Invisibili: Gnabry

Dalle parti dell’Emirates Stadium di Londra – dimora dell’Arsenal – qualcuno lo sta già rimpiangendo. Maledicendo la scelta di non aver dato abbastanza fiducia a Serge Gnabry, ora nuovo volto messo in mostra dal Bayern Monaco di Nico Kovac in questa stagione. Pronto a prendersi quel testimone che la coppia Robben-Ribery presto lascerà dopo tanti anni – e tanti successi – passati in Baviera.

Rimpianti che sicuramente si sono condensati guardando la partita che Serge Gnabry ha messo in piedi ad Anfield Road contro il Liverpool, nell’andata degli ottavi di Champions League. Occasioni, doppi passi e rapidità d’azione. Innumerevoli scatti e dribbling riusciti, capaci di far sfigurare quello che, a detta di tutti, è ritenuti il miglior terzino sinistro della Premier League, lo scozzese Andrew Robertson. Un repertorio che ha lasciato di stucco il pubblico Reds, mostrando tutta la personalità del 23enne tedesco in uno degli stadi più caldi del mondo (e di questa stagione in particolare).

Migliore in campo per distacco, insieme a Javi Martinez, alla sua prima grande prova di maturità in Europa l’esterno del Bayern non ha tradito le aspettative. Un talento che rappresenta una bocca d’ossigeno per una squadra che, dopo anni di dominio incontrastato in Germania, sembra giunto al punto del rinnovamento.

Tra atletica e calcio

Una passione sconfinata per il giamaicano Usain Bolt e un 10.13 sui 100 metri che gli varrebbe quasi sicuramente una finale olimpica. Nato da padre ivoriano e madre tedesca il 14 luglio 1995 a Stoccarda, Serge Gnabry è quello che potrebbe essere definito “un calciatore tolto all’atletica”. Una velocità fulminante che avrebbe potuto fare le fortuna dell’atletica leggere tedesca.

Doti fisiche che anticipano quelle qualità tecniche, che ora il Bayern Monaco sta raccogliendo a pieni mani ma che al tempo, furono notate dall’Arsenal dell’allora tecnico Arsené Wenger. La squadra che nel 2010 risolse il dubbio di un 15enne Gnabry, grazie a una offerta da 100.000 sterline, che convinse lo Stoccarda. Un accordo che permise ai Gunners di prelevare Gnabry dalle giovanili della squadra tedesca, dove l’esterno offensivo era cresciuto dopo le esperienze infantili nelle società locali di Weissach e nel Ditzingen.

Iniziato attendendo il compimento del sedicesimo anno di età per poter giocare con i Gunners (il regolamento inglese, infatti, non permette ai giocatori sotto i 16 di scendere in campo), Serge Gnabry rimase all’ombra del Big Bang per cinque stagioni. Visto come l’ennesimo talento da svezzare da Arsene Wenger, l’ex promessa dell’atletica tedesca riuscirà a conquistare due FA Cup e due Community Shield, firmando una sola rete e due assist in meno di venti partite con la prima squadra dell’Arsenal.

Un bottino piuttosto misero per chi veniva etichettato come il futuro dei Gunners ma che non spiega come una società così lungimirante come l’Arsenal possa aver mollato un talento solo da aspettare. Prima il prestito al West Browmwich Albion e poi la cessione definitiva nel 2016 al Werder Brema per appena 5 milioni di euro. Un affare per la formazione di Brema con cui Gnabry metterà a referto ben 11 reti e 2 assist in 27 partite, battendo quel primo colpo che sarebbe inevitabilmente arrivato prima o poi. Forse è proprio in quell’istante che i supporters dei Gunners hanno cominciato a capire di aver perso qualcosa di importante.

