Crotone, Cenerentola Made in Sud

21 giugno 2009, allo Stadio Vigorito di Benevento si gioca la partita di ritorno dei play-off di Lega Pro Prima Divisione che vede fronteggiarsi i padroni di casa ed il Crotone, dopo la gara d’andata disputata una settimana prima in Calabria terminata sul risultato di 1-1. Nel primo tempo Caetano Calil segna l’unico gol del match che varrà dunque la promozione in Serie alla squadra rossoblu, la terza nella sua storia, tutte dal 2000 in poi. Sulla panchina di quel Crotone vi era Francesco Moriero, che nella stagione seguente si trasferirà al Frosinone, mentre nell’organigramma societario vi erano poche differenze: la proprietà del club era già da tempo nelle mani della famiglia Vrenna (anche se per il triennio 2008-2011 la presidenza era stata affidata a Salvatore Gualtieri, ora vicepresidente) e il ruolo direttore sportivo dal 1995 ha avuto un solo ed unico padrone, ovvero Giuseppe Ursino. La dirigenza a quel tempo si preoccupava di preparare una squadra per mantenere la categoria e lo faceva insistendo su un metodo che mai poteva immaginare a quali risultati avrebbe portato sette anni più tardi. Un metodo basato sulla lungimiranza e sulle idee dell’illuminato “diesse” Ursino, in grado di scovare i migliori gioielli delle squadre giovanili delle grandi società del panorama italiano o nelle rose delle categorie inferiori, i quali sulla costa ionica trovavano l’ambiente ideale per essere valorizzati ed affermarsi nel calcio che conta, e di integrarli con alcuni elementi di esperienza per creare un mix perfetto tra freschezza e giudizio. 29 aprile 2016, il Crotone va di nuovo in trasferta per raggiungere un obiettivo, questa volta incredibile, un’altra promozione. Al Braglia di Modena gli squali strappano un pareggio ai canarini e ottengono il punto più importante della storia calcistica crotonese: quel punto sancisce l’aritmetica conquista del pass per la Serie A, via alla festa!

Crotone è un capoluogo di provincia calabrese che annovera circa 60000 abitanti. Affacciata sul Mar Ionio, la cittadina è celebre per aver ospitato la scuola fondata dal filosofo Pitagora (a cui è intitolata una piazza) e per aver dato i natali a un genio ben più recente della scena musicale nazionale, Rino Gaetano, la cui immortale canzone Ma il cielo è sempre più blu è diventata l’inno dei tifosi della rappresentativa di calcio locale. Qui nasce la magica storia rossoblu, scritta dagli autoctoni fratelli imprenditori Raffaele e Giovanni Vrenna che nel 1992 hanno rilevato il sodalizio allora denominato Nuova Crotone (oggi FC Crotone) e ne hanno saputo condurre in maniera saggia e con l’aiuto degli uomini giusti, l’ascesa verso il gotha di questo sport. Non manchiamo di menzionare nuovamente il ds Ursino vero asso nella manica in forza alla società pitagorica, abile nel trasformare il Crotone in una rampa di lancio per talenti emergenti. Di seguito una semplice lista di alcuni fra i calciatori passati dalla Calabria prima di essere riconosciuti come professionisti di livello: Aronica, Ogbonna, Padelli, Gastaldello, Ghezzal, Konko, Mirante, Morleo, Nocerino, Pellè, Sculli fino alle recentissime esperienze di Florenzi, Cataldi Bernardeschi. Tutti giocatori giunti in prestito o in comproprietà (quando questa pratica era ancora in vigore) che hanno fruttato al club ottimi guadagni tra premi di valorizzazione e riscatti esercitati. Ciò ha portato alla costruzione dell’attuale gruppo, modellato sulla solita combinazione fra giovani scommesse e atleti più esperti che ha trascinato in Serie A la formazione guidata splendidamente dal comandante Ivan Juric. Già perché Crotone rappresenta inoltre un trampolino per allenatori: proprio nei pressi dello Ionio hanno mosso i primi grandi passi Gian Piero Gasperini, Eugenio Corini, Francesco Moriero, Franco Lerda Massimo Drago, quest’ultimo nativo di Crotone. Ora Juric, già in rossoblu da calciatore, figliol prodigo dell’ex Gasperini, ha compiuto un miracolo impensabile alle soglie di questa annata indimenticabile, catturando le attenzioni di molte compagini della massima categoria, in special modo del Genoa dove andrebbe a prendere l’eredità del suo mentore, i cui insegnamenti sono ben visibili nel 3-4-3 dinamico proposto dal tecnico croato. La cultura del lavoro e la capacità di unire lo spogliatoio sono nel repertorio delle qualità del mister Juric, che tra una birra e una sigaretta, con la pacatezza e il pragmatismo tipici dei paesi dell’Est Europa, ha plasmato una creatura vincente.

Juric Crotone
Juric si concede una sigaretta negli spogliatoi, dopo la partita col Modena

Ovviamente altrettanto protagonisti sono coloro i quali di questo gruppo ne fanno parte. Tante le rivelazioni pescate, neanche a dirlo, dal maestro Ursino, ad esempio Capezzi, Martella, Barberis, Bălașa e molti altri, ma su tutti spiccano i nomi di Federico Ricci Ante Budimir. Il primo è un fantasista  classe 1994 scuola Roma, da cui è arriivato in prestito nella stagione 2014/15, e si è consacrato definitivamente in questa annata in terra calabrese. Autore di tanti assist e di undici marcature, questo trequartista, che ha anche esordito nella nazionale U21, potrebbe vestire la maglia degli squali pure l’anno venturo in modo tale da adattarsi al meglio in quella Serie A, che già aveva assaggiato con la casacca giallorossa, Budimir invece è forse la reale sorpresa di questo torneo, prelevato dal Sankt Pauli (2.Bundesliga) con la formula del prestito con diritto di riscatto esercitato a fine marzo per la cifra di un milione, si è dimostrato un bomber di razza purissima a discapito della scarsa vena realizzativa che ne aveva caratterizzato l’avventura tedesca. 16 reti e valore di mercato almeno quintuplicato per la punta croata rincorso da diverse società in Italia e all’estero: un fantastico affare, ma non è da escludere l’attaccante prosegui la sua crescita a Crotone. E come non citare le fondamenta di questa rosa eccezionale: il portiere Cordaz, i veterani Cremonesi De Giorgio, il capitano Claiton e ancora Stoian e i crotonesi doc Modesto Torromino, sino alle meteore che avrebbero indubbiamente meritato una carriera migliore di quanto abbiano avuto sino a questo momento, Matteo Paro Raffaele Palladino, colui che ha siglato il calcio di rigore che ha pareggiato i conti nella sfida col Modena e garantito dunque la promozione.

Una città che vive di sole e di mare, come ce ne sono molte nel nostro Meridione, si ritrova improvvisamente a toccare il cielo con un dito. La programmazione e l’organizzazione di una società seria e composta da persone che respirano calcio, ha catapultato una piazza carica d’affetto all’interno di un sogno reso concreto tanto assurdo quanto meraviglioso. E per favore, non svegliateli finché non sarà la stessa realtà a farlo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *