Simone Zaza è uno di quegli attaccanti di nuova generazione che dividono l’opinione pubblica, una divergenza di pareri che è destinata a durare per tutta l’intera carriera. Molto dipende dal suo particolare carattere che lo fa risultare antipatico/simpatico agli appassionati a seconda del tipo di calciatore che si predilige.
La qualità che più lo contraddistingue sul manto erboso è l’aggressività, quando Zaza pressa il difensore che porta palla lo fa con una cattiveria agonistica che piace a molti allenatori, ed è efficace in un sistema di gioco in cui vi è un pressing organizzato e sistemico. Per altri tecnici invece il suo mood offensivo lo rende tatticamente confusonario, non in grado di leggere le situazioni e quindi molto falloso. Chi lo conosce bene è Giorgio Chiellini, suo compagno in Nazionale e nella Juventus.
Ho un ottimo rapporto con Simone. Ha il difetto di essere testone e permaloso. Ma ti ascolta e migliora. Deve imparare a gestire alcuni momenti della sua partita.
Intifada
Ai tempi dell’Ascoli in Serie B faceva gol bellissimi in acrobazia, all’epoca appena ventenne, mostrava già i tratti principali della sua personalità: un giocatore affetto da bomberismo. Per molti è un idolo, per altri è fastidioso, il bomberismo fa questo effetto.
Simone Zaza ha un buon senso del gol, preferisce calciare di potenza, come se volesse spaccare la porta. Simone Zaza vuole spaccare tutto, ma poi si calma. Fa del casino, litiga spesso, poi chiede scusa.
Ci vuole pazienza con Zaza
Ha anche deciso un campionato, la stagione 2015/2016 passa inevitabilmente dal suo gol nella sfida al vertice contro il Napoli. Entrato a pochi minuti dal termine, a due dalla fine sblocca il match con un tiro da fuori che manderà i bianconeri a pari punti con i partenopei, che da quella sera metteranno la freccia sgasando in corsia di sorpasso verso il trentaduesimo Scudetto della sua storia.
Nonostante ciò il rapporto con Allegri non è affatto roseo: l’attaccante lucano gioca poco, titolare solo negli impegni sulla carta più ‘leggeri’ o in Coppa Italia. Questo a lui, come a tutti del resto, non piace.
– Allegri dice sempre che bisogna avere pazienza? Io penso di averne avuta molta quest’anno.
– Zaza ha detto di aver avuto molta pazienza questa stagione? Lui ne ha avuta molta ma io ne ho avuta di più.
Zaza goes to England
Simone Zaza e il West Ham sembravano disegnati per stare insieme: il contesto inglese si addice particolarmente alle sue caratteristiche e il suo modo di concepire il calcio avrebbe potuto far scoccare la scintilla con i tifosi degli Hammers. Nell’ovest di Londra hanno amato Paolo Di Canio, un tipo di personaggio che gli è molto simile per attitudine.
Complice una clausola nel contratto, Zaza sarebbe stato riscattato per 24 milioni di euro con almeno 15 presenze. Le prime prestazioni non convincono e il tecnico dei ‘martelli’ Slaven Bilic annuncia che la sua avventura in Inghilterra si sarebbe conclusa già a gennaio, collezionerà appena otto presenze senza segnare nessun gol.
L’iracondo Zaza avrebbe trovato sicuramente il modo di far imbufalire uno come Bilic, e a quel punto ne sarebbe venuto fuori un diverbio ai limiti dell’epicità. Il tecnico croato non ha mai nascosto la sua passione per la musica metal, suona in un gruppo punk hardcore e ai tempi della Nazionale croata era solito caricare i suoi giocatori con musica ultra-nazionalista negli spogliatoi. Un tizio pacato insomma.
#Lafolliarendesanidimente
Simone vola in Spagna dopo l’infelice parentesi londinese e va a giocare al Valencia. I primi sei mesi sono più che positivi con una squadra partita in maniera disastrosa che nel girone di ritorno cambia totalmente marcia. Zaza si toglie la soddisfazione di segnare un gran gol contro il Real Madrid in una vittoria storica al Mestalla. Diventa titolare in attacco e con il ‘Voro’ Gonzalez in panchina sembra trovare un feeling che con un allenatore non trovava dai tempi di Sassuolo con Eusebio Di Francesco.
In estate arriva Marcelino in panchina e la titolarità di Zaza viene messa in discussione. Nel derby contro il Levante viene escluso dai titolari a favore di Santi Mina e Rodrigo, entra al minuto 73 completamente smaronato. Sbuffa, vaga per il campo, si lamenta con i compagni ed al termine della partita si dirige negli spogliatoi senza salutare i tifosi. Cosa che fa imbestialire Marcelino, il quale lo riprende animatamente e dichiara alla stampa di essere molto deluso dal suo atteggiamento.
La diatriba assume contorni social quando ad intervenire è la fidanzata di Zaza. Di nome Chiara Biasi, di professione fashion blogger, segni particolari: incazzata come una vipera. Farà un post su Instagram (poi cancellato) in cui attaccherà pubblicamente Marcelino, il tutto corredato con l’hashtag #lafolliarendesanidimente
Se vuoi gente di carattere, devi saperla gestire e accettare anche di non riuscire a gestirla. Ma soprattutto ricordare che le palle uno che le ha, le ha sempre. Non le mette nel cassetto per nessuno motivo. Regolati. (O tieniti quelli col libretto d’istruzioni incorporato.
La carriera di Zaza è un intifada continua, un animo inquieto incline alle regole, sanguigno e impulsivo, salvo poi pentirsi quasi sempre a mente fredda.
Nel match successivo contro il Malaga Simone Zaza proietta la sua frustrazione sul campo. Una prestazione sontuosa, di pura cattiveria agonistica in cui mostra molto del suo repertorio. Tripletta in otto minuti e il Mestalla ai suoi piedi: bomberismo dilagante.
Con Marcelino il caso sembra rientrato ed anche Chiara Biasi pare più tranquilla sui social, ma d’altronde si sa, alla fine poi #lafolliarendesanidimente
Undici metri: linea di confine
Italia-Germania ad Euro 2016 è uno spartiacque della sua carriera. Se Zaza avesse spiazzato Neuer e segnato il rigore probabilmente l’Italia avrebbe perso comunque, non possiamo saperlo, ma di certo nessuno si sarebbe ricordato di quel tiro. A meno che non siano i rigori di Italia-Francia dell’Olympiastadion di Berlino, nessuno si ricorda dei tiratori. Però tutti si ricordano di Baggio, di Di Biagio, di Zaza e di Pellè. Non è un caso che gli ultimi due, gli unici ancora in attività, nella stagione successiva siano emigrati verso altri lidi, perchè l’aria quell’estate si era fatta piuttosto pesante con il ricordo ancora vivo ed il rancore in fase di ebollizione.
Quando un calciatore della Nazionale italiana tira un rigore decisivo un paese intero si ferma. Mentre il giocatore in questione prende la palla e la posiziona sul dischetto il tifoso sta in silenzio, soffre, e nel mentre sta già pensando che egli lo sbaglierà, sta già immaginando come criticarlo e sa chi avrebbe dovuto tirarlo al posto suo, perchè lui non sbaglia in certe occasioni.
Undici metri.
A pensarci bene è questa la lunghezza della striscia di Zaza. La sera del 2 luglio 2016 Simone ha segnato una linea di confine tra sé ed i suoi detrattori, lo ha fatto prendendo una gran rincorsa, sparando alto un proiettile a vuoto, nel vuoto.