Come Van Gaal ha bissato il flop

Appena un anno fa, dalle parti di Old Trafford, destava uno scalpore clamoroso il quarto posto del Manchester United in Premier League, che costringeva i Red Devils ai plebei preliminari di Champions. Sulla panchina sedeva già Louis Van Gaal, che nove mesi prima aveva investito cifre spropositate per aggiudicarsi calciatori dal talento indiscutibile ma – eccezion fatta per Angél Di Maria – totalmente inaffermati.

Uno scenario simile – per non dire identico – si è presentato nello stesso luogo, nello stesso periodo, sotto la guida dello stesso uomo, e soprattutto a causa degli stessi errori. Con la differenza (ci mancava solo questa) che stavolta non è arrivato neppure quel quarto posto tanto malvisto dodici mesi addietro.

Sono 66 i punti raccolti in 38 giornate dal Manchester United, gli stessi dei cugini in maglia celeste, che ringraziano le 16 reti di scarto nei confronti dei Red Devils e saltano sul treno Champions in corsa, non senza il timore di perderlo.

La classifica, ridotta ai due club di Manchester, al termine della 38^ giornata.
La classifica, ridotta ai due club di Manchester, al termine della 38^ giornata.

 

Stesso numero di vittorie, stesso numero di pareggi, stesso numero di sconfitte, ed uno smacco che acquisisce dimensioni colossali.

Circa 350.000.000 di Euro poco meno che sperperati (investimento è una parola grossa) nel giro di quattro sessioni di mercato. Il tutto per fallire al primo tentativo e peggiorarsi al secondo: consoliamoci – si fa per dire – con i freddi numeri. Che poi, a pensarci bene, appaiono comunque più caldi ed accoglienti del santone olandese.

  • PUNTO NUMERO UNO: Fattore Offensivo

68, 65, 69, 71. Sto dando i numeri, sì, ma non perché sono fuori di testa. Ho semplicemente elencato le reti segnate, rispettivamente, da Leicester, Arsenal, Tottenham e Man City in questa Premier League.

Potrei continuare: 59, 65, 63, 59, 59. Ovvero Southampton, West Ham, Liverpool, Chelsea ed Everton. L’eccezione, atta a confermare la regola, è costituita dallo Stoke, unico club della parte sinistra della classifica (9°) a poter vantare meno reti segnate – perché di reti segnate si parla – rispetto al Man United, che l’ha messa dentro in sole 49 occasioni.

Il record negativo aumenta se considerate le partite giocate lontano da Old Trafford: un desolante tredicesimo posto nella classifica relativa alle segnature in trasferta è lo specchio di un club che fuori dalle proprie mura fatica enormemente a riconoscersi.

Segnale di impotenza ancor più evidente sono le dieci partite terminate dai Red Devils senza segnare (cinque in casa, cinque fuori).

Sebbene la fase offensiva non riguardi esclusivamente gli attaccanti, può schiarire le idee una breve full-immersion nei meandri del reparto avanzato di Van Gaal considerando i seguenti elementi: Memphis Depay, Anthony Martial, Marcus Rashford, Jesse Lingard, Wayne Rooney.

Le prime posizioni della classifica marcatori: Martial, il migliore del Man United, è soltanto 13°. Rooney, il secondo, figura al 27° posto. Sono presenti solo loro nella top 40. Ben tre in meno rispetto ai cugini Sky Blues. Immagine tratta da Diretta.it.
Le prime posizioni della classifica marcatori: Martial, il migliore del Man United, è soltanto 13°. Rooney, il secondo, figura al 27° posto. Sono presenti solo loro, tra i Red Devils, nella top 40. Ben tre in meno rispetto ai cugini Sky Blues. Immagine tratta da Diretta.it.

Tralasciando l’aspetto del singolo, è evidente come la resa totale della batteria di attaccanti del Man United sia stata tutt’altro che soddisfacente.

Ciò che salta immediatamente all’occhio è un’eta media decisamente bassa – con il solo Rooney ad intaccarla – pari a 22,6 anni. Bene da una parte, male dall’altra: il peso delle aspettative non è stato infatti retto da tutti, né tantomeno allo stesso modo. Insieme hanno collezionato 30 delle 49 reti in Premier della squadra, distribuite tutt’altro che equamente: appena 2 per Depay, 4 per Lingard, 5 per Rashford (che, a dispetto dei compagni, ha un miglior rapporto partite giocate/reti segnate, quasi una rete ogni 170′), 8 per Rooney e 11 per Martial, unico in doppia cifra.

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Rispettivamente da sinistra verso destra: Marcos Rojo, Jesse Lingard, Marcus Rashford, Anthony Martial. Che, in quattro, non vanno molto oltre i 74 anni di Sir Alex Ferguson. Immagine tratta da Internet.

Considerando l’intero arco della stagione risulta complicato, considerando la totalità degli aspetti, stilare una mini-classifica di rendimento.

Personalmente premierei Rashford, mentre sul secondo gradino del podio farei spazio a Rooney. Poi, rispettivamente al terzo e al quarto posto, Martial e Lingard. Chiude Depay, unico certo della propria posizione (l’ultima).

  • PUNTO NUMERO DUE: Fattore Difensivo

Si schiarisce il cielo sopra la Manchester rossa. Un quinto posto, per quanto non in linea con le ambizioni di inizio stagione, non si raggiunge certo segnando 49 reti e subendone altrettante. Ecco che entra in gioco il punto forte – uno dei pochi – dello United targato Van Gaal: la scarsa quantità di reti subite.

Appena 35, registra la classifica, le stesse del Tottenham (con cui è condiviso il primato di miglior difesa) ed una in meno rispetto a Leicester ed Arsenal.

