Il ciclone è una perturbazione atmosferica violenta e con andamento rotatorio, caratterizzata da forti venti pericolosi e piogge abbondanti: uragani, tifoni, tornado, per esempio.
Bene, ora immaginate una squadra di calcio così. Una perturbazione atmosferica in grado di spazzare via l’avversario a suon di gol, sarebbe incredibile: leviamo il condizionale, perché questa squadra esiste già.
Nasce nel Nord di Londra, ha sede nel borgo di Haringey. Da sempre condivide un’accesissima rivalità con l’Arsenal ed è conosciuta per aver materializzato la cessione più cara del mondo.
Signori miei – nessun tono renziano – ecco il Tottenham Hotspur.
Un ciclone in grado di spaventare mezza Premier: una perturbazione con andamento rotatorio devastante, rotatorio come quel pallone che gira meravigliosamente. Il Tottenham di Pochettino vive all’ombra del Leicester dei miracoli, ma non per questo bisogna disdegnarlo, anzi: quest’anno vola come non mai e merita le copertine tanto quanto il miracolo di Claudio Ranieri.
Si, perché gli Spurs non vanno oltre il quinto posto dal 2009, quando Bale e compagni raggiunsero la storica qualificazione in Champions League. Ora, nel nord di Londra, nessuno si nasconde: si può parlare di “coppa con le orecchie”. La squadra ha le qualità per arrivare fino in fondo, ma soprattutto ha tanto carattere. Solo un ciclone così potrebbe del resto tenere testa allo strapotere quasi sovrannaturale del Leicester: se la squadra di Ranieri venisse misurata in termini meteorologici, sarebbe qualcosa di inspiegabile, un insieme di fenomeni che porterebbero via qualunque cosa. Gli Spurs però vogliono dire la loro, continuano a farlo e di certo non smetteranno: visto il risultato del King Power, poi, le motivazioni aumentano. Da battere c’è lo Stoke City, non proprio una squadra materasso: 0-4 e tutti a casa.
La squadra di Pochettino ha tirato fuori le sue armi migliori per sbancare il Britannia Stadium, i suoi “fenomeni atmosferici” hanno cambiato la partita.
HUGO LLORIS – IL VENTO
Quante volte i calciatori incolpano il vento di provocare traiettorie strane: mille. Specialmente i portieri, che rimediano spesso a parabole strane. Proprio Lloris è uno degli elementi chiave di questo Tottenham: è il vento che dovrà spingere via il pallone dalla rete.
JAN VERTONGHEN – LA PIOGGIA

E dopo il vento, incombe (anche) la pioggia. Incessante, fastidiosa, spesso esaltante, pericolosa: la tecnica passa in secondo piano, spazio a cuore e grinta, tutte caratteristiche nel repertorio di Vertonghen. “SuperJan” per i tifosi del Tottenham, giocatore completo e tatticamente fondamentale: De Boer ai tempi dell’Ajax se ne accorge e lo lancia terzino sinistro, ruolo che ricoprirà in nazionale. In poche parole, può fare tutto e anche bene.
Perché pioggia? Sembra un paragone strano, eppure riesce a complicare la fase offensiva di ogni avversario, la rende ostile: proprio come l’effetto della pioggia su ogni essere umano e calciatore. E chi segna più.
ERIC DIER – L’ARCOBALENO

Dopo la pioggia l’arcobaleno. Un’esplosione di colori dopo la perturbazione insistente nella propria area: ora si riparte. E quando l’inglese ha la palla, si può star tranquilli: take it easy.
Aspetto chiave: duttilità. L’arcobaleno ha molti colori, lui fa più ruoli. Terzino, centrocampista, poco importa: lo metti ovunque, il risultato non cambia. Pochettino ora ha trovato il suo ruolo, in mediana: grande intuizione. Dier si guadagna la Nazionale a suon di prestazioni eccellenti, garantisce equilibrio e solidità a un centrocampo fin qui perfetto. Rappresenta quell’attimo di pausa e quiete prima della tempesta: ma finché non decide la giocata, il ciclone quasi si arresta.
DELE ALLI – IL TUONO
Che lo spettacolo abbia inizio. Si, perché i fenomeni atmosferici talvolta sono uno spettacolo appagante ed affascinante, proprio come il Tottenham: per quanto spettacolari, fanno male, paura. Ne sanno qualcosa le difese, quando vedono Dele Alli partire.
Alli è tutto o niente, gioca o non gioca: segna o non segna. Quando fa tutto, però, è uno spettacolo. Un tuono di emozioni e pericolosità ineguagliabili, una scintilla che illumina il grigiore inglese e delizia White Hart Lane e non solo: il classe 96′ ci sa fare, merito di Pochettino che ha creduto in lui. Alli ripaga eccome, segna e fa segnare: si è preso pure la Nazionale.
Insomma, not bad il ragazzo: un tuono terrificante per chiunque lo affronti.
CHRISTIAN ERIKSEN – IL TIFONE

Questo fa male. Non solo per la classe che trascende l’immaginario comune, ma per la forza: la forza di imporsi in un campionato ostile, uno di quelli in cui il fisico conta. Eriksen sbarca in Premier nel 2013 dopo i tre anni all’Ajax: ci si aspetta molto da lui. E’ un tifone pronto ad esplodere, a giocarsi le sue carte: detto, fatto. Trasforma (quasi) ogni palla in oro, è il trequartista che mancava agli Spurs, quel giocatore in grado di dettare l’ultimo passaggio. E quanto conta l’ultimo: puoi azzeccarli tutti, ma l’ultimo è fondamentale: i 66 assist ai Lancieri lo dimostrano, ha il piede per spaccare la partita. Proprio con quel piede spacca le difese avversarie, come un tifone che da un momento all’altro esplode.
ERIK LAMELA – IL TORNADO

El Coco es terrible. L’ala argentina ha trovato la sua dimensione nel Nord di Londra, sembra rivitalizzato dalla cura Pochettino: è una mina vagante. Un tornado pronto a schiantarsi sulle difese avversarie, a farle girare e rigirare. I numeri parlano chiaro: 10 gol e 7 assist in tutte le competizioni. Il bimbo sta diventando grande e quando ti punta fa male, eccome: un cartello con scritto “danger” non guasterebbe…
HARRY KANE – L’URAGANO

Simply Hurrikane. Il ragazzo di Chingford è il pericolo numero uno, temuto da tutta la Premier e non solo: è l’uragano. Non solo per l’assonanza tra il suo cognome e il famoso fenomeno meteorologico, ma anche per gli effetti che produce. Segna a valanga, non si ferma mai: 25 gol in stagione ne sono la prova. E’ il finalizzatore perfetto di una macchina incredibile, il re dei cicloni per intenderci: le difese lo temono. Lui risponde presente, tiene viva la Premier: il Leicester va, il Tottenham non sta a guardare. Finché c’è Harry Kane a comandare l’attacco, può succedere di tutto: tempesta in arrivo, l’uragano si sta scaldando.
Fermateli, se riuscite.