Cristiano Ronaldo si è già preso la scena

Cambiamenti inaspettati

Nessuno avrebbe mai scommesso un solo euro sull’approdo di Cristiano Ronaldo alla Juventus in estate, un po’ perché pareva strano poter vedere un fenomeno del genere nel nostro campionato, un po’ perché le cifre sembravano davvero troppo alte. Alla fine invece, rispetto alla sua clausola da 1 miliardo di euro, l’esborso per strapparlo al Real Madrid è stato relativamente contenuto, essendo circa un decimo della citata clausola, a testimoniare quanto Ronaldo abbia spinto per partire definitivamente da Madrid. Il portoghese ha trascorso nella capitale spagnola i suoi anni migliori, in termini di vittorie collettive e trofei individuali, ma è anche vero che in una piazza del genere ha dovuto affrontare problemi con i tifosi, sempre desiderosi e pretenziosi nel vedere il numero 7 al top in ogni gara, o il non idilliaco rapporto con il presidente Florentino Pérez. 

Ronaldo con in mano l'ultimo trofeo vinto a Madrid. | Numerosette Magazine
Cinque come le Champions messe in bacheca dal Ronaldo tra Real e Manchester United.

Fine di un ciclo vincente

Lo stesso Ronaldo, a maggio scorso, rilasciò delle dichiarazioni in merito al suo futuro, e aveva specificato una cosa molto importante, che nemmeno i Galacticos potevano più garantire. Ormai, il ciclo di CR7 nei Blancos si era concluso e il bisogno di evadere da una struttura cosi rigida come quella del Real Madrid era sotto gli occhi di tutti. In quel momento, Agnelli e Marotta hanno fiutato l’accordo del secolo, capendo che potevano inserirsi in una trattativa impensabile ma fattibile allo stesso momento. All’inizio, sembrava che il ritorno verso il Manchester United fosse la prima opzione, dato che parliamo della piazza che lo ha fatto conoscere al mondo intero, dove ha trovato il suo padre spirituale che gli ha permesso di creare la favola della sua immensa carriera. Poi però, a spuntarla è stata la Juventus, forse perché quella era la sfida che lui attendeva per potersi misurare ed elevare ancora una volta.

Alla fine dunque, è stata portata a termine quella che è anche una grande manovra di marketing  che ha portato ad una crescita drastica dei bianconeri sui social e sui mercati azionari.

La prima volta di Ronaldo davanti ai giornalisti italiani. | Numerosette Magazine
La presentazione di Ronaldo con la maglia della Juventus.

La nuova vita di Cristiano Ronaldo

L’entusiasmo per l’arrivo del portoghese ha aperto le scommesse su come inciderà nel campionato italiano. Pensieri leciti, dato che, provenendo da un campionato diversissimo dal nostro come la Liga spagnola, l’adattamento ad uno stile prettamente tattico e più fisico sarebbe potuto essere molto difficile. Lo stesso Max Allegri ha sempre preferito mantenere un profilo basso nel parlare di CR7. Come dopo la gara d’esordio con il Chievo, quando ha sottolineato più volte il ruolo del portoghese in funzione della squadra, limitandosi nel parlare di lui come singolo.

L’approdo in Italia, ha messo in guardia Cristiano su una cosa molto importante e da non sottovalutare: certamente, è lui la star della Serie A e dei bianconeri, ma è anche vero che la Juventus è stata costruita per giocare e vincere anche senza di lui, come dimostrato nelle giornate in cui il portoghese non ha trovato la via del gol.
Se al Real Madrid il gioco si concentrava su una manovra avvolgente che per finalizzare doveva spesso passare dai suoi piedi, qui è stato subito messo in chiaro implicitamente che il sistema Juve gravita attorno a tutti i suoi campioni. Con Conte prima e con Allegri poi, questa mentalità ha permesso di formare un collettivo straordinario, forte e con ricambi all’altezza in ogni reparto e soprattutto in grado di avvicinarsi ogni anno sempre più alla vittoria finale del trofeo più ambito, cioè la Champions League. Vedendo questa prima parte di stagione, possiamo notare però come la sua presenza abbia elevato ancora di più il gioco bianconero: passando dai suoi piedi, la manovra trova sempre il modo di essere pericolosa, e, anche se non sta trovando il gol con la continuità che aveva in Spagna, il suo modo di giocare favorisce non poco i suoi compagni di reparto. Questo perché riesce a “liberare il campo” perfettamente per i suoi, defilandosi sulla sinistra, per poi convergere verso il centro nella fase conclusiva dell’azione.

