Il vero appassionato di calcio è colui che quel giovedì sera non prende impegni perché c’è l’Europa League.
Dal Vangelo secondo Alberto (Malesani)
L’ultimo allenatore ad aver vinto l’Europa League con una squadra italiana. Si chiamava Coppa Uefa, era il 1999. E la squadra era il Parma.
Per chi non l’avesse capito, stasera inizia l’Europa League.
E, dopo aver scritto la guida alla Champions League 2017/2018, non potevamo esimerci dal scrivervi anche quella della competizione di cui tutti si accorgono dai Quarti di Finale in poi.
Guida all’Europa League
2017/2018
Parleremo, in ordine sparso, di: Diavoli, gironi da tenere d’occhio, squadre su cui puntare, birre, Bendtner, mobili Ikea. E numeri 7, ovviamente.
A tenervi accollati allo schermo del vostro device super mega tecnologico ci saranno, in ordine inverso d’apparizione: Pietro Fanti, Andrea Pracucci, Filippo Gallino e Angelo Mattinò.
1. Le italiane
Alle squadre italiane è stato rimproverato spesso di sottovalutare questa competizione che non si aggiudicano dal 1999 con il Parma di Malesani (come abbiamo visto). Secondo voi Atalanta, Lazio e Milan come si comporteranno? E dove possono arrivare?
Angelo: L’Europa League, da quando ha preso questo nome, è stata una competizione dannosissima per il Ranking Uefa dell’Italia. Per molti allenatori è stata quasi un ostacolo, ma negli ultimi anni sembra stia cambiando qualcosa. Motivo per cui Milan e Lazio possono ben figurare arrivando almeno tra le prime otto a giocarsi il trofeo. Discorso diverso per l’Atalanta, la sua partecipazione deve essere motivo d’orgoglio dopo il quarto posto ottenuto la scorsa stagione, potrà togliersi parecchie soddisfazioni andando a giocare in stadi come il Goodison Park o il Parc OL. Dura passare il girone, ma non impossibile.
Filippo: Lazio e Milan possono, e devono, arrivare agli Ottavi. La squadra di Inzaghi ha un organico all’altezza del suo girone e un’identità precisa; per quanto riguarda i rossoneri c’è da capire se l’Europa League avrà la stessa importanza del piazzamento Champions in campionato agli occhi della società e dell’allenatore. Per l’Atalanta sarebbe un miracolo il passaggio del girone: sono decisamente troppi anni che non si misura in un contesto europeo e all’interno del girone ci sono due tra le compagini più quotate per la vittoria finale. I ragazzi di Gasp dovranno puntare sulla grinta, sul Papu Gomez e su un’organizzazione tattica studiata nei minimi dettagli: non avendo a disposizione lo stadio Atleti Azzurri d’Italia, inoltre, la squadra perderà molto. Sembra marginale, ma il calore dei tifosi bergamaschi è stato uno dei principali punti a favore della squadra nella splendida stagione dello scorso anno. Il girone con Everton e Lione sembra francamente una montagna impossibile da scalare.
Andrea: L’Atalanta si ritrova sicuramente in uno dei gironi più difficili della competizione: anche secondo me Everton e Lione sono squadre che possono puntare ad andare molto lontano. Gli orobici, però, stanno dimostrando già nelle prime giornate di avere un’identità forte, proprio come l’anno scorso, e di poter superare i grandi addii dell’estate (Conti e Kessié in primis). Fondamentale sarebbe vincere entrambe le sfide in casa contro inglesi e francesi, per passare il girone: paradossalmente poi, dai sedicesimi, la strada potrebbe essere più semplice. La Lazio, invece, sta giocando da vera e propria big in Italia, avendo vinto la Supercoppa Italiana con la Juventus e il recente scontro diretto con il Milan. Tutto questo grazie alle capacità di Inzaghi, davvero sorprendente nella continuità, pur avendo perso sia Keita che Biglia in estate. Il girone sembra alla portata, e i biancocelesti potrebbero anche vincerlo. Infine il Milan, che dopo alcuni anni torna in Europa, e vorrà onorare al massimo la competizione: obbligatorio vincere il girone, poco complesso.