Occorre ricordare, tuttavia, come la statistica sia stata marcatamente falsata dall’annata strepitosa di David De Gea, man of the match nella maggior parte delle gare giocate dai Red Devils.

Sono almeno cinque i giocatori che oscurano lo spagnolo al momento del tiro di Abdi. La velocità con cui cade a terra, addirittura preceduta da un passo nella direzione opposta alla traiettoria della sfera, è un qualcosa di straordinario. L’espressione di De Gea, conscio di aver compiuto un miracolo, è tutta un programma.

Altro aspetto da evidenziare è la crescita esponenziale di Smalling: oggetto misterioso l’anno scorso, il centrale di Van Gaal ha dimostrato una evidente maturazione. Al suo fianco, al contrario, non ha convinto del tutto Blind, troppo sovente protagonista di svarioni difensivi degni dei campi di terza categoria e, soprattutto, incappato in vere e proprie “giornate no”.

Lo zero alla voce "Total Defensive Errors" la dice lunga sul miglioramento di Smalling. Immagine tratta da Squawka.com.
Lo zero alla voce “Total Defensive Errors” la dice lunga sul miglioramento palesato da Smalling durante il corso della stagione. Immagine tratta da Squawka.com.

Rojo ha continuato il processo di crescita nelle vesti di terzino, abbinando l’indiscutibile fisicità per la quale già dodici mesi fa si era distinto ad una migliore progressione e ad un controllo palla più efficace, del quale sono conseguenza i 53 cross serviti ai compagni in stagione.

Gli stessi di Darmian, la cui avventura britannica è partita col piede giustissimo salvo poi venir leggermente ridimensionata.

A Manchester, probabilmente, lo ricordano soprattutto per questa robetta qua:

“Uno, due, tre. Prendila Speroni, se ci riesci!”

Per il resto stagione nella norma, sicuramente positiva alla luce della -nulla- esperienza in campo internazionale dell’ex Torino. Spicca, se vogliamo, il dato inerente alle scivolate riuscite in stagione: un notevole 82%.

  • PUNTO NUMERO TRE: Possesso Palla

Quando, alla voce centrocampisti, hai in rosa contemporaneamente Carrick, Schneiderlin, Schweinsteiger, Herrera e Mata, è probabile che i tuoi avversari sappiano già quale stile di gioco adotterai.

Non si tratta di una massima calcistica, né tantomeno di una citazione famosa, bensì di un banale frutto della logica: Van Gaal può contare esclusivamente su calciatori medio/lenti, di conseguenza è costretto ad uno stile di gioco che, se non basato su meccanismi oliati con il tempo (Barcellona docet), rischia di apparire prevedibile ed inefficace.

Casualità: è proprio ciò che accade per gran parte della Premier al Manchester United, spesso impotente di fronte a squadre abituate a chiudere gli spazi nella propria metà campo per sfruttare quelli alle spalle degli avversari.

Tra i Red Devils manca un giocatore come Kanté, uno come Coquelin. Il discorso può poi essere esteso, seppur con leggere variazioni, parlando di elementi che nonostante non siano dotati di velocità eccellente, possono vantare uno strapotere atletico degno di nota.

Mi spiego.

Nessuno tra i centrocampisti di Van Gaal riesce anche lontanamente a svolgere il compito assegnato da Koeman a Wanyama per il Southampton, o da Bilic a Kouyaté per il West Ham. Schweinsteiger e Schneiderlin, che hanno vissuto un’annata ampiamente al di sotto delle aspettative, fanno sì parte di questa categoria di giocatori, ma il loro contributo si è rivelato complessivamente assai sotto la sufficienza.

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“Eh, già. Al giorno della presentazione le aspettative erano ben altre”.
Immagine tratta da Internet.

Non ho citato volutamente Marouane Fellaini, al quale ho dedicato un intero pezzo che potete trovare qui.

Torno al punto. Ne consegue, come detto sopra, un possesso palla sterile, in cui i cambi di ritmo derivano esclusivamente dalle invenzioni dei giocatori offensivi. A dirla tutta manca anche un trequartista vero e proprio, dato che Van Gaal pare vedere Mata come esterno di centrocampo più che come rifinitore. E se in tal senso l’olandese potrebbe anche averci visto giusto, date le 5 reti sulle 6 totali segnate dall’ex Chelsea partendo da destra, ecco che si ripresenta il problema principale: il trequartista chi lo fa?

In caso di 4-2-3-1 necessariamente Rooney, che quando è seguito dai compagni stravolge da solo gli equilibri della gara, e che a tratti pare in grado di risolvere la piattezza dello United. A tratti, appunto.

  • PUNTO NUMERO QUATTRO: Epilogo

Continuità, mentalità e dedizione alla causa: sono questi i punti cardine su cui Van Gaal, in caso di riconferma, dovrà lavorare. Il gruppo c’è, ed è uno dei più giovani del campionato, il potenziale altrettanto.

Evitare un’altra annata fallimentare sarà la mission del club in vista della prossima stagione, dove saranno in molti a cercare il riscatto. Nel frattempo, però, i Red Devils non possono fare altro che mandare giù con profondo dissenso chili e chili di polvere.

Ah, quasi dimenticavo.

Nel momento in cui scrivo mancano poche ore alla finale di FA Cup, che in caso di vittoria una svolta all’umore della piazza -seppur minima- potrebbe anche darla.

Stay Tuned.

Voi per la prossima stagione dei Red Devils, io per Crystal Palace – Manchester United.

P.S. Lo United ha vinto e ha pure segnato Lingard, nota del caporedattore.

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“Verso l’infinito, e oltre!”

No, Louis. Non è ancora questa la tua dimensione.

O quantomeno non ad Old Trafford.

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