Mora, Cuoio e Filosofia

Applicare la filosofia al calcio. Un concetto lontanissimo dall’immaginario dello spettatore medio. Eppure, fra i campi di Serie A, c’è chi ha provato a coniugare queste due discipline, a loro modo ugualmente nobili, per interpretare il gioco del calcio con leggerezza ed intelligenza.

Il segreto è la felicità

Non esiste nel nostro campionato un giocatore che sappia affrontare le situazioni in maniera così pragmatica, diplomatica e intelligente. La cultura lo anima, il sapere gli dà la forza giusta per correre come un dannato per novanta minuti, alla ricerca di ciò che deve essere l’obiettivo di tutti: la salvezza. Ci sono voluti 49 anni prima che la SPAL tornasse nuovamente nella massima serie del campionato italiano e ottenesse la prima vittoria contro l’Udinese, ci vorrà sangue, sudore e filosofia per restarci. Sarà dura, ma l’organico a disposizione ha dato buoni segnali. E alla guida di questa squadra ci sono un allenatore umile e un capitano colto.

Luca Mora, il filosofo nel pallone | numerosette.eu

Il condottiero – e capitano, appunto – in mezzo al campo della Spal si chiama Luca Mora. Un nome sconosciuto a molti, dato che non gioca in una squadra di prima fascia e probabilmente non è nemmeno il nome che spicca maggiormente all’interno dell’undici iniziale della formazione ferrarese. Il parmigiano, classe 1988 è laureando in Filosofia all’Università di Parma e fa dell’epicureismo la sua principale corrente di pensiero.

Il pensiero epicureo è una filosofia fondata principalmente sulla concezione materialistica, meccanicistica e pluralistica della realtà, e sulla ricerca di un sapiente equilibrio interiore, raggiungibile attraverso la serena padronanza di sé di fronte alle cose. In parole povere: la felicità. Luca Mora è convinto che la SPAL abbia fatto due promozioni di fila – dalla Lega Pro alla Serie A – perché la squadra era formata da un gruppo di persone felici. Parole sue, in un’intervista.

Da Hegel a Feuerbach

E non solo Epicuro. Fra le passioni di Mora c’è anche Hegel, di fatto il fondatore dell’idealismo tedesco, che utilizza per giustificare la sua ammirazione per Pep Guardiola. L’allenatore spagnolo ha sempre visto il calcio come scienza, se così si può dire, studiando in continuazione tattiche dettagliate e ragionando su come si possa raggiungere la perfezione in campo. Effettivamente il suo Barcellona è stato a lungo perfetto. Hegel, ugualmente, definisce il sapere come qualcosa di esistente soltanto in relazione alla scienza: forse per Guardiola – e Mora – il calcio esiste solo se ben studiato? Ovviamente sì, a quanto dice il centrocampista ferrarese, che si discosta invece dall’impulsività di Zlatan Ibrahimovic, noto per aver avuto qualche divergenza di troppo con il coach catalano ai tempi della militanza blaugrana.

Luca Mora, il filosofo del cuoio | numerosette.eu

E poi c’è Feuerbach, l’autore che legge maggiormente, di cui ama non tanto l’idea di umanità quanto piuttosto quella di uomo reale che è innanzitutto natura, corporeità, sensibilità e bisogno. Ciò che effettivamente è Luca Mora in campo: natura e bisogno, perchè il destino l’ha fatto arrivare a Ferrara e perchè da quasi tre anni è a testa bassa al servizio della Spal; corporeità e sensibilità, per come interpreta il suo ruolo in campo e le situazioni al di fuori. Una persona tanto forte e rocciosa dentro il rettangolo verde, quanto lucida e sensibile fuori.

Tre promozioni e una medaglia d’oro

La semplicità di questo giocatore e la semplicità con cui affronta le partite sono emblematiche: questo personaggio assolutamente fuori dagli schemi gioca a pallone in nome della felicità, della scienza e del sapere. Non dell’impegno, non dell’agonismo, basta essere felici e preparati a suo dire. E con questo modo di affrontare gli avversari sul campo da gioco è riuscito a togliersi molte soddisfazioni in carriera: la promozione in Lega Pro con l’Alessandria, il doppio salto con la SPAL e l’oro con l’Italia alle Universiadi di Gwangju, in Corea del Sud. Quella selezione, formata da giocatori e universitari di tutto rispetto come Morosini, Meccariello, Regoli e Dezi, certamente ha recepito molti dei suoi consigli che ha sempre saputo dispensare, dalla Prima Categoria alla Serie A, dall’università alla famiglia.