Pietro: L’Italia non alza la seconda coppa europea per importanza da troppo tempo. Da qualche anno ogni volta sembra quella buona: mi riferisco soprattutto alla stagione 2013/2014 e 2014/2015, quando Juventus prima, e Napoli e Fiorentina poi, arrivarono in Semifinale e ciò che ottennero fu solamente un pugno di mosche. Difficile prevedere una vittoria quest’anno: l’Atalanta sembra pressochè spacciata, in un girone dove Everton e Olympique Lione dovrebbero regnare incontrastati, ma mai dire mai; il Milan, ora come ora, è un’incognita, poiché Montella, per me, non è un vincente e la squadra deve trovare una vera e propria identità, ma il passaggio del girone sembra sicuro. Probabilmente la più indirizzata a fare bene è la Lazio, sia per esperienza recente in campo europeo che per modus operandi. E, senza alcun dubbio, per Simone Inzaghi: se la Juventus lo cerca per il dopo Alllegri, un motivo c’è.

2. Accendi un Diavolo in me
Così, a bruciapelo. A fronte del mercato effettuato, il Milan quale piazzamento minimo deve ottenere?
Andrea: Il Milan ha speso tanto nella sessione estiva, alzando le aspettative dell’opinione pubblica. Sarebbe sicuramente suggestivo tornare a vedere i rossoneri sul tetto d’Europa, seppur non quella dei grandi. Penso che al di là delle difficoltà che Montella sta affrontando nell’assemblare i tanti nuovi pezzi, la rosa del Milan abbia il livello giusto per poter arrivare fino in fondo, anche perché come sappiamo, vincere significa qualificarsi direttamente alla Champions League, vero obiettivo del Diavolo quest’anno. Direi che il risultato minimo è la Semifinale: è vero anche che per capire le qualità degli avversari più pericolosi bisognerà forse aspettare le retrocesse dai gironi di Champions League.
Angelo: Visto il livello non eccelso della competizione, il Milan ha il dovere di arrivare almeno ai Quarti di Finale, e a quel punto il livello qualitativo si innalzerà facendo riassaporare ai rossoneri serate europee di vecchia memoria, un’occasione da non farsi sfuggire per i tifosi e per il prestigio del club che deve un po’ ricostruirsi dopo anni confusionari e insoddisfacenti. Menzione anche per la Lazio che, a mio parare, ha le stesse possibilità del Milan di arrivare ai Quarti di Finale, visto anche il roboante 4-1 infilato ai diavoli nell’ultima di campionato. Inzaghi ha a disposizione rotazioni importanti soprattutto sulla trequarti campo per arrivare lontano.
Pietro: Di fronte al mercato faraonico stile Al Khelaifi che ha imbastito quest’estate, il Milan deve almeno arrivare ai Quarti. La vittoria della competizione, poi, potrebbe essere utile nel caso in cui il club non arrivasse alla qualificazione in Champions League in campionato.
Filippo: Su due piedi gli Ottavi, ma osservando l’organico del Milan i Quarti non sono un traguardo impossibile. All’interno della rosa ci sono giocatori come Musacchio, Biglia, Rodriguez, Calhanoglu e Kalinic che hanno giocato parecchio in Europa League in passato. Certo, i sorteggi e una quasi perfetta gestione da parte di Montella dovranno fare la loro parte. Al momento i rossoneri appaiono un passo indietro rispetto alle big di questa competizione, ma l’appeal europeo rimane: quasi ogni squadra temerà il Milan per il suo glorioso passato. Le motivazioni non mancheranno certo, anche perché l’Europa League manca alla ricca bacheca del club.
Nel 1989 Zucchero pubblicava Diavolo in me. In quell’anno il Milan si aggiudicava la prima Coppa Campioni dell’Era Berlusconi con Arrigo Sacchi in panchina.
3. Outsider
Quale sarà la squadra rivelazione?
