La gestione della rosa da parte di Massimiliano Allegri è stato, negli anni, un processo lineare e altamente efficace. L’inserimento dei giocatori nell’undici ideale è stato sempre graduale, senza mai forzarne l’apporto, arrivando a ottenere il massimo dai propri uomini nel momento più opportuno. Morata, Dybala, Cuadrado: tutti giocatori decisivi in determinati momenti. Quest’anno è toccato a Douglas Costa, il cui inserimento in squadra si è rivelato la chiave del settimo scudetto bianconero consecutivo.
Il brasiliano è un giocatore differente nella nostra Serie A. Per noi di Numerosette è stato il centrocampista più decisivo di questo campionato, anche se definirlo tale significherebbe limitarlo in un ruolo del campo che per caratteristiche risulta piuttosto riduttivo. Caratteristiche rare, per non dire uniche, che Costa possiede per il nostro calcio. La sua agilità, abbinata alla tecnica palla al piede, ne fa di lui un giocatore prezioso che non siamo più abituati a vedere. Salta l’uomo con facilità e ha un cambio di passo fulmineo: uno di quelli di cui il nostro calcio ha bisogno per essere competitivi, e per essere appetibili in termini di spettacolarizzazione del gioco verso l’estero.
L’anno di Douglas Costa è stato superiore a quello di Higuain e Dybala. La coppia tanto attesa che ha brillato ad intermittenza, che è stata decisiva con colpi individuali, colpi di cui le altre squadre non dispongono. Così come non dispongono del brasiliano, da cui si ripartirà come elemento indispensabile.
Chi è realmente Douglas Costa?
La storia di Douglas Costa alla Juventus è strettamente legata alla figura di Pep Guardiola. Il catalano lo ha portato al Bayern Monaco acquistandolo dallo Shaktar Donetsk per 30 milioni di euro. Le prima due stagioni al Bayern sono state sorprendenti, non tanto per i gol segnati ma per le sue giocate: 148 dribbling riusciti in due stagioni. Lo sguardo del difensore appena viene puntato, quello di qualcuno che conosce già il suo destino, inerme davanti a tanta esplosività. Se non fosse stato per una clausola nel contratto, lo avremmo sicuramente visto con la maglia del Manchester City alla corte di Pep, privando la Juve, e gli appassionati, di un giocatore simbolo da cui ripartire per l’esportabilità del nostro calcio.
La bravura di Allegri è stata quella di far coesistere la sua tendenza anarchica e renderla utile alla causa. In questo caso indispensabile. Nell’anno più complicato del tecnico toscano, Douglas Costa è stato quell’ingranaggio fluido e oliato di un meccanismo a tratti inceppato. Il gioco della Juventus è stato per lunghi momenti macchinoso, con una costruzione dal basso inefficace. Come ogni anno, Allegri sfrutta a pieno le potenzialità di un uomo della rosa, ma quest’anno è sembrata quasi l’unica alternativa possibile. Per la Juve, visto il potenziale offensivo, non è mai stato un problema segnare, lo è stato costruire e decosturire gli allineamenti avversari. Douglas Costa ha segnato solo 4 gol, pochi per il ruolo che ricopre, eppure rientra tra i primi 5 esterni offensivi al mondo secondo Guardiola e Lucescu: i suoi primi maestri europei.
In Douglas Costa vi è l’arte del dribbling, un fattore molto spesso dimenticato per il suo reale apporto, per l’unicità del gesto, per l’utilità che esso consegue, quando non fine a sé stesso.
8 – Douglas Costa ha fornito otto assist da subentrato in stagione (tutte le competizioni), almeno il doppio di ogni altro giocatore dei maggiori cinque campionati europei. Fattore. pic.twitter.com/pZvWpdp0Y1
— OptaPaolo (@OptaPaolo) May 9, 2018
Il punto più basso
L’inizio dell’avventura bianconera di Douglas Costa non è stata facile. Un acquisto di 40 milioni sollecita inevitabilmente pressioni della piazza, e il suo apporto stenta ad arrivare almeno fino a dicembre. Allegri ha cominciato la stagione provando a raccogliere i frutti del 4-2-3-1 che è risultato determinante la scorsa stagione. Il brasiliano in questo contesto non trova spazio. Viene preferito a Cuadrado, Mandzukic e talvolta anche a Bernardeschi per una latenza evidente in fase di copertura.
L’assenza di Dani Alves, che anno scorso fungeva da regista basso grazie alle sue qualità, rende il modulo inefficace e costringe Allegri a varare un 4-3-3. Questo modulo consente di esularlo da compiti in fase di copertura che non gli si addicono. Meno metri di campo da coprire a vantaggio della sua esplosività, a cui la stra grande maggioranza dei difensori del nostro campionato non sa porre rimedio.
