In arte Gabigol

Si giocava a Brasilia quel giorno di maggio, nello stadio dedicato al grande Garrincha, era appena stato completamente ristrutturato in vista della Confederation Cup che sarebbe iniziata di lì a poco e andava quindi testato.
Santos e Flamengo erano schierate in mezzo al campo per l’inno nazionale brasiliano, si trattava della prima giornata del campionato ma era già un giorno speciale, tutti i riflettori erano puntati su un ragazzo di appena 21 anni che stava cantando con la mano sul cuore e le lacrime agli occhi; in Brasile era già il numero uno indiscusso e stava per andarsene dall’altra parte dell’oceano per vestire la maglia del Barcellona e conquistare anche l’Europa.

Tranquillo Neymar, non piangere, ci sarà Gabigol a sostituirti.
Tranquillo Neymar, non piangere, ci sarà Gabigol a sostituirti.

In quel che fu il giorno di Neymar, in pochi si accorsero dell’esordio di un ragazzino, affacciatosi alla prima squadra a nemmeno 17 anni.
E nessuno probabilmente avrebbe predetto che quello sarebbe diventato, almeno nel cuore dei tifosi, il successore di O’Ney.
Invece a poco più di 3 anni di distanza siamo qui a parlare del talento cristallino del gioiello di Sao Bernardo do Campo, su cui si sono buttati i club di mezza Europa.

Eppure il Santos si era tutelato a tempo debito, facendo firmare al giovane prospetto un contratto con una clausola rescissoria da ben 50.’000.000 di euro.
Ma, esattamente, chi è questo talento in erba?
All’anagrafe è registrato con il nome di Gabriel Barbosa Almeida, anche se per tutti è da diversi anni Gabigol.

"Buongiorno a tutti, mi chiamo Gabriel Barbosa e di professione faccio gol."
“Buongiorno a tutti, mi chiamo Gabriel Barbosa e di professione faccio gol.”

Oltre al significato facilmente intuibile, la storia che vive dietro a questo soprannome è davvero curiosa, un classico racconto sudamericano a metà tra leggenda e realtà, ritratto che piace tanto in quella parte del mondo dove, come diceva Jorge Luis Borges, la mancanza di un’epica storica viene sostituita con l’epica contemporanea che, se per gli americani del nord è Hollywood, per i sudamericani è decisamente il calcio.
Tornando a Gabigol, si narra che venne scoperto dalla compianta leggenda del Santos Zito durante una partita di futsal proprio contro il Santos conclusa 6-4, in cui Gabriel segnò tutti i 6 gol della sua squadra. Piccola nota a margine: aveva 8 anni.
Il piccolo fenomeno entrò così a far parte delle giovanili della squadra che fu di Pelé dove si dice che abbia segnato, tra il 2004 e il 2012, una cifra compresa fra i 400 e i 600 gol, numeri che gli valsero appunto il soprannome di Gabigol.

Numeri – reali o fantasiosi – a parte, la sua vena realizzativa gli ha permesso, cosa forse più importante di tutte, di portare tutta la famiglia fuori da Parque Seleta, una delle peggiori favelas di Sao Bernardo do Campo, dove il ragazzo è nato e cresciuto.
Aprendo una piccola parentesi, si potrebbe dire che, come spesso accade in questi contesti, ancora una volta il calcio rappresenta quell’ancora di salvezza che permette ad un semplice ragazzino di riscattare una vita altrimenti destinata alla povertà e alla criminalità, lasciandoci soli a riflettere sul valore sociale del calcio e dello sport in generale, che ha un potenziale enorme e che forse andrebbe sfruttato in maniera diversa.

Dalla povertà delle favelas alla maglia della nazionale, può esistere qualcosa di più bello a vent'anni?
Dalla povertà delle favelas alla maglia della nazionale, può esistere qualcosa di più bello a vent’anni?

Con il passare del tempo, il paragone con Neymar è stato inevitabile, anche se a dirla tutta nei primi anni per caratteristiche e storia ricordava di più un altro brasiliano, proveniente pure lui da una favela, pure lui un talento cristallino e dotato di un sinistro al fulmicotone da paura. Volete sapere di chi sto parlando?
Beh, non è difficile capirlo, se siete interisti e avete più di 12-13 anni, non potete esservelo dimenticato, magari avete pure la sua maglia in qualche angolo remoto dell’armadio: sto parlando ovviamente dell’imperatore Adriano, forse uno dei più grandi “what if” degli ultimi 20 anni.

"Ciao figliolo, vedi, so che ti hanno paragonato a me e ti dirò, per certi versi ci assomigliamo e veniamo pure da un posto simile, però ragazzo, ti prego, non fare la mia stessa fine."
O perché avevate visto la foto in anticipo

Con O’Ney invece condivide la squadra di origine e il fatto che entrambi siano stati precocissimi nello scalare le gerarchie in quel di Vila Belmiro, dove hanno trovato un posto da titolare ben prima dei 20 anni.
L’impatto dell’attuale attaccante del Barça fu però molto più devastante in termini realizzativi, sebbene Gabigol giochi più esterno e lontano dalla porta rispetto a Neymar.
Il suo ruolo ideale è come esterno destro d’attacco, dato che da quella posizione può rientrare e calciare col suo potente sinistro verso la porta.

"Mo' spacco la porta"
“Mo’ spacco la porta”

Appunto per questo, tra Inter e Juventus – le due squadre italiane a lui maggiormente interessate – farebbe molto più comodo ai nerazzurri, visto che spesso e volentieri Mancini utilizza moduli come il 4-3-3 e il 4-2-3-1, situazioni tattiche in cui il giovane brasiliano si esalterebbe e farebbe esaltare.
In bianconero (stessi colori del Santos, ndc) troverebbe probabilmente maggiori difficoltà dato che i due moduli utilizzati da Allegri, il 3-5-2 e il 4-3-1-2, non prevedono esterni prettamente offensivi, anche se il suo innesto potrebbe far passare ad un 4-2-3-1 dove giocherebbe sulla trequarti insieme a Pjanic e Dybala alle spalle di Higuain, per una quaterna potenzialmente devastante.
La cosa certa è che, come dichiarato nei giorni scorsi, Gabriel verrà in Europa per giocare un ruolo da protagonista; oltre a questo, il suo nuovo club gli dovrà concedere un ruolo importante visto che il giocatore non vuole essere girato in prestito.
La speranza, neanche troppo segreta, è quella di vederlo all’opera nella nostra Serie A ogni domenica: in fondo sarebbe bello se finalmente un talento cristallino scegliesse l’Italia come rampa di lancio per la sua carriera.

Comunque vada, presto tutti si accorgeranno di Gabriel Barbosa, in arte Gabigol.

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