Pietro: Vorrei dire Olympique Lione, ma non può essere considerata una sorpresa, visto il piazzamento dell’anno scorso. Però vorrei far notare che Mariano Diaz ha sostituto Lacazette con 4 gol in altrettante giornate. La squadra, invece, su cui punto è l’Everton di Koeman che gioca un calcio spettacolare: ha perso Lukaku ma ha trovato Rooney, che da subito ha specificato di voler vincere trofei a Goodison Park. Insomma, non bene per l’Atalanta.
Filippo: Dico l‘Hertha Berlino: la squadra della capitale tedesca in quattro anni ha perso pochissime volte in casa e fa dell’Olympiastadion un fortino insormontabile. Ha grandi talenti come Duda, Lazaro, Selke e Weiser, terzino scuola Bayern Monaco. Tra i veterani c’è Salomon Kalou, vincitore di una Champions League nel 2012 con il Chelsea. Giocherei la mia monetina su questo perfetto mix di esperti e promesse.
Angelo: Con un po’ più di fortuna nel sorteggio del preliminare, probabilmente l’Hoffenheim sarebbe arrivato ai gironi di Champions League. Penso possa essere la rivelazione dell’Europa League, squadra giovane (come quel gran secchione del suo allenatore) con un metodo di allenamento davvero all’avanguardia nel panorama internazionale. La società appartiene a Hopp, proprietario della Sap, una multinazionale di software, con i quali si sta sbizzarrendo anche nel calcio. La passata stagione è stata la sorpresa della Bundes finendo al quarto posto e nell’ultimo turno di campionato ha battuto il Bayern Monaco per due a zero. Occhio a Demirbay, centrocampista offensivo classe ’93, molto duttile e talentuosissimo.
Andrea: Il Nizza di Balotelli è stato schiacciato dal Napoli nei preliminari di Champions League, ma la squadra non è male per niente e ha diverse individualità interessanti. Per dire, i rossoneri hanno appena sconfitto 4-0 il Monaco in campionato, nell’ultimo weekend. Il girone, che è lo stesso della Lazio, non è complesso e per il primo posto i francesi se la giocheranno con i biancocelesti. Se dovessero avere la forza di fare risultato all’Olimpico e vincere in casa, qualificandosi per primi, potrebbero andare molto avanti.

Intermezzo: Amici della Pinta
a cura di Pietro Fanti, massimo esperto di luppolo in numerosette
Dovete sapere che la birra è una delle bevande più antiche prodotte dall’uomo. Si dice che la sua invenzione risalga, più o meno, al settimo millennio a.C. ma che i primi esempi effettivi si hanno con i Sumeri, in Mesopotamia; i successivi babilonesi, nel Codice di Hammurabi, condannavano a morte chi non l’avesse prodotta nella giusta maniera e chi avesse aperto locali dove servirla senza autorizzazione. Da lì, la storia del mondo si è talmente tanto evoluta che siamo passati dalla legge del taglione birristico alla legge del chi è più ubriaco fa invasione di campo: cose che, più o meno, succedono durante le rassegne calcistiche di tutto il mondo, sia fuori che dentro lo stadio. Così i tifosi si siedono al pub e, tra una pinta e l’altra, bevono e cantano i cori delle proprie squadre, senza capirsi e, soprattutto, senza fermarsi. Saranno contenti i supporters dell’Arsenal e di tutte le squadre inglesi in generale, vista la grande distribuzione sul territorio di Fuller’s, birra che a Londra fa stragi di ebbri tutti i giorni della settimana – vista anche la non altissima gradazione! Non solo Regno Unito, però: in giro per l’Europa League, l’oro giallo scorre a fiumi. A nord, e precisamente a Copenaghen, il calore dei freddi tifosi è dato anche dalla Carlsberg che scorre al posto del loro sangue – la stessa azienda è main sponsor dei Vichinghi dal 1999 – senza disdegnare anche la multinazionale Tuborg, quella con il tappo a strappo; più a est, a Plzen, in Repubblica Ceca, è nata la più classica Pilsner, caratterizzata dal luppolo Saaz, e che ha dato vita birre mitiche come la Beck’s e la Heineken: insomma, se trovate qualche tifoso del Viktoria Plzen, del Colonia o del Vitesse su di giri, sapete di chi è la colpa. A Bucarest, poi, la birra si beve anche prima di andare a letto, e le grigliate tra amici sono sempre condite da un’ottima Timisoreana, bionda che gonfia il giusto per arrivare all’Arena Nationala rotolando; l’Amstel, che diversi anni fa era sponsor della Champions, è la più bevuta in Grecia: fu creata in Olanda dall’Athenian Brawey, dove probabilmente i figli dei capi dell’azienda, oggi, sono tifosi dell’AEK Atene, che torna in una competizione europea dopo 6 anni. Se volete un consiglio da amico, però, provate le artigianali italiane. Scure magari, perché le chiare, a mio parere, sanno di bolle di sapone – che non ho mai bevuto, ma l’odore le ricorda. Fidatevi, meglio quelle dell’Estrella spagnola: a Villarreal, infatti, sono sempre tutti tranquilli.