Emblematica, in questo senso, è stata la prima giornata contro il ChievoVerona, dove Ronaldo ha dato il meglio quando, nel secondo tempo, ha iniziato a ricevere la palla defilato sulla sinistra, dopo che aveva avuto diversi problemi da perno centrale nel 4-2-3-1 disegnato da Allegri a Verona.
Oltre alla delucidazione sulla posizione, quella prima di campionato ha evidenziato un altro fatto, banale ma importante: ci dovremo abituare a vederlo tirare tantissimo. A Verona ha tirato in porta più del doppio di ogni altro suo compagno, e sui 2.26 Expected Goals creati dalla Juventus, 0.76 sono arrivati dalle conclusioni di Ronaldo. Ciò ha evidenziato un CR7 dalle due facce: la prima, cioè quella di chi si mette al servizio della squadra permettendo di dare spazio ai suoi compagni, mentre la seconda è quella di chi vive con l’ossessione di buttare la palla in rete.

Avversari ostici

Dopo quella partita inaugurale, si sono susseguiti due scontri ostici contro Lazio e Parma. Ecco, già da queste prime gare si è iniziata a vedere l’evoluzione che potrebbe avere Ronaldo. Se al Real, il portoghese si muoveva molto solo sulla trequarti offensiva e con poca propensione al sacrificio difensivo, in Italia tende a spaziare per tutto il campo, fino ad arretrare a metà campo per sostenere i centrocampisti e raddoppiare gli avversari. In questo caso, la sua condizione fisica perfetta lo sta aiutando tantissimo nel bruciare le tappe per l’adattamento alla Serie A. In un campionato dove le cosiddette “piccole” tendono, da sempre, a chiudersi in difesa, giocando in 11 dietro la linea del pallone, questo comportamento di Ronaldo sarà importantissimo, dovrà cercare di trovare sempre la chiave di volta per scardinare la resistenza degli avversari, messi bene in campo tatticamente e consapevoli della pericolosità del numero 7 bianconero.
Come contro il Parma, dove Ronaldo ha sofferto molto il gioco aggressivo dei ducali, che, dal conto loro, non si sono risparmiati dall’usare le maniere forti.

Il campo parla chiaro

Il goal che tardava ad arrivare era in realtà solo la ciliegina sulla torta, dopo una serie di prestazioni che mostravano il portoghese in grande fiducia. Tiri fuori dall’area con la sua solita potenza, assist per i compagni, tagli in area e sgroppate sulla fascia, tutte consuetudini che hanno sempre portato ad una caterva di reti.
Dal Sassuolo in poi, giornata in cui si è sbloccato con una doppietta, CR7 sta fiutando il goal sempre più da vicino assieme a prestazioni da trascinatore vero, come contro il Napoli, di cui parleremo meglio tra poco.
Anche in Champions, contro il Valencia, dove la sua gara è durata soltanto 30 minuti per un’espulsione molto dubbia, abbiamo visto tutta l’ossessività di Ronaldo, frustrato e in lacrime per aver steccato l’esordio in Champions. Lasciare i propri compagni in 10 per più di un’ora ha probabilmente generato in lui la rabbia per aver deluso le aspettative di un ambiente intero e fallito nel suo intento da giocatore carismatico e leader dei suoi.
Costante, quella del carisma e delle lacrime, che spesso abbiamo visto con Cristiano, anche e soprattutto con la maglia del Portogallo.

