I sogni di gloria della Nazionale Italiana Under 19 si sono infranti dopo 120 minuti di Finale mozzafiato e un percorso esaltante che si è aperto con la vittoria per 1-0 sulla Finlandia (paese ospitante) e si è chiuso con la sconfitta per 4-3 contro il Portogallo: una selezione limpidamente superiore, per tecnica e struttura fisica, che si approcciava alla manifestazione da numero 1 del ranking Under 19, trascinata dai talenti dominanti di Jota, scuola Benfica, MVP dell’Europeo e della Finale, e di Trincão, frutto del vivaio di Braga, capocannoniere dell’Europeo, e già nel mirino della Juventus.
L’Italia, dunque, si presentava alla manifestazione tenutasi in Finlandia da numero 12 del ranking Under 19 e partiva senza alte aspettative, consapevole che c’erano almeno tre Nazionali sulla carta più attrezzate per la vittoria del Torneo: Portogallo, Francia e Inghilterra. Motivo che ha spinto il CT Paolo Nicolato (una vita al Chievo, culminata con lo storico Scudetto Primavera nel 2014) a convocare 6 sotto-età del 2000 (il Portogallo era puro ’99) come Plizzari, Bellanova, Bettella, Candela, Tonali e Kean che poi si sono rivelati fondamentali. L’obiettivo minimo, di fatto, era il 5° posto che avrebbe concesso all’Italia di staccare il pass per il prossimo Mondiale U20. Quello che non ha ottenuto l’Inghilterra (campione in carica U19 e U20) perdendo lo spareggio contro una brillante Norvegia.
Il percorso
Dopo l’esordio vincente contro la Finlandia con il gol di Zaniolo, il primo step per giungere al tabellone finale è stata la vittoria alla seconda giornata proprio contro il Portogallo. Vittoria ottenuta in un secondo tempo pazzo, dove l’Italia ha segnato 3 reti e il Portogallo 2, con i lusitani in inferiorità numerica dal 9’ minuto del primo tempo per l’espulsione del capitano Queirós che da quella partita non vedrà più il campo, a favore di Carmo che nell’occasione ha sostituito proprio Jota al 12’. Decisive le reti di Capone, Scamacca (subentrato) e Frattesi.
Il pareggio contro la Norvegia con gol finale di Kean (subentrato) ha, così, consolidato un primo posto inaspettato nel Girone A che ha proiettato la Selezione Under 19 a sfidare la Francia iper talentuosa, in grado di sfornare primizie offensive ogni stagione, come i due attaccanti del Lione Maolida e Gouiri.
I francesi, seppur classificati secondi nel proprio girone alle spalle della sorprendente Ucraina, partivano con il favore dei pronostici, ma si sono fermati davanti a un’organizzazione migliore degli azzurri, e le folate offensive di Capone e Kean che nel giro di 3 minuti, tra il 27’ e il 30’, hanno steso i Blues che sognavano la doppietta dopo la Finale dei grandi di qualche settimana fa, in cui il mondo ha scoperto senza chiaroscuri la luna brillante di Mbappé. Un ragazzo che se fosse nato 12 giorni dopo avrebbe potuto prendere parte, teoricamente, a questo Europeo Under 19.
Lungo il cammino, il commissario tecnico Paolo Nicolato (dallo scorso agosto sulla panchina dell’Under 19, dopo l’esperienza in Under 18) ha cambiato sempre la formazione di partenza, soprattutto nel reparto offensivo. Consolidata, infatti, la fase difensiva (orfana di Bastoni, out per infortunio al menisco) con l’ingresso in pianta stabile di Bellanova a destra al posto di Candela, Nicolato ha attuato sul 4-3-1-2 (o 4-3-3) di partenza un turn-over massiccio dal centrocampo in su, cambiando minimo tre interpreti tra una partita e l’altra e alternando perfettamente il reparto offensivo dal primo minuto: Zaniolo, Scamacca e Pinamonti (vs Finlandia) Brignola, Capone e Kean (vs Portogallo) Zaniolo, Scamacca e Pinamonti (vs Norvegia) Brignola, Capone e Kean (vs Francia, con Zaniolo a centrocampo) Zaniolo, Scamacca e Pinamonti (vs Portogallo).
Il percorso dell’Europeo è stato, dunque, segnato dalla capacità delle Selezioni di sfruttare efficacemente il proprio talento offensivo, al netto di un’organizzazione difensiva basilare (non lontano da quanto visto nell’ultimo Mondiale) abbinata a una gestione efficiente delle risorse a disposizione, che a questi livelli si fa sentire maggiormente.
