Partita a dadi
Fine dei gironi. Ora si entra nel vivo, ma davvero nel vivo, con gli ottavi di finale di questa bellissima e incerta Champions League: sorprese, certezze, dubbi, fallimenti, abbiamo visto un po’ di tutto. Ci ricorda un po’ la “partita” a dadi di Al, John e Jack.
Ci sono squadre che hanno cercato di aggrapparsi alla fortuna o alle sconfitte altrui: come il Napoli, che aguzzava l’occhio in Ucraina. Si sono dimenticati, però, di vincere in Olanda.
Altre squadre hanno scherzato con il fuoco, e a momenti non si bruciavano: come la Juve, quasi gelata da Djordevic su cui ha dovuto superarsi Szczesny per infiammare una Champions ancora un po’ scialba per i bianconeri. E chissà se saranno fortunati come i tre gangster della famiglia Genovese: beh, evitare il rischio di Real Madrid e Bayern Monaco è già oro colato. Corazzate che potrebbero trovare la Roma: pensate un po’, dopo anni centra il primo posto nel girone e aumenta il rischio dei top club. Pazienza, se hai fatto un girone oltre ogni poco rosea aspettativa: secondo i bookmakers sarebbe andata a finire come Frankie “Culo di Gomma”. In quell’armadietto hanno legato l’Atletico di Simeone, preso a colpi di pistola soprattutto dal Qarabag.
Ma ora non vogliamo dilungarci in introduzioni. No, ora diamo spazio ai nostri validissimi autori, nel ruolo quasi di ricercatori scientifici atti a captare tutte le stranezzen anatomiche di questa fase a girone. Capirete che non siamo scienziati, si. D’altronde il calcio non è una scienza esatta.
(Se Sam Genovese mi premesse il grilletto dopo quest’ultima frase, lo capirei con un’espressione di accondiscendenza)
Ora tocca a noi. Si, sappiamo che stasera c’è l’Europa League, ma vi rubiamo poco tempo. Giuriamo sui zero punti del Benfica. Sette domande sulla Champions League, con particolare riguardo sulla fase a gironi appena conclusa e il possibile cammino delle italiane. Compariranno nel seguente ordine: Paolo De Angelis, Angelo Mattinò, Alessandro Ranieri, Francesco Lorenzo Antonino.
1. I soliti sospetti
La Juve è ancora al top d’Europa?
Paolo: La mia risposta è altalenante, proprio come la Juve. Alcune volte risponderei “sì” di getto, altre volte “no”: un nì, se vogliamo. L’intelligenza tattica di Allegri che ha rinnovato un abito ormai troppo consumato unita alla capacità di adattarsi in base all’avversario (vedi Napoli-Juve) mi farebbero rispondere di sì. Eppure alcune gestioni dei momenti della partita tendono a scaraventare il mio sì fuori dall’Europa, laddove la Juve vuole davvero trionfare. Al di la di ciò, se la Juve a febbraio conserverà appieno una freschezza tattica e mentale, potrà davvero impensierire le fantomatiche big.
Angelo: Difficile valutare la Juventus in questa stagione, in Campionato così come in Champions League, la batosta iniziale contro il Barcelona ha dato una bella botta alle ambizioni europee, soprattutto perchè il ricordo precedente era la finale di Cardiff e si è proseguiti su quella scia deludente. Il girone non era impossibile e la Juventus ha fatto il suo dovere, ma credo non basti per ambire alla coppa. Anche nella passata stagione il girone non fu memorabile ma in primavera i bianconeri sono stati quasi perfetti fino alla finale. Tutto dipende da Allegri, e da come riuscirà a dare il miglior assetto a una grande squadra che a mio avviso latita di un centrocampista di livello internazionale che possa dare un cambio di passo necessario nelle doppie sfide contro club blasonati.
Alessandro: i bianconeri credo siano ancora nella Top 10 d’Europa, però a sprazzi hanno dimostrato ciò. Le due partite con il Barcellona hanno messo in evidenzia le notevoli differenze tecniche e di gioco, soprattutto rispetto alla sfida dello scorso aprile allo Juventus Stadium. Allegri dovrà puntare molto su Douglas Costa, esterno a cui è impossibile rinunciare per la sua velocità di dribbling e capacità ad aprire molto il gioco. Nel secondo turno non ci si può accontentare del minimo sindacale per passare e stare sul filo del rasoio fino all’ultimo, come con lo Sporting nel girone. Dovrà essere una Juve diversa, più cinica e vogliosa di vincere.
