Dopo una settimana di silenzio e dolore, la Serie A riparte in memoria di Davide Astori, onorato su tutti i campi d’Italia con un minuto di silenzio e innumerevoli dediche. Il ritorno sommesso del nostro campionato però non è riuscito a tenere lontane le sorprese e le grandi gesta: ve li presentiamo tutti con il nostro format 7 momenti.
1. La Fiorentina riparte sotto la pioggia
Era la partita più attesa, la più intensa, quella della squadra ferita dalla grave perdita.
A soltanto una settimana di distanza dalla grande tragedia, la Fiorentina è costretta a rialzare la testa tra le mura di uno stadio che, oggi più che mai, assume le sembianze di una grande famiglia, unita nel ricordo. Ripartire senza il capitano è dura, ma i Viola di Pioli hanno il dovere morale di vincere oggi contro il Benevento. Eviteremo la retorica sul destino e le sue assurde coincidenze per concentrarci su quello che importa di più, il campo.
La Fiorentina di oggi è sicuramente una squadra portata al limite sul piano psicologico, come testimoniano le reazioni dei giocatori a fine gara, ma capace di reggere i numerosi colpi dei campani, in teoria costretti, nonostante la parole di De Zerbi, almeno a provare a racimolare qualche punto, per tentare l’impossibile salvezza.
La Viola soffre ma non molla e anzi, passa addirittura in vantaggio grazie all’incornata di Vitor Hugo, uomo partita non solo per il gol, ma anche per il fatto di essere a tutti gli effetti l’uomo destinato a colmare il vuoto lasciato dal compianto Astori. Il compito nelle prossime partite diventerà sempre più arduo, ma i segnali per sperare in una chiusura di campionato dignitosa ci sono tutti.
A cominciare dalla presenza dei Della Valle in tribuna dopo quasi un anno.
Ore 13, Vitor Hugo segna, omaggia il suo Capitano, il cielo di Firenze inizia a piangere. Inutile aggiungere altro.
2. Ancora Dybala
Dubbi su chi è a tutti gli effetti l’uomo copertina per la Juventus? Decisamente no: dopo la grande partita contro il Tottenham, a trascinare i bianconeri anche in Serie A ci pensa ancora Paulo Dybala, con una doppietta. Anche con un Higuain che sbaglia il calcio di rigore, il giovane argentino non perde la calma contro un avversario, l’Udinese, di certo non troppo ostico, ma che sarebbe potuto diventare pericoloso, se in mezzo si fosse messa la fatica dopo l’impresa compiuta in Champions League. Niente paura dunque se in campo c’è Dybala: per la prima volta in questa stagione la Juventus sale al primo posto in solitaria.
Colui che ha deciso questa gara intanto sale al terzo posto nella classifica marcatori, con una media di un gol ogni 88 minuti, mostruoso.
Tra coloro che sono arrivati in doppia cifra, tra l’altro, è l’unico a non giocare come punta. Bisogna dire altro?
3. Incredibile Crotone
Nella giornata più cupa di tutta questa Serie A, se c’è qualcuno che gioisce è proprio il Crotone. L’incredibile vittoria per 4-1 ai danni della Sampdoria è la grande iniezione di fiducia di cui i calabresi avevano bisogno dopo un periodo tutt’altro che positivo. Marcello Trotta ferisce i doriani per due volte, Adrian Stoian li stordisce e come se non bastasse l’autorete di Emiliano Viviano li stende del tutto.
È un Crotone bello, pulito ed efficace come una delle parate del suo allenatore, capace di non soffrire quasi mai gli avversari, neanche quando, sul 3-0, Zapata prova a intimorirli con un gol che salva solamente l’orgoglio ma non il risultato.
Il vero vincitore di questa sfida è però Trotta che ha stabilito il suo record di gol in una singola stagione di serie A, facendo anche capire di poter fare pure la parte dell’infortunato Ante Budimir.
4. Ode a Immobile
Ormai le parole sono sprecate.
In questa Lazio Ciro Immobile ha trovato la sua dimensione ideale, quella capace di far dimenticare a tutti i fallimenti in giro per l’Europa e di portarlo sulla vetta dei capocannonieri della nostra Serie A.
E se la Lazio trova soltanto un pari rocambolesco in casa del Cagliari, lui riesce comunque a lasciare un segno da grande campione. Non tanto per aver siglato la rete del definitivo 2-2 negli ultimi minuti del recupero, ma per averla realizzata nel modo più spettacolare possibile, con un colpo di tacco al volo che meriterebbe di valere molto più di un solo punto.
C’è anche chi lo ha paragonato al gol di Mancini al Parma. Ecco, meglio non dirglielo, potrebbe montarsi la testa.
5. La testata di André Silva
Titolo fuorviante ma doveroso, perché nella giornata dei one man show a prendersi la scena in Genoa-Milan è l’uomo più inaspettato: André Silva.
Il tanto criticato attaccante rossonero, che fino ad ora non aveva messo a segno nessun gol in campionato, è riuscito addirittura a decidere sul gong e da subentrato una sfida che avrebbe potuto prendere una piega amara per il Milan. Se fino ad ora era riuscito a brillare inspiegabilmente soltanto in Europa League, oggi il portoghese è riuscito a lanciare il primo grande segnale, in una serie A che lo aveva già condannato da qualche mese a questa parte. Se questa rete però servirà per sbloccare Andé Silva per il grande finale di stagione potrà rivelarcelo soltanto il tempo.
Nel frattempo, con un solo gol segnato, in trasferta e decisivo, una cifra spropositata spesa e una love story con la sorella di Neymar, ci scuserete se diciamo che il paragone con Gabigol è calzante?
6. Napoli, Inter e l’ago della bilancia
Si sono ripresi da dove si erano lasciati, da uno 0-0 insapore che non lascia soddisfatto nessuno. Inter e Napoli replicano la stessa prestazione della gara d’andata al San Paolo, regalando ai tifosi il medesimo risultato che un po’ complica la vita ad entrambi. A farla da padrone è ancora la grande solidità dell’Inter, sempre in piedi nonostante tutti gli assalti e capace di far scendere qualche brivido lungo le schiene dei tanti partenopei presenti a Milano. Neanche le sfuriate dei tre piccoletti in maglia azzurra riescono a smuovere dal centro l’ago della bilancia, anche perché controbilanciato da uno Škriniar in grande spolvero.
Forse alla fine è giusto così, forse davvero Napoli e Inter sono due squadre tanto diverse nella forma e nelle ambizioni ma che, una volta in campo, creano un equilibrio perfetto che niente e nessuno può turbare.
7. L’eredità di Astori
Non potevamo chiudere senza un doveroso omaggio all’eterno capitano della Fiorentina Davide Astori. L’addio da brividi del Franchi è ciò che resta di un giocatore corretto, testardo, un vero leader fino alla fine dei suoi giorni e anche oltre, come ci ha dimostrato in questa settimana.
Già, perché se Davide non è più tra noi, l’eredità che lascia a noi e a tutta la Serie A è delle più belle e pesanti: Astori è riuscito a farci capire cos’è davvero il calcio, un gioco capace di unire e farci sentire una sola famiglia nonostante i colori, le polemiche, gli sfottò, i fuorigioco che c’erano oppure no.
Grazie Davide, il tuo ricordo accompagnerà per sempre tutti quelli che hanno imparato a soffrire, gioire e sognare grazie a questo sport.