È sempre più il Milan di Gattuso

Dopo il mercato di riparazione, il Milan di Gattuso ha cambiato passo.
Gli acquisti di Paquetà e Piatek hanno stravolto l’abito tattico dei rossoneri, eliminando quei deficit che avevano penalizzato la prima parte di stagione. In questo articolo cercheremo di capire in che modo il Diavolo sia riuscito a risalire fino al quarto posto in classifica, trovando una continuità che potrebbe risultare determinante nella fase finale del campionato.

Ora è facile

Certe volte, per spiccare un salto più alto è necessario tornare sui propri passi.

Friedrich Nietzsche, Biglietti della follia, 1899

18 dicembre 2018. Milan e Bologna duettano al Dall’Ara producendo la più brutta partita della stagione. I due allenatori, Gattuso e Inzaghi, sembrano ormai alla fine della corsa: le loro squadre sono abuliche, non pungono e si sterilizzano a vicenda davanti a un pubblico sfiduciato. Cinque giorni prima, Gattuso e i suoi sono stati eliminati ai gironi di Europa League, suicidandosi tra le sponde del Pireo di Atene. Da Bologna il Milan esce decimato: mancano i quattro centrocampisti più importanti (Bonaventura e Biglia per infortunio, Kessié e Bakayoko per squalifica) e i primi malumori dello spogliatoio cominciano ad avvelenare l’aria di Milanello.

Ora è facile dire che la vittoria di Gennaro Gattuso sia cominciata qui. Ora è facile dire che Leonardo e Maldini, nuovi timonieri del bastimento, avevano ragione a dare fiducia al loro ex compagno di squadra. Eppure, due mesi fa, nessuno avrebbe mai pensato che il Milan potesse risorgere e trasformarsi, di nuovo, in una potenza del nostro calcio.

Gli anticorpi di Gattuso

Per un paio di partite Gattuso si è ritrovato senza centrocampisti, ma non ha rinunciato alla sua idea di gioco. L’allenatore riteneva che il 4-3-3 fosse l’unico modulo che potesse sfruttare appieno le caratteristiche di Higuain, e per questo ha pescato dal fondo della rosa rispolverando José Mauri e Bertolacci, eufemisticamente poco impiegati nel corso della stagione.

La scelta di mettere Calabria – al posto di Montolivo – nella posizione di mezzala nella partita contro la Fiorentina ha creato un cratere nello spogliatoio del Milan. L’agente dell’ex capitano rossonero ha fatto la voce grossa sui social, alimentando il fuoco della discordia su tutta la società. Da quel momento è stato un vero e proprio effetto domino.

Gonzalo Higuain aveva già dato segni di insofferenza nelle partite precedenti, soprattutto contro la Juventus della sua nemesi, Cristiano Ronaldo. Proprio come Bonucci, infatti, Higuain si è dimostrato troppo assuefatto alla mentalità ultravincente della Juventus, ed è addirittura diventato un problema per l’ambiente rossonero. I suoi plateali gesti di stizza gli hanno inimicato una tifoseria che lo osannava come il salvatore della patria; in meno di tre settimane, lo stesso argentino avrebbe chiesto la cessione al Chelsea, scuotendo i progetti di mercato del Milan che puntava a tenerlo fino a fine anno.

Fuori dall’Europa League, affossati in campionato, i rossoneri hanno visto profilarsi una stagione fallimentare. Minacciato dai risultati e dallo spogliatoio, Gattuso ha fatto la sola cosa possibile: si è stretto attorno ai suoi giocatori ed è passato attraverso le forche caudine di dicembre e gennaio. Nel momento del bisogno, è riuscito a rimanere accodato al treno della Champions senza snaturare il proprio modulo. E ora che tutti i pezzi sono tornati al loro posto, i risultati sono ancora più evidenti. Recuperati Kessié e Bakayoko, infatti, il Milan ha ritrovato solidità in mezzo al campo; contemporaneamente, Montolivo e il suo agente sono stati richiamati all’ordine e sono rientrati nei ranghi.

Higuain e Gattuso al Milan | Numerosette Magazine
Secondo Arrigo Sacchi, tra Higuain e Milan è stato un matrimonio forzato, senza amore. La convivenza non poteva durare.

Le intuizioni di Leonardo

L’azione più spettacolare, però, l’ha fatta Leonardo, che ha dimostrato ancora una volta una grande intelligenza sul mercato. L’arrivo di Paquetà ha ridato al Milan quella capacità inventiva che, dopo l’infortunio di Bonaventura, non si era più vista in mezzo al campo. Paquetà è molto meno brasiliano di quanto si possa pensare. Si è adeguato subito ai meccanismi tattici complessi del nostro campionato e ha dimostrato di essere già europeo: i suoi giochi di prestigio sono funzionali alla manovra offensiva, e completano la sua visione di gioco da incursore.