Francesco: Potenzialmente sì, ma ci sono diverse considerazioni da fare. I bianconeri hanno fatto davvero il minimo sindacale nel girone eliminatorio. Non tanto dal punto di vista dei risultati, visto che l’unica (bruttta) sconfitta è arrivata al Camp Nou, dopo un primo tempo in cui gli uomini di Allegri avevano – a tratti – giocato bene. Nelle altre cinque partite però la Juventus è sembrata sempre essere in affanno, giocando sotto ritmo in alcuni casi e con troppa frenesia in altri. La buona notizia è che il periodo buio (cioè il periodo in cui Allegri tende a sperimentare per trovare la giusta formula) potrebbe essere alle spalle, anche se l’ultima prestazione contro l’Olympiacos è più simile alle uscite europee che a quelle in campionato. Con un avversario modesto, la Juventus ha sbagliato molto tecnicamente e sotto il profilo delle scelte, con un Dybala particolarmente in ombra. Il percorso in Champions passa inevitabilmente dai suoi piedi. L’urna è insidiosa, ma c’è una consolazione per i bianconeri: non potranno incontrare Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid, le uniche squadre in grado di batterli nelle ultime edizioni.
2. Notti Maggiche
Grande (e inaspettato) primo posto per la Roma di Di Francesco: la Roma può competere con le big d’Europa?
Paolo: con l’approccio giusto si. La Roma dovrà essere sempre aggressiva, corta, non deve lasciare all’avversario il tempo di respirare né di aggredire gli spazi: contro Napoli e Qarabag si è evidenziato forse uno dei pochi limiti dei giallorossi. Di Francesco è consapevole di poter sfruttare l’ampiezza della rosa, per quanto sia quantitativamente inferiore alle big, e la mancanza di grandi aspettative (diversamente da Madrid, per esempio) potrebbe certificare un exploit inaspettato: staremo a vedere. Ci vorrà un pizzico di fortuna.
Angelo: l Roma è una delle sorprese positive della fase ai gironi, la vittoria contro il Chelsea è stata la partita della consacrazione di Di Francesco, ma anche la sfida dello Stamford Bridge ha dimostrato una certa maturità mentale, che raramente ha mostrato la squadra giallorossa negli anni passati. Quando sono usciti i sorteggi sinceramente la davo come nobile terza classificata, invece ha vinto il girone sfruttando anche i limiti evidenti di Chelsea e Atletico Madrid che quest’anno non sembrano essere due squade imbattibili. Motivo per cui credo che la Roma debba sperare in un sorteggio abbordabile agli ottavi (pericolo Real o Bayern) per poi giocarsela ai quarti consapevole di essere inferiore ad alcuni top club più attrezzati. La componente fortuna mi sembra abbastanza determinante per il cammino degli uomini di Di Francesco.
Alessandro: confesso anche io che ci avrei scommesso poco sulla qualificazione della Roma in un girone così complicato. In modo inaspettato ha ribaltato le attese e si gode la testa di serie. A questo punto, direi che può provare a competere con le Big d’Europa, ma serve aumentare la concentrazione e cercare di non accontentarsi. Ha dimostrato tutto il suo repertorio tecnico nel 3-3 con il Chelsea, ma la sconfitta con l’Atletico in Spagna ha lasciato ancora qualche dubbio. Si dovrà lavorare al massimo per arrivare almeno ai quarti di finale, sorteggi permettendo.
Francesco: Dipende cosa si intende per big. Di Francesco ha fatto un autentico miracolo, vincendo un girone in cui tutti ipotizzavano una Roma praticamente spacciata al momento del sorteggio. Cancellare i fantasmi del passato era importante per dare una nuova impronta alla storia europea del club: con un po’ di fortuna nei sorteggi i quarti di finale sono un obiettivo possibile. Certo, incontrare Bayern Monaco o Real Madrid da prima in classifica sarebbe una beffa clamorosa.
3. Delusioni
La delusione principale della fase a gironi?
Paolo: Monaco. Avrei potuto dire facilmente Napoli, Atletico Madrid, Dortmund, ma sono un po’ fuori dagli schemi (un modo edulcorato per affermare che sono pazzo) e preferisco concentrarmi sui monegaschi e sulle enormi – forse troppo esose – aspettative createsi nell’ambiente: sono proprio queste ad aver soffocato il talento e l’avventura del Monaco in Champions. E il mercato, naturalmente. Impresa ardua sostituire Mbappé, Bakayoko, Mendy e Bernardo Silva. Se poi Tielemans, Lemar e Jovetic vivono più in infermeria che nelle loro abitazioni, allora le grandi notti tanto sognate diventano un vero e proprio incubo. P.S. Mbappé non lo sostituisci con Keita e Jovetic.