Il periodo di ambientamento coincide con il momento d’oro di Paulo Dybala: nei primi due mesi la Joya agisce alle spalle di Higuain e per vie centrali l’asse con Pjanic sembra funzionare e camuffare difficoltà in fase di costruzione. Il periodo di appannamento dell’argentino ha coinciso con la variazione tattica e la definitiva consacrazione di Douglas Costa. Diventato l’arma offensiva principale dell’attacco della Juventus, e lo sarà fino al termine della stagione.

Il punto di svolta
Nei primi mesi bianconeri si crea un’attesa spasmodica attorno al giocatore. La piazza sa che è forte, riconosce la sua caratura internazionale e si aspetta qualcosa di diverso da lui. Qualcosa che stenta ad arrrivare, frenato dalla prudenza di Allegri, per la quale vale sempre la pena aspettare, e dall’adattamento tattico alla Serie A. Percorso naturale se sei alla Juve: capire dove sei arrivato, per cosa, e con che attitudine arrivarci.
Il punto di svolta dell’anno di Douglas Costa arriva in uno dei tanti momenti cruciali della squadra. Quanto basta per sottolinare la sua importanza nell’intera stagione. La Juventus affronta il Napoli al San Paolo disante 4 lunghezze. Ci arriva con un po’ di timore e con qualche consapevolezza in meno, dinnanzi agli azzurri che sembrano lanciati. Allegri se la gioca in maniera diversa e ha ragione lui: spezza il pressing del Napoli cercando sempre di partire palla a terra. É qui che entra in scena Douglas Costa.
La Juve con estrema calma gestisce abilmente palla. Si affida a lui, grazie alle sue doti tipicamente brasiliane da palleggiatore, coadiuvato da Pjanic, che può utilizzare il suo stesso linguaggio. Un evento atipico, che mai si era visto in stagione e che non verrà riproposto. Il Napoli non riuscirà a trovarvi soluzione e sarà la chiave del match.
Sarà decisivo anche per l’unico gol del match segnato da Higuain, recuperando palla a Insigne nella propria trequarti. La sua transizione sarà devastante: strappa il campo creando superiorità numerica e si butta nello spazio. Il Napoli è spaccato a metà con distanze abissali tra i reparti. Con un suolo uomo la Juventus ha seminato il panico senza che gli uomini di Sarri riuscissero a impedire ciò. Il giorno della sua svolta all’interno della squadra. La Juventus è ancora viva, gran parte del merito va dato a Douglas Costa.
Il punto più alto
Aprile quelle difese Douglas. Aprile, come il mese, il migliore della sua stagione. Il mese in cui si è deciso tutto, un’ascensore di emozioni, in cui Costa ha sempre premuto il bottone dell’ultimo piano.
Secondo Fifa 18 è stato il miglior giocatore del mese, e questa è una chicca per i più nerd. In quanto a numeri reali, dal 7 aprile al 5 maggio è stato protagonista, nelle sei partite di campionato disputate, in ben 5 match come apporto alla produzione offensiva. Due gol e sei assist, non rubando la scena soltanto nella sconfitta contro il Napoli, in cui la Juve non ha segnato. Le sue caratteristiche di rifinitore sono venute fuori come mai fino ad ora in carriera. Efficacia e qualità, Allegri lo ha definito, senza troppa fantasia, “spacca partite”. Contro il Bologna la dimostrazione più lampante: è la giornata post Inter-Juve e la Juventus è sotto contro i rossoblu. Douglas Costa entra dalla panchina e aggiunge un altro contributo fondamentale. La produzione offensiva della squadra è passata dai suoi piedi, così come una buona fetta di Scudetto.
A sublimare una prestazione da incorniciare, un gesto tecnico. Una rabona che sfiora il palo alla sinistra di Mirante. La capacità di creare pericolo con una sola sterzata e pallone incollato ai piedi. Tre giocatori del Bologna tenuti in apprensione e le marcature in aria che saltano. Nell’anno di Douglas Costa c’è spazio anche per questo, nel suo calcio c’è sempre spazio per questo.
Il suo anno in una foto
Giocatore juventino dell'anno 2017/2018 XI edizione per https://t.co/CPOipjdu71: foto della premiazione a Douglas Costa!►https://t.co/ZMGby7NmLi pic.twitter.com/g59g8UJ0c2
— VecchiaSignora.com (@forumJuventus) May 15, 2018
Anche i tifosi hanno scelto, dunque, si può dire?
È stato l’anno di Douglas Costa.