La nostalgia degli anni ’90 e lo stile eccentrico degli ’80 hanno fatto ritorno nel campo moda, della musica, del cinema così come, inevitabilmente, in quello dello sportswear. Adidas, assieme a Nike, Fila, Champions e Kappa, ha assunto il ruolo di pioniere di un tale ricorso al passato, coadiuvato dal forte ritorno d’immagine nei confronti di quei tessuti translucidi e larghi tanto in voga negli ultimi due decenni del Novecento. Anche nel calcio il brand tedesco ha dimostrato di voler perseguire la sua campagna retrò, come dimostrano chiaramente le divise realizzate per le nazionali partecipanti al Mondiale in Russia.

Adidas ha infatti riesumato dei veri e propri calchi di maglie del passato, caratterizzate o da dettagli estetici che ne hanno garantito la fortuna, o dall’alto valore simbolico quando l’intento è anche celebrativo. Andiamo a conoscere le divise finora presentate dall’azienda tedesca per le nazionali che vestirà al Mondiale.
Argentina – Notti magiche in pixel
La prima maglia dell’albiceleste è rivolta sì al passato, ma non troppo. Adidas, infatti, riprende il modello dell’Argentina di Italia ’90, come dimostrano le tre righe verticali di un azzurro estremamente più chiaro rispetto a quello utilizzato per le precedenti occasioni e le maniche totalmente bianche, in piena ripresa della casacca sfoggiata durante l’estate italiana da Maradona e compagni. Probabilmente, però, rivolgersi eccessivamente al passato, sarebbe stato eccessivamente crudele. Specialmente se si tratta di quel passato, ancora fin troppo dolorosamente vivo e recente nella memoria degli argentini, che per di più hanno dovuto subire la medesima sorte del 1990 quattro anni fa. Così, ecco la particolarità, l’elemento della modernità: un effetto pixel sfuma l’azzurro delle righe verticali, permettendo così la particolare resa di un tessuto apparentemente “translucido”, tipicamente anni ’80.
I pantaloncini tornano, come da tradizione – e com’è giusto che sia- neri, a nostro modesto parere, dopo la sterile imposizione della Fifa volta ad obbligare le nazionali a vestire kit monocromatici durante il Mondiale del 2014. I calzettoni, invece, saranno bianchi. La maglia albiceleste presenta inoltre un intento celebrativo, ovvero i 125 anni dell’Asociación del Fútbol Argentino (AFA).
Per la seconda divisa, invece, ancora non vi è nulla di ufficiale da parte di adidas. L’unico canale di fiducia, Todosobecamisetas, ha comunque rivelato che, con ogni probabilità, la maglia alternativa dell’Argentina sarà la seguente:
Belgio – Come nell’84, ma meglio
La nazionale belga punta a riscrivere la storia dei Mondiali, ma la moda vintage colpisce anche le loro maglie. Adidas ripropone una serie orizzontale di rombi sul petto, fra cui è racchiuso anche lo stemma della nazionale, elemento caratterizzante già utilizzato per l’Europeo del 1984. Il kit è completamente rosso, compresi calzoncini e calzettoni, proprio come trent’anni fa.
Il rimando a quell’annata resta comunque soltanto stilistico: il Belgio dell’84, infatti, anche allora targato adidas, lasciò poca traccia in quell’Europeo, venendo eliminato già ai gironi. Ma adesso, con la generazione probabilmente più prospera della sua storia, il Belgio con la maglia a rombi può soppiantare le centenarie gerarchie del calcio internazionale.
Colombia – Meraviglia Novanta
Era la generazione d’oro della Colombia: Higuita in porta, Escobar e l’eccentrico e talentuoso Valderrama. La nazionale del 1990 mantenne il miglior piazzamento nella storia della Colombia ad un Mondiale fino al 2014, anno in cui è stata proclamata una seconda generazione di giovani talenti, guidata soprattutto dall’estro di James Rodriguez. Adidas, dunque, ha ripreso in mano il template utilizzato dai colombiani per Italia ’90 modernizzandolo.