Integrazione definitiva

L’attacco juventino sta riuscendo nell’intento di far conciliare più o meno tutti i suoi repartisti, considerando anche la presenza della CL. Forse solo Dybala sta rendendo sotto le aspettative, mentre per il resto abbiamo quasi solo note liete. Bernardeschi sta crescendo in maniera vertiginosa nel ruolo di esterno d’attacco, su Douglas Costa, dimenticando per un attimo l’episodio con Di Francesco, non ci sono molte parole da spendere e Mario Mandžukić sta trovando il modo per essere decisivo anche in questa stagione. Quanto sembrano lontani i tempi in cui l’attacco era il punto debole dei bianconeri?

Arriviamo dunque alla miglior partita senza alcun dubbio per Cristiano Ronaldo, cioè quella contro il Napoli di Carlo Ancelotti. Con i suoi in difficoltà e sotto 1 a 0, è stato lui a prendere per mano i bianconeri, conducendoli alla vittoria. Ronaldo è abituato fin troppo a situazioni del genere, ne ha vissuti a iosa in carriera e ormai è quasi naturale per lui deciderli, anche se non coi gol. Allo Stadium, prima scalda i motori con un tiro in corsa al volo, parato facilmente da Ospina, poi al minuto 26 arriva la giocata che spacca la partita. Ripartenza con Emre Can sul cerchio di centrocampo, il turco-tedesco apre sull’esterno sinistro, dove la palla sarebbe dovuta essere intercettata da Hysaj, il quale però sbaglia e regala un po’ di campo a CR7, che poi serve un cioccolatino a Mandžukić per il gol del pareggio. Gli è bastato un pallone respinto male per capitalizzare una palla persa in assist. E’ solo l’inizio della partita che regalerà la prestazione perfetta del numero 7 bianconero. Anche il secondo goal, sempre da parte di Mandžukić, arriva “per merito” di Cristiano. A generare la rete del sorpasso è infatti una conclusione del portoghese che si stampa sul palo dopo il tocco del portiere azzurro, prima del tap-in decisivo. Per concludere, la marcatura che ha chiuso la partita nasce da un calcio d’angolo di Bernardeschi che cade proprio sulla testa di Ronaldo, involontario assistman per Bonucci sulla linea di porta.

I suoi tocchi e azioni hanno propiziato tutti e tre le reti della squadra, segno del forte coinvolgimento all’interno della manovra e di come abbia già assimilato alla perfezione i meccanismi di Allegri. Non ha segnato, ma ha giocato da assoluto campione, emergendo come l’assoluto faro da cui passare per cambiare una gara difficile.  E’ questo Cristiano Ronaldo. L’alieno è atterrato definitivamente nel pianeta Serie A ed è destinato ad aggiungere un ulteriore tassello alla sua, in continua ascesa, carriera. I suoi goal e soprattutto le sue giocate sono diventate l’ingranaggio indispensabile per far girare tutta la Juventus come una macchina.

Non si può più fallire

L’arrivo del portoghese ha messo in guardia tutta l’Europa perchè adesso i bianconeri non possono più nascondersi né considerarsi meno favoriti rispetto agli altri top team. L’obiettivo primario ora è primeggiare in Europa, dopo le ultime stagioni in cui più volte l’obiettivo è sfumato sul più bello.
L’esperienza di Ronaldo nella competizione sarà di enorme aiuto per compiere quel maledetto step finale, quello che ha fatto soffrire i tifosi bianconeri, che però è apparso ogni anno sempre più vicino, fino a questa stagione dove sembra essere ben visibile. Nel frattempo, “il trasferimento del secolo”, come molti lo hanno definito, potrebbe aver spianato la strada per altri arrivi eccellenti in Serie A, che è tornata prepotentemente sulla scena.

Ronaldo è entrato a Vinovo con la voglia di diventare un’icona e il centro dello spogliatoio, ma anche con la mentalità giusta di chi conosce perefettamente il modo in cui si vince.
Che sia davvero l’anno buono?

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