Keitamina

Keitamina è un gioco di parole bruttissimo, lo ammettiamo. Forse l’abbiamo fatto per colpirvi, forse perché ne abbiamo bisogno – dei giochi di parole – proprio come il Liverpool ha bisogno di Naby Keita. Il tassello mancante per conferire ancor più credibilità a una delle superpotenze del calcio inglese, un organico che ha fatto passi enormi negli ultimi anni sotto la gestione Klopp; l’aver sfiorato la Champions League è una prova più che sufficiente.
Lontani, lontanissimi, sembrano i tempi della gestione Rodgers – e meno male, direbbe un qualunque tifoso Reds – eppure, la bacheca piange: un trofeo nelle ultime sette stagioni, troppo poco. Che sia davvero l’anno buono per il campionato?

Occorreva un calciomercato altisonante per aumentare l’hype e tentare di scacciare la maledizione campionato, quell’assenza che anno dopo anno pesa come un macigno sulle aspettative dei rossi della Mersey, e le mosse estive sono state fatte totalmente in funzione di questo obiettivo: Alisson, Fabinho, Shaqiri e Naby Keita possono rappresentare quell’upgrade necessario per competere con il City fino alla fine di questo campionato.

Keita in particolare dà l’impressione di poter essere un elemento decisivo sull’equilibrio della squadra di Klopp, un tuttocampista pronto a non far rimpiangere Emre Can.

Intanto cominciamo con una domanda: che giocatore è Naby Keita?

La concentrazione di Naby Keita | Numerosette Magazine

Educazione Redbulliana

Partiamo da molto lontano.
Dalla Guinea, che lo culla fino ai 17 anni e lo prepara al grande salto verso l’Europa, in particolare nella seconda divisone francese dove esordirà con i professionisti un anno più tardi.
La permanenza in Francia è veramente breve, perché viene subito notato da una società ambiziosa come il Salisburgo che funge da tramite per il primo vero turning point della sua vita calcistica: il Rasenballsport Lipsia, l’ideale per spiccare al volo, per essere annoverato tra i prospetti più interessanti del panorama europeo.

Criticabile, sì, il loro progetto fondato su rebranding e sponsorizzazione del proprio marchio, ma innegabile dire che Salisburgo e Lipsia hanno l’enorme merito di essere un’autentica fucina di talenti. La loro politica attuata sui settori giovanili permette a tante giovani promesse di trovare lo spazio necessario per mettere in mostra il proprio talento, esattamente come è successo a Keita: una società che punta su di te e ti accolla positivamente la fiducia incondizionata, fa tutta la differenza del mondo. A certi livelli, si sente ancor di più.

Da un punto di vista tecnico e tattico il campionato austriaco e quello tedesco si rivelano perfetti per lui, non gli mettono addosso pressioni esagerate ma allo stesso tempo lo responsabilizzano. In poco tempo acquista fiducia nei propri mezzi fino a diventare un giocatore tanto atipico quanto fondamentale nel suo ruolo, moderno pure per il 2018.

Naby Keita espulso | Numerosette Magazine
Nonostante qualche difetto.

Non è un gigante ma non perde mai un contrasto fisico con un avversario, possiede una forza nelle gambe impressionante che gli permette di recuperare palloni con una facilità disarmante e allo stesso tempo essere mortifero sulle ripartenze. Naby Keita è la versione più aggiornata e senza crash del centrocampista box-to-box: non ha un ruolo prestabilito, ed è forse quello il motivo per cui gli allenatori se ne servono come se fosse Ketamina, appunto. Fa tutto, e anche bene; pratica con sapienza la nobile arte della discplina tattica, un perfetto incrocio tra il centrocampo africano vecchia scuola – fatto di forza fisica e temperamento – e le nuove generazioni – incentrate sulla tecnica e l’estrosità.

Keita diventa – con Timo Werner, ma forse anche di più – il giocatore simbolo del Lipsia e di un progetto fresco, in salute, ma allo stesso tempo questa realtà comincia a diventargli stretta. La squadra non sembra in grado di poter vincere qualcosa di importante nel breve-medio periodo, e la voglia di competere a livelli sempre più alti incide.
Naby sceglie quindi di lasciare la Germania per proseguire la propria crescita, fin qui vertiginosa, e provare così ad affermarsi anche in condizioni maggiormente competitive.
Liverpool e la Premier League rappresentano da questo punto di vista tutto ciò che sta cercando: la squadra più divertente del pianeta – e tra le più ambiziose – in uno dei massimi campionati europei, in più giocare ogni due settimane ad Anfield è qualcosa che non guasta mai.

Un’arma in più

Naby Keita non è l’acquisto di punta ma uno su cui puntare. Klopp ne è ben consapevole, e i riflettori inevitabilmente accesi su Allison non sembrano tangerlo affatto: anzi, preferisce che accechino gli altri, mentre svolge diligentemente i suoi compiti.