Angelo: La squadra che più ha deluso le aspettative è il Napoli a mio avviso. Questa è la quarta partecipazione ai gironi della Champions League, ed è come se avesse fatto un passo indietro, proprio quando ci si aspettava una crescita europea che è parsa costante negli ultimi anni. Soltanto sei punti, la metà di quelli dello Shakhtar, non possono giustificare il fatto che gli ucraini giocassero l’ultima giornata contro il Manchester City già qualificato. Nelle due trasferte decisive, in Ucraina e all’Etihad Stadium, il Napoli ha patito un approccio molle e timoroso, bisogna chiedersi se è un problema che concerne la qualità complessiva rosa o se è esclusivamente un limite di mentalità.
Alessandro: Mi sarebbe piaciuto iniziare questa domanda parlando di una squadra non italiana. Purtroppo, il Napoli è fuori dal girone oltre ogni aspettativa. Tutti si aspettavano un passaggio senza problemi da parte dei partenopei, che potevano giocarsi il primo posto con il City. Troppo sottovalutato lo Shaktar Donetsk, una mina vagante da sempre che è riuscita a totalizzare il doppio dei punti degli azzurri. Altre sorprese in negativo sono Atletico e Borussia Dortmund, soprattutto i Colchoneros erano i principali candidati al passaggio del turno insieme al Chelsea, ma avevano preso sottogamba la Roma che ha dimostrato personalità per poter competere in Europa.
Francesco: Napoli, ma in buona compagnia. Purtroppo gli uomini di Sarri si sono giocati la qualificazione già durante la prima partita e non hanno avuto l’occasione di mettere una pezza dopo la sconfitta rimediata in Ucraina. Il doppio confronto con il City è stato spettacolare, ma forse al ritorno gli azzurri potevano difendere il pareggio conquistato pochi minuti prima invece di subire il contropiede decisivo: la filosofia di gioco del Napoli nella sua accezione negativa. La scampagnata degli uomini di Guardiola contro lo Shaktar non ha certamente aiutato. Se le italiane dovessero qualificarsi come prime, si prospetterebbe anche un possibile sorteggio difficile in Europa League visto che gli azzurri, con la sconfitat di ieri, non sono teste di serie. Parlando di buona compagnia, possiamo citare il Monaco e il Borussia Dortmund. I monegaschi hanno cambiato molto durante l’estate quindi sarebbe ingiusto paragonare questa campagna europea con quella che l’anno scorso li portò fino in semifinale. Il Borussia, invece, ha raccolto solo 2 punti, non riuscendo a vincere neanche contro l’Apoel Nicosia: per me la maglia nera, fino a questo punto, va a loro.
4. Sorpresa
Scusi Boss, ma 4 e 3 non fanno (sberla di Giovanni che interrompe tutto) ?
Chi è la sorpresa di questi gironi?
Paolo: non citare il Besiktas sarebbe come andare a Londra e limitarsi a vedere Wembley: bello, ma Craven Cottage? Meraviglioso il cammino dei turchi, e soprattutto storico: da quando vennero introdotti i gironi all’italiana – Coppa dei Campioni 1991/92 – nessuna squadra turca era riuscita a vincere il proprio girone. D’altronde è una squadra tipicamente europea, per esperienza e atteggiamento tattico. Güneş ha saputo rivitalizzare giocatori smarriti: Negredo uccide le difese come ad Almeria, Lens e Quaresma decisamente redivivi, per non dimenticare Babel e Tosun che si divide la posta con lo Squalo. Il tutto accompagnato da talenti come Talisca e Ozyakup. Ah, non dimentichiamoci Pepe e Medel, che potrebbero tranquillamente dare vita alla quarta stagione di Narcos.
Angelo: quattordici punti e primo posto mai in discussione, il Besiktas mi ha stupito. Il girone non presentava nessuna big del calcio europeo ma i turchi hanno prevalso brillantemente sull’equilibrio generale. La squadra sta tornando a buon livello dopo anni difficili, lo scorso anno aveva già fatto intravedere qualcosa nel girone del Napoli, andando a vincere al San Paolo e pareggiando ad Istanbul. Saranno teste di serie ai sorteggi ma è una squadra da non sottovalutare. Giocano un 4-2-3-1 votato all’attacco con vecchie conoscenze del calcio europeo come Babel e Quaresma, assieme a due talenti interessanti come il trequartista Anderson Talisca e il bomber Tosun che ha già segnato quattro reti.
