Il Napoli può battere il Real Madrid?

Quando scrissi di Sarri, in un elogio al suo modo di vivere il calcio, affermai che: “Un tipo come Boniperti direbbe di lui che non ha mai vinto nulla, e sarebbe inconfutabilmente vero. Forse l’idea calcistica di Sarri è davvero utopica, ma non nell’applicazione, quanto nella finalità intesa come vittoria.”

Era il 17 gennaio, e da quel giorno il Napoli ha vinto col Milan, ha pareggiato col Palermo, ha schiantato il Bologna con 7 goal, ha liquidato ieri sera il Genoa, alzando il ritmo per venti minuti nella ripresa, e ha portato la striscia di imbattibilità stagionale a 18 partite consecutive.

Adesso il Real Madrid è alle porte, e la domanda che tutti si chiedono è: il Napoli può batterlo?

Come gioca Zidane

È notizia di questi giorni che Carvajal si è aggregato al gruppo e sarà disponibile per l’andata di Champions, mentre Modrić rimarrà in dubbio fino all’ultimo e Bale, ottimisticamente, potrà vedere il campo ad aprile. Nell’ultima partita contro la Real Sociedad, vinta per 3-0, Zidane ha schierato i suoi in un 4-3-3 con Nacho Fernández a sinistra, Ramos e Varane al centro, Danilo a destra, Casemiro, Kovačić e Kroos a centrocampo e il tridente formato da Cristiano, Benzema e Lucas Vázquez. Con Isco, Asensio e Morata subentrati e quest’ultimo andato in goal. Saranno questi i protagonisti della prima di andata al Bernabéu.

Il Real Madrid, attualmente, è primo in Liga con due partite da recuperare e, oltre che sulla carta, anche sul campo è una delle migliori squadre d’Europa. Statisticamente è quasi sempre tra le migliori 5, tanto che si fa prima a scrivere in cosa la squadra di Zidane non eccelle (o almeno non troppo): non lo è per passaggi intercettati (dove fa da padrone il gegenpressing tedesco) per tiri concessi (ottavo, 8.9 a partita) per dribbling eseguiti (21esimo) e per possesso palla medio.

Mentre è tra le prime 5 per tiri a partita (primo, 17.8) tiri da fuori (quarto, 6.8) tiri in porta (secondo, 7.2) goal a partita (secondo, 2.7) sia dall’area piccola (primo) che dall’area di rigore (terzo) per passaggi chiave a partita (primo, 14.1) sia lunghi (primo) che corti (quinto) per precisione passaggi (quinto, 86.5) per contrasti a partita (quarto, 22.1) per duelli aerei vinti (primo, 61.2%) per fuorigioco a partita (quinto, 3.3) per assist (primo, 2) da cross, da corner, e da calcio di punizione.

Insomma, Zidane, da quando ha preso il posto di Benítez con l’etichetta di campione allo sbaraglio, non ha solo portato a casa una Champions, una Supercoppa Europea e una Coppa del Mondo per Club, ha sopratutto dato seguito a un percorso che aveva portato Carlo Ancelotti a rendere di nuovo trionfanti le merengues nella competizione che hanno vinto più volte di tutti nella storia. Di fatto Zidane ha copiato da chi ha avuto accanto, scegliendo una politica malleabile, vicina ai giocatori, ma sopratutto vicina agli avversari.

Il Real Madrid sceglie volutamente e – cosa strana – umilmente di assecondare il volere degli avversari, forte della propria resilienza e del proprio potenziale tecnico stellare, che si traduce come una macchina da goal mai eccessivamente preoccupata di averne presi 27 in stagione tra campionato e, sopratutto, Champions League.

 

Come gioca Sarri

Questo lo sappiamo, il Napoli di Sarri è probabilmente la squadra che gioca il miglior calcio d’Europa, o almeno quella che lo fa con più costanza. Una squadra statisticamente simile a quella di Zidane, almeno offensivamente, dove i numeri si avvicinano e in alcuni casi si sovrappongono: il Napoli è dietro il Real per tiri a partita, passaggi chiave; a pari merito per tiri in porta, passaggi chiave corti, tiri respinti, assist a partita; è sopra per possesso palla medio e passaggi a partita.

Avendo tutti a disposizione, Sarri potrà scegliere con relativa tranquillità gli uomini del 4-3-3. In difesa quasi sicuramente non si priverà del rientrante Koulibaly, mentre a centrocampo le scelte non sono così ovvie, il primo quesito riguarda Jorginho o Diawara, con il primo che permette una miglior fluidità, e il secondo che garantisce fisicità e maggiore efficienza nel recupero della sfera, ma, pur avendo sangue da rettile, rimane un 19enne da schierare titolare in casa del Real Madrid…bisogna avere coraggio.