In fase di non possesso, il guineano sembra essere l’aggiunta perfetta al gegenpressing voluto dal tecnico di Stoccolma: non solo ha incredibili doti di corsa, che non guastano mai, ma la sua grande intelligenza tattica gli permette anche di selezionare quando e come pressare, in poche parole nulla è lasciato al caso.
Per questo motivo la versatilità di Naby a centrocampo gli permette inoltre di marcare 2/3 posizioni differenti senza alcun problema, ha la rapidità necessaria per aiutare i terzini e chiudere sull’esterno ma è anche abbastanza fisico – nonostante non sia proprio un gigante –  per reggere qualsiasi contrasto in mezzo al campo.
L’arrivo suo, di Alisson e Fabinho delinea un autentico upgrade per i Reds dal punto di vista difensivo: chissà se sarà abbastanza per sradicare i Citizens dal trono, e chissà se il Liverpool riuscirà a risolvere i suoi grandi limiti.

Chissà, se quel perfetto mix di cattiveria agonistica, intensità e grinta chiamato Keita permetterà al Liverpol di migliorarsi senza deformare la propria idea di gioco o senza dover rinunciare a nessuna delle armi offensive, che han permesso la gloriosa galoppata dello scorso anno.

Naby Keita alla prima con il Liverpool | Numerosette Magazine

Se il suo gioco in fase d’interdizione è un indubbio miglioramento per i Reds, le doti di Keita in fase propositiva possono sicuramente renderlo un fattore decisivo. Non cerca la gloria né l’adulazione, non spacca le copertine né le porte.

Spacca gli equilibri con la sua essenzialità, l’arma più tagliente per le sottilissime difese britanniche.

La prima e più evidente novità tecnico-tattica che Naby porta sulle sponde della Mersey riguarda le sue ottime doti d’inserimento e le incursioni palla al piede: può agire da quarto attaccante dietro al trio delle meraviglie, un po’ come faceva Coutinho, sfruttando le sponde di Firmino o i movimenti ad allargarsi di Mané e Salah per puntare la porta o servire, a sua volta, gli inserimento dalle retrovie.
Nella prima partita stagionale, contro il West Ham, abbiamo potuto ammirare proprio questa dote di dettare i tempi della transizione e l’azione del primo goal di Salah è emblematica di come questa squadra, soprattutto in campo aperto, sembri proprio fatta a sua misura.

Naby Keita ispira per il gol del vantaggio | Numerosette Magazine
Keita – Robertson – Salah ed è già vantaggio Reds dopo 18 minuti.

Ma il guineano è una pepita preziosa da sfruttare anche in fase di possesso. Come ha già mostrato in tutta la pre-season e a inizio stagione, può tranquillamente andare ad impostare l’azione in mezzo ai due centrali e la sua più che discreta tecnica individuale permette alla squadra di arrivare in porta anche con lanci in verticale di 30/40 metri, oltre che col fraseggio nello stretto.
L’idea di Klopp è quella di avere più di un playmaker in campo – da Alisson a Van Dijk, fino allo stesso Keita e Firmino – proprio per aumentare le soluzioni offensive, in particolare a difesa schierata.
Inoltre, giocare un calcio a tratti più ragionato e meno d’impulso può permettere di spendere meno energie e quindi, soprattutto sul lungo periodo, di avere più energie ed essere più freschi nei momenti decisivi della stagione.

Lunedì scorso, contro il Crystal Palace, abbiamo potuto ammirare questo lato più quieto del gioco di Keita, al quale ha saputo comunque alternare grandi accelerazioni o sventagliate in verticale per imbeccare gli attaccanti. Un abile doppiogiochista.

Eredità pesante

Eravamo troppo presi dall’hype per questo Liverpool da dimenticarci un fattore numerico: Naby Keita ha scelto la celebre 8 di Steven Gerrard.

Keita non sembra intimorito dalle pressioni, non ha voluto lanciare una sfida: vuole semplicemente vincere. Ha fame di gloria, di vittoria, e il fatto che questa fame coincida con gli appetiti insoddisfatti dei Reds è una fortuna. Vuole vincere, e magari convincere, convincere i malpensanti che il suo acquisto potrà davvero conferire quell’equilibrio multitasking che in Premier hanno rintracciato in N’Golo Kanté.

Con limiti e inesperienza Keita può comunque rappresentare tutto ciò che serve ai Reds per colmare il gap con il titolo: quel tassello mancante, quel qualcosa che non c’era gli scorsi anni e che finalmente sembra essere arrivato.

Quella Ketamina che anestetizzerebbe il dolore di un trofeo che manca da troppo tempo.

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