Liberato ha riacceso l’entusiasmo a Napoli quando sembrava essersi spento dopo la sconfitta del Napoli a Firenze, vanificando l’impresa della settimana precedente, e gli annessi sogni di Scudetto, che hanno condotto oltre 10 mila persone a Capodichino ad accogliere gli Azzurri dopo la vittoria per 1-0 contro la Juventus allo Stadium.
Ci ha pensato con un ritorno geniale dopo oltre tre mesi: la storia d’amore finita tra Adam e Demetra – i nomi reali dei protagonisti e forse non solo, ci ritorneremo – raccontata in Tu t’e scurdat’ ‘e me, vede il suo dispiegamento con il punto di vista di Lui nella canzone Intostreet – sfruttando un gramlot fatale tra la lingua anglosassone e quella partenopea – e con il punto di vista di Lei con la canzone Je te voglio bene assaje. I due singoli, usciti a distanza di poche ore (mattino del 2 maggio Intostreet, e notte tra il 2 e il 3 maggio Je te voglio bene assaje) hanno fatto impazzire tutti i fan di Liberato, mandando entrambi i video al primo posto in tendenza su Youtube.
Con queste due canzoni Liberato scrive l’esegesi di Tu t’e scurdat’ e me, pubblicata il 9 maggio 2017 e che orbitano tutte intorno alle vicende narrate dal pezzo di debutto, pubblicato il 13 febbraio 2017 e che si intitola proprio Nove maggio. Insomma, una trovata puramente letteraria e cinematografica che testimonia la bontà di un artista che si è imposto sulla scena italiana in maniera limpidamente originale e sperimentale, rinnovando la cultura musicale napoletana nel rispetto di quella più tradizionale (neomelodica) come fecero James Senese con Napoli Centrale, Pino Daniele con musicisti dal calibro di Tony Esposito e Tullio De Piscopo, o più recentemente gli Almamegretta, senza per questo motivo scendere a forvianti paragoni. Il tutto sfruttando una base ultramoderna, la naturale inclinazione della lingua napoletana alla musicalità, la gran regia di Francesco Lettieri, e ovviamente l’anonimato che in ogni campo artistico, da Elena Ferrante a Banksy, ha sempre funzionato.
Chi è Liberato? Se lo sono chiesti tutti coloro che si sono ritrovati ad ascoltare in loop le sue canzoni. Calcutta sotto altre spoglie, una donna, Livio Cori come suggerito da Clementino, un progetto. Ma, in fondo, è realmente importante?
Quel che è certo è che nei video di Liberato viene trasmessa una Napoli fresca e giovane, estremamente vivace, rivitalizzata dal turismo e mutata al suo interno, moderna ma forte nel suo folklore, dall’urbanistica internazionale (la metropolitana, tra cui quella di Toledo, eletta più bella d’Europa) ai mistici Quartieri Spagnoli, con panorami mozzafiato, in cui il connubio tra Napoli e calcio risulta comunque imprescindibile: in quasi ogni video di Liberato compaiono simboli della Società Sportiva Calcio Napoli.

Nove maggio
Nella preview del video del primo singolo di Liberato, la protagonista – Lia Febbraio, il cui volto pieno di sud è clamorosamente impattante – viene immortalata mentre cammina zainetto in spalla al di fuori del San Paolo, costeggiando il muro con la scritta Napoli nel Piazzale Vincenzo Tecchio, adiacente allo stadio. Il momento preciso in cui è possibile ammirare questa scena parte dal minuto 2:37, ma già altri elementi della Napoli calcistica erano comparsi nel video, come al minuto 0:35 quando Lia inizia la sua dub di spalle dinanzi a un portone azzurro con scritto SSCN o al minuto 0:42 quando è seduta sul tetto di una macchina, stringendo le barre del portabagagli, protetta dal fantastico murale di Diego Armando Maradona in via Emanuele De Deo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Lo stadio, il portone, il murale torneranno costantemente nei 3:48 minuti del video.
Nove maggio m’hê scurdat’
T’hanno visto ca’ turnavi ‘nziem’ a ‘n’at’
Nun me siente, nun me pienz’
Tengo ‘o core ca’ nun può purtà pacienz’
Tu t’e scurdat’ ‘e me
Al minuto 0:50 per la prima volta in assoluto compare Liberato. Il cantante verrà inquadrato sempre e solo di spalle, tranne in un frame al minuto 3:22 con il volto oscurato. L’artista passeggia a ritmo molleggiato con l’inconfondibile giubbotto da boxer e il cappuccio alzato, stile particolarmente affine a quello della Curva.
