“Sembra che lo stia facendo da sei o sette anni. Matthijs è molto maturo per la sua età: ha il fisico di un 24enne”.
Potremmo partire da questa affermazione del CEO dell’Ajax Edwin Van Der Sar, glorioso portiere del Manchester United che dalle parti di Torino non ricordano con altrettanta soddisfazione. Il Matthijs dell’affermazione è De Ligt, classe 1999 e il più splendente gioiello che i Lancieri abbiamo prodotto da Zlatan Ibrahimovic in poi. Uno capace di essere titolare in una delle squadre più affascinanti al mondo da almeno due anni (dalla stagione 2016/2017 che si concluse con la finale di Europa League vinta dal Manchester United di Josè Mourinho), di relegare de Vrji alla panchina con la Nazionale olandese diventando il desiderio di tutta Europa calcistica. Dal Barcellona al Bayern Monaco, dalla Juventus al Liverpool. E ieri, proprio alla Juventus ha siglato il gol decisivo per la qualificazione, il gol che getta nello sconforto più totale i bianconeri e al tempo stesso appaga una generazione travolta da onnipotenza calcistica.
Tutti incantanti da un 19enne di rara classe e con una personalità straripante. Tanto da diventare capitano dei Lancieri ancora teenager e di potersi permettere il lusso di giganteggiare al Santiago Bernabeu di fronte a Bale, Benzema e uno stadio intero. Il 4-1 con cui l’Ayax ha umiliato il Real Madrid in Spagna non ha rappresentato solo la più grande vittoria europea degli olandese degli ultimi 15 anni, ma ha anche certificato che de Ligt non è un giocatore normale. È qualcosa di diverso, che affonda le radici nella genealogia fondante del calcio Oranje.
Essenza olandese
“È anche forte con entrambi i piedi, ottimo nei passaggi, colpisce bene di testa, sa far goal ed è un vero leader in difesa già all’età di 18 anni. È entrato in prima squadra l’anno scorso e non ha mai fatto passi indietro”. (Van Der Sar)
Nato centrocampista e diventano difensore centrale successivamente, alto 188 cm e dalla struttura fisica imponente, de Ligt racchiude nel suo bagaglio tecnico tutto il meglio della scuola olandese tradizionale. Quella che pretende che ogni componente della squadra sappia “giocare a calcio”. La gestione del pallone e l’eleganza sono infatti prerogative storico della visione del calcio olandese, fin da quando Johan Crujiff e Rinus Michels decisero di rivoluzionare il calcio con la concezione che l’estetica arrivasse prima della vittoria. Che l’emozionare il pubblico fosse un timbro più marcato di una dicitura su un almanacco.
De Ligt sembra aver fatto suoi questi insegnamenti di vita sportiva. Preciso nelle chiusure, autoritario della gestione difensiva ed educato nello smistamento del pallone. Prima che da de Jong – altro grande prodotto olandese di cui abbiamo parlato recentemente – la manovra dei Lancieri parte spesso dalla sua impostazione. Non importa con quale piede de Ligt dia origine all’azione, sinistro e destro non fa differenza. Non sorprende, quindi, che de Ligt sia uno dei giocatori più ambiti d’Europa.
Con la palla al piede, poi, è sempre calmo e composto, imperturbabile, aiutando l’Ajax a far circolare il possesso rapidamente ed efficacemente. De Ligt preferisce passaggi semplici e sicuri anziché strafare, ma è anche pronto a proiettarsi in avanti quando gli si presenta l’opportunità.
Oltre alle qualità di palleggio, de Ligt risulta abile nel guidare la squadra con carisma; sì, usando la sua impressionante forza fisica, per tenere gli attaccanti avversari lontani dal pallone, non si tira mai indietro quando deve andare in tackle per portare via la palla in modo pulito al suo avversario. Cercando sempre l’eleganza, anche nelle situazioni più estreme e al limite, sempre alla caccia di qualcosa di bello da mostrare.
Leadership
“La cosa bella di Matthijs è la sua naturale superiorità. Nonostante abbia solo 18 anni, è già al livello delle persone che lo circondano. La maggior parte dei ragazzi alla sua età non sono ancora così maturi. Lo sviluppo di Matthijs è strabiliante”. (Ronald De Boer)
Mentre l’attacco dell’Ajax è composto da giocatore della classe di David Neres e Hakim Ziyech richieda meritatamente gran parte dell’attenzione dei media ad Amsterdam, la sua classe, l’imponente struttura fisica e la tendenza a essere sempre al centro dell’azione fanno di de Ligt una figura altrettanto avvincente. Le sue doti di leadership sono diventate ancora più importanti da quando il centrocampista Frenkie de Jong è tornato a giocare al suo fianco. Ha reso l’ambientamento del compagno di squadra nel nuovo ruolo più agevole di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare.