Alla Finale, quindi, l’Italia si è presentata con la miglior difesa dell’Europeo (3 gol subiti) e il terzo miglior attacco (7 gol fatti) confermandosi tale anche dopo la Finale nonostante i 4 gol incassati (miglior difesa insieme al Portogallo) e i 3 insaccati (alle spalle di Portogallo con 17 e Francia 11).
Un risultato incredibile, forse inaspettato, che eguaglia simbolicamente i traguardi recentemente ottenuti dalle altre Nazionali Giovanili: il secondo posto all’Europeo U17 qualche mese fa, il terzo posto al Mondiale U20 nel 2017, la semifinale raggiunta un anno fa dall’U21 che mancava dal 2009.
Traguardi che dimostrano come il nostro movimento possa offrire ancora molto, nonostante i supporti ai centri federali non siano minimamente equiparabili a Francia e Germania, nonostante manchi una cultura sportiva dello sport di base in cui si assiste quotidianamente a genitori infoiati e violenti sugli spalti, e in cui il risultato viene anteposto alla crescita umana e tecnica dell’individuo, nonostante il sistema sia sempre più falcidiato da società che falliscono, Squadre B che vengono annunciate e poi rinnegate, presidenti che aggirano un regolamento lasso, proprietà straniere di cui si sa poco e nulla e che si inseriscono in società storici, e i club che si affidano al management di poche e illustri procure (tendenza non solo italiana) come quelle che hanno consentito a Mendes di ripartire anche dall’Italia dopo i guai con il fisco nel 2016, portando Cristiano Ronaldo alla Juventus, ma anche Nani, Jordão e Neto alla Lazio per un totale di 21 milioni.
Un discorso che nelle ultime ore ha trovato lo sfogo su facebook di Alessio Militari, centrocampista del ‘99 ora in forza al Bologna, di scuola Roma, amico di vita di Marcucci e Scamacca (presenti in questa Under 19) e colonna portante delle Selezioni Giovanili, out in questo Europeo per un infortunio al crociato dal quale era recentemente rientrato.
Cerofolini era il secondo portiere della Nazionale Under 19 dietro Plizzari
Chi ha brillato di più
Abbracciando il pensiero bruciante e coraggioso di Militari, e senza togliere alcun merito a nessun ragazzo di questa spedizione, a mio avviso ci sono stati 3 giocatori che hanno particolarmente convinto in questo Europeo Under 19 e che hanno la forza di rappresentare non solo il futuro più lontano, ma anche quello più vicino per il nostro calcio.
Raoul Bellanova
Entrato al 66’ al posto di Candela nel match inaugurale contro la Finlandia, non ha più saltato un minuto mettendo a referto due assist, entrambi per Gianluca Scamacca.
Colonna portante di tutte le selezioni giovanili (24 presenze solo in U17) da tre stagioni Bellanova sta dimostrando di essere il miglior terzino destro italiano in circolazione nel settore giovanile, giocando quasi sempre da sotto-età (classe 2000) nelle varie categorie. Vicino al passaggio all’Atalanta nella scorsa estate, nell’affare che ha portato Conti e Kessié al Milan, è rimasto nel vivaio rossonero completando la prima stagione per intero in Primavera, dove sia Gattuso che Lupi si sono affidati al suo talento che si esprime soprattutto nella facilità e nella costanza di attaccare gli spazi per creare superiorità numerica. Un talento che è emerso in special modo sotto la guida di Riccardo Monguzzi (tecnico U17 del Milan tra il 2015 e il 2017) e che anche Stefano Nava aveva notato, portandolo con sé in Primavera già nella stagione 2016/2017.
Raoul Bellanova è un terzino pienamente moderno, forte fisicamente (185 cm e oltre 70kg) e in grado di giocare sia negli spazi interni che nella zona perimetrale. Se in fase difensiva deve ancora migliorare come ha dimostrato la sofferta gara contro Jota, in fase offensiva è un giocatore esuberante che si prende la responsabilità di andare sempre nell’uno contro uno, mostrando una buona confidenza con il cross. Impiegato principalmente come terzino destro, è stato utilizzato anche a sinistra, e ha ricoperto in alcune circostanze il ruolo di difensore centrale e di centrocampista davanti alla difesa.
Visto il rapporto con Gattuso e la tradizione di terzini del Milan che dalla Primavera arrivano in prima squadra, Bellanova possiede tutte le carte in regola per esordire in Serie A quest’anno (l’anno scorso era stato portato in panchina 4 volte) e accumulare esperienza in campo internazionale. Anche se sarebbe un profilo perfettamente in linea con il progetto Milan – ora passato nelle mani di Leonardo – tuttavia risulta bloccato dalla presenza di Calabria, Conti e Abate (a destra) Rodriguez, Strinic e Antonelli (a sinistra). Attualmente, quindi, l’ipotesi più probabile rimane la permanenza nell’Under 19 del Milan o un passaggio in prestito tra A e B.
