“Handyman”: vi dice qualcosa? Se possedete una buona proprietà del lessico inglese, il gioco è fatto. E se non fosse così? Foneticamente vi ricorda Candyman, singolo di Christina Aguilera. No, non ci siamo: se siete fanatici di How I Met your Mother, incuneatevi nella nona stagione e l’arcano sarà presto svelato. Oppure basta Google traduttore: abbiamo scelto una strada più originale.
Handyman è il tuttofare. Costui è il padrone delle mansioni di casa: difficile trovare qualcosa che non sia in grado di svolgere. Conoscere un tuttofare, in sostanza, è un privilegio da poter sfruttare per risolvere situazioni intricate: inutile dire che gli allenatori provino un sentimento platonico nei loro confronti. Sfido chiunque mister a non illuminarsi gli occhi dinanzi ad una elasticità tattica, ad un giocatore in grado di abbinare entrambe le fasi in maniera efficace: il sogno di tutti.
Jurgen Klopp sogna ad occhi aperti grazie al suo handyman: James Milner. Ruolo? Bella domanda. Fino a qualche anno fa avremo certamente risposto:”Centrocampista centrale/esterno”, chiaro. Milner svaria in ogni settore della meta campo, anche se le sue qualità di impostazione sono meno altisonanti rispetto alla sua innata capacità d’inserimento. L’occhio da lince di Klopp ha fiutato una mossa geniale e fondamentale nei meccanismi dei Reds: terzino sinistro.
Il punto debole diventa così una forza: Alberto Moreno si accomoda in panchina e per ora rimane lì. L’handyman più apprezzato e conosciuto d’Inghilterra colpisce ancora e dimostra lo stesso spirito di un ragazzino alle prime armi, desideroso di nutrirsi del nettare tecnico-tattico del divin Jurgen: se i Reds bazzicano nei piani alti, è anche merito del suo numero sette – si, proprio come il nostro nome – autore di quattro gol e prestazioni di alto livello.
Milner è un giocatore essenziale, pragmatico, quasi romantico: il suo stile leggermente operaio – accompagnato da un apprezzabile bagaglio tecnico – lo posiziona di diritto nell’albo dei giocatori nostalgici. Il calcio cambia ed è in continua evoluzione, ma non per questo Milner tramonta, anzi: l’handyman per eccellenza si adatta. Insomma, prendetelo al fantacalcio.
Spirito di adattamento e romanticismo: innamorarsi di Milner diviene spesso una fattualità inevitabile. La sua personalità lo ha portato a vestire maglie storicamente note, pesanti, gloriose: Leeds United, Newcastle, Aston Villa, Manchester City, Liverpool. Incombere nel prolisso autobiografismo sarebbe forse un delitto, per questo vi poniamo una domanda curiosa.
Siete al parco. Passeggiate spensieratamente incuranti di ciò che vi circonda. Ad un certo punto alzate lo sguardo e vedete in lontananza James Milner: timidamente vi avvicinate, azzannati da un groppo in gola che solo un calciatore conosciuto può generare, e gli chiedete:
“James, qual è il segreto per diventare un tuttofare come te?”
Immaginiamo diverse repliche. Nel frattempo ci serviamo delle sue caratteristiche per rispondervi,
1. UMILTA’
Prima regola del tuttofare: avere umiltà. Umiltà significa riconoscere i propri limiti, accettare ogni disposizione tattica seppur non pienamente gradita. D’altronde Milner non avrebbe attirato con sé un grande successo senza la sua inconfondibile generosità: della serie “gioco in Premier da una vita, perché dovrei fare il terzino?” No, James non la pensa così.
2. SACRIFICIO
Il tuttofare deve essere umile, fin qui ci siamo: se, però, a tale caratteristica non abbini un sano sacrificio, allora non sei un vero handyman. Giocatori come Milner riconoscono serenamente i propri limiti, ma vanno oltre: tentano di superarli. Corrono, sudano, macinano chilometri per il bene della squadra: si sentirà felice e appagato nel momento in cui l’organico trionferà per il suo lavoro. Insomma, per lui il team è tutto: si vince e si perde insieme. Avere un giocatore così in rosa equivale a una fortuna incommensurabile.
3. OSSERVAZIONE
Altro elemento fondamentale è l’osservazione. Puoi essere bravo ed eccezionale quanto vuoi, ma se eludi la componente visiva dal tuo calcio rischi di sprofondare in un abisso tattico che imprigionerà le tue qualità: certo, tattica e calcio inglese spesso sono diversi come birra normale e birra analcolica, nonostante Ranieri & co abbiano importato schemi e concetti basilari. Devi comunque osservare, scrutare e intuire un possibile spazio per incunearsi e mandare in porta un compagno: credete che Milner non ne abbia? Allora forse non lo conoscete…
Chiaro, la visione alla Pirlo è una qualità prelibata e assai rara da intravedere nel calcio: bastano i fondamentali. Ma il nostro James è come uno scolaro che non ha mai smesso di imparare – anche grazie a maestri come Gerrard – e delizia i compagni con qualche assist apparentemente semplice, ma efficace.
3. CONSAPEVOLEZZA
Corre, si sacrifica, realizza assist: altro? Anche qualche gol, certo. Il piatto forte del menù è un altro: la consapevolezza. Quella goliardica sensazione di poter rendersi utile in ogni momento, in ogni ruolo. Si, la consapevolezza di voler e poter portare il Liverpool in alto, laddove merita di presidiare: da buon tuttofare si è insediato sulla fascia sinistra e non la molla più, come un cane con il suo osso. Consapevolezza, quindi, di migliorarsi ancora, di non mollare un centimetro, di rimanere equilibrato e razionale anche quando un susseguirsi di pulsioni emotive desidera fuoriuscire dall’animo umano con assoluta ferocia.
Questo è James Milner, l’Handyman: generoso, umile, disponibile, autocritico. Ora comanda la classifica marcatori dei Reds con 4 reti: trascinerà pure il Liverpool alla vittoria finale? Forse è troppo pure per lui…