Al minuto 2:16 Adam alza lo sguardo dal collo di Demetra, mentre lo bacia: il Napoli in maglia bianca, come ha giocato per gran parte del 2017 per questioni di scaramanzia – e marketing – ha segnato. Mertens, Callejon e Insigne si abbracciano e per questo motivo vengono ringraziati alla fine del video; mentre gli amici di Adam scoppiano in un’esultanza fraterna in un bar, distraendolo dall’amore.
Poi jamme a Marechiar’
Te port’ addo’ vuo’ tu
Parlammo chianu chian’
It’s me and you
Marechiar’ – Marechiaro – oltre a essere un posto incantato – inflazionato rispetto a qualche decennio fa – è il soprannome di Marek Hamsik, il capitano: quindi, Marekiaro.
Gaiola Portafortuna
Pubblicata il 19 settembre 2017 questa canzone non sembra appartenere visivamente al ciclo d’amore tra Adam e Demetra, eppure dopo l’ultimo colpo di scena nulla è da escludere, viste le abilità narrative e registiche di Liberato e Lettieri. Anche se i luoghi e i colori sono differenti, il leitmotiv d’altronde rimane l’amore finito (tra due cubani) inserito all’interno di due compagnie ben definite uomo-donna, dove Lui viene sorpreso a baciare un’altra dopo che la storia con Lei era finita. Ma i due non si danno pace. Assonanze…
Altro elemento di rottura è la presenza di un Liberato in versione dj centroamericano su delle Converse (d’ora in poi sponsor dei video) riecheggianti Liberato e una canotta rossa indefinita di una squadra di basket e il numero 95. Anno di nascita dell’artista?
Ma mo nun chiagne cchiù
Te port’ sott”a luna
Nun rire cchiù
Gaiola portafortuna
Me staje appennenn’ amò
Anche in questa canzone, Liberato appare in altre sembianze: con gli stessi panni è chiaramente una donna come si può evincere al minuto 4:50.
Il quarto singolo dell’artista napoletano è un omaggio al mondo omosessuale e transgender: la prima storia d’amore tra due ragazzi al tramonto dell’Eremo viene spezzata bruscamente al minuto 2:24 dall’uscita dallo stadio San Paolo di un gruppo di giovani tifosi napoletani, che fa anche da preview al video, i quali festeggiano svolazzando sui motorini e accendendo fumogeni, momento transitorio alla nottata di festa di un gruppo di amiche transgender, anticipato dalla scritta su un muro: per la maglia, per la città.
Seppure la cultura visuale ci suggerirebbe altro, le parole della canzone parlano di un amore in dirittura d’arrivo, quindi collocabile nella storia tra Adam e Demetra.
‘Int”o core nun sent’ nient’
Co’ volume d”e cuffiett’ a vint’
‘E parole tuoje s”e port’ ‘o vient’
Che cumpagne tuoje mmiez’ ‘a gente
Stongo arrefunnenno malamente
Chiagne sangue, ma è cos’ ‘e nient’
‘Int”o core nun sent’ nient’
Piccerè
Intostreet/Je te voglio bene assaj
Negli ultimi due video Liberato ricompare con il suo stile inconfondibile e per la prima volta in maniera frontale per qualche secondo, ma coperto dal fazzoletto azzurro, uguale a quello indossato dai ragazzi di Me staje appennenn’ amò. Uno stile che avvicina Liberato alla Curva, parte della quale viene citata – tramite scritta sul muro – al minuto 2:44 di Intostreet lungo la scesa di Marechiaro.
Altro elemento della Napoli calcistica appare sempre nella canzone Intostreet al minuto 2:29. Adam, che ha memorizzato Lei sul cellulare come Dem, la notte tra il 2 e il 3 maggio non riesce a dormire. Accende la luce, si arrevota nel letto, dietro di lui aleggia il poster del Pocho Lavezzi.
Cu’ ‘e mmane ‘ngopp’all’uocchie pe’ non te sunnà
Non rimane che attendere la prossima bomba di Liberato. Tutti aspettano con ansia qualcosa proprio il 9 maggio: quel che è certo è che non mancheranno richiami alla squadra del Napoli, simbolo vivido di una città con cui vive in piena simbiosi quotidiana.