La bottega di Donetsk: dove la plusvalenza è di casa

Benvenuti sul podio del mercato: al primo posto, ovviamente, non può non esserci il Porto di Pinto Da Costa (il presidente sportivo con più titoli al mondo, 58) che con le maxi plusvalenze registrate dalle cessioni di Falcao, Hulk e James Rodriguez (mica solo loro) è riuscito a dare trasparenza e grande disponibilità economica, utile per proseguire investimenti su talenti che diventeranno, sicuramente, una vera e propria miniera d’oro per le casse del club portoghese. Sul secondo gradino troviamo il Benfica di Manuel Rui Costa, un altro maestro nell’individuare futuri campioni: da Di Maria, David Luiz e Gaitan, agli ultimi Talisca, Lindelof e Renato Sanches (appena ceduto al Bayern per 35 milioni).

La terza realtà, sul gradino più basso del podio ma non per questo da screditare, è lo Shakhtar Donetsk, società che con il passare degli anni è diventata e sta diventando una potenza europea a tutti gli effetti. Anni di progettazione ed impegno da parte del magnate ucraino Rinat Achmetov, nonché uomo più ricco d’Ucraina e 39° nel mondo, hanno garantito stabilità e prosperità al club arancione. Un vero e proprio colosso del business, possiede anche il 90% delle partecipazioni della System Capital Management, sponsor ufficiale dello Shakhtar e azienda che annualmente registra un fatturato di circa 10 miliardi di dollari. Nel ’96, grazie anche a questa imponente società, riesce ad acquistare la squadra e a farla diventare grande.

Der ukrainische Unternehmer Rinat Akhmetov, Besitzer des Ukrainischen Fußballclubs Schachtar Donezk, posiert am Montag (12.12.2011) in Donezk in der Ukraine in seinem Stadion Donbas Arena. Foto: Jens Kalaene
Il magnate ucraino Achmetov con alle spalle la Donbas Arena

Fino al 2004-05 la società preferiva investire in territorio europeo riuscendo anche a beccare personaggi che ancora oggi militano nel club: uno su tutti il croato Dario Srna, capitano della squadra.

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Dario Srna con la maglia dell’Hajduk Spalato prima del suo approdo in Ucraina

Da quella data in poi, Achmetov iniziò ad espandersi anche oltre i confini, scegliendo il Brasile come terra nella quale individuare talenti cristallini. Ovviamente questa situazione sorrideva al club, che poteva così acquistare calciatori sconosciuti, qualitativamente ben disposti ma con un price-tag abbastanza accessibile. I primi veri colpi di mercato furono quelli di Matuzalem dal Brescia, preso a 14.5 milioni, e dei due brasiliani Jadson Elano provenienti rispettivamente da Atletico Paranaense e Santos.

Segnali di investimenti importanti da parte dello Shakhtar che, a quell’epoca, sborsò circa 35.000.000 di euro totali per mettere le basi di una squadra vivace e brillante in vista del futuro.

matuzalem

jadson

elano

L’anno successivo sarà la volta di Fernandinho Dmytro Chygrynskiy, con quest’ultimo individuato e pescato da Mircea Lucescu nella primavera. Il brasiliano è costato invece 7.8 milioni di euro, ma già dalla prima apparizione convince il tecnico rumeno a schierarlo come mediano per il resto della stagione; stesso risultato per il giovane, promosso in prima squadra, che viene prontamente schierato al centro della difesa come pilastro inamovibile. Finirà poi al Barcellona di Guardiola, precipitando in un immenso buco nero, mentre Fernandinho è tutt’ora un uomo importante nelle gerarchie del centrocampo targato Manchester City.

DONETSK, UKRAINE - SEPTEMBER 19: Fernandinho of FC Shakhtar Donetsk in action during the UEFA Champions League group stage match between FC Shakhtar Donetsk and FC Nordsjaelland at the Donbass Arena on September 19, 2012 in Donetsk, Ukraine. (Photo by Genya Savilov/EuroFootball/Getty Images)

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Nel 2006-07 lo Shakhtar inizia ad attirare le prime attenzioni dai maggiori club europei e dà il via, così, alla compravendita. In entrata vi sono da registrare gli acquisti del bomber brasiliano Luiz Adriano dall’Internacional e dell’estremo difensore ucraino Pyatov, arrivato per poco più di 1 milione e ancora oggi schermo protettivo fra i pali della Donbas Arena. In uscita da evidenziare la prima plusvalenza della società: si tratta di Anatolij Tymoshchuk (arrivato per 125.000 euro e ceduto ai russi dello Zenit per 14.5 milioni). Il bilancio si è chiuso con un’attivo di +18.5 milioni e con uscite che non superano quota 6.

