La sconfitta del Napoli a Marassi contro la Sampdoria rappresenta sicuramente il risultato a sorpresa della terza giornata di campionato. Il risultato finale (3 a 0) racconta infatti in maniera verosimile l’andamento del match, con gli uomini di Giampaolo capaci di dominare per lunghi tratti la partita e con il Napoli costretto ad accettare la superiorità fisica e tecnica degli avversari durante il primo tempo, non riuscendo quasi mai a rendersi pericoloso. Nella seconda frazione gli ingressi di Ounas e Mertens hanno leggermente modificato il copione, prima che il capolavoro di Quagliarella chiudesse definitivamente la partita.
Per la terza partita consecutiva il Napoli si è ritrovato ad inseguire nel punteggio, con esito diverso rispetto alle prime due occasioni.
Cosa è andato storto?
I fantasmi del passato
Lo schieramento iniziale dei ragazzi di Ancelotti è il classico 4-3-3 con due cambiamenti significativi. Davanti alla difesa viene infatti preferito Diawara ad Hamsik, escludendo così lo slovacco dall’11 titolare a testimonianza della centralità, all’interno del nuovo Napoli, del ruolo di Zielinski ed Allan. Nel tridente offensivo un altro esordio stagionale: Verdi prende il posto dell’insostituibile Callejon, alla terza panchina in cinque anni in maglia azzurra.
Giampaolo opta per il solito rombo a centrocampo a supporto delle due punte, con Ekdal adattato nel ruolo di centrale di centrocampo alla ricerca dell’ideale sostituto di Torreira. La vera novità è rappresentata dall’ingresso di Saponara al posto di Gaston Ramirez: già nella partita contro l’Udinese (poi persa) il trequartista italiano, arrivato durante l’ultimo giorno di mercato, aveva dimostrato di trovarsi a suo agio con il suo vecchio tecnico e di poter essere ben più di un’alternativa rispetto al centrocampista offensivo uruguaiano.
L’inizio vede gli azzurri partire meglio, con un occasione sui piedi di Insigne già dopo 20 secondi: il passaggio in diagonale di Koulibaly verso il centro del campo trova l’inserimento di Allan tra i centrocampisti avversari; buona l’imbucata del brasiliano per cercare il movimento in profondità del numero 24 la cui conclusione è però fin troppo debole e viene respinta dalla difesa. Una delle pochissime occasioni in cui la difesa blucerchiata si è fatta trovare troppo alta e, soprattutto, in cui i centrocampisti di Giampaolo non sono riusciti a pressare immediatamente il portatore di palla.
In fase di non possesso infatti entrambe le squadre hanno scelto di pressare sin da subito la costruzione avversaria per evitare una semplice risalita del campo. Il Napoli, schierato in una sorta di 4-1-4-1 durante il primo tempo, ha lasciato a Milik il compito di schermare i passaggi dei due difensori centrali mentre la copertura di Ekdal era affidata alle due mezz’ali Allan e Zielinski, spesso però in ritardo sul centrocampista svedese. La Sampdoria ha invece scelto di utilizzare il trequartista quasi a uomo su Diawara e le due punte in pressione sui due centrali, lasciando ai terzini maggiori responsabilità in fase di costruzione. Giampaolo ha scelto di stringere il campo per non lasciare al Napoli la superiorità in zona centrale, esponendosi però a qualche rischio una volta saltata la prima pressione.
Soltanto il lancio impreciso di Zielinski ha impedito al Napoli, nell’occasione seguente, di creare i presupposti per una buona azione dopo aver eluso il pressing offensivo degli avversari.
Super Defrel
Nonostante l’inizio complessivamente favorevole, il Napoli al minuto 11 subisce il goal dello svantaggio. Da calcio d’angolo a suo favore, a causa di un’incomprensione tra Hysaj e Zielinski – troppo timoroso l’albanese nell’uscire in anticipo, troppo ingenuo il polacco nel non ostacolare Defrel – la Sampdoria riesce ad organizzare la ripartenza perfetta, con Saponara bravo a servire di prima Defrel sul lato opposto. Il primo controllo del francese non è ideale e non riesce a tagliare fuori il recupero di Hysaj per portarsi la palla sul suo piede migliore, il sinistro. Serve dunque una prodezza con il destro per piazzare la palla sotto l’incrocio e batter un incolpevole Ospina. Ancora una volta difesa partenopea impreparata – complice un rimpallo a centrocampo – nelle coperture preventive, pur venendo punita in maniera eccessiva rispetto ai propri errori.
La rete dell’attaccante francese, invece di scuotere il Napoli, lo fa entrare in un lungo stato di torpore che si protrae fino all’ingresso negli spogliatoi. La Sampdoria non rimane certo a guardare ed aumenta ancor di più i giri del motore. Vero ago della bilancia è la posizione di Saponara, bravo sia a buttarsi in mezzo sui movimenti ad allargare delle due punte sia a giocare ai fianchi di Diawara, sempre più spaesato in mezzo al campo. Il trequartista diviene un rebus irrisolvibile per gli uomini di Ancelotti fino alla sua uscita dal campo a causa di un infortunio al minuto 37.
L’atteggiamento proattivo della Sampdoria mette in difficoltà il Napoli che non riesce ad eludere efficacemente il pressing alto degli avversari, con Tonelli ed Andersen sempre pronti ad anticipare gli attaccanti avversari; bravo anche Murru sempre ad accorciare su Verdi per impedirgli di girarsi e puntarlo palla al piede. La manovra del Napoli si sviluppa soprattutto sul lato sinistro con Mario Rui, Zielinski e Insigne mentre il lato destro viene utilizzato come lato debole da attaccare con i cambi di gioco. Verdi però dimostra poca propensione ai movimenti senza palla, preferendo invece riceverla sui piedi per poi puntare la porta.