L’avvisaglia: Rio 2016

Capocannoniere a Rio 2016. L’avvisaglia che l’Arsenal non ha voluto ascoltare. Vestita ogni maglia nelle giovanili tedesche, l’appuntamento olimpico a Rio de Janeiro con l’Under 21 tedesca, avrebbe dovuto far ricredere i Gunners sulla potenzialità di Gnabry, capace di guidare la Germania fino alla medaglia d’argento (sconfitta in finale contro i padroni di casa del Brasile), impattando la prima posizione nella classifica cannonieri con sei realizzazioni, al pari del connazionale Nils Petersen e davanti al verdeoro Neymar.

Exploit che gli ha aperto di fatto le porte della nazionale maggiore, con cui ha debuttato l’11 novembre del 2016 nell’amichevole contro San Marino. Una chiamata che il giovane Gnabry credeva fosse uno scherzo:

Il CT mi chiamò ma ci ho dovuto pensare un po’ prima di capire se fosse vero o meno. Ci sono molti programmi radio che fanno scherzi telefonici e non volevo davvero essere una delle loro vittime.

Il risultato fu 8-0 per i tedeschi. Tre le reti di Gnabry. Unico in grado di segnare una tripletta all’esordio dopo Dieter Muller, autore di tre gol contro la Jugoslavia nella semifinale dell’Europeo del 1976. Un altro colpo.

Verso la consacrazione: il Bayern Monaco

Il suo dinamismo palla al piede è fantastico. Destro o sinistro, è così dotato tecnicamente che è difficile capire quale sia il suo piede migliore. (Niko Kovac).

Alla ricerca della perfezione, come la mentalità tedesca spesso impone, Serge Gnabry ha nel piede destro la sua arma più mortifera e naturale. Un dono che pare quasi vivere con sofferenza e che lo porta ad allenare incessante il piede “debole”, quello sinistro, fino a colmare il gap. Praticamente oggi è una sorta di ambidestro.

Talento, fisico e abnegazione. Dalle parti di Monaco sono ormai convinti: Serge Gnabry è l’uomo nuovo su cui puntare. Otto milioni al Werder Brema e un anno in prestito con la maglia dell’Hoffenheim. Presso la corte di Julian Nagelsmann, Gnabry batte un altro colpo, migliorando la stagione precedente: 10 reti e 7 assist in 26 partite. Condite da prestazioni costantemente convincenti e la perla della rete da centrocampo contro il Lipsia. Non servono altre prove: il Bayern Monaco non se ne priverà più. Il nuovo Robben o il nuovo Ribery può davvero essere lui.

E’ di fiducia in questa stagione Gnabry ne sta ricevendo – e ricambiando – molta dalla squadra bavarese. Nonostante ricorrenti problemi alla muscolatura della coscia, in Baviera Gnabry ha già superato le trenta presenze in questa annata, lasciando la sua firma con 8 gol e 5 assist. La doppietta contro l’Herta Berlino lo scorso 6 febbraio, che ha permesso al Bayern Monaco di qualificarsi per i quarti di finale della Coppa di Germania, gli sono valsi la prima volta il titolo di ‘man of the match’. Automatico è scattato il prolungamento sul contratto, in scadenza ora nel 2023.

Una crescita continua che lo ha portato a guadagnarsi la stima di Niko Kovac, l’uomo che ormai rappresenta una sorta di mentore del giovane tedesco.

Non solo talento

Tanto talentuoso quanto generoso. In campo – dove non risparmia mai il pressing e la copertura difensiva – è fuori. Serge Gnabry ha infatti deciso di aderire all’iniziativa “Common Goal”, lanciata dal collega Juan Mata e sostenuto da altri grandi giocatori come Hummels, Chiellini. L’intento: destinare l’1% del proprio stipendio a favore di organizzazioni benefiche legate al mondo del calcio.

L’1% non è un grande numero ma può dare un grande contributo se agiamo come una squadra. Voglio restituire qualcosa al calcio e permettere che questo movimento torni a essere in salute. Voglio cambiare il gioco in meglio.

 

 

 

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