Slavorientale

Sembrava tutto pronto a Genova per l’approdo di Josip Ilicic in maglia blucerchiata. Ma nella sera del 3 luglio, invece, accade che l’Atalanta, silenziosamente, si accordi proprio con il centrocampista sloveno, appena svincolato dalla Fiorentina. Doveroso chiedersi, dunque, quale sarà il ruolo dell’ex Viola sotto la guida di Giampiero Gasperini. E, soprattutto, se potremo finalmente assistere alla definitiva consacrazione dello sloveno, meno discontinuo e più leader in vista della grande stagione europea della squadra bergamasca.

Pronto soccorso Gasperini

Ilicic, talento slavo dal piede orientale | numerosette.eui

Prima a Palermo e poi con la Viola, Ilicic ha dimostrato un potenziale che spesso superava le aspettative. Questa condizione ha spesso comportato che non scattasse mai un reale sentimento di reciproca completezza fra il centrocampista e il suo pubblico. Un giorno la Curva Nord di Palermo amava lo sloveno dall’impeccabile sinistro, un altro gli rimproverava la poca incisività e ci si chiedeva nuovamente quale fosse il suo reale valore.
Prendiamo d’esempio proprio la stagione appena conclusa e poniamola in confronto con quella del 2015-2016: da 15 gol in 37 presenze a soltanto 6 reti sulle 36 gare disputate, per limitarsi solo ai numeri. Lo sloveno ha, infatti, dimostrato nell’ultima stagione un’evidente decrescita, rispetto alla prima stagione con Sousa in cui determinava il gioco sulla trequarti, desiderato dal tecnico portoghese. Quest’anno, invece, sebbene le presenze siano state pressoché le stesse, al Franchi in molti hanno notato che Ilicic non fosse più lo stesso: schivo nelle manovre d’attacco, raramente in grado di imporsi e persino per i calci di punizione, una delle sue specialità, il pallone veniva affidato prevalentemente al mancino di Bernarderschi.

Proprio un allenatore taumaturgico come Gasperini potrebbe, tuttavia, evitare il declino dello sloveno valorizzandolo nel suo 3-4-3 asimmetrico. Ilicic ha già provato con Sousa la posizione a lui più adatta in un modulo “corposo” a centrocampo, svolgendo il ruolo di trequartista atipico: l’ex Viola ama spaziare verso il lato destro della metà-campo avversaria per potere poi rientrare con il sinistro, giungendo spesso alla conclusione in porta, caratteristica fondamentale per un mancino moderno. Bisognerà capire se l’idea dell’allenatore ex Genoa sarà quella di gestirlo in un ballottaggio con il Papu Gomez o quella di disporli assieme. Porre Ilicic in un contesto simile, in cui è necessario il continuo miglioramento di sé stessi e la rivalutazione delle proprie lacune (si veda la riscoperta di Cristante da gennaio in poi) può essere la chiave di risoluzione sia per il calciatore, sia per la stessa Atalanta. E Gasperini – come recita la sua storia – è un maestro in questo tipo di situazioni.

Delicatezza

Esperienza internazionale

Sono di 25 presenze e 7 gol in Europa League i numeri con cui si presenta Ilicic all’Atalanta, oltre all’esperienza internazionale con la Slovenia di cui, tuttavia, non è mai stato simbolo imprescindibile come testimoniano le 46 presenze e 3 gol in 7 anni. Non è ancora possibile individuare con certezza quali possano essere le idee che Gasperini ha su di lui, ma i numeri che si porta dietro, lo rendono, in questo senso, il giocatore più esperto della rosa bergamasca. Quel che conta, però, quando si parla di un calciatore come Ilicic non è in realtà tenere d’occhio le statistiche, ma scoprire e ripercorrere un percorso tanto rigoglioso per certi tratti da doversi inevitabilmente interrompersi, da un momento all’altro.

Dalla Bosnia a Palermo

Ilicic nasce nel 1988 nell’ex Jugoslavia, in quei territori adesso appartenenti alla Bosnia sebbene egli acquisisca la cittadinanza slovena. La svolta della sua carriera giunge meritatamente nel 2010, quando gli osservatori del Palermo decidono di portarlo in rosanero con la cifra di 2.2 milioni, consapevoli delle potenzialità di quel giovane trequartista del Maribor, che aveva impressionato (insieme al connazionale Bacinovic, presi a pacchetto) il giorno prima nei playoff di League. E se volessimo ancor più addentrarci nei meandri della vita di Josip Ilicic ci toccherebbe risalire alla sua complicata infanzia, segnata dalle guerra civile slava, e al suo primo approccio con il calcio, di cui racconta lui stesso: «Ho imparato giocando da bambino sotto casa. C’era un muro che funzionava da barriera». Affina il mancino contro il muro con la passione di chi sa di poter avvicinarsi ai propri idoli, Nakamura su tutti, fino alle prime esperienze con le slovene Britof e l’Interblok. Con quest’utima si fa notare da un’eminenza del calcio sloveno come Zlatko Zahovic che lo chiama proprio al Maribor.

Ilicic, talento slavo dal piede orientale | numerosette.eu

Sotto il segno di Nakamura

Il giocatore sloveno ha vissuto nel sogno di Shunsuke Nakamura. Ammira per anni i meravigliosi calci di punizione realizzati dal giapponese con la maglia del Celtic e racconta di come studiasse le sue traiettorie. Seguendo le orme del giapponese comincia così ad avvicinarsi anche alla Serie A in cui proprio Nakamura ha trascorso ben 3 stagioni vestendo la numero 10 della Reggina. Probabilmente Ilicic non avrebbe mai dato per scontato che soltanto 5 anni dopo sarebbe stato proprio lui una delle maggiori sorprese di quel Palermo ricco di talenti. Nella stessa intervista rilasciata lo scorso anno per la Gazzetta dello Sport,  in cui, come già detto, racconta della sua ammirazione nei confronti del centrocampista giapponese, riconosce a Marcos Alonso (ai tempi suo compagno nella Fiorentina) e a Pjanic il titolo di miglior battitore di calci piazzati della serie A. Intanto, seppure in sordina, Ilicic si candida come prima minaccia delle barriere avversarie per le partite dell’Atalanta.

Sappiamo persino che lo sloveno, talvolta taciturno in campo, abbia già le idee chiare circa il suo futuro. Per sua stessa ammissione ama la moda, al punto da non sognare più il piede sinistro di Nakamura, ma una collaborazione nel settore con la stessa famiglia Della Valle. Perché per Ilicic la moda, così come le conclusioni calciate dal suo mancino, vanno oltre il pragmatismo o l’efficacia, ma tendono alla bellezza e alla ricerca di uno stile che, ancora una volta, Josip Ilicic dovrà rimodulare in una piazza entusiasta come quella atalantina.

Chic

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *