Invisibili: Blaise Matuidi

Quando la Juventus ufficializzò l’acquisto di Blaise Matuidi da PSG (un affare da 20 milioni + 10 di bonus) la notizia passò praticamente in secondo piano. I bianconeri, infatti, avevano avuto un mercato scoppiettante: tra la clamorosa cessione di Bonucci e l’acquisto di Douglas Costa e Bernardeschi, pareva che il centrocampista francese fosse un buon rincalzo, non eccezionale, l’ideale per allungare la panchina in vista di una stagione impegnativa.

Pochi avrebbero scommesso su un impiego così massiccio di Matuidi nello schema di Allegri. Chiuso da Pjanic e Khedira, offuscato dall’arrivo di una giovane promessa (Bentancur dal Boca Juniors), pareva davvero che il francese fosse semplicemente un’altra portata nella ricca sessione di mercato bianconera, che si chiuse con una spesa complessiva intorno ai 150 milioni di euro. E invece eccolo qui, a rientrare tra gli Invisibili, la rubrica dedicata ai giocatori-ombra che sono spesso il segreto dei successi di una squadra.

Blaise Matuidi con la maglia della Juve | Numerosette Magazine
Blaise Matuidi abbina una straordinaria forza fisica a una struttura longilinea e sottile. Le sue giocate in campo sono dotate di una leggerezza sorprendente.

Questione di equilibri

Nella scorsa stagione, Allegri ha deciso di costruire una squadra fluida sul piano tattico, passando molto agilmente dalla difesa a 3 a quella a 4, e lasciando grande libertà di manovra ai suoi attaccanti. Mentre Sarri costruiva una formazione ossessionata dai principi tattici, Allegri difendeva la sua visione del calcio basata su organizzazione difensiva e giocate individuali, venendo premiato con la vittoria dello scudetto e della Coppa Italia.

Le innovazioni tattiche portate da Allegri sono state poche, ma efficaci. A destra, Cuadrado ha arretrato progressivamente la sua posizione, finendo a fare il terzino; a sinistra, Mandzukic continuava ad avere compiti da seconda punta accentrandosi pericolosamente in area, dove poteva sfruttare il suo potenziale aereo. Ma la chiave tattica del successo bianconero sta nella posizione fluida di Matuidi, che per tutta la scorsa stagione ha dato un equilibrio fondamentale a una Juve molto sbilanciata sul piano offensivo.

Buffon
Alex Sandro
Chiellini
Benatia
Cuadrado
Matuidi
Pjanic
Khedira
Mandzukic
Higuain
Bernardeschi

Il francese è sì meno appariscente di Pjanic e Khedira ma prezioso nella sua posizione intermedia, tra il ruolo di mezzala e quello di ala classica. La sua intelligenza tattica ha permesso alla Juve di sostenere anche tre punte contemporaneamente, e di schierare altri due centrocampisti che hanno migliorato di molto la fase di interdizione, ma nascono con una trazione dichiaratamente offensiva. Matuidi, con il suo lavoro invisibile, ha dato ad Allegri l’equilibrio di cui aveva bisogno. E lo stiamo vedendo anche in questa stagione.

Blaise Matuidi festeggia dopo un gol con la Juventus | Numerosette Magazine
Spesso si sottovaluta la capacità offensiva di Matuidi. Il francese segna in media 1 gol ogni 10 partite; non male, per uno che nasce come centrocampista di quantità.

Matuidi è universale

Quest’anno, con l’arrivo di Ronaldo, il parco attaccanti della Juventus si è affollato in maniera surreale. Allegri ha trasformato del tutto Cuadrado in terzino per garantirgli più minutaggio, e sta valutando la possibilità di far giocare contemporaneamente quattro punte. Ma non c’è dubbio sul fatto che l’allenatore della Juve sia un pensatore pragmatico e realista: Allegri non rischia, se non ce n’è bisogno. Per questo motivo, se contro il Frosinone c’è stato modo di schierare un centrocampo a due e una coppia di terzini in proiezione offensiva (Sandro e Cuadrado), c’è da star sicuri che negli scontri diretti (come col Napoli la prossima domenica) Allegri recupererà Matuidi, assegnandogli di nuovo quella posizione fondamentale in mezzo al campo.

Matuidi ha battuto il Parma da solo

Sostenere una punta come Ronaldo – che già negli ultimi anni al Real obbligava i suoi vicini di reparto agli straordinari, si veda Benzema – e altri due o tre uomini d’attacco significa avere un centrocampo muscolare e lucido per tutta la partita. E nessuno meglio di Matuidi è capace di fornire quella costanza, con un lavoro che spesso rimane sotto traccia ma si rivela fondamentale negli equilibri della Juventus.

Matuidi ha una corsa notevole, uno scatto sopra la media (dei centrocampisti) e degli ottimi piedi. Insomma, il francese è un calciatore universale. Il suo speciale rapporto di quantità e qualità ha anche il pregio di essere poco appariscente, e di non attirare troppo l’attenzione della squadra avversaria. A Parigi se ne sono accorti subito: dopo la partenza di Matuidi, il centrocampo del PSG non è più stato capace di ritrovare sé stesso, e la squadra degli sceicchi sembra una compagine spezzata a metà, con un attacco superstellare e una buona difesa che non comunicano tra di loro.

Gli highlights della partita di Matuidi contro il Parma spiegano meglio di qualsiasi riflessione la sua intelligenza tattica. Nel primo gol della Juve, Mandzukic ci dà una idea pratica di cosa significhi “attaccare lo spazio”. Ma diamo un’occhiata alla posizione di Matuidi in tutte le azioni d’attacco della Juve: o va ad occupare la zona laterale, oppure attacca l’area di rigore con una ferocia impressionante. E alla fine i suoi sforzi vengono premiati: Matuidi segna il gol vittoria espugnando il Tardini. 