Di quella storia maglia, il brand tedesco ha rievocato le tre bande diagonali blu e rosse, adesso riproposte in una chiave più dinamica. Le bande inoltre, come si evince anche dalla foto sottostante, non attraversano più le maniche, lasciate interamente di giallo. È probabile che la scelta delle maniche monocromatiche sia dovuta all’attenzione rivolta da Uefa e Fifa nel mantenimento di una parziale omogeneità della divisa, che deve prevedere la pressoché totale prevalenza del colore base su quelli “secondari”.
Germania – Campioni x2
Anche in tal caso torniamo al 1990, anno in cui la Germania si laurea campione del mondo nel Mondiale italiano. La divisa fu una delle più avveniristiche da parte di adidas, che ha consegnato figurativamente quella storica nazionale negli archivi della memoria collettiva di tutti gli appassionati e non con il ricordo di quella maglia. Oggi come allora, la nazionale tedesca torna a sfoggiare quell’iconico disegno, oggi che come allora, può vantare un recente titolo mondiale.
Rispetto a ventotto anni fa, la grafica a tre bande non riprende più i colori della bandiera tedesca ma si basa su una variazione graduale di nero-grigio scuro-grigio chiaro, posta sotto lo stemma e il marchio adidas. Per il resto, invece, la Germania si veste sobriamente di bianco, così come i pantaloncini e i calzettoni riprendono il nero e il bianco, come da tradizione.
Per la seconda maglia, adidas riprende ancora una volta un calco del passato, andando a pescare il celebre effetto tono su tono utilizzato dal brand tedesco per le sue nazionali tra fine anni ’80 e anni ’90 (basti pensare alla storica divisa dell’Olanda campione d’Europa nel 1988). Il colore principale torna a essere il verde, dopo il rossonero di quattro anni fa.

Giappone – Blu samurai
Caso unico di questo Mondiale, la maglia del Giappone non riprende alcun modello degli anni ’80 e ’90. In tal caso, infatti, adidas si è rivolta direttamente alla cultura nipponica, riportando motivi tradizionali e simbolici attraverso l’utilizzo di precisi particolari grafici. La maglia presenta frontalmente delle sottili stripes verticali tratteggiate in bianco, in piena ripresa della tecnica di ricamo Sashiko, basata proprio su un simil colore indigo. Il blu “Katsuiro” rappresenta storicamente il colore della vittoria, utilizzato per la maggiorparte dei kimoni e delle armature samurai. Particolare anche la scelta del colletto con scollo a V, definito da un sottile bordo rosso superiore, che invece riprende un modello in voga negli anni ’90.
Messico – El Tricolor
Adidas per i messicani ha sempre riservato interessanti sperimentazioni. L’azienda con le tre stripes ha persino tentato, nel 2015, di sostituire il tradizionale verde della prima maglia con il nero: scelta ampiamente contestata e alquanto infelice. Così, per il Mondiale russo, il Messico torna a ribadire il verde come colore di base. Anche i dettagli, posti sui fianchi in diagonale, vanno in un verde più chiaro. “Soy Mexico” è il motto posto sul retro del colletto a V, mentre l’idea del tricolore viene ripresa dal kit intero, con i calzoncini tinti di bianco e i calzettoni in rosso.
In Sudamerica è dalla scorsa settimana che circolano anche le immagini della maglia da trasferta. Adidas ha posto nuovamente in risalto il tricolore messicano, stavolta con due bande orizzontali che attraversano il centro della maglia, una in verde e una in rosso, garantendo forse una domanda d’acquisto maggiore in Ungheria piuttosto che in Messico.
Russia – Ritorno all’URSS
Si ispira alla divisa del 1988, quando ancora sul petto campeggiava in bianco la scritta CCCP. Fu l’anno dello storico oro alle Olimpiadi di Seoul contro il Brasile, lo stesso in cui l’URSS raggiunse la finale dell’Europeo, disputatosi in Germania Ovest, poi persa contro l’Olanda per 2 a 0. Così, esattamente trent’anni dopo, adidas riprende in toto il modello di quell’anno.
