Bagni di folla

A meno che non viviate dentro al parco divertimenti di Westworld, avrete sicuramente visto le immagini dell’arrivo di Ronaldo a Torino, con un gran numero di tifosi in adorazione. Se invece siete residenti creati dal dottor Robert Ford e dal misterioso Arnold e non avete idea di cosa si stia parlando, vi lascio un video qui sotto per farvi comprendere meglio.

Che bello poter accogliere il proprio idolo immediatamente, non appena mette piede nella città che ospita la squadra in cui giocherà. Il calciomercato, infatti, è diventato un fenomeno conosciuto nei minimi dettagli da tutti gli appassionati di sport, che possono seguire un gran numero di fonti d’informazione per conoscere ufficialità, voci, possibilità riguardanti giocatori e squadre. Grazie allo splendido mondo del web, poi, i tifosi sono in grado di conoscere esattamente quando atterrerà l’aereo con a bordo il nuovo acquisto e in quale aeroporto si troverà, potendo così permettersi di utilizzare un po’ del proprio prezioso tempo per accogliere il calciatore che probabilmente, se è straniero, non capirà nulla dei cori che gli ultras gli dedicheranno. A volte però non sono i calciatori a non capire, ma le società e i tifosi stessi: le prime spendono tanti soldi per giocatori che si rivelano dei flop, i secondi cavalcano l’entusiasmo e stendono il tappeto rosso al nuovo arrivato.

Bagni di folla

che sarebbe stato meglio evitare

A meno che non succedano cataclismi – o che non si scopra che CR7 è un androide che non può disputare competizioni dedicate agli esseri umani – molto difficilmente i tifosi che si sono presentati fuori dal J Medical rimpiangeranno di aver accolto in quel modo il portoghese. In tanti altri casi le certezze, però, erano di molto inferiori, ma il cuore impavido dei veri fan non ha resistito e li ha spinti a manifestare tutto il proprio amore a giocatori da cui poi sono stati brutalmente traditi. Ho, quindi, scelto sette acquisti recenti che hanno affascinato e poi pugnalato alle spalle i loro tifosi. Per ogni trasferimento viene anche indicato il livello di sofferenza per i sostenitori della squadra.

Spoiler alert: potrebbe essere molto doloroso per chi si reca a weekend alternati a San Siro.

Mario Gomez alla Fiorentina

luglio 2013

Cinque estati fa Mario Gomez aveva 28 anni. Era nel pieno della sua carriera, veniva da quattro stagioni al Bayern in cui aveva segnato 113 gol in 174 partite. Nell’ultima stagione in Germania aveva giocato meno, sia a causa di qualche acciacco sia per il ruolo sempre più centrale che aveva assunto Mario Mandzukic con i bavaresi. Eppure Gomez rappresentava qualcosa di grandioso per i tifosi viola, il giusto partner per Giuseppe Rossi rientrante dall’infortunio: un rilancio, un’affermazione di forza con la quale Della Valle voleva sottolineare una posizione di rilievo nel panorama italiano. Gomez venne acquistato per 15 milioni, che ora ci sembrano noccioline, ma che solo un lustro fa erano una cifra molto più importante di quanto si possa pensare. Non sembravano esserci motivi credibili per credere che questo trasferimento sarebbe finito in modo sportivamente tragico, con 49 partite saltate per infortunio in due stagioni e solo 7 gol segnati, prima del prestito al Besiktas, la cessione al Wolfsburg e il ritorno, sei mesi fa, allo Stoccarda. Così, venticinquemila fiorentini, in una bella giornata estiva, avevano deciso di presentarsi al Franchi per inneggiare al nuovo idolo viola.

Livello sofferenza tifosi: 5/5. La coppia Rossi-Gomez è sempre rimasta un sogno hipster.

Geoffrey Kondogbia all’Inter

giugno 2015

Trentasei mesi fa, quello che era stato da molti definito – impropriamente – il nuovo Pogba, arrivava a Milano in prestito con obbligo di riscatto fissato a 36 milioni di euro, tra le urla di gioia dei tifosi nerazzurri, felici non solo di aver comprato un giovane di grandi prospettive, ma soprattutto di averlo rubato ai cugini del Milan. Il talento francese proveniva dalla scuola di giocatori che erano scesi in campo (vincendo) i Mondiali u20 del 2013, la stessa di cui facevano parte Umtiti, lo stesso Pogba, Digne, Areola, Veretout, per citarne alcuni che oggi giocano in grandi squadre. Kondogbia è un giocatore molto particolare: non ha grossa tecnica di base, ma ha potenza ed esplosività, un po’ come quei lanciatori del martello che vediamo ogni quattro anni alle Olimpiadi. All’Inter, però, forse era sfuggito questo particolare e così, messo in difficoltà dal contesto di gioco in cui si trovava, andò quasi immediatamente in difficoltà; una personalità non impenetrabile, poi, non gli permise più di riacquistare la fiducia fondamentale per tornare a esprimersi come un freak fisico, come dimostrato nelle esperienze pregresse. Kondo, in questo video in cui è ripreso subito dopo l’accordo con l’Inter, guida i fan saltando durante i loro cori e creando ancora più hype attorno al suo personaggio. Che ce frega di Pogba, noi c’abbiamo Kondogbia è nella storia, per sempre.

