Può apparire strano o inusuale, ma vogliamo che si tratti di un omaggio. E un omaggio può essere trasmesso anche così, raccontando alcuni interessanti affreschi dell’attuale Serie B attraverso la meravigliosa voce di Dolores O’Riordan, ex cantante del gruppo irlandese The Cranberries, deceduta lo scorso 15 gennaio a soli 46 anni.
Sui Cranberries
La vita ed il successo internazionale di Dolores sono indissolubilmente legati all’ascesa dei Cranberries nel panorama musicale degli anni ’90. La band di Limerick esprime chiaramente il contesto sociale e culturale di quegli anni, in cui la rabbia delle più giovani generazioni viene disinnescata da un ammorbante sentimento di disillusione, scaturito dalle delusioni politiche e sociali del decennio precedente e in corso, anche con crisi violente, negli anni a seguire. Basti pensare alle guerre dell’ex Iugoslavia, di cui lo stesso gruppo irlandese si fa voce attraverso la canzone “Bosnia”, così al conflitto in Irlanda del Nord, dal quale emerge la celebre “Zombie”, urlo e rivendicazione di una generazione che viveva ancora la tragedia dei conflitti armati. Nel 2003 i Cranberries decidono di sciogliersi, salvo poi riunirsi nel 2009. Fino ad una settimana fa, circa, era in corso un tour internazionale della band. Adesso, però, resta di difficile previsione il futuro del gruppo, ormai privo della straordinaria voce di Dolores.
Ma andiamo a noi e concentriamoci sugli aspetti salienti di questa Serie B e dei suoi protagonisti:
Dolori nostalgici: Palladino ritrova Gilardino

Lo Spezia continua a puntare sull’esperienza per sopravvivere all’ardua lotta per la conquista di un posto valido per i playoff di maggio. Dopo l’approdo estivo di Gilardino tra le file degli spezzini, a vestire la maglia bianca sarà anche Raffaele Paladino, acquistato nella finestra di mercato invernale dal Genoa. L’ex rossoblu dovrebbe rientrare facilmente nei piani tattici di Fabio Gallo, che prevede un suo inserimento nel 4-2-3-1 proprio alle spalle di Gilardino, come già è avvenuto negli ultimi venti minuti disputati durante la gara contro il Palermo, terminata per 0 a 0. L’incontro tra i due esperti attaccanti è contrassegnato dalla romantica decadenza di chi ha ormai posto lo sguardo, con serena accettazione, sulla caducità del tempo. E che proprio quest’ultimo resti inevitabilmente così ancorato al passato da farli ritrovare nuovamente assieme, con addosso una maglia bianca ed una promozione da ottenere, o quantomeno da tentare di raggiungere fino alla fine. Palladino e Gilardino, i due che in gioventù varcavano i verdi campi di Serie A e rientravano a pieno titolo tra i nomi più promettenti del panorama calcistico nazionale, a 33 e 35 anni nella serie cadetta. Ma chissà quanta amarezza il ricordo dell’attacco Gilardino-Palladino, scelto dall’allora ct Lippi per l’amichevole della Nazionale contro l’Olanda, datata 14 novembre 2009.
Kouan: sogni perugini

Soltanto sei mesi fa Christian Kouan Oulai era il più promettente talento della Vigor Perconti, squadra dilettantistica di Roma. Con essa aveva appena conquistato lo Scudetto di categoria, trascinando la Vigor da protagonista assoluto che con le sue 17 reti ed una dirompente dinamicità fisica. Le sue prestazioni hanno destato l’interesse del Perugia, che gli offre un primo contratto per consegnarlo in un primo momento alla squadra Primavera. L’Umbria può rappresentare per la mezzala classe ’99 un fondamentale trampolino di lancio, vista inoltre l’ormai evidente capacità del club perugino di saper riporre fiducia nei suoi talenti (Falcinelli, Goldaniga, Spinazzola per citare i primi). E proprio dopo sei mesi di “cantera”, arriva il suo primo gol tra i professionisti durante la gara casalinga contro l’Entella. Per il giovane ivoriano, dunque, la scelta non può che cadere su “Dreams”, celebre traccia dell’album “Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We?” pubblicato dai Cranberries nel 1993.
Foggia: l’odore del caffè

