva una serie di duelli quasi lacoontici.

Proprio quando le squadre sembravano essere uscite da questa bolla e tornate alla normalità, ecco che Sergi Roberto cade preda delle provocazioni di Marcelo copendolo al volto andando così sotto le docce con largo anticipo: che vi aspettavate? E’ pur sempre il Clasico.

Sergi Roberto poteva cambiare il Clasico | numerosette.eu
Sergi Roberto voleva farsi urgentemente una doccia.

4 – Numerologia

P.S. Ah, se vi siete persi il pezzo “Numerologia” dedicato a James Milner, vi consiglio di darci una spulciatina.

Ma non distraiamoci troppo, perché vale la pena vivere con anima e corpo l’atmosfera del Clasico: un Barca eroico, dopo aver abbandonato l’inferiorità numerica, lascia spazio ad una componente adrenalinica fondamentale e riesce ad iniziare il secondo tempo dominando il Real Madrid, spinto da tutto il Camp Nou. Perdere la striscia d’imbattibilità in casa, contro gli acerrimi rivali, sarebbe uno sgarbo a dir poco sconvenevole.
Sconvenevole – oltre che irregolare – il gesto tecnico di Suarez che beffa Varan e apparecchia la tavola per uno dei piatti più prelibati di questo Clasico, il gol di Messi.

La Pulga segna un capolavoro, come per ricordare a tutti i suoi detrattori di cosa sia capace, e si dimostra fenomeno anche nei numeri: è la rete numero 550 con la maglia del Barcellona, 5+5=10, il 10 ha segnato un goal da 10 con i suoi in 10.

Ad un certo punto la sfera è chiaramente arretrata rispetto alla precaria posizione del corpo. Eppure….

5 – Adéu, Don Andrés

Minuto 56, il Barcellona è da poco in vantaggio ed il Camp Nou è ormai un’autentica bolgia dantesca ma improvvisamente tutto si ferma: è arrivato il momento, Don Andrés Iniesta deve dire addio al popolo.
Un momento iconico che tutti stavano aspettando ma che nessuno infondo voleva accadesse, perché Iniesta che se ne va dal Barça è un dramma esistenziale per qualsiasi amante di questo sport, una realtà necessaria ma comunque inaccettabile.

Iniesta è stato più di un centrocampista: con ieri sera è ufficialmente finita un’era, ora possiamo tutti iniziare a sentirci vecchi.

Iniesta all'utimo clasico con la maglia del Barcellona | numerosette.eu
Tutti in piedi per Don Andrés.

6 – Il riscatto di Keylor

Essere un giocatore del Real Madrid vuol dire vincere tanti trofei, essere al centro delle attenzioni dell’universo calcistico, ma anche essere costantemente vittima di critiche tante volte ingiuste, ne sa qualcosa Keylor Navas.
Il costaricense è stato letteralmente tartassato dalla critica – anche oltre i propri demeriti – dopo prestazioni non proprio esaltanti nei quarti e nelle semifinali di Champions League, per lui questa partita era quindi una ghiottissima opportunità per smentire tutte quelle malelingue che lo ritengono non adatto al suo ruolo.

La partita eccellente di Navas è riassunta da una parata ai limiti dell’umano su Messi: un gesto che solo un grande portiere può compiere e che anche il pubblico rivale non può che applaudire.

7 – Capolavoro

Capolavoro, questo Clasico.

Il Real gioca un brutto secondo tempo, ma in pochi istanti mette in mostra tutte le proprie capacità offensive: Asensio disegna un pallone splendido per Bale che, quasi per magia, torna quello di un paio di stagioni fa e batte Ter Stegen con un sinistro incantevole.
Le parole possono fare oggettivamente poco per descrivere questo goal, solo le immagini possono rendere merito alla stoccata vincente del gallese.

Ancora una volta il mondo si è fermato per assistere all’ennesimo capitolo della rivalità più bella del calcio continentale, rimanendo nuovamente sbalordito da quanto talento e spettacolo queste due squadre riescono a proporre ogni volta, indipendentemente dalle circostanze.
L’abbiamo già detto, questa partita non aveva significato per nessuno, eppure il Clasico non riuscirà mai a stancarci.

Novanta minuti di applausi.

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