Esploso grazie alla grande cavalcata in Europa League nella stagione 2016/2017, de Ligt ha iniziato davvero a impressionare nella stagione successiva. Insieme a Davinson Sanchez, de Ligt ha giocato un ruolo chiave nella corsa dell’Ajax verso la finale in Europa League, ma la successiva cessione dello stesso Sanchez al Tottenham per 40 milioni di euro, ha trasferito sulle sue giovani spalle maggiori responsabilità in questa stagione. Ma le maggiori pressioni che i Lancieri non hanno fatto altro che fortificare e sedimentare una maturità calcistica che lascia interdetti.
Un’attitudine innata alla leadership che non ha tardato a manifestarsi anche in Nazionale, dove de Ligt ha esordito ad appena 17 anni contro la Bulgaria, in una partita decisiva per la qualificazione degli Oranje per il Mondiale in Russia del 2018. Paradossalmente, però, il debutto non sarà dei migliori, come già accaduto in passato a grande interpreti del calcio, come Maradona e Messi (espulsi al loro esordio assoluto contro l’Ungheria). L’esordio di de Ligt, infatti, si concluderà dopo appena 45 minuti, colpevole in occasione dei due goal che hanno portato alla sconfitta degli olandesi e alla fine della gestione Blind.
Un episodio che però a temprato ancora di più il carattere del nativo di Leiderdorp. Due anni dopo il capitano dell’Ajax a una pedina inamovibile dello scacchiera del Ct Ronald Koeman insieme al centrale del Liverpool Virgil Van Djik. Un punto fermo che riuscito a togliersi la soddisfazione di segnare la prima rete in maglia Oranje, nella sconfitta interna per 3-2 contro la Germania durante le Qualificazioni per gli Europei del 2020; il tutto a quasi 20 anni (li compirà il prossimo 12 agosto). Roba inusuale. Roba da eccelsi del calcio.
Pochi al mondo
Come lui. Già, perché la solidissima prestazione contro la Juventus ha evidenziato un prototipo di difensore moderno ben funzionato, valido, pronto per un futuro incredibilmente roseo; de Ligt ha avuto la capacità di lasciarsi alle spalle l’ingenuità sul primo gol di Ronaldo, inculcando nella nostra mente la sensazione che sia stato solo una piccola macchia di una prestazione mentalmente convincente. Non si è fatto influenzare né comandare dagli eventi e dall’emotività che possono recare, anzi, ha reagito con una maturità quasi robotica. Questa è la sua forza, questa è la forza che accomuna lui e i grandi talenti che domineranno presto il calcio giocato.
Senza dimenticare l’esplosività di gambe con cui riesce a tenere il passo di un fulmineo Moise Kean – avversario temibile nel breve – limitandogli la visuale di porta con una tempestiva scivolata: tutto calcolato nel dettaglio, perfetto, né un secondo prima né dopo. De Ligt è la personificazione del tempismo, parecchio salato per la Juventus, che non aveva fatto i conti con questi terribili ragazzi arrivati al momento giusto.
Già, perchè lo stacco perentorio di De Ligt ha mandato nel baratro una Juventus mai così convinta di poter vincere la Champions, con il Real fuori dai giochi; non sembra mai l’anno buono, perché quest’anno ha rovinato i piani una squadra che di tempismo se ne intende, un organico che l’anno prossimo verrà snaturato della sua essenza liberale e creativa, dei suoi migliori talenti. E chissà, dove andrà il capitano a offrire i suoi robotici servigi.
Barcellona?
E ora? Secondo le ultime indiscrezione pare che per Matthijs De Ligt sia pronto un posto in mezzo alla difesa del Barcellona. Un percorso che, se si dovesse concretizzare, lo vedrebbe riabbracciare un altro gioiello dei Lancieri, Frenkie De Jong, che con i blaugrana si è già accordato per la prossima stagione. Una linea diretta Amsterdam-Barcellona che nel passato ha visto protagonisti molti esponenti olandesi, come Kluivert, Overmars e, sopratutto, Johan Crujiff. Sicuramente il futuro di De Ligt sarà lontano dai Lancieri. In particolare dopo questa stagione che ha visto l’Ajax nuovamente protagonista in Champions League come non accade da molti anni.
Chiunque se lo aggiudicherà in estate avrò a disposizione l’ennesimo predestinato del calcio Oranje, che pare uscito da un’altra era calcistica e da un’altra visione del gioco. Lontana anni luce dalla composizione settoriale che il calcio moderno ci ha abituati, in particolare nel reparto arretrato.
Un giocatore antico quanto nuovo. Un giocatore universale.