Avere il privilegio di poter assistere alle prestazioni sul rettangolo verde del delantero cafetero rappresenta un’esperienza che gli inglesi definirebbero con il termine sublime. Esso veniva usato dai romantici per riferirsi al senso di terrore ed impotenza che l’infinito generava nell’uomo; la suddetta paralisi e incapacità nei confronti dell’assoluto si traduceva in lui in un piacere indistinto, dove ciò che era incontrollabile e spaventevole diveniva bello. Ecco, le sensazioni che riesce a generare il 9 della Sampdoria nelle sue giornate di grazia, rispettivamente nei difensori avversari e nei suoi tifosi, o comunque in tutti gli amanti del buon fútbol, sono di impotenza e terrore nei primi e di accecante piacere e bellezza nei secondi.
Un potenziale nuovo Ronaldo in azione: nei frangenti appena descritti, Muriel sembra riportarci prepotentemente indietro nel tempo di ben 21 anni, ossia alla prima stagione di Luis Nazario da Lima in maglia neroazzurra (arrivato a suon di miliardi dal Barcellona dopo un’ annata galattica, preludio al pallone d’oro che riceverà solo qualche mese dopo). Avendo il colombiano ricevuto da madre natura in dono (Ibra docet in tema di distinzione tra talento “naturale” ed “allenato”) un rarissimo mix di tecnica in velocità, in aggiunta alla potenza devastante, di matrice fenomeniana, non può che essere posto, potenzialmente, nell’olimpo dei migliori giocatori mai esistiti sul globo (di cui il brasiliano Ronaldo fa indubbiamente parte). Tuttavia, la differenza tra proiezione e realtà sta tutta nella sopracitata parola “potenzialmente”: purtroppo, in questi anni Luis ci ha fatto “godere” solo a sprazzi, per via di un talento sì indiscutibile ma allo stesso tempo discontinuo. Lui stesso è consapevole di dover, necessariamente, compiere un ulteriore step nel proprio processo di crescita, per riuscire, finalmente, a passare dallo status di meravigliosa promessa a crack senza se e senza ma del calcio mondiale. A tal proposito, la seguente frase di Muriel è esemplificativa di quanto finora scritto.
Sono stanco di sentirmi dire di essere forte ma…ora voglio far parlare di me in modo diverso.
In aggiunta alla discontinuità, altri due importanti talloni d’Achille del giocatore (oltre l’essere goloso), strettamente legati tra loro, sono la personalità e la non totale consapevolezza dei propri mezzi. A questo proposito, le recenti dichiarazioni del ragazzo non lasciano dubbi sulla veridicità di quanto sopra specificato
Prima di partire per le vacanze i dirigenti della Sampdoria mi hanno detto che credevano ancora nelle mie qualità, e questo mi ha dato grande forza e nuovi stimoli. Adesso voglio ringraziare il presidente, e la società tutta, sul campo.
Inizio annata 2016/17 da urlo: è appunto il terreno di gioco a confermare questa forte intenzione, espressa alcuni mesi prima, dal classe ’91. I numeri in questione sono i seguenti: 8 gol e 5 assist nelle 19 partite stagionali fin qui disputate tra Campionato e Coppa Italia. Dati ancora più rilevanti se si tiene presente che il record di marcature e di assistenze, in un’ intera stagione, di Muriel ammontano rispettivamente a 11 (campagna 2012/13 a Udine, unica conclusa in doppia cifra) e 7 (passata annata in maglia blucerchiata). Il salto di qualità che el muchacho de San Tomas sta provando a portare a termine pare aver già attirato le attenzioni di due grandi club del panorama europeo quali Valencia e Chelsea. Mire che il presidente Ferrero sta cercando, per quanto possibile, di attenuare tramite l’aumento della clausola rescissoria di ulteriori 10 milioni di euro: si passerebbe dai 27 ai 37 milioni di euro. La fiducia e la considerazione che la Samp nutre per il proprio gioiello sudamericano, a quanto pare non più così grezzo, è riscontrabile in una recente intervista compiuta dall’allenatore Marco Giampaolo, nella quale il tecnico abruzzese sottolinea come Muriel, per l’infinito talento che possiede, meriti un futuro molto più grande di quello che gli sta dando, o potrà dargli, una società come la Sampdoria.
Focus tecnico: in aggiunta al triumvirato sopra descritto, l’attaccante colombiano non può esser considerato come un 9 puro, né fisicamente (1,79cm di altezza) né tecnicamente. Ama svariare su tutto il settore offensivo, dando libero sfogo alla propria creatività, così da trovare la mattonella giusta. Nella maggior parte dei casi la zona più battuta è quella del centrosinistra, per “…pungere come un ape”. Oltre a ciò, non si tira indietro quando si tratta di “lavorare per la squadra”, facendo il famoso lavoro sporco teso a guadagnare calci di punizione vitali per far salire e respirare. Non rimane che augurarci che, un talento di questa portata, possa divenire una realtà costante piuttosto che, come è successo in questi anni, rimanere niente più che una fugace illusione.