Alessandro: chi avrebbe scommesso sul Besiktas e il Tottenham come vincitori del girone? Direi proprio nessuno, compreso me. Entrambe le squadre hanno preso controllo delle proprie avversarie sin da subito, uscendone imbattuti. Hanno sconfitto rispettivamente Porto fuori casa per 3-1 e il Real Madrid in casa per 2-1, mettendo in atto delle prestazioni da grandi squadra e che possono giocarsela, almeno per gli ottavi di finale. Gli inglesi sono un team abbastanza blasonato da anni e con buona esperienza internazionale (ricordiamo l’esordio di Bale contro l’Inter con una tripletta nel 2011), mentre i turchi stanno cercando di confermarsi e quest’anno hanno fatto un notevole passo avanti.
Francesco: Dico Tottenham. Girone dominato con 15 reti segnate e quattro subite per un totale di 16 punti su 18 conquistati. Ruolino di marcia di per sè notevole, ma che acquista ancor di più valore vista la presenza del Real Madrid nel girone. In un solo anno gli Spurs sono passati da delusione della competizione a mina vagante del sorteggio di lunedì: una squadra con Eriksen, Kane e Dele Alli è destinata solo a crescere nei prossimi anni (se riuscissero a tenerli in rosa). Il tre a uno casalingo con i Blancos è un manifesto delle intenzioni di Pochettino. Per puntare alla vittoria, però, manca ancora qualcosa.
5. Give me Five
Ben cinque squadre su sedici sono inglesi: un dominio certificato ai gironi. Una di loro potrà davvero vincere la Champions?
Paolo: no, ve lo spiego schematicamente.
- Il Liverpool compensa una fase difensiva rivedibile con un attacco atomico, ma non basta. Certo, davanti fa paura. 23 gol in fase a gironi, superato il record del Manchester United.
- Chelsea, la coperta è corta. Dipenderà tutto da Antonio e dalle sue priorità: o rincorri i Citizens o punti alla Champions.
- Il City calerà. E sono curioso di vedere come assimilerà tale rallentamento in entrambe le competizioni. D’altronde, potenzialmente, questa squadra può fare male a chiunque.
- Mistero insvelabile, gli Spurs: impensabile un loro primo posto con Real e Dortmund, eppure ci sono riusciti. Quando però la pressione aumenta, ecco il crollo. Ho la netta sensazione che la banda di Pochettino, quando non gli si dà nemmeno un centesimo, ti faccia diventare ricco. Vedremo.
- United di nome e di fatto. Red Devils rocciosi e allenati da un mago, ma andranno valutati al primo test europeo davvero all’altezza.
Angelo: l’Inghilterra regna le fasi finali con cinque squadre su sedici, quasi un terzo, mi verrebbe da dire che sarebbe una delusione totale non vederne almeno un paio alle semifinali. Ma credo che soltanto il Manchester City quest’anno possa vincere la competizione, con una nota di merito al Tottenham che ha stracciato il Real Madrid ai gironi. Il Manchester United può aggrapparsi allo Special One e alla sua straordinaria capacità di giocare certe partite da dentro o fuori, ma credo non basterà. Magari ne riparleremo a giugno quando Mourinho si farà beffe di tutto ciò.
Alessandro: beh, ovviamente le possibilità di arrivare fino alla vittoria finale sono molto alte. Finalmente si vede il City di Guardiola giocare in modo ordinato e con una idea precisa, il Liverpool mancava da tempo in CL e la grande esperienza di Klopp ha fatto crescere notevolmente giocatori come Coutinho, Firmino e Manè, lo United dello Special One Mourinho lo vorrei vedere all’opera contro avversarie più blasonate in campo europeo, con tutto il rispetto per le squadre del suo girone, e la sorpresa Tottenham davanti al Real Madrid mi ha convinto per aver messo in mostra grande gioco e un mix di giovani talenti. Pochettino e Guardiola se la giocano a pieno titolo.
Francesco: diciamo che potrebbero essere i primi indiziati per mettere fine all’egemonia del calcio spagnolo, anche solo per una questione numerica. Cinque squadre – di cui quattro da prime classificate – sono davvero tante, ma, come è ovvio che sia, non partono tutte alla pari. Il Chelsea ha dimostrato i suoi limiti in un girone che avrebbe dovuto dominare, mentre il Liverpool difficilmente riuscirà a colmare le sue lacune difensive in fretta (anche se con quell’attacco potrebbe non averne bisogno): i Reds potrebbero essere i primi a lasciare la competizione. Il Tottenham potrebbe pagare l’inesperienza a questi livelli. Rimangono le due squadre di Manchester, a pieno titolo tra le favorite della competizione, ognuno con i propri mezzi. Da juventino mi piacerebbe incontrare lo United per rivivere il sapore delle grandi sfide di fine anni ’90: sarebbero due partite equilibrate tra due tecnici maniaci della tattica.