4. Òcio (per i non-milanesi, Occhio)
Guardando ai gironi, alcuni sono veramente bruttini come ad esempio il Gruppo F (Copenaghen, Fastav Zlin, Lokomotiv Moska, Sheriff Tiraspol). Quali, sono, invece quelli da tenere d’occhio?
Angelo: Sono onestamente pochi i gironi competitivi di questa Europa League, ma il gruppo dell’Atalanta, formato inoltre da Lione, Everton e Apollon Limassol promette spettacolo. L’Atalanta è chiamata a un paio di imprese lontana da casa che potrebbero dare grossi stimoli agli uomini di Gasperini. Lione-Everton è forse la partita dei gironi, tanta qualità e abitudine a grandi palcoscenici. E poi Wayne Rooney a Bergamo è molto romantico. Grande equilibrio nel Gruppo C composto da Braga, Hoffenheim, Ludogorets e Istanbul Basaksehir: dei tedeschi ho già detto, Braga e Ludogorets sono ormai clienti abituali del torneo, mentre i turchi hanno sfiorato di un soffio la qualificazione in Champions League ai danni del Siviglia. Girone interessante a mio parere.
Andrea: Terrò d’occhio sicuramente il girone dell’Atalanta, che con Everton e Lione forma il raggruppamento più complicato e interessante della competizione. Da non dimenticare poi, oltre a quello della Lazio con il Nizza, il Girone L, con lo Zenit di Mancini e la Real Sociedad, e anche il Gruppo H, quello dell’Arsenal che dovrebbe avere vita facile, ma visti i ripetuti tentativi di suicidio (sportivo) da parte della squadra negli ultimi anni, chissà che i Gunners non possano trovarsi in difficoltà anche nell’affrontare formazioni non irresistibili come BATE, Koln e Crvena Zvezda.
Filippo: Quello dell’Atalanta probabilmente è il più equilibrato di tutti: uno spreco che Everton e Lione siano finiti nello stesso girone; poi attenzione al Girone L dello Zenit con Real Sociedad, Rosenborg e Vardar, eliminatrice del Fenerbahce ai preliminari. Il primo posto non è scontato per la squadra di Mancini che dovrà affrontare trasferte insidiosissime come quella dell’Anoeta e dell’Arena Filippo II in Macedonia. C’è da considerare che i russi hanno rischiato l’eliminazione contro l’Utrecht, ribaltando l’1-0 dell’andata. Un altro gruppo interessante è il Gruppo C, in cui oltre all’Hoffenheim, ci sono Braga (finalista nel 2011) Ludogorets e Istanbul Basaksehir: la lotta al secondo posto sarà combattuta ed emozionante.
Pietro: Si, effettivamente ci sono dei gironi che dire bruttini è quasi un eufemismo, ma che sicuramente saranno equilibrati e che magari qualificheranno squadre mai sentite prima. Da tenere d’occhio? Anche io, per forza di cose, quello dell’Atalanta. Sembra quello del Napoli nella Champions di qualche anno fa, quando insieme ai partenopei c’erano Arsenal, Borussia Dortmund e Olympique Marsiglia.
