Il lanciere Milik alla corte di Sarri

Sostituisco Higuaín, ma il Pipita non sono“. Non è un indovinello, né tantomeno un gioco di parole. Molto più semplicemente è il modo con cui Arkadiusz Milik si è presentato a Napoli e ai napoletani.
Sapeva l’attaccante polacco che non sarebbe stato semplice scaldare il “San Paolo”, lo stadio dove la prossima stagione sarà chiamato a non far rimpiangere una macchina da gol come Higuaín, ma diciamo che l’approccio non è stato affatto male.
I tifosi hanno infatti mostrato di apprezzare l’umiltà del centravanti polacco, arrivato dall’Ajax con un bagaglio di 32 reti in 52 presenze e reduce da un Europeo non troppo entusiasmante, ma senz’altro utile a fare da vetrina.
Del resto Napoli lo sa molto bene: sperare di trovare subito un rimpiazzo capace di assicurare una media gol vicina allo 0,95  sarebbe assolutamente impossibile, almeno con lo spettro all’orizzonte di un extraterrestre come il Pipita.

Buonasera, sono Milik da Tychy!
“Buonasera, Arkadiusz Milik da Tychy!”

Ma ritornando coi piedi sulla Terra, ci si potrebbe più che altro domandare chi sia questo classe ’94 di belle speranze, umile al punto giusto da conquistare Napoli già alla sua prima comparsa? In primo luogo, è un uomo d’area di rigore che già ha stregato l’Eredivisie, l’Ajax e gran parte del calcio europeo con le sue prestazioni e con il suo carisma.
Poi, in secondo luogo, è un ragazzo che ha plasmato velocemente, ma con parsimoniosa attenzione, la propria fisionomia di calciatore. Nella storia di Milik ci sono infatti grandi rinunce, come quando 16enne decise di non abbandonare la Polonia e le giovanili del Rozwòj Katowice per società blasonate come il Tottenham.
Forse basterebbe questo a capire chi è il nuovo attaccante del Napoli, ma chi ama il calcio sa che non c’è sempre spazio per approfondire la parte più umana dei giocatori di pallone. Il motivo, affascinante e crudele, è che la componente tecnica diventa il più delle volte predominante.
Se poi si pensasse che sulla panchina partenopea siede un tecnico meticoloso e pretenzioso come Maurizio Sarri, allora si capirebbe che l’umile e sorridente Milik verrà tirato in mezzo alla battaglia molto presto, tra Champions e Serie A, e il tempo dei sorrisi lascerà presto il posto a quello dei fatti.

Non fatemi ripresentare, già mi conoscete...
“Non fatemi ripresentare, già mi conoscete…”

Ci sarà fin da subito da capire se le caratteristiche del polacco siano congeniali al gioco di Sarri. Nello specifico, da valutare ci sarà soprattutto la capacità di Milik di muoversi tra le maglie delle difese avversarie e tra i reparti, cercando sempre di ricevere il pallone dai compagni e cercare sia di difendere sia di innescare l’intero reparto offensivo.
Ad oggi l’unico appiglio per studiare il profilo di Arkadiusz Milik sono i numeri che lo riguardano, migliori di quelli che accompagnarono Cavani da Palermo ai partenopei nell’estate 2010 e nettamente inferiori, come è noto, a quelli di Gonzalo Higuaín, il quale ha fatto di Napoli la piazza migliore per consolidare la sua fama di killer d’area di rigore e di attaccante completo.
L’attaccante polacco arriva infatti alla corte di Sarri con 60 reti segnate in gare ufficiali nelle sue prime sei stagioni da professionista, la maggior parte delle quali segnate in Olanda e in un campionato dove le difese non brillano certo per impermeabilità e i reparti offensivi sfornano talenti a ripetizione, specialmente se ti chiami Ajax.

Niente comparse, voglio un ruolo da protagonista
“Niente comparse, voglio un ruolo da protagonista”

Gli altri 28 gol sono stati messi a referto in Polonia, tra Rozwòj Katowice (4) e Górnik Zabrze (11), in Germania, dove le parentesi sfortunate di Leverkusen e Augusta (2) hanno rischiato di creare un cortocircuito nella media gol del centravanti di Tychy, e con la maglia della nazionale polacca, con la quale vanta già 31 comparse condite da 11 marcature.
Oggi Milik ha messo nero su bianco un altro capitolo del suo racconto diventando ufficialmente del Napoli, consapevole che la maglia azzurra pesa già moltissimo sulle sue spalle. Senza dubbio, nella carriera ancora tutta da scrivere del 22enne polacco siamo a un punto di svolta, questo perché se il compito di un centravanti è quello di segnare quanto più possibile, allora il campionato italiano è il più probante.

Milic, un Lanciere anche in nazionale
Milik, un Lanciere anche in nazionale

Sarri dovrà introdurre Milik alla tattica, spiegandogli quali siano i movimenti principali da eseguire nel suo 4-3-3, modulo che farà del neo attaccante del Napoli un finalizzatore al servizio dei compagni, un vero uomo d’area di rigore, il successore del recordman Higuaín.

L’umile Milik ha un fardello non troppo leggero, ma l’azzurro ne ha vestiti, lanciati e consacrati tanti. Oggi c’è il talento polacco tra i gioielli di Napoli.

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