Sette Momenti: La canzone del Sole

C’è chi ha la polenta, la bagna càuda o la Madunina, oltre che tanta nebbia.

Più sotto invece c’è chi ha poche cose ma, tra queste, il sole. Sole che riscalda i Fori romani, il laterizio del Colosseo, ma anche le spiagge e la gente di Napoli.

Derby del Sole, derby del Sud, più semplicemente il derby delle incompiute: quando l’Inter vinceva, la Roma era seconda; adesso, mentre la Juventus trionfa, il Napoli si alterna ai giallorossi per il passaggio diretto in Champions.

La vita dei tifosi di queste due squadre è povera di trionfi ma ricca di emozioni, come se il calcio non fosse un gioco ma un motivo d’orgoglio, di rivalsa, una fede più che un passatempo. Una “vita nella vita” e, come tale, piena di ricordi da rivivere in Sette Momenti.

1. ZEMANLANDIA ESISTE E CI SI GIOCA A TENNIS

Ce l’aveva scritto il nostro Fabrizio settimana scorsa, tracciando i Sette Momenti di Inter-Roma e parlando del secondo Zeman giallorosso; ve lo ribadisco io oggi, citando la prima esperienza del boemo sulla panchina della Roma, in un campionato terminato al quarto posto con, ovviamente, il miglior attacco e una delle peggiori difese tra le prime della classe.

Era un Napoli provinciale, che arrivò ultimissimo in quella stagione dando vita a un ciclo shock culminato col fallimento del 2004.

Era una Roma in cui Totti inventava per Abel Balbo, indossando per la prima volta la maglia numero 10 che ha fatto la storia. Così Balbo ne fece tre, la partita finì 6-2 e si capì subito che con Zeman ci si sarebbe divertiti un sacco.

Totti per Balbo, 101esimo gol in Serie A

 

2. QUEL POMERIGGIO DI FOLLIA

Chi non si ricorda l’incredibile 4-4 tra queste due squadre? Uno spot per il calcio (un po’ meno per le difese) una partita fatta di inseguimenti, sorpassi, controsterzate e tanti momenti indimenticabili:

    • Il Pocho Lavezzi che dopo 2′ decide di bucare la rete, nel campionato in cui lui usava la spada e Cassano il fioretto
    • Totti col paracollo della Kappa
    • Perrotta che esulta mimando un martello e un chiodo (?)
    • De Rossi che era ancora Capitan Futuro
    • Gargano (!) realizza un gol da 30 metri
    • Zalayeta che la timbrava sempre e comunque
    • ANDREA CUPI

Il primo Pocho: maglia numero 7 e capelli lunghi

3. QUANDO IL MATADOR INFILZÒ LA LUPA

In Italia non ci sono tori, se non a Torino, perciò Cavani decise di infilzare la Lupa.

Prima con un colpo preciso, calibrato, da 11 metri.

Poi avventandosi su un cross proveniente dalla destra. Non fu Maggio a metterla dentro, né Hamsik o Lavezzi: a travestirsi da uomo assist fu Paolo Cannavaro, e Alberto Angela sta ancora indagando sul perché si trovasse in quella posizione sullo 0-1, partita in bilico, Roma fortissima in contropiede.

Quella vittoria blindò il momentaneo secondo posto del Napoli e, come potete leggere in sovrimpressione sulla GIF, diede vita al tormentone che ogni anno si presenta a Castel Volturno: “Scudetto è una parola pronunciabile?” coi conseguenti scongiuri di De Laurentiis e del popolo partenopeo.

 

 

4. PJANIC E L’ARTE DEL CALCIO PIAZZATO

Roma-Napoli è stata anche vetrina per Miralem Pjanic, il pianista che decise di cantarsela e suonarsela da solo in una partita talmente equilibrata da potersi decidere soltanto coi tiri da fermo.

Se c’è stato un momento in cui la capacità di Pjanic di imprimere l’Effetto Magnus al pallone si è sublimata, è stato sicuramente quello della doppietta al Napoli. Carlo Zampa lo ha chiamato Giotto e il bosniaco, al tramonto dei primi 45′, ha disegnato a “piede libero” un arco perfetto che ha superato la barriera e trafitto un incredulo Reina; poi si è ripetuto su rigore, pratica abbastanza semplice per un artista del pallone come lui.

 

Quizzone da 100 punti: quante volte dice “Giotto”?

5. NINJA (S)CACCIA PIPITA 

È il momento più recente vissuto a Roma, il manifesto dell’incompiutezza di cui parlavamo ad inizio articolo: due squadre che giocano un calcio bellissimo, immerse in uno scontro diretto fondamentale, il cui risultato è stato quello di assegnare lo Scudetto alla Juventus.

Higuain in versione recordman contro il tridente-leggero della Roma (quando Dzeko era considerato un bidone, quando ancora non aveva segnato 19 reti in un solo campionato) la fantasia partenopea contro i triangoli e le verticalizzazioni giallorosse. In quel match il Pipita venne annullato e a deciderla, con la specialità della casa, fu un Ninja dalla cresta colorata e dal destro esplosivo. In questo caso la piazzò comodamente, ma giusto domenica scorsa ci ha ricordato la potenza di fuoco di cui dispone.

Ringraziamo My Funny Games Builder per questo video di assoluta genialità

6. SARÀ PER LA PROSSIMA DOMENICA

Arriviamo quasi alla fine ricordando un momento che per i romanisti è indelebile, la vittoria dello Scudetto 2001. Quella Roma era una squadra magica, con Totti alle spalle di Batistuta, Tommasi ed Emerson a dominare il centrocampo, Cafu a bruciare erba e Samuel a fare da muro ad Antonioli.

Il Napoli, che in quella stagione retrocesse, si ritrovò alla penultima giornata la Roma davanti e, con Amoruso e Pecchia, negò a Capello di festeggiare la vittoria del campionato al San Paolo; fu soltanto il prolungamento di un’agonia, prima che il desiderio di qualsiasi giallorosso venisse espresso una domenica più tardi contro il Parma, all’Olimpico.

Fu l’esultanza del momentaneo 1-2 di Totti, che tanto somiglia all’1-0 che diede inizio ai festeggiamenti per quello storico (ultimo) Scudetto.

 

7. LA PARTITA PERFETTA

Concludiamo questo tuffo nel passato con la vittoria più importante del Napoli in casa con la Roma, quel 3-0 che completò il 3-2 all’Olimpico e permise agli azzurri di approdare in finale di Coppa Italia e di vincerla ai danni della Fiorentina.

All’andata De Sanctis combinò un pasticcio e Mertens, che non era ancora Mertens, riagguantò i giallorossi sul 2-2; ci pensò poi Gervinho e una difesa partenopea composta da Albiol e Reveillere (uno più immobile dell’altro) in cui l’ivoriano ci sguazzava.

Al ritorno però il match fu senza storia, segnò anche Jorginho su incursione offensiva e soprattutto Gonzalo Higuain fu trascinatore. Meglio non ricordare ai napoletani questo dettaglio, potrebbero imbestialirsi.

Sotto gli occhi del Diego

 

Traccia: La canzone del Sole (1972) Lucio Battisti

Le bionde treccine di Nainggolan, gli occhi azzurri di De Laurentiis e poi, le magliette giallorosse

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