#AtalantaEverton #PapuGomez #UEL #EuAtalanta ???????? #GoAtalantaGo ⚫️???? pic.twitter.com/Fvwspqd2Mv
— Atalanta B.C. (@Atalanta_BC) September 13, 2017
5. Ristrutturazione
Guardando invece alla Champions League. Quali squadre retrocederanno dall’Europa dei grandi, e in che modo possono cambiare le gerarchie?
Angelo: Senza dubbio, Borussia Dortmund o Tottenham. Entrambe nel girone di Champions League con il Real Madrid, che presumibilmente finirà al primo posto, si contenderanno il secondo piazzamento in un gruppo di ferro. Chi verrà eliminato sarà tra le favorite per vincere l’Europa League, poiché nettamente superiori a quasi tutte le squadre coinvolte.
Filippo: Benfica, Tottenham e Dortmund: dovessero essere eliminate tutte e tre, o anche solo due di queste, sarebbe un Europa League di lusso. Poi ci sono le sempreverdi Basilea, Sporting e Olympiacos. E occhio al Lipsia, che gioca benissimo, ha grandi talenti come Timo Werner e Naby Keita e grandi ambizioni per il futuro: in Europa League nessuno vorrebbe affrontarli, questo è certo.
Andrea: Le squadre più pericolose che potrebbero arrivare dai gruppi di Champions League, vedranno tra le loro componenti sicuramente la terza classificata del girone C, quello che vede impegnate Chelsea, Atletico Madrid e Roma: tutte e tre potrebbero diventare automaticamente contender per la vittoria della coppa. Sicuramente anche chi non riuscirà a qualificarsi agli Ottavi tra Tottenham e Borussia Dortmund (dando per scontato il passaggio del turno del Real) sarà altrettanto pericolosa in Europa League. Infine se fossi una squadra che ha passato i gironi nell’Europa minore, mi piacerebbe evitare anche una tra Porto, Besiktas, Lipsia e Monaco, formazioni presenti nel girone G, molto equilibrato: quattro team che avrebbero le carte in regola per dare fastidio a tutti.
Pietro: Questa è una domanda abbastanza difficile. Non vedo molto bene l’Atletico Madrid quest’anno: può sembrare un paradosso, ma secondo me Chelsea e Roma si giocano i due posti del girone. Sennò, il Lipsia: gioca bene, ma non hanno esperienza. I primi, se retrocedessero, potrebbero anche vincere; i secondi, invece, potrebbero seminare zizzania.

Intermezzo II: Sono giocatori o mobili IKEA?
a cura di Angelo Mattinò, massimo esperto di mobilificio svedese di numerosette
Il bello dell’Europa League è anche avventurarsi per scoprire squadre e rose sconosciute, dai nomi esotici e spesso impronunciabili. Ho, quindi, pensato di proporvi il nostro del tutto singolare Fantasette del torneo. Giocatori di Europa League che potrebbero essere mobili dell’IKEA.
Llpanji: Secondo portiere dello Skenderbreu, squadra albanese. Comparsa di questa edizione? All’occorrenza anche sgabello circolare da scrivania.
Zuta: Restiamo nei balcani, difensore del Rjieka, la squadra della città di Fiume. Ottima tenda parasole.
Høgli: Nazionale norvegese, roccioso difensore in forza al Copenaghen. Comodo letto contenitore.
Buzaglo: Fantasia al potere dell’Hapoel Be’er Sheva, ha segnato nella scorsa stagione contro l’Inter di De Boer. Stilosissima libreria in mogano.
Björkström: Svedese in forza alla matricola Östersund. Questa è servita su un grazioso piatto d’argento da portata.
Stamnestrø: Gioca nel Rosenborg, nel tempo libero pannello a led con regolazione wireless.
Twumasi: Attaccante ghanese dell’Astana, 21 gol in 67 partite in Kazakistan, ma anche divano angolare in materiale sintetico.
Top 7 Ikea League
6. Top
Se dovesse giocarvi tutte le vostre fiches su una finalista, su quale squadra puntereste?