È un rosso acceso a campeggiare come colore principale, dopo aver intravisto negli scorsi anni alcune sperimentazioni cromatiche, anche piuttosto eleganti, come l’accoppiata bordeaux-oro. Lo scollo a V è invece bianco, così come le tre stripes e gli inserti che dalle maniche arrivano fino al petto. Le uniche, inevitabili, differenze con la divisa dell’88 sono: lo stemma, la celebre aquila bicipite risalente al regno di Pietro I Romanov, detto “il Grande”, l’ovvia assenza della dicitura CCCP sul petto e i calzettoni, in cui assieme allo storico rosso campeggiano il bianco e il blu, in piena ripresa della bandiera russa.

Spagna – 1994 con polemiche
I nostalgici la ricordano ancora come un brano degli Oasis riproposto vent’anni dopo in radio, come gi anni del liceo per un dottorando: la maglia della Spagna del 1994 rientra a pieno titolo fra le reliquie del calcio di quel decennio. Il recupero retrò delle maglie del passato da parte di adidas coinvolge così anche la casacca rossa degli spagnoli, che pertanto si presenta in Russia con una chiara citazione della nazionale roja che partecipò alla Coppa del Mondo negli Stati Uniti di quell’anno.
Elemento caratterizzante della divisa è dunque il rimando all’iconica grafica a rombi giallo-blu che percorre verticalmente il lato destro; rispetto al 1994 viene sostituito l’ampio colletto blu con un semplice girocollo rosso, mentre lo stemma della Federazione va in giallo. Gli shorts invece sono blu, mentre le tre stripes adidas laterali virano sui colori della bandiera spagnola, e dunque rosso-giallo-rosso, mentre i calzettoni sono neri.
Poco tempo dopo il lancio ufficiale della nuova maglia, in Spagna sono sorte aspre polemiche a proposito dell’effetto violaceo reso dalla sfumatura dei rombi blu. Il viola rimanderebbe infatti al terzo colore della bandiera della Seconda Repubblica Spagnola, instauratasi nel 1931 per poi essere debellata dal golpe di Franco del ’39. Immediate anche le risposte della Federazione e di adidas che hanno smentito ogni tipo di riferimento ideologico, in un momento in cui la Spagna vive di una costante e frenetica tensione politica.
COMUNICADO OFICIAL sobre la nueva camiseta @adidas_es de la Selección española (@sefutbol) https://t.co/DVpAhEXw5w
— RFEF (@rfef) November 7, 2017
Svezia – Mondiale a sorpresa
Utilizzate in occasione dello spareggio contro l’Italia, la maglia della Svezia si ispira al template degli anni 1988-1990, come dimostra il motivo tono su tono che concede al tessuto un ricercato effetto translucido. Il modello del colletto, di colore blu, è lo stesso utilizzato da adidas anche per Messico, Argentina e Giappone, mentre stavolta le tre stripes scorrono verticalmente sui lati. Sono blu anche i pantaloncini, mentre i calzettoni riprendono il colore della maglia. Un lavoro sobrio per una Nazionale altrettanto equilibrata.
Egitto, Marocco, Iran – Col cuore
Delle restanti tre nazionali targate adidas abbiamo riscontrato notizie più o meno certe, in quanto finora non sono state formalmente presentate. Dell’Egitto conosciamo la divisa casalinga: il rosso è il colore principale, in nero vanno le maniche e il colletto a girocollo, mentre le tre righe adidas sono bianche. A caratterizzarla è lo sfondo a schacchi tono su tono.
Per quanto riguarda il Marocco e l’Iran sappiamo ben poco. La nazionale nordafricana non ha rilasciato ancora nessuna immagine e potrebbe anch’essere che le maglie siano le stesse esibite già durante le ultime apparizioni in gare ufficiali. Stesso discorso per l’Iran, in cui vi è persino il dubbio che a vestire le maglie della nazionale non sia l’azienda tedesca.