6. Top
Veniamo ora ai singoli: il giocatore top? Quello che vi ha stupito?
Paolo: l’ho già citato prima, Talisca. Trequartista atipico, mi ha colpito la sua capacità di aggredire e occupare gli spazi vuoti: se Quaresma è in giornata, riesce ad imbeccarlo perfettamente. Il portoghese sa che Talisca si butterà alla ricerca di quel pallone, due volte è accaduto in questo girone. Tecnicamente valido, ma deve ancora migliorare nella scelta della giocata, eliminando finezze ed eccessi vari. Un altro giocatore interessante è Marlos dello Shaktar. Non un fresco ventenne, ma che bel sinistro: difficile trovare un brasiliano con poca qualità che non sia passato da quelle parti. I Griffin potrebbe stereotiparci sopra.
Angelo: un nome da vetrina è proprio quello di Cesk Tosun, nato in Germania ma uno dei pochi a compiere il percorso inverso scegliendo di giocatore per la Nazionale turca. Giocatore che entusiasma il pubblico per la sua verve, molto dinamico e tecnicamente dotato. Quattro gol di cui alcuni di pregevole fattura, è nel pieno della maturità calcistica a 26 anni compiuti. Giocatore a mio parere interessante per un campionato ad alta intensità come la Premier League.
Alessandro: si potrebbero fare i soliti nomi per questa domanda, se non si è guardata la competizione con attenzione. Mohamed Salah e Raheem Sterling sono per me i ragazzi che hanno più determinato le partite delle loro rispettive squadra. 6 gol per il primo e 4 per il secondo sono solo numeri che certificano il loro talento, ma io li scelgo per le loro prestazioni stellari. Spacca difese, gol, assist e corse incredibili. Sono stati gli aghi della bilancia per il passaggio del Liverpool e del City, senza dubbio.
7. Numerologia
Caro Sam, 4 e 3 fa 7. E allora, quale numero sette potrà fare la differenza nelle fasi finali?
Paolo: Antoine Griezmann. Almeno, secondo Juan Jesus. Io dico Raheem Sterling, per quanto la mia pazzia potrebbe indurmi a votare Taison: la sua capacità di aggredire gli spazi vuoti unita all’apprendistato tattico di Pep lo ha reso semplicemente immarcabile: se ci fate caso, 7 dei 9 gol totali sono arrivati da posizione centrale in area di rigore. Emblematico l’inserimento a 2000 all’ora contro lo Shaktar.
Angelo: voglio fare un nome che non avrei mai pensato potessi fare fino alla passata stagione: Raheem Sterling. Gran parte della metamorfosi del britannico va attribuita a Pep Guardiola, che gli ha saputo consegnare un’identità tattica, cosa che apparentemente sembrava impossibile vista la sua natura anarchica. Quest’anno vede la porta e segna gol decisivi, tutte cose che non ha mai saputo fare in carriera, al cospetto di doti atletiche esplosive che lo rendono potenzialmente immarcabile in campo aperto.
Alessandro: continuo a puntare fortemente su Sterling. Ha avuto una notevole crescita, soprattutto in termini di personalità e consapevolezza delle proprie capacità. Questa stagione è decisivo in ogni competizione, titolare inamovibile di Pep Guardiola. Per chi lo sta seguendo in campionato e ha visto le due gare contro il Napoli, sa di averlo osservato a bocca aperta. Finalmente il suo enorme talento è esploso completamente e trascinerà il City alla velocità della luce. Proprio come quando inizia a correre sulla fascia.
Siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Più o meno.
Francesco: Faccio l’hipster e punto su Ricardo Quaresma. Quattro assist nelle cinque partite giocate finora. Oggettivamente, il Besiktas ha poche possibilità di superare gli ottavi di finale ma mi aspetto qualche sua giocata completamente inutile ai fini del risultato.
Noi abbiamo terminato. L’ultima parola spetta all’urna di Nyon, che terrà col fiato sospeso Juventus e Roma, tra le altre: no, non c’è Sam Genovese che tenga. Il sorteggio non guarda in faccia nessuno.
E ti acchiappa, anche se sei veloce come Sterling.