Luca Mora ha vinto una medaglia d'oro alle Universiadi del 2015 in Corea del Sud | numerosette.eu
Mora (il numero 7, in basso a sinistra) e l’Italia medaglia d’oro alle Universiadi 2015

Valori, quelli della famiglia a cui è molto legato. La vicinanza tra Ferrara (la città dove vive e gioca) e Parma (la città natale e dei suoi studi) gli consente di tornare spesso a trovare i suoi cari e, ogni tanto, di dare qualche esame. Gliene mancano cinque, ma con la vita da calciatore di Serie A non è facile portare i libri in ritiro, senza mai un momento libero. Lui persevera e ragiona in maniera tipicamente epicurea: ama studiare la filosofia, grazie anche ad un professore del liceo che lo ha fatto appassionare a questa materia, e c’è da scommettere che prima o poi riuscirà a superare questi cinque ostacoli prima della laurea.

MoraLità

Luca Mora è diventato un simbolo della SPAL, un giocatore assolutamente indispensabile per mister Semplici, un idolo incontrastato per i tifosi estensi: un po’ per la sua storia, un po’ per la grande personalità in campo e un po’ per quel look caratterizzato da barba folta e capelli lunghi, che fa molto filosofo greco del periodo socratico. Mora nasce, cresce e corre sul prato verde in nome della filosofia, della felicità epicurea, della ragione hegeliana e della coscienza. E si schiera anche contro chi dice che i calciatori sono tutti ignoranti: a suo modo, ognuno è intelligente, dice lui. E non solo: è uno dei pochi a non essersi scandalizzato per l’affaire Neymar, ritenuto da molti un acquisto immorale per via dei 222 (e più) milioni spesi dal Paris Saint-Germain per accaparrarsi il fenomeno brasiliano. I soldi ci sono – dice Mora – ognuno li può spendere se e come vuole.

Luca Mora, il filosofo nel pallone che non si scandalizza dell'affare Neymar | numerosette.eu

Le cose immorali non esistono nel calcio. O meglio, ci sono, ma se consideriamo immorali gli avvenimenti di questo sport, allora l’80% di ciò che ci circonda nella vita al di fuori del calcio va considerato immorale.

Una tale freddezza ragionevole e lucida fa pensare a quanto quest’uomo non sia semplicemente un calciatore. Che poi nessun calciatore è semplicemente un calciatore – anche lui l’ha detto – ma lui è animato da troppe linee di pensiero per esserlo.

Tuttocampista

Mora, in campo, è la trasposizione dei principi teorici in cui crede: nasce come esterno di sinistra (stavolta non hegeliana) nelle giovanili del Chievo e ricopre questo ruolo fino al primo anno a Ferrara, dopo essere passato dalla Serie D al Castellarano alla Lega Pro con Crociati Noceto, Pro Patria, Alessandria e ovviamente SPAL. Dopo l’incontro con Leonardo Semplici, l’attivatore del Mora tuttofare, si è reso conto di poter dare molto di più: l’allenatore toscano ha iniziato a schierarlo come mezzala sinistra in un centrocampo a cinque (in cui, ovviamente, all’occorrenza fa anche l’esterno) e ad affidargli i compiti più responsabili. Così Mora si è ritrovato a rincorrere uomini, rubare palloni, calciare punizioni e saltare addirittura in area durante i corner.

Luca Mora, il filosofo del calcio, il capitano della SPAL | numerosette.eu
Più che un idolo per i tifosi

Una reinvenzione a tutti gli effetti, che l’ha portato a segnare con una continuità mai avuta prima: pensare che lo scorso anno in Serie B ha segnato 7 gol in un solo anno quando ne aveva segnati 6 in tutta la sua esperienza in Lega Pro. Lui dice perchè era felice e, attraverso la felicità, ha saputo risistemare il suo io interiore e diventare un calciatore forte e affidabile.

Signore e signori, questo centrocampista che fa l’esterno, l’incontrista, il trequartista, la mezzala, batte i calci d’angolo, le punizioni e fa pure il capitano, può insegnarci tante cose. Del resto, l’ha detto pure lui, citando Kant: fai ciò che devi, accada ciò che può.

Cinque esami alla laurea, 35 partite ad una salvezza storica.
Buona fortuna Luca Mora!

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