“Resto fino al closing, poi…”
Adriano Galliani
Osservare il Milan e constatare che il Cagliari, neopromossa dalle grandi ambizioni ma pur sempre neopromossa, si sta muovendo sul mercato con ben più decisione rispetto al Milan. Osservare il Milan e constatare che il Sassuolo, recentemente protagonista di una dignitosa gara d’Europa League (dove il Milan non è), vanta una struttura societaria lontana anni luce, in quanto a solidità e organizzazione, rispetto a quella del Milan.
Osservare il Milan ancora una volta, e constatare che il peso riservato dalla stampa al blitz che ha portato in rossonero Gianluca Lapadula è equivalso – chilogrammo mediatico più, chilogrammo mediatico meno – a quello che ha contornato la vicenda Higuaín-Napoli-Juventus-DeLaurentiis-Higuaín (dove la ripetizione del cognome del Pipita non è una ripetizione, bensì indica il fratello/agente).
Osservare il Milan per una quarta volta – l’ultima – e constatare che questo povero Diavolo non vuole proprio saperne di rialzarsi, quantomeno per partire in linea con gli altri all’illuminarsi del semaforo verde. D’accordo, sono stato infinitamente tragico, ma posso assicurare che il registro assumerà, nel corso del pezzo, contorni meno fatiscenti.
Nel momento in cui scrivo è appena scoccato il 30esimo giorno di luglio, il che significa che ci troviamo ad un passo dall’esatta metà della sessione estiva. La campagna acquisti del Milan – la cui immobilità è poi il vero motivo di ispirazione del pezzo che state leggendo – è in fase di stallo da ormai oltre un mese, e non accenna a sbloccarsi a causa della rinomata questione cinese. La domanda, a questo punto, è a dir poco lecita: quando si sbloccherà? La risposta, a meno che non facciate parte di quel ristretto manipolo di persone che la situazione la gestiscono, potete soltanto immaginarla, e certamente non la troverete tra queste righe di pura riflessione. Non è un caso se nomi del calibro di Galliani, Berlusconi, Gancikoff e Jack Ma ve ne resteranno al di fuori.
Acquisti, dicevamo. Vangioni (rigorosamente a parametro zero) il primo, Lapadula il secondo. Ora, se c’era un reparto del Milan che necessitava di essere rinforzato – e c’era – sicuramente non era l’attacco. E, ancor più sicuramente, non era il vertice alto del tridente montelliano, ruolo già ricoperto con successo da Carlos Bacca, una delle pochissime note liete del Milan 2015/16. Affronteremo più avanti il discorso nel dettaglio.
Torniamo piuttosto sul profilo di Leonel Vangioni, terzino sinistro argentino (ma dal passaporto italiano) nonché primo nuovo innesto dell’estate rossonera. Si parla di lui da tempo incalcolabile, adesso (o meglio, a maggio) è arrivato per davvero.
Le statistiche, in questo caso utili più che mai, descrivono un difensore esterno completo, apparentemente più portato – al pari della maggior parte dei suoi connazionali – alla fase offensiva piuttosto che a quella difensiva.
Ad oggi la rosa del Milan presenta una lieve abbondanza di terzini: Vangioni fa coppia con Antonelli sull’out mancino, mentre la fascia opposta è presidiata da Abate e Calabria, con De Sciglio nelle vesti di jolly impiegabile sia da un lato che dall’altro. Si fatica a comprendere, a tal proposito, il ragionamento stante dietro alla trattativa che, se non fosse per la questione cinese, avrebbe già visto Arbeloa vestire il rossonero. “Non ragionar di lor, ma guarda e passa” direbbe il buon Virgilio: noi fingiamo che lo abbia appena fatto, e voltiamo pagina.
La nota positiva più positiva tra tutte le – poche – note positive di Milanello consiste nei 18 anni da compiere di Gianluigi Donnarumma: Montella lo sa, così come sa che non sarebbe sufficiente erigere una statua in onore di Sinisa Mihajlovic, in ringraziamento dell’intuizione che, adesso, potrà sfruttare per il suo Milan. Alle spalle del classe ’99 siedono Gabriel e Diego Lopez, due profili che farebbero malvolentieri il secondo, figuriamoci il terzo: aspettiamoci leciti avvicendamenti.
Il pacchetto arretrato, mantenuto bene o male intatto in questo primo mese di calciomercato, si completa con l’intoccabile Romagnoli – il cui valore, nonostante sia attualmente doppio rispetto ad un’estate fa, è secondo Transfermarkt.it ancora ben lontano dai €25M investiti dal Milan per aggiudicarselo – affiancato dal veterano 29enne Zapata. Alle loro spalle poco più che il vuoto: Rodrigo Ely, Vergara (ma da quanti secoli orbita attorno al Milan?!) e il rientrante Paletta saranno sufficienti per garantire a Montella la giusta dose di sicurezza? Parere puramente personale: ho i miei dubbi.