La lezione di Allegri

La Juventus di quest’anno, che secondo Chiellini è la più forte degli ultimi otto anni e forse la più competitiva di sempre, avrà un solo problema: l’equilibrio. Dal punto di vista tattico, Allegri dovrà standardizzare i suoi esperimenti di formazione per dare delle certezze a chi scende in campo; dal punto di vista emotivo, l’allenatore dovrà gestire uno spogliatoio stracolmo di gente abituata a fare la differenza. Ma anche Matuidi, nel suo, fa la differenza.

Matuidi in contrasto | Numerosette Magazine
Matuidi è un vero mastino del centrocampo. Tra i giocatori della Juve, è l’unico a mantenere la media dei difensori nel numero di contrasti vinti. Niente male, davvero niente male.

Molto probabilmente, Matuidi sarà una pedina irrinunciabile anche in questa stagione, soprattutto quando gli impegni si faranno molto ravvicinati. Abbiamo già visto come Allegri cerchi di mettere Ronaldo al centro dell’attacco, lasciandogli solo il compito di segnare; con la posizione fluida di Matuidi, però, diventa più facile sostenere anche un attaccante come Mandzukic, che affolla l’area di rigore come pochi ed è capace di portare centimetri pericolosi in mezzo alla difesa avversaria.

Matuidi rende benissimo in un centrocampo a 3, dove ha facoltà di stringere e allargare il proprio raggio d’azione, mentre diventa molto più diligente in una mediana a 2, la quale richiede molto spesso elementi che non appartengono al suo stile di gioco (il passaggio lungo e la capacità di liberarsi da una marcatura stretta, tipica nella serie A). Allegri terrà sicuramente presente anche la pericolosità offensiva di Matuidi, che spesso e volentieri vede la porta e la trafigge con una certa semplicità.

Szczesny
Alex Sandro
Chiellini
Bonucci
Cuadrado
Matuidi
Pjanic
Khedira
Mandzukic
Ronaldo
Douglas Costa

La lezione di Deschamps

La posizione fluida individuata da Allegri è in fin dei conti un’evoluzione tattica naturale del ruolo di Matuidi al PSG. In Francia, il centrocampista era abituato a curare molto la fase difensiva in una squadra tradizionalmente dotata di tre attaccanti pesanti e una o anche due mezz’ale molto offensive (spesso Di Maria e Draxler). Proprio la surreale capacità di equilibrare una squadra così sblianciata ha spinto Allegri a volerlo a tutti i costi. 

Già, la sua innovazione tattica (Matuidi che copre due ruoli, interno ed esterno di centrocampo) non è passata inosservata: nell’ultimo campionato del mondo, Didier Deschamps ha sfruttato le doti del centrocampista bianconero per proporre a sua volta un 4-3-3 che avrebbe poi trionfato nella competizione. La Francia versione 2018 poteva contare, senza dubbio, sull’attacco più forte del torneo, e poteva sostenerlo grazie a giocatori energici come Matuidi, Kanté e Pogba.

Matuidi esulta con la maglia della Francia | Numerosette Magazine
Il mondiale si vince soprattutto grazie allo sforzo collettivo. E quando in mezzo al campo hai gente come Matuidi e Kanté, difficilmente puoi sbagliare. Nella finale di Euro 2016, il Portogallo sbloccò la partita con un episodio; in Russia, però, non c’è davvero stata partita. La Francia era una squadra superiore alla Croazia, da un punto di vista fisico e tecnico.

Anche nella nazionale, Matuidi andava spesso e volentieri ad occupare la posizione di esterno sinistro, approfittando della posizione centrale di Giroud e Griezmann. Stesso discorso dall’altra parte, dove il funambolico Pavard occupava tutta la fascia destra lasciando a Mbappé la possibilità di penetrare centralmente.

Deschamps ha dato l’idea di cosa debba fare un commissario tecnico per centrare i suoi obiettivi: prendere le intuizioni tattiche viste nei club, e amalgamarle tra loro in nazionale. La posizione fluida di Matuidi è stata una delle chiavi della vittoria finale, assieme al coraggio di schierare Giroud titolare e di mantenere Griezmann in posizione centrale. Beh, i risultati gli hanno dato ragione.

Matuidi, Griezmann e Hazard durante la semifinale dei mondiali 2018 | Numerosette Magazine
Matuidi ha irretito il miglior giocatore del Belgio, Hazard, costringendolo a giocare una partita nervosa. Quando si dice “quantità e qualità”.

L’uomo ombra della Juve

In questa stagione, la Juventus ha i riflettori del mondo puntati addosso. L’arrivo di Ronaldo è stato un grande colpo tattico e mediatico, che ha reso i bianconeri i favoriti per la vittoria in Champions League. Si ha l’impressione che la squadra di Allegri si senta quasi obbligata a vincere tutto, e per ora ha mostrato una solidità mentale impressionante.

Ma laddove ci sono calciatori appariscenti c’è bisogno di una loro controparte nell’ombra. Allegri sta resistendo alla tentazione di schierare troppi attaccanti, e la duttilità impressionante di Matuidi lo sta aiutando a vincere la lussuria di vedere, chissà, quattro punte più Cuadrado nello stesso momento. Sta ancora rifiatando, Blaise, dopo il lungo impegno estivo con la sua nazionale, eppure diventerà una pedina fondamentale nei mesi più concitati della stagione.

A fari spenti, nell’ombra, come solo un Invisibile sa fare.

Matuidi esulta con la maglia della Juventus | Numerosette Magazine

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