Con Paquetà, Gattuso ha ritrovato dinamismo in mezzo al campo | Numerosette Magazine

La giravolta con Juventus, Genoa e Chelsea, invece, ha permesso ai rossoneri di trovare adeguati anticorpi per il caso Higuain. Il bomber argentino, divorato dai mostri che abbiamo dentro, e che ogni calciatore affronta a modo suo, ha richiesto una sua cessione, complicando i rapporti tra Juventus e Milan. Allertando il Genoa per Piatek, Leonardo ha così offerto el Pipita a Sarri, chiedendo al Chelsea, come sottintesa contropartita, uno sconto sul riscatto di Bakayoko. Un vero capolavoro tattico-politico che ha rimesso il Milan in carreggiata, ridando entusiasmo all’ambiente.

Immancabile, come sempre, il video Piatek goals and skills pescato da YouTube.

Rosso, nero e verde: il coraggio di attaccare

Gli acquisti di gennaio hanno confermato che l’undici titolare del Milan è in media il più giovane della Serie A. Molto spesso, Musacchio (classe 1990) è il giocatore più anziano in campo e questo la dice lunga sulla lungimiranza del progetto di Maldini e Leonardo.

L’idea della dirigenza è quella di costruire un’ossatura giovane e legata alla maglia, con la presenza di tantissimi italiani che possano affiatarsi e puntare sempre più in alto. L’innesto di Piatek e Paquetà lascia già intendere come il Milan si muoverà nei mercati futuri: acquisti mirati per innalzare la qualità nei reparti ancora grezzi. Una strategia sicuramente rischiosa, ma che può portare a risultati straordinari.

99
Donnarumma
68
Rodriguez
13
Romagnoli
22
Musacchio
2
Calabria
39
Paquetà
14
Bakayoko
79
Kessié
10
Calhanoglu
19
Piatek
8
Suso

Nelle ultime due partite di campionato l’età media degli undici titolari era di 23.82 anni

Il calcio visto dalla panchina, si sa, è fatto d’osservazione e spirito di adattamento. Nella lega cadetta, Ringhio si era fatto la nomea di catenacciaro: alla guida del Pisa aveva chiuso il campionato con la migliore difesa della categoria, ma anche con l’attacco più deficitario della Serie B. Un atteggiamento ultraprudente che, tuttavia, non gli ha permesso di centrare la salvezza alla fine del campionato.

Gattuso sulla panchina del Pisa | Numerosette Magazine
Nella stagione 2016/17 il Pisa di Gattuso è arrivato quartultimo vincendo appena sei partite. Ringhio ha raccolto in media 0,9 punti a partita

Anche il primo Milan di Gattuso si lasciava prendere, spesso e volentieri, da eccessi di difensivismo. Il primo tempo contro l’Inter nell’ultimo derby è stato emblematico: i rossoneri hanno dato per scontata un’apparente superiorità tecnica dei rivali, regalando letteralmente 45 minuti alle manovre interiste.

Solo di recente Gattuso ha invertito la tendenza, adattando il suo schema alle attitudini mentali dei suoi giocatori. Superato il 4-4-2 con Higuain e Cutrone (troppo difficile da sostenere), Ringhio è passato a un 4-3-3 giovanile e che basa larga parte del suo successo sulla facilità di corsa dei suoi interpreti. I centrocampisti non si risparmiano: Bakayoko ha un modo inglese di interpretare il ruolo, mentre Kessié e Paquetà alternano giocate e concretezza; inoltre Calabria è il terzino che copre più metri in serie A e le punte si sacrificano spesso all’indietro.

Bromance

Spesso ci vuole poco a scatenare la fantasia dei tifosi. I rossoneri, ora, possono credere concretamente al quarto posto. Certo, la gara è affollata, ma Gattuso ha espulso tutte le tossine della rosa e non ha più impegni europei a distrarre i suoi.

I tifosi hanno bisogno di idoli e questa stagione ha tutti i crismi della rinascita. Su internet cominciano già a circolare parallelismi importanti, come ad esempio la bromance di Paquetà e Piatek, paragonati a un altro brasiliano (Kakà) e a un altro est-europeo (Sheva) che hanno fatto la storia e la leggenda del Milan.

Il Milan di Gattuso, con Paquetà e Piatek | Numerosette Magazine

Si sa, il calcio è fatto di corsi e ricorsi storici. I tifosi se ne lasciano giustamente ammaliare. Gattuso dovrà tenere concentrato l’ambiente, trasformando i suoi giocatori in una testuggine romana. Se a fine anno il Milan dovesse centrare l’incredibile obiettivo del ritorno in Champions League, potremo riguardare a dicembre come ai famosi passi indietro di Gattuso. Qualsiasi cosa, pur di saltare più in alto.

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