Il secondo quesito riguarda la mezzala destra. Zielinski e Allan sono due giocatori diversi, con qualità opposte e momenti di forma ossimori. Il brasiliano questa stagione non sembra trovarsi più a suo agio con il sistema sarriano, come se la dipartita di Higuaín avesse tolto un peso dall’attacco fondamentale per coprirne i difetti in fase di spinta, e anche il suo lavoro in fase difensiva è calato rispetto all’anno scorso, quando completava 3.1 contrasti a partita contro i 2.3 di quest’anno, intercettando 1.1 palloni a partita contro i 0.9 odierni. Nonostante questo, Allan (titolare contro la Juventus e la Roma, i veri big match della squadra) difenderebbe meglio la zona nevralgica del gioco e garantirebbe filtro contro gli incursori in maglia bianca.

Zielinski, d’altro canto, è cresciuto in maniera esponenziale e da un paio di partite si conferma sempre tra i migliori undici: le sue sgaloppate palla al piede sono fondamentali per risalire il campo e spaccare a metà gli avversari, tutto ciò a discapito di un lavoro difensivo meno assillante, ma a volte si dice che la miglior difesa è l’attacco…chissà se anche contro chi è più grande di te.

Ma è sicuramente nell’attacco che Sarri può avere maggiori certezze dove Callejón-Mertens-Insigne sembra il tridente perfetto in questo momento per il Napoli. Per forma, qualità e motivazioni.

Insigne dovrà dimostrare di essere un giocatore decisivo anche a livelli atletici estremi, dove finora ha sempre avuto difficoltà. Mertens per la prima volta si confronterà da centravanti contro una coppia difensiva d’alto rango, che non gli concederà gli spazi che può trovare in Serie A. Per Callejón, infine, la questione è puramente emotiva: davanti avrà il suo Real, la squadra che lo ha cullato nelle giovanili e promosso tra i grandi. Eppure, nonostante questo, la fisicità di Pavoletti (escludendo Milik perché, sembrano dimenticarlo quasi tutti, ma per rientrare in forma dopo un infortunio così grave ci vogliono mesi) potrebbe rendersi necessaria come piano B, pur con tutti gli interrogativi che l’ex Genoa porta con sé e lo scetticismo genetico di Sarri.

Come si giocheranno questi ottavi

Realisticamente le mosse di Zidane porteranno il Real a rispettare l’ideale calcistico del Napoli e, per certi versi, subirlo. I blancos tenteranno il più possibile l’uno contro uno, isolando gli azzurri tramite il pressing e, una volta recuperata palla, cercando combinazioni veloci per arrivare quanto prima a battere Pepe Reina.

Il Napoli non si snaturerà e potrebbe anche fare la partita arrivando a vette di 60% e oltre di possesso, ma è inevitabile che dovrà subire un dislivello tecnico troppo marcato e la fase di recupero e raddoppio sarà fondamentale: Hysaj non potrà essere lasciato solo contro Cristiano e Marcelo, né Ghoulam dall’altra parte, e l’intero pacchetto difensivo dovrà stare attento alle numerose incursioni del centrocampo blancos, con Kovacic o Isco sempre pronti a sfondare palla al piede, e Benzema o Morata a tenere occupati i centrali.

Lavagna tattica del 3-0 all’Atletico, in blu i duelli aerei vinti dal Real (che attacca da destra verso sinistra).

Il Real è abilissimo soprattutto in due aspetti: il primo sono i duelli aerei, fondamentale dove il Napoli invece non eccelle, risultando la terzultima nei maggiori cinque campionati: peggio solo del Pescara – poco incoraggiante – e del Barcellona – incoraggiante. Kroos e Modric utilizzano spesso i traversoni dalla trequarti per attaccare l’area, Marcelo e Carvajal sono ottimi crossatori, e, in mezzo, Cristiano Ronaldo e Morata riescono a vincere almeno un duello aereo a partita.

Il secondo è l’uso delle catene laterali e lo sviluppo equo del gioco sulle porzioni di campo. Il Real crea azioni in egual misura a destra (35%) a sinistra (39%) e al centro (26%) e una tattica che, con tutta probabilità, potrebbe utilizzare è quella di sovraccaricare una fascia per attirare il pressing partenopeo e colpire di conseguenza il lato debole (punto a sfavore del Napoli da sempre) attraverso un cambio di gioco che, a quei livelli tecnici, non è neanche così impensabile.

Sotto, una tipica azione del Real che potrebbe fare estremamente male alla difesa del Napoli.

 

Scritto questo, è molto probabile che, a decidere la qualificazione, saranno gli episodi e le giocate individuali (in positivo e non, perché a cambiare le ultime partite con Juventus e Roma sono stati due errori palesi di Ghoulam e Koulibaly) ma, soprattutto, l’ambiente amico e ostile alle due squadre.

L’andata potrebbe essere fatale per il Napoli se i giocatori non riusciranno a gestire la tensione del Bernabéu, e dunque il lavoro di Sarri dovrà essere importante sopratutto in vista del ritorno, ove l’urlo del San Paolo potrebbe fare la differenza in una sfida equilibrata.

Che il Napoli riesca o meno a battere il Real Madrid dipenderà da molti fattori, ma è impossibile non ammettere che, se dovesse farcela, sarebbe da considerare un vero e proprio evento storico. Non in quanto piccola che batte una grande, ma in quanto ideale di Bellezza che ne batte uno di Concretezza.

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