Sandro Tonali
Presente in tutte le partite dell’Europeo, il centrocampista lodigiano si è inserito in questa Under 19 a gamba tesa come aveva precedentemente fatto con il Brescia nell’ultima stagione. Buttato nella mischia, in attacco, da Boscaglia nella prima partita della scorsa Serie B persa contro l’Avellino, è lo stesso Boscaglia, dopo la parentesi di Pasquale Marino, a inserirlo prepotentemente in mezzo al campo, in cabina di regia, dal 27 gennaio contro il Palermo. Da allora, due partite saltate e 83 minuti in panchina. Poi sempre presente, con 2 reti e 2 assist, decisive per la salvezza finale. Un girone di ritorno di forte personalità, come quella dimostrata in mezzo al campo in Finlandia.
Un ruolo in cui è stato impostato principalmente da Roberto Baronio, uno che a Brescia ha lasciato bei ricordi. Precedentemente, infatti, Tonali era stato impiegato come mezzapunta tattica, trequartista, o centrocampista di inserimento (11 gol nell’U17 nella stagione 2016/2017).
Ruolo, quello di mediano davanti alla difesa, che Tonali interpreta con energia ancora troppo irruente (3 gialli in 5 partite all’Europeo) ma con una tecnica limpida e mai banale, come i suoi calci piazzati sempre tesi, o le verticalizzazioni rapide a scavalcare gli avversari. Un giocatore, quindi, che non si limita al compito facile, al passaggio all’indietro o in orizzontale; un giocatore, quindi, raro. Per di più se classe 2000.
Finito nel mirino di molti club italiani, la soluzione attualmente migliore per lui sarebbe completare una stagione per intero in Serie B. Considerando soprattutto l’arrivo di Suazo in panchina, che già nelle giovanili del Cagliari ha dimostrato di essere un allenatore che predilige un calcio moderno, fatto di uscite coraggiose dal basso e possesso palla.
Moise Kean
Utilizzato in tutte le partite, rispettando l’alternanza sopra descritta, con 4 gol Kean si è laureato vice-capocannoniere dell’Europeo Under 19 e capocannoniere dell’Italia.
Dei 21 scelti da Nicolato, l’attaccante scuola Juventus era di sicuro il giocatore con più esperienza nonostante sia un classe 2000, frutto delle 19 presenze e 4 gol nell’ultima stagione in A con l’Hellas, che si sono sommate alle 3 presenze e 1 gol della stagione precedente alla Juventus, con cui aveva debuttato anche in Champions League.
Nell’Europeo, e soprattutto in Finale, ha impressionato per la forza fisica espressa in campo aperto a cui ha abbinato una buonissima tecnica di base e un bagaglio offensivo che prevede il tiro di prima intenzione, il colpo di testa, il dialogo nello stretto, e la capacità di agire sia come attaccante esterno, sia come sottopunta, sia come prima punta pura.
Senza girarci intorno. C’è poco da dire sulle qualità di Kean, che sono sotto gli occhi di tutti. Solo la predisposizione al lavoro potrà portarlo a un livello superiore e a migliorare esponenzialmente un talento dal potenziale incredibile, ma che potrebbe rimanere soffocato (sotto la procura di Raiola) da alcune dinamiche caratteriali emerse nel 2017 che lo avevano portato nel giro di pochi mesi a fallire il rigore decisivo nella semifinale scudetto contro la Fiorentina, battendolo in maniera ridicola (motivo del passaggio in prestito dalla Juventus al Verona) e a essere escluso dall’Under 19 per aver infastidito, insieme a Scamacca, gli ospiti dell’Hotel di Salsomaggiore durante il ritiro di inizio settembre. Insomma di storie del genere, in Italia, ne conosciamo abbastanza…
Attualmente in forza alla Juventus, Kean ha bisogno soprattutto di giocare. Sarebbe un profilo ideale per l’Atalanta per accumulare esperienza internazionale e minuti in Serie A con un allenatore come Gasperini che osa con i giovani, ma ha già osato con Musa Burrow e ha puntato forte su Duvan Zapata; in alternativa ci sarebbe la Lazio, in cui potrebbe ricoprire il ruolo di vice Immobile; oppure qualche altra squadra in grado di esprimere un buon calcio offensivo, ad esempio la Sampdoria visto che Giampaolo ha chiaramente espresso l’acquisto di un attaccante; rimane difficile pensare una sua permanenza alla Juventus, visto l’interessamento deciso nelle ultime ore per Trincão.
Il secondo gol e l’esultanza di Kean contro il Portogallo, nella finale dell’Europeo Under 19