Andrea: Se dovessi sbilanciarmi, punterei forte sul Milan. Il girone presenta incontri semplici, e il Milan potrà tranquillamente tornare a sentirsi a proprio agio all’interno dell’atmosfera europea, rimandando gli incontri più complicati alla fase ad eliminazione diretta, dopo la pausa di dicembre. E concedendo a Montella di modellare la formazione migliore. In più l’arrivo di giocatori come Bonucci, Biglia e Kalinic assicura impegno e dedizione.
Pietro: A oggi, l’Arsenal è di un altro livello: Wenger è di un altro livello. E, magari, si riconcilierebbe con i tifosi.
Filippo: L’Arsenal. Non esiste una squadra ai gironi con un organico del genere. Inoltre, se – come dicono – sarà l’ultimo anno di Wenger alla guida dei Gunners, sarà un’occasione per terminare un lungo percorso con la prima vittoria in Europa dal 1994 (Coppa delle Coppe vinta contro il Parma) per la squadra londinese.
Angelo: Domanda stuzzicante, ci sono tre o quattro rose che mi intrigano e non poco, potendo sceglierne soltanto una punterei sul Lione. Dopo anni bui l’OL sta provando a tornare tra le grandi di Francia con un progetto giovane e ogni anni sforna talenti interessanti. Hanno perso Lacazette passato all’Arsenal, rimpiazzato però da Bertrand Traorè acquistato dall’Ajax, stella della scorsa Coppa d’Africa. Nella passata edizione si sono fermati in Semifinale, eliminando tra le altre la Roma, penso che possano fare uno step successivo e giocarsi la finale in casa, occasione imperdibile.

7. Numerologia
Chi sarà il numero 7 che ci farà brillare gli occhi?
Filippo: Direi Alexis Sanchez, se non avesse tutti questi problemi con il suo allenatore Wenger e con l’Arsenal, ma voglio dire Dmitri Poloz dello Zenit. Un nome non altisonante, ma è colui che ha trascinato il Rostov alla quasi vittoria del campionato russo e ad una storica qualificazione in Champions nella passata stagione. E poi può giocare in tutti i ruoli d’attacco e segna anche con costanza. A Mancini piace, l’ha fatto giocare in tutte le partite dei preliminari di Europa League.
Andrea: Nikola Kalinic potrebbe essere una delle star della competizione. L’attaccante rossonero dovrebbe entrare nelle rotazioni offensive del Milan in campionato già a partire dal weekend, ma il suo contributo in Europa potrebbe essere ancora più importante, data la grande esperienza del croato. Il suo lavoro senza palla è quasi unico, la sua abilità nel compiere tagli e movimenti offensivi che mandano in confusione le difese avversarie lo contraddistingue, e ovviamente ha quel senso del gol che lo porterà a esultare spesso in questa stagione, magari guidando i rossoneri fino in fondo nella competizione.
Angelo: Non indossa la 7, ma per movimenti è un 7. La mia curiosità è rivolta verso Iñaki Williams, esterno offensivo dell’Athletic Bilbao. L’Europa League è una competizione che gli porta fortuna – primo gol con i rojiblancos proprio in coppa tre anni fa contro il Toro – e penso possa essere la stagione della sua consacrazione, con la speranza che i tifosi bilbaini non si ritrovino tra le mani un’altra stella incompiuta come Iker Muniain. Il suo erede anche per ruolo e caratteristiche, dalla sua ha una prestanza fisica notevole oltre che un’agilità pazzesca, imprendibile quando ti punta. Gli manca ancora un po’ di continuità, ma sono sicuro che si metterà in grande luce.
Pietro: Io, invece, prendo la parte più eccentrica del 7 anche se nel suo club indossa la maglia numero 9. La butto lì…Nicklas Bendtner.
E con il Lord è tutto
Guida all’Europa League 2017/2018
Introduzione a cura di Francesco Saverio Simonetti
Autori: Pietro Fanti, Filippo Gallino, Angelo Mattinò, Andrea Pracucci