João Cancelo, o lebréu

Qualsiasi rassegna sportiva lascia sempre in dote una discreta quantità di storie, gesti ed eventi che concorrono a tessere le fila di una narrazione più ampia, in cui il calcio fa solo da sfondo. Le lacrime di Cristiano Ronaldo e la tenacia con cui ha incitato la squadra dalla panchina, sovrastando l’immagine del buon Fernando Santos, schiacciato in primis dall’ego del suo capitano e in seconda battuta dalle telecamere, che inevitabilmente riponevano i loro mirini sulla foga dell’asso portoghese, sono state la cornice del trionfo portoghese in terra francese.

La figura di Cristiano Ronaldo universalmente riconosciuta da appassionati di calcio e no, la sua contrapposizione con quella di Messi, che pochi giorni prima aveva perso la Coppa America per la seconda volta consecutiva, ha di fatto adombrato, ancora una volta, ogni possibile narrazione alternativa, a partire dall’esaltazione del povero Eder, durata una notte e poco più, fino alla fioritura di un nuovo gruppo di calciatori portoghesi destinati ad essere i nuovi riferimenti del calcio portoghese ed europeo.

I vari Raphael Guerreiro, Willian Carvalho, Renato Sanches e Joao Mario sono solo alcuni dei prodotti più pregiati delle migliori annate portoghesi. Proprio quest’ultimo è stato corteggiato tutta l’estate da mezza Europa fino ad essere strapagato dall’Inter, mentre per uno come Raphael Guerreiro, gli osservatori del Borussia Dortmund hanno anticipato la concorrenza con un lavoro certosino che ha permesso l’acquisto del terzino multitask già prima dell’inizio dell’Europeo ad una cifra relativamente bassa (12 milioni).

I sopracitati ragazzi, che furono convocati da Fernando Santos in nazionale, rappresentano soltanto alcuni dei prospetti, che per varie ragioni sono stati scelti dal tecnico portoghese. Tra gli esclusi figura il terzino destro, attualmente in forza al Valencia: Joao Cancelo.

La storia di Joao Cancelo è immersa ed è piena espressione del momento storico del nostro calcio: relativamente a quell’ambito che a livello dirigenziale e rappresentativo è dominato dai procuratori.
La sua carriera professionistica inizia con il Benfica, squadra con la quale farà tutta la trafila delle giovanili, fino ad approdare alle soglie della prima squadra, diventando uno dei leader della squadra riserve con ben 51 presenze dal 2012 al 2014.
Ci si potrebbe aspettare un salto immediato in prima squadra, come avviene nella maggior parte dei casi per i prospetti più interessanti, ma non andrà così, la sua esperienza con le Águias di Lisbona culminerà con una sola presenza tra i grandi.

E’ in questo momento che Joao Cancelo si fa da parte per far subentrare sulla scena il suo procuratore, Jorge Mendes, colui che è unilateralmente riconosciuto come l’agente più influente al mondo. La partnership tra l’agente portoghese e la nuova proprietà del Valencia, che fa capo a Peter Lim, porta l’ex Benfica in Spagna, con la formula del prestito. La prima stagione nella Liga è subito convincente e, nonostante l’annata piuttosto travagliata con l’esonero di Espiro Santo e l’anonimo dodicesimo posto, Joao Cancelo è tra le note più positive e la proprietà del club decide senza esitazioni di acquistare il suo cartellino per 15 milioni di euro.

Correre. La prima parola che sicuramente vi verrà in mente, vedendo giocare questo ragazzo, è questa. Corre e corre forte Joao Cancelo, la sua struttura fisica estremamente slanciata lo rassomiglia ad un levriero, il portamento proteso sempre in avanti, sempre pronto a scattare lo rende paradossalmente iperdinamico anche nei momenti di quiete. E’ dotato di una grande falcata, che non porta mai il corpo ad una mancanza di equilibrio, anzi rende il movimento ancora più armonico nella sua totalità, rendendo estremamente appaganti le sue scorribande sulla fascia destra.

Può giocare in qualunque sistema che lo veda impiegato nell’out destro, sia alto in un 4-2-3-1 (posizione che attualmente ricopre) sia da esterno basso, con la caratteristica non usuale per un terzino di giocare con facilità anche sulla fascia sinistra in caso di necessità. Non per niente la sua presenza è imprescindibile per Prandelli.

Se a primo impatto l’elemento che più cattura l’attenzione è quello fisico, legato alla facilità di corsa, con uno sguardo più attento si potrà notare come sia di già un giocatore abbastanza maturo, che sa interpretare i momenti della gara e mettere le sue qualità al servizio della squadra. Quando viene impiegato come terzino fa con abnegazione la fase difensiva, risultando talvolta anche troppo aggressivo per qualche entrata, che può venir considerata sopra le righe. Questo aspetto però è decisamente indicativo di come il terzino portoghese viva attivamente la partita con un buon carico emozionale sulle spalle. L’impressione che ne risulta è che non voglia mai subire l’avversario, ma che debba sempre avere sotto controllo la situazione, essere sempre dominante nei duelli e non lasciare spazio alle iniziative avversarie.

Così come in fase difensiva propone sempre un atteggiamento spiccatamente attivo, anche in fase offensiva Joao Cancelo mostra sempre la volontà di dominare l’avversario. La sua facilità di corsa lo agevola moltissimo – come d’altronde anche in fase difensiva – nel superare il diretto avversario, ma questo non è tutto. Non sfrutta la sua corsa in maniera scriteriata, cercando di allungarsi il pallone ogni volta che ne intravede la possibilità, ma cerca di capire qual è il momento ideale per partire e sfidare l’avversario (3,1 dribbling riusciti a partita non sono un caso). I raddoppi che talvolta vengono portati su di lui per arginarne lo strapotere, che spesso esercita nella fascia di competenza, ci restituiscono un giocatore abbastanza maturo da capire i momenti della partita anche in fase offensiva, mettendo in mostra un buona capacità associativa, che spesso viene sfruttata con degli uno-due sulla fascia, volti a spaccare i raddoppi avversari.

Joao Cancelo è un giocatore del ventunesimo secolo e non potrebbe essere altrimenti. Lo sviluppo di certe caratteristiche fisiche, che lo hanno reso un giocatore ipercinetico, si inseriscono nel quadro di quei giocatori di fascia sempre più fisicamente dominanti, che uniscono a quest’ultime caratteristiche, anche una buona tecnica e un’altrettanto buona capacità di prendere scelte giuste nell’arco della partita.

Joao Cancelo però è ancora un giocatore piuttosto lineare e qualche volta prevedibile, elemento che viene molte volte mascherato dalla sua forza fisica. Un modo di giocare ben preciso, che, con i miglioramenti del caso e la consapevolezza dei suoi punti di forza e delle sue debolezze, lo potrà portare ad essere uno degli specialisti più forti in Europa.

In questi mesi si era parlato di Barcellona, alla disperata ricerca di un terzino destro dopo l’addio di Dani Alves e le turbolenze nel rapporto con Aleix Vidal, ma anche di Real Madrid e Manchester United: per adesso non si muove e a Valencia paiono essere abbastanza contenti, ma in estate vedremo cosa ne penserà Jorge Mendes…

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