Passeggiare con il vento in faccia.
Potrebbe essere questo il modo più semplice ma allo stesso tempo d’impatto per descrivere la città di Brighton. C’è chi la definisce la patria dei mods, chi del trash, del punk, del rock ma allo stesso tempo color panna, chi le ha dedicato una canzone e chi ha scelto di fondarvi una squadra di calcio. Poi ci sono anche i gabbiani, ma dei Seagulls parleremo fra poco.
Gli Who ambientarono proprio nella città dell’East Sussex il loro concept album forse più riuscito, quel Quadrophenia che mise in luce la rivalità fra i mods ben vestiti e i rockers spettinati. Franc Roddam ne fece persino un film, di cui vi proponiamo un estratto particolarmente significativo, oltre che movimentato.
Le piccole viuzze del centro storico – sempre che così possa essere chiamato – sono un arcobaleno di emozioni: rosso, giallo, blu, verdearancio, viola e azzurro marino rendono ogni angolo di strada un piccolo stralcio di paradiso. Le zone meno trafficate sono quasi dimenticate da Dio, pochi le percorrono ma chi si ritrova a varcarle si imbatte nei murales più stravaganti mai esistiti, può trovare una presa in giro al mondo moderno o persino i Puffi con Gargamella. Si, avete letto bene.
Ad un tratto, improvvisamente, i muri finiscono e ci si ritrova di fronte al tutto assoluto, a tu per tu con la Manica, da una parte la ruota panoramica e dall’altro un panorama da mani nei capelli. Se aveste per caso un cappello, mettervi le mani sul capo servirà davvero. Fidatevi, altrimenti lo ritroverete in mare.

Difficile pensare di essere ad un’ora e pochi minuti di distanza dalla metropoli chiamata Londra, fatto sta che la città di Brighton porta una ventata di aria fresca e di colori, gli stessi che dipingono Notting Hill o l’Underground ma che spesso non riescono a sovrastare il grigiore del cielo.
Qui invece spesso batte il sole, la città delle Seven Sisters dà l’idea di essere un posto nel quale si possa vivere in pace, con infinita ed immotivata serenità, senza l’incubo di dover arrivare a lavoro in tempo cambiando un autobus al minuto. Persino i mezzi pubblici a Brighton cambiano colore, alcuni diventano gialli ed altri rossi, il tutto con la classica ruota panoramica sullo sfondo. Non sarà il London Eye, ma ci si accontenta.
Impossibile non rimanere colpiti dalla grandezza di una città così piccola, un nulla in confronto alla potenza londinese ma una santabarbara di bagliori, suoni e personalità unite nella loro diversità.
Chiusa la parentesi rotonda, ora parliamo di calcio e lo facciamo partendo con un nome ed un cognome: Chris Hughton.
Con lui al timone i gabbiani del Brighton stanno provando a volare, sperando di non fermarsi sul più bello proprio come lo scorso anno quando, dopo uno storico terzo posto, vennero sbattuti fuori dai Play-Off per mano dei gufi bianchi dello Sheffield Wednesday, ai quali soltanto le tigri dell’Hull City sono riuscite a sbarrare la strada assicurandosi l’unico biglietto rimasto per la Premier League.
Oggi i biancoazzurri di Hughton sono sempre lì, ancora competitivi e nelle zone alte di una classifica particolarmente complicata vista la presenza del mostro a tre teste Newcastle-Aston Villa-Norwich, senza contare la sorpresa del campionato chiamata Huddersfield Town. Proprio nella scorsa giornata hanno sconfitto quello Sheffield Wed che aveva interrotto il loro unstoppable dream qualche mese addietro.
La squadra della città più stravagante e libertina del Regno Unito è ancora competitiva e – ovviamente – ricca di giocatori di qualsiasi tipo, caratura ed esultanza.
Il nuovo vecchio Brighton, potenza della Championship, è ormai da tempo una squadra solida, divertente e costruita per un salto di qualità che sembra arrivare ogni anno salvo restare incagliato, offuscato dai nuvoloni che ogni anno sovrastano i campi della serie cadetta inglese. La scorsa stagione resta emblematica dei saliscendi a cui sono abituati da anni i tifosi dei Seagulls: non sono bastati 89 punti – gli stessi del Boro di Karanka – per tornare in Premier League, oltre a questo i ragazzi coach Hughson si sono arresi di fronte ad una squadra – appunto lo Sheffield – che era arrivata ai Play-Off con il fiatone, con ‘soli’ 74 punti.
Tanti infortuni resero il finale di stagione critico, ma l’allenatore ex-Norwich non si è mai perso d’animo nonostante la sconfitta contro chi si era presentato con 15 punti in meno.
We have to use that to our advantage and come again strong next season. Finishing so many points clear of sixth place, it’s tough but that’s how it is, but they will be better players for it and more experienced for it.
Già, sono sempre gli altri a trionfare, mentre i gabbiani restano fermi ad osservare altri volatili andarsene con leggerezza nel vento. Un po’ come gli autobus di notte, magari proprio quelli di Brighton, fanno lo stesso lavoro degli altri – forse anche di più – ma nessuno si accorge di loro.
Per ovviare a questo problema la squadra allestita per la stagione in corso sembra decisamente più esperta e ricca di qualità, con numerosi ricambi e davvero una voglia matta di stupire uscendo finalmente alla luce del sole.
Kayal e Sidwell portano esperienza, Knockaert è il faro a cui si appoggia l’israeliano-polacco Hemed, la difesa Duffy-Dunk suona piuttosto bene così come la presenza di Stockdale in porta garantisce una certa sicurezza a tutto il resto della ciurma, persino ai terzini Bruno e Bong, capaci di portare un po’ di Spagna e di Camerun in terra anglofona.
Gli altri nomi nuovi sono Norwood e Pocognoli, il primo ‘scippato’ ai Royals del Reading mentre il secondo preso in prestito dal West Bromwich Albion di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa.
La prima formazione ha battuto per 2-0 il Bansley, mentre la seconda si è presa una prima e piccola rivincita proprio sullo sheffield Wednesday, messo a sedere per 1-2 nella scorsa settimana di Championship.
Senza stare a scomodare nessuno, né gli Who, né Luca Carboni e Samuele Bersani, né tantomeno i Mods o i Rockers, ci limiteremo a spezzare una lancia in favore di una squadra recentemente molto, forse troppo sciagurata. Una realtà che quest’anno potrebbe finalmente alzarsi in cielo, anche perché se vivi fra il vento di Brighton dovresti avere da tempo, forse da sempre, voglia di volare. Non solo con la fantasia, per quello bastano davvero gli Who, ma farlo per davvero.
Brighton è Dublino senza preti. Brighton è tollerante sulle rive del mare. Dublino è situata sul mare ma vi è intolleranza
Brendan Behan