Mr. Wolf

La settimana perfetta. Prima l’esame Napoli al San Paolo superato a pieni voti, poi il goal che ha aperto le danze in casa contro la Sampdoria: Milan Skriniar ha vissuto una settimana da assoluto protagonista.

E sta vivendo un momento idilliaco.

Due partite che hanno radicalmente cambiato la percezione della stagione disputata dal difensore slovacco, considerato ad inizio campionato un acquisto troppo oneroso in relazione a quanto dimostrato nella stagione precedente in maglia blucerchiata. La dirigenza nerazzurra e Luciano Spalletti, però, potrebbero aver visto nelle lunghe leve del giovane centrale il possibile erede di un monumento come Walter Samuel e, finalmente, un difensore affidabile da affiancare a Miranda dopo diversi anni di buio (Murillo chi?). Skrinka (questo il suo soprannome) aveva però cambiato fin da subito il volto della difesa dell’Inter.

Risolvo problemi

Flashback. 27 ottobre 2016. Giunti alla decima giornata di campionato, la panchina di Frank de Boer risulta essere sempre più traballante. Ci pensa Mauro Icardi a ritardare di una settimana l’esonero del tecnico olandese: il centravanti argentino sigla una doppietta nella sfida interna con il Torino. I granata avevano trovato la rete del momentaneo pareggio grazie ad un’azione tragicomica della difesa nerazzurra. Sul lancio lungo del portiere avversario Miranda esce alto per anticipare Maxi Lopez, mancando però l’intervento. Sul pallone provano quindi ad intervenire Murillo e Ansaldi, preoccupati dall’arrivo di Belotti; i due difensori riescono però nell’ardua impresa di ostacolarsi a vicenda, lasciando via libera al Gallo verso la porta. Le immagini valgono più di mille parole.

Questo è solo uno dei tanti errori della retroguardia nerazzurra durante la scorsa stagione. Alla decima giornata i goal subiti saranno 13 (così come quelli segnati), mentre al termine del campionato arriveranno a quota 49: solo la Lazio, tra le prime 7 in classifica, presenterà uno score peggiore (51). Tre allenatori diversi (De Boer, Vecchi, Pioli) a certificare l’ennesima annata fallimentare: il settimo posto finale esclude ancora una volta i nerazzurri dalle competizioni europee.

Frank De Boer durante la sua breve esperienza nerazzurra | numerosette.eu
In memoria delle sue conferenze stampa.

 

Un nuovo inizio

Flashforward. L’Inter ha vissuto una notte da prima in classifica (prima che il Napoli si riprendesse la vetta con il successo sul Genoa) grazie alla vittoria in casa contro la Sampdoria. Una partita dalle due facce: dominata fino al minuto 60 ma sofferta nel finale, soprattutto a causa della mancanza di valide alternative all’undici titolare. In ogni caso, le differenze rispetto al passato sono evidenti, a partire dalla posizione in classifica. Spalletti ha plasmato la squadra, esaltandone i pregi e riducendo al minimo i difetti: difficilmente vedremo l’Inter giocare bene (nell’accezione estetica del termine) ma il suo gioco può essere definito come estremamente funzionale. Skriniar è il punto fermo della seconda retroguardia meno battuta del campionato, con sole 7 reti subite (insieme al Napoli capolista, dietro solo alla Roma che deve però ancora recuperare una partita). Impossibile sottovalutare il ruolo di Handanovic: basti pensare al numero di interventi compiuti contro il Napoli. Ma sarebbe altresì ingiusto non sottolineare l’impatto che il giovane difensore ha avuto sul pianeta nerazzurro: analizziamolo attraverso i dati raccolti da Whoscored.com

Innanzitutto Skriniar è uno dei sei difensori centrali ad aver giocato tutti i minuti a disposizione (900), insieme al suo compagno di reparto Miranda e ad Astori, Rossettini, Koulibaly e Acerbi. La presenza dei due nerazzurri non è casuale: si, perché il reparto arretrato interista manca di profondità numerica, con il solo Ranocchia in panchina come possibile ricambio. Il suo grande punto di forza è costituito dalla sua abilità nei contrasti (2 vinti in media a partita) grazie ad un mix perfetto di forza fisica e posizionamento.

Questa azione, risalente alla prima giornata contro la Fiorentina, esprime bene il concetto. Il giovane difensore sembra inizialmente in ritardo sull’iniziativa dell’avversario, ma con un paio di falcate riesce a coprire la distanza tra lui e l’attaccante, scegliendo perfettamente il tempo dell’intervento.

Qui l’attaccante del Benevento crede di poterlo agilmente superare in velocità in campo aperto. “Povero ingenuo”, direte voi: non ha ancora fatto i conti con la straordinaria (per un atleta della sua stazza) capacità di recupero anche sul lungo. Questo intervento smentisce coloro i quali descrivevano Skriniar come lento e non adatto a coprire grandi distanze tra sé e la porta.

Questo è forse il contrasto più famoso, soprattutto perchè a subirlo è un certo Dries Mertens. Qui Skrinka sceglie di non accompagnare e chiudere con la postura del corpo verso il centro. L’attaccante belga è quindi portato a spostare palla verso l’esterno, convinto di essere ormai fuori dalla portata del difensore. Errata convinzione, visto che con un’ottima scelta di tempo il centrale allunga la sua gamba sinistra togliendo il pallone dalla sua disponibilità in maniera pulita. A fine partita i contrasti vinti dallo slovacco saranno 7, con un solo errore su Koulibaly a sporcare una partita da 10 in pagella.

Piedi buoni

Se la costanza di rendimento ha lasciato tutti a bocca aperta, ciò che invece non ha stupito è l’abilità di Skriniar palla al piede. Non si intende solo la capacità di lanciarsi lui stesso in percussioni centrali: l’uscita del pallone dalla difesa è una delle sue specialità, anche in situazioni di forte pressione da parte degli avversari. Lo dimostra la percentuale di passaggi riusciti (90,7 %) su un campione non esattamente esiguo (59,2 tentativi a partita). Numeri che lo pongono ai vertici della categoria: si sapeva che Skriniar sapesse passare bene il pallone, ma non così bene.

Ma vediamo un’altra situazione di gioco con il Napoli, che risalta al meglio la nostra teoria.

 

Gli azzurri, come da copione, pressano alto sul tentativo di risalire il campo da parte dell’Inter. Dopo qualche rischio corso dalla retroguardia nerazzurra, la palla arriva sui piedi del numero 37 che, sfruttando il movimento intelligenti di Borja Valero alle spalle del centrocampo avversario, riesce a servirlo con un passaggio all’apparenza banale ma che permette all’Inter di creare i presupposti per un 5 vs 4 in campo aperto (poi vanificato da una buona chiusura su Koulibaly).

Molto spesso Skriniar preferisce provare il passaggio in verticale rasoterra verso i suoi centrocampisti, piuttosto che affidarsi al retropassaggio o al lancio lungo. Una qualità che spesso è mancata all’Inter negli anni precedenti, rendendo difficile la costruzione del gioco dal basso. Se le cose dovessero poi mettersi male, lo slovacco ha dimostrato di poter dire la sua anche in zona goal. Importantissima la sua rete contro il Crotone per sbloccare una partita difficile.

Difficile trovare un punto critico in questa prima parte di stagione di Skriniar. Così come è difficile non esaltare il lavoro di Spalletti e della sua Inter, a fronte di un mercato estivo da molti frettolosamente giudicato sottotono. Il campionato è però ancora lungo: a riportare tutti sulla terra, però, ci pensa il solito, geniale, Mr Wolf.

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