Il vero boom economico della società inizia, però, nella stagione successiva, quando il magnate ucraino sborsa ben 54.000.000 di euro. A disposizione di Lucescu arriva lo sconosciuto Willian dal Corinthians per 14 milioni, Ilsinho dal San Paolo per 10, l’attaccante messicano Castillo dell’Olympiacos per 15 ed il nostro Cristiano Lucarelli dal Livorno. Nonostante questo i neroarancio riuscirono a far registrare un attivo importantissimo, +47 milioni di euro, grazie alle cessioni di Elano al Manchester City, Matuzalem al Saragozza e di Ciprian Marica allo Stoccarda.

Il 2009-10 partì con la sopracitata cessione di Chygrynskiy al Barcellona per la sostanziosa cifra di 25 milioni di euro, ancora una volta plusvalenza straordinaria per un giovane proveniente dal vivaio. A livello di entrate ecco prontamente altri due brasiliani che promettono bene: Douglas Costa Alex Teixeira, costati complessivamente 14 milioni di euro e rivenduti a più del triplo in Bundesliga e Chinese Super League. Da non sottovalutare nemmeno il giovane Rakitsky, promosso in prima squadra da Lucescu e designato erede del partente Chygrynskiy.

Boateng: "Oh, vedi di non fare il furbo quando verrai al Bayern!" Douglas Costa: "Tranquillo, calmati, tranquillo!"
Boateng: “Oh, vedi di non fare il furbo quando vieni al Bayern!”
Douglas Costa: “Tranquillo, calmati, tranquillo!”

La squadra sta pian piano assumendo forma e grazie a queste straordinarie intuizioni la società potrà godere in futuro di sostanziosi incassi; anche Lucescu sta realizzando finalmente un sistema di gioco che esalti le loro caratteristiche. Questa volta, però, nel 2010 non vi sono particolari uscite (solamente +7 di attivo), ma con degli investimenti importanti che hanno sfiorato la soglia dei 30 milioni. L’avventura di Chygrynskiy in Spagna non è da ricordare e lo Shakhtar decide di riacquistarlo per 15 milioni affiancandolo al giovane Rakitsky, formando una coppia solida e affiatata. Pronto e servito anche l’attaccante Eduardo, proveniente dall’Arsenal per 7 milioni e della scommessa armena di nome Mkhitaryan preso per poco meno di 6 milioni.

mkhitaryan

Società sempre più grande e potente e con un brand che cresce sempre di più. Ovviamente il campionato ucraino non può garantire il fascino della Premier League, ecco perché molti calciatori sfruttano lo Shakhtar come trampolino di lancio per approdare in una grande squadra. Willian, ad esempio, è stato ceduto per 35 milioni all’Anzhi, Fernandinho e Mkhitaryan per la complessiva somma di 67.5 milioni, cifra da capogiro visto che i due arrivarono a Donetsk per un pugno di noccioline. Gli ultimi partenti invece, Douglas Costa, Teixeira, Fernando e Luiz Adriano hanno garantito tutti insieme un profitto di ben 96 milioni.

 

Gli “ultimi” arrivati provengono, come da tradizione, dalla casa do futebol, ossia il Brasile. Dai vari Taison, Dentinho Bernard, passando per l’ultima stella Marlos che nell’ultima edizione dell’Europa League ha dato spettacolo. In seguito una tabella riepilogativa delle entrate e delle uscite del club, con un attivo spaventoso di 400 milioni e con le passività che ammontano a -281 milioni.

ATTIVO PASSIVO
2004-2005 0 -35,11
2005-2006 400.000 -13,56
2006-2007 18,55 -5,82
2007-2008 47 -54,01
2008-2009 9,6 -12,38
2009-2010 40,19 -14
2010-2011 7 -28,45
2011-2012 10 -15,23
2012-2013 36 -24,24
2013-2014 67,5 -67
2014-2015 3,8 -12
2015-2016 96 0
TOTALE 400.336 -281,8

 

Esempio vero e proprio di compravendita, dimostrazione di come un piccolo club possa diventare grande a piccoli passi puntando su investimenti nella media per incassare, successivamente, una marea di soldi. Soldi che vennero utilizzati all’epoca anche per costruire la magnifica Donbas Arena, costata 300 milioni e bombardata per via dei numerosi conflitti onnipresenti con la Russia.

Investire all’inizio per guadagnare in futuro: bisogna avere tanto coraggio oltre che il portafogli abbastanza gonfio.

Si tratta un progetto a lunga durata: lo Shakhtar Donetsk non ha nessuna intenzione di fermarsi.

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