Così come Dante, nel decimo canto dell’Inferno, era perplesso nel dialogare con un Farinata degli Uberti “da la cintola in su”, altrettanto perplessi sono gli estranei che si soffermano ad osservare busto, collo e testa rossoneri (alias centrocampo/attacco). Partiamo dalla base; Montella vuole costruire il suo Milan su uno scheletro riconducibile al classico 4-3-3. Il centrocampo, unico reparto che ad ora è identico a quello di due mesi fa, è formato da Montolivo, Bertolacci ed uno tra Kucka e Poli. È evidente, o quantomeno dovrebbe esserlo, come la linea mediana necessiti di un rinforzo, dal momento in cui gli elementi sono praticamente gli stessi da oltre due anni.
Badelj, Soriano, Zielinski, Paredes, Rincón e Matias Fernández sono soltanto alcuni dei nomi accostati al Milan nelle ultime settimane. Nomi che, per ragioni burocratiche, non possono che restare tali: dalle parti di Casa Milan regna il caos più totale, e se per qualche paradossale ragione così non fosse, questo è comunque ciò che traspare giorno dopo giorno da ormai un mese.
“Rinforzi sul mercato? La società ha senz’altro voglia di crescere“
28/07, Vincenzo Montella nel postpartita di Milan 3-3 Bayern Monaco
Come deviare la domanda più insidiosa del momento? Aereoplanino, lo stai facendo divinamente.
Analizzare la rosa a sua disposizione si sta rivelando addirittura più semplice del previsto, figuratevi che siamo già al momento clou. Lapadula arriva, Menez saluta, Niang rimane e Bacca chi lo sa: il ritornello dell’afoso – in tutti i sensi – luglio rossonero rischia di protrarsi anche per una buona fetta del mese successivo.
Se una settimana fa era veramente tranquillo, il povero Carlos deve essersi visto crollare il mondo addosso: escluso dalla tournée americana, il colombiano è praticamente un ex rossonero. Il Napoli si muove da tempo sulle sue tracce, ed aumenterà verosimilmente il pressing adesso che Higuaín è stato ceduto una volta per tutte, il West Ham sogna in grande e ha lasciato uno spiraglio aperto nonostante l’affievolirsi della trattativa.
Su tutti, però, pare essere clamorosamente in vantaggio nientemeno che il Barcellona. Sì, quello di Suárez, Messi e Neymar, quello che sogna anche Gameiro e che allo stesso tempo rinuncia a Vietto. Quello di Luis Enrique, per intenderci.
A proposito, in uno scenario che avevamo a grandi linee previsto qui, Vietto è stato ufficializzato dal Siviglia nel pomeriggio. Ergo, secondo la previsione soprastante le ore di Bacca a Milano dovrebbero essere più contate di quanto già non appaiano.
Torniamo dunque al punto di partenza, che di nome fa Gianluca e di cognome Lapadula. Il capocannoniere della passata Serie B è stato valutato €9M, cifra non esattamente accostabile ad un top player, al di là di un’età non più giovanissima. Giusto così, poiché di top player non stiamo parlando: nel giro di un paio di mesi, se non dovesse rendere come sperato, si farà in fretta a dimenticarsi dell’annata appena conclusa. Dispiace dover essere così cinici nei confronti di un ragazzo che ha del potenziale evidente, ma è il calcio stesso ad esserlo.
Poi vabbè, che Lapadula veda la porta con una certa facilità è piuttosto scontato ripeterlo, ma è sempre meglio farlo quando se ne ha la possibilità.
Ai suoi lati agiranno, salvo ulteriori colpi in entrata, Niang e Bonaventura, rispettivamente a destra e sinistra. Si parla con una certa insistenza di Cuadrado, ma ci sono validissime ragioni per cui bollare come irrealizzabile la suggestione già da adesso.
- Conte è felice di poterci fare affidamento, lo ha detto e lo ha ripetuto.
- La questione cinese (o, per essere più esaustivi, la questione societaria) continua a tenere banco imperterrita. Ergo, mancano i fondi necessari ad avviare qualsiasi operazione in entrata.
- Suso e Honda rischiano già adesso di trovare meno spazio di quanto sperato. Non oso pensare ad una loro ipotetica reazione in caso di approdo a Milano in pompa magna della Vespa.
Tuttavia, è anche giusto ricordare come Montella sia l’allenatore sotto la gestione del quale Cuadrado ha trovato la sua realizzazione professionale, pertanto non sono da chiudersi eventuali sbocchi dell’ultimo momento.
“Lo viso mostra lo color del core”, sosteneva un Dante mai come in queste righe richiamato all’attenzione, per spiegare come l’espressione dell’essere umano costituisca lo specchio dei suoi sentimenti, raccolga l’insieme delle proprie sensazioni.
Sono solito interpretare come “di circostanza” questo genere di sorrisi, sono solito farlo in particolare quando a regalarli è un napoletano – astuto come pochi – che di nome fa Vincenzo, e che ho avuto modo di conoscere, seppur indirettamente ed unicamente dal punto di vista sportivo, con una certa profondità.