Kevin De Bruyne: essenziale

 Dopo Leo Messi è uno dei migliori che ho allenato. Può diventare il numero uno della Premier League”

Queste le parole di elogio di Pep Guardiola per quello che considera uno dei più grandi talenti a livello mondiale: per il catalano De Bruyne è infatti imprescindibile. Il belga è il giocatore dei Citizens con il maggior minutaggio dopo Kolarov, che però non ha dovuto saltare quasi un mese per problemi muscolari come il fantasista ex Wolfsburg. Guardiola non rinuncia mai a lui, non a caso senza il numero 17 in campo il Manchester City ha realizzato due soli punti in quattro partite.

Le sue qualità sono così importanti per il gioco della squadra che l’ex allenatore del Bayern ha scelto di abbassare il suo raggio di azione sulla linea dei centrocampisti, permettendogli così di entrare sempre nel vivo della manovra, anche a costo di diminuirne il potenziale offensivo.

Ora sto giocando in un ruolo più difensivo, sono più un uomo squadra. Penso che le mie prestazioni siano state molto buone, anche se giocando più indietro le mie statistiche sono peggiorate.”

Nonostante ciò, De Bruyne è il miglior assistman della squadra, quello che effettua più passaggi chiave ed è il terzo marcatore della squadra in Premier, secondo solo ad Aguero e Sterling.

Ben 74 le occasioni da gol create dal belga in Premier Leauge (statistica presa da www.squawka.com)

In questa posizione De Bruyne diventa il vero direttore d’orchestra della squadra, che gira tutta intorno a lui: una sinfonia più che orecchiabile, stonata da una fase difensiva rivedibile.

Io credo che Kevin sia un calciatore eccezionale, uno di quei giocatori speciali che sanno fare tutto, sia con la palla che senza palla. A volte bisogna passare la palla al primo tocco, altre è meglio controllarla, lui non sbaglia mai la decisione e questo lo rende un grande.” Pep Guardiola.

La sua intelligenza tattica gli permette di posizionarsi sempre nel modo migliore per ricevere palla dai compagni, inoltre grazie alla sua incredibile visione di gioco riesce ad effettuare passaggi precisissimi che scardinano anche le difese più chiuse. Qui abbiamo visto una delle sue giocate migliori, da fermo, a tagliare in due la difesa schierata degli Spurs: Lloris ha deciso di fare la papera, forse perché quella palla così delicata doveva essere trasformata in assist.

In fase di possesso De Bruyne è un centrocampista semplicemente perfetto, grazie alle sue grandissime abilità nei dribbling, nei passaggi ma anche negli inserimenti senza palla: da questo punto di vista Guardiola schierandolo a centrocampo ci ha visto lungo. Pep ha trovato il suo “Iniesta” (no, non siamo ubriachi) e – senza eccedere in paragoni fuorvianti – non può farne a meno. Anche perché sono due giocatori diversi, per quanto ugualmente incisivi per City e Barcellona.

I problemi però sopraggiungono in fase di non possesso: dato che il belga non è mai stato abituato a fare il cosiddetto “lavoro sporco”, mostra grosse lacune in fase di copertura, soprattutto nei ripieghi difensivi e nei contrasti. Inoltre l’altra mezzala è spesso David Silva, che presenta gli stessi problemi, e questo espone spesso i Citizens a pericolosi contropiedi che mettono in difficoltà una difesa non proprio inespugnabile (30 gol subiti rispetto ai 21 di Chelsea e Tottenham).

Il belga ha vinto solo il 41% dei duelli, poco meglio il suo compagno di reparto Silva col 47%. (statistica presa da http://www.squawka.com)

I nostri avversari non creano molte occasioni quando siamo difensivamente schierati, ma spesso sfruttano i nostri errori. Giocando così offensivamente come facciamo noi, rischiamo di essere scoperti quando perdiamo palla improvvisamente.” Kevin De Bruyne

Nonostante le pecche difensive, De Bruyne sta dimostrando di essere uno dei migliori giocatori al mondo, pochi possiedono le sue abilità nella lettura del gioco. Inoltre la sua utilità non si limita alle azioni di gioco, infatti anche nei calci piazzati il belga è un vero portento, sia per i cross che per i tiri in porta: riesce ad essere sempre determinante nelle azioni da gol dei Citizens, e non a caso ha fornito l’assist per il pareggio di Aguero contro il Liverpool.

Guardiola non rinuncia mai a lui, d’altronde chi lo lascerebbe fuori? Mourinho, per esempio. Era un altro De Bruyne, un altro ambiente, e il 17 dalla chioma pel di carota era un gattino spaurito in un branco di leoni, che solo ad inizio stagione sfiorò la Supercoppa persa ai rigori. De Bruyne perse l’occasione, anzi, non gli venne quasi mai data da Mou: per fortuna di Pep, è arrivato nel posto giusto al momento giusto.

Questione di tempi, come quelli che lui calcola alla perfezione per mandare in porta i compagni.

Che dire, se non Essenziale. 

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