In pochi a Foggia dopo i festeggiamenti di maggio per la promozione in B avrebbero immaginato una situazione così ansiogena. Con 22 punti conquistati su 22 partite, il Foggia si ritrova infatti al quart’ultimo posto. Ciò che però incute più timore non sono i pochi punti racimolati, vista la classifica estremamente corta del campionato di quest’anno, ma le dieci sconfitte incassate, di cui le ultime due casalinghe, il -9 di differenza reti,la difficoltà nella concretizzazione delle manovre d’attacco. Per tali motivi, la società sta tentando, probabilmente con leggero ritardo, di riprendere in mano la situazione. Un esempio lampante è il sondaggio avvenuto per Pasquale Schiattarella, centrocampista trentunenne della Spal con la quale ha conquistato da protagonista la storica promozione in A della scorsa stagione. Intanto, ecco Calabresi, giovane difensore di proprietà della Roma che può trovare terreno fertile in quel di Foggia… sotto la guida di? Sì, al momento è difficile intuire chi a fine maggio siederà sulla panchina rossonera. Dopo la sconfitta per 1 a 0 subita in casa contro il Pescara, infatti, non sono state poche le voci che hanno preannunciato l’imminente esonero dell’attuale tecnico Giovanni Stroppa, sebbene finora, a quanto pare, la società pugliese non abbia assunto alcuna decisione drastica. È l’atteggiamento ciò che conta, perciò:
“Wake up, wake up, wake up, wake up/ Shut up, shut up, shut up, shut up / It’s time, smell the coffee, the coffee”.
Caro Cellino, Brescia è stanca

Spesso distante, talvolta indifferente, davanti ai microfoni indignato: Massimo Cellino è il presidente di un Brescia che continua a restare impantanato nella paludosa zona dei play-out. Nella città lombarda vanno ormai avanti da mesi le contestazioni a muso duro da parte dei tifosi nei confronti dell’inerme società, verso cui erano state concesse alte aspettative. Il patron delle rondinelle a novembre accusava i suoi calciatori di essere poco determinati in campo, dichiarando: “finiti i tempi dei mediocri, voglio leoni in campo”, mentre le sconfitte continuavano ad imperversare. Dopo la dolorosa sconfitta subita contro l’Avellino, con una rimonta per 3 a 2 da parte dei campani, è stata inevitabile l’ennesima richiesta da parte della tifoseria bresciana di un intervento serio e concreto per migliorare la qualità della rosa. Si parla di Embalo del Pescara, di Gustafson del Torino, sebbene al momento l’arrivo “reale” più interessante resti Nikolas Spalek, attaccante slovacco di 21 anni abbondantemente elogiato in patria. Ma non basta, chiaramente. Perché non è possibile, né eticamente corretto, che un presidente che, nel più totale caos societario, decida di esonerare un allenatore per poi richiamarlo, nella medesima situazione, due mesi dopo; o che giudichi insufficiente l’impegno dei suoi giocatori con una situazione di mercato ancora insussistente, specialmente se tali parole provengano da Miami, durante una vacanza. Dopo gli affanni della precedente stagione per raggiungere la salvezza, a Brescia non è più concesso utilizzare il condizionale.
Amato Ciciretti: just your imagination
8 giugno 2017: è festa per la prima storica promozione in Serie A del Benevento. Puscas decide con il gol decisivo i playoff contro il Carpi, mentre il numero 10 biondo, romano, mediamente basso, stracarico di tatuaggi quanto di talento, rivolge il suo sguardo alle infinite possibilità che da quel momento in poi avrebbe potuto incrociare, e forse realizzare. Chissà se avesse già intravisto un suo gol su punizione in casa della Juventus, o se la prima rete del Benevento in A portasse davvero il suo nome. Certo, Amato Ciciretti, numero 10, romano, mediamente basso e stacarico di tatuaggi quanto di talento, avrebbe però fatto fatica a pensare, in quel preciso momento, che la Serie A per il Benevento potesse essere così difficile come lo è stata finora. In più, sebbene il piede sinistro di Ciciretti abbia già destato l’interesse concreto di una big come il Napoli, che lo ha già posto sotto contratto per il prossimo giugno, è chiaro che in parecchi desiderassero qualcosa in più nei suoi confronti. Specialmente se, dopo un quadrimestre a sprazzi, decidi di tornare in Serie B.
È di pochi giorni fa, infatti, la notizia che riporta Ciciretti al Parma in prestito fino a giugno 2018. Certo, in maglia crociata l’ala romana ha l’obbligo di competere per la promozione in A, ma resta comunque un enorme dispiacere rivederlo lì, nella serie cadetta, dopo aver assaporato per così poco tempo e così amaramente i campi della massima divisione. Finora, dell’avventura di Ciciretti tra i grandi non può che restare un’amara insoddisfazione da parte dei tanti tifosi campani, così come di quegli appassionati che avevano già intravisto il suo potenziale durante l’esperienze maturate prima a Messina e poi a Benevento e di quei fantallenatori che avevano puntato su di lui come un possibile crack. Era solo tutta immaginazione.
“We were living for the love we had and/ living not for reality/It was just my imagination”