La rete del raddoppio arriva al minuto 31. L’azione nasce da un recupero palla di Saponara dopo un tentativo di transizione veloce fallito nonostante l’ottima sponda di Defrel. L’atteggiamento poco aggressivo del Napoli porta Zielinski a perdere palla sulla propria trequarti e Mario Rui poco reattivo nel coprire l’inserimento di Bereszynski pescato bene da Ekdal. Il suo cross rasoterra non viene letto bene da Koulbaly che invece di respingere si schiaccia troppo verso la porta e permette la ricezione a Quagliarella, bravo ed altruista nel cercare Defrel in area. Il suo tiro deviato punisce Ospina e porta il Napoli sotto di due reti.
Defrel riparte dunque dopo la difficile stagione vissuta con la maglia della Roma, con una sola rete realizzata in 15 presenze (per un totale di 478′ in campo). Dopo Zapata e Muriel un altro attaccante potrebbe giovare della presenza in campo di Fabio Quagliarella.
Genialità
Proprio Quagliarella firma il capolavoro, il delitto perfetto. Il suo colpo di tacco ricorda molto quello di Mancini in un vecchio derby della Capitale e si aggiunge ad una lista davvero lunga di capolavori. Potremmo aver visto, già alla terza giornata, la rete più bella dell’intera stagione. Il numero 27 della Samp sembra non risentire degli anni che passano, diventando con il tempo ancora più efficace. La prova è la partita giocata ieri sera, impreziosita poi dal goal. Con i suoi movimenti infatti l’attaccante italiano riusciva ad aprire gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e di Defrel; la sua tecnica gli ha permesso diverse volte di effettuare delle sponde precise nonostante la predominanza fisica dei centrali del Napoli. Il calcio è un gioco semplice, con un attaccante così.
La gestione del ritmo
Eppure il secondo tempo era iniziato con ben altre premesse, con il Napoli a caccia dell’ennesima rimonta. Ancelotti ha infatti deciso di cambiare drasticamente la disposizione in campo dei suoi uomini, avvicinandosi forse alla sua idea iniziale. Con l’ingresso di Ounas e Mertens al posto rispettivamente di Verdi e Insigne il tecnico ha ridisegnato la sua squadra sulla base di un 4-2-3-1 con l’attaccante belga a supporto di Milik e Ounas sulla fascia destra pronto a puntare l’uomo con la sua rapidità, mentre sulla sinistra viene schierato Zielinski. Ed effettivamente nei primi 15 minuti il Napoli era riuscito a mettere la Sampdoria alle corde.
La nuova disposizione tattica ha infatti colto di sorpresa i centrocampisti avversari e la coppia di mediani composta da Allan e Diawara ha certamente fornito risposte positive rispetto alla prima frazione di gara. Il centrocampista guineano si è dimostrato particolarmente efficace nel pressare in avanti, compito ovviamente precluso nel momento in cui occupa la posizione di regista davanti alla difesa. La manovra della Samp è adesso resa difficoltosa dalla pressione del Napoli: l’uscita sui terzini viene coperta bene da Zielinski e Ounas mentre Ramirez non riesce a trovare la posizione giusta per ricevere fronte alla porta e far dunque risalire la squadra.
Il pressing ultraoffensivo di Diawara porta il Napoli ad un passo dal goal.
Tra il 46′ e il 68′, nel momento di massimo sforzo offensivo prodotto dal Napoli, il possesso palla è nettamente a favore dei partenopei (64%) così come i passaggi completati (119 per il Napoli, 61 per la Sampdoria) e la precisione (87% vs 76%). Tutte statistiche che, prendendo in considerazione l’intera partita, vanno poi ad equilibrarsi. Nel periodo preso in considerazione il Napoli si è reso pericoloso grazie alle accelerazioni di Ounas e alle conclusioni di Mertens, segno che i cambi hanno effettivamente avuto gli effetti sperati. La difesa della Samp è però riuscita ad opporsi efficacemente alle iniziative avversarie, bloccando molte delle conclusioni dirette verso i pali difesi da Audero.
Con il passare dei minuti, e soprattutto dopo la rete del 3 a 0, la partita si è progressivamente innervosita ed il Napoli non è più riuscito a costruire gioco con calma, vittima della frenesia e degli spazi stretti imposti dalla Sampdoria. Sicuramente Ancelotti dovrà ripartire dall’atteggiamento mostrato dai suoi uomini nel secondo tempo.
Il centrocampo, complice la partenza di Jorginho, non sembra ancora al livello dello scorso anno, soprattutto per quanto riguarda la gestione del ritmo e del possesso palla. L’ultimo Napoli di Sarri faceva della circolazione del pallone un mantra, riuscendo ad eludere facilmente il pressing degli avversari. Diawara e Hamsik, alternatisi in cabina di regia, non possono, per motivi diversi, offrire lo stesso livello di prestazioni: sia contro il Milan che contro la Sampdoria la squadra è nettamente migliorata nel passaggio dal centrocampo a tre a quello a due, con due mediani pronti sia a pressare che ad inserirsi. In questo contesto tattico Allan è sembrato particolarmente a suo agio, segnalandosi come uno dei più in forma tra gli azzurri. L’ingresso nelle rotazioni di Fabian Ruiz, ancora fermo per infortunio, potrebbe accelerare questo processo di trasformazione. Il futuro potrebbe portare Ancelotti verso questa soluzione, che comporterebbe però un maggiore sacrificio da parte degli esterni di fascia.
C’è tanto da lavorare.