Livello sofferenza tifosi: 3/5. L’innamoramento è stato realmente solo estivo. Kondogbia era il più attaccato dai tifosi già dopo poche partite.

Xherdan Shaqiri e Lukas Podolski all’Inter

gennaio 2015

Dopo il suo insediamento nel novembre 2013, quello del gennaio 2015 era una delle prime vere e proprie sessioni di mercato gestite interamente dall’ormai ex-presidente dell’Inter Erick Thohir. Nel gennaio 2014 era arrivato Hernanes come primo regalo alla squadra; durante l’estate successiva il massimo investimento aveva riguardato Gary Medel. Per combattere il freddo milanese di quei mesi, così, Thohir decise di acquistare una coppia che potesse scaldare il cuore dei tifosi: quella formata da Xherdan Shaqiri e Lukas Podolski. Lo svizzero si era messo in luce ai Mondiali Brasiliani grazie alla tripletta segnata contro l’Honduras; il tedesco era una sicurezza per la solida carriera che aveva alle spalle. Il primo arrivava l’8 gennaio, il secondo era ufficiale tre giorni prima. Si inauguravano così una serie di sessioni nelle quali l’Inter spendeva e acquistava giocatori senza criterio, portando un gran numero di elementi che nel giro di qualche mese venivano rivenduti a causa della loro non funzionalità al progetto tecnico. Proprio in questa categoria rientrano Shaqiri e Podolski, rimasti in nerazzurro da gennaio fino all’estate, senza neanche il tempo di ambientarsi nella nebbia milanese. Nel video di seguito vedrete l’accoglienza dei tifosi più classica, quella per Shaqiri: atterraggio in aeroporto e invasione della folla. Qui, quella non dissimile per Podolski.

Va beh, ci sarà magari qualcuno che ha un buon ricordo legato a questo momento. Magari qualcuno ha trovato la donna della propria vita a Malpensa, quella notte. Chissà.

Livello sofferenza tifosi: 4/5. Questi due nuovi acquisti non rappresentavano solo l’arrivo di due nuovi calciatori, ma soprattutto un segnale di ripartenza, un messaggio con cui Thohir sembrava voler rassicurare la tifoseria riguardo agli investimenti che avrebbe fatto nell’Inter. Anche per questo la sofferenza di vederli scivolare via dopo soli sei mesi dev’essere stata ingombrante.

Mattia Destro al Milan

gennaio 2015

Adriano Galliani era oggettivamente una presenza frizzante per il calciomercato nostrano, uno di quelli che avrebbe potuto tramutare un atrofizzato pomeriggio di fine agosto nel momento più emozionante dell’estate di uno sportivo, meglio se rossonero. Galliani riuscì a portare nel 2010 Zlatan Ibrahimovic al Milan per 30 milioni complessivi, un anno dopo la sua cessione dall’Inter al Barcellona per un valore totale che si avvicinava ai 70 milioni di euro. Nel 2015 il Milan aveva sicuramente meno fascino, ma comunque riusciva ad acquistare Destro, attaccante in rampa di lancio senza spazio nella Roma di Rudi Garcia. Per portare l’attaccante ex-Roma sotto la Madonnina, Galliani era andato persino a suonare al campanello di casa sua, come un postino che non deve consegnare, ma ritirare un pacco. Destro in rossonero non ha avuto grande fortuna, ma sicuramente ha in qualche modo segnato la storia: è uno dei primi acquisti dagli anni 2000, almeno seguendo la mia memoria, ad arrivare nella sua nuova città in treno, a favore di telecamere. I tifosi, comunque, non mancano mai, sia affacciati dalle carrozze che attorno al giocatore. Destro, però, non ripagherà mai le loro speranze in campo, non riuscendo a godersi nemmeno un autunno a Milano.

Neanche il tempo per una Fashion Week, mannaggia. Da quel momento in poi, la carriera di Destro si è persa: solo una volta in doppia cifra in tre stagioni col Bologna.

Livello sofferenza tifosi: 2/5. I milanisti in quel periodo avevano già diversi dolori da affrontare, e quello legato a Destro probabilmente se lo sono dimenticati durante l’estate successiva.

Mario Balotelli al Liverpool

agosto 2014

Mario ha avuto tanti problemi e litigi con allenatori e tifosi, ma una cosa è certa: in Inghilterra una buona fetta di fan ama letteralmente il suo carattere fresco e provocatorio. La cosa più bella dell’accoglienza che Balo ha ricevuto arrivando al Liverpool nell’estate 2014 è sicuramente il ragazzo che, a petto nudo, mostra sulla schiena la scritta Why always me? – dal famoso derby di Manchester. Non solo, si rovescia un secchio di acqua addosso, probabilmente per seguire in modo virtuoso la moda dell’Ice Bucket Challenge che imperversava proprio in quei mesi sui social. Forse questo rito non è stato abbastanza propizio, dato che Mario ha giocato solo 16 partite in Reds, segnando un gol. Eppure oggi la sua incredibile storia calcistica da montagne russe sembra averlo rimesso in corsa per un ruolo di rilievo, grazie a due ottime stagioni con il Nizza.

Livello sofferenza tifosi: 4/5. Quando un amore importante finisce, si soffre tanto. I tifosi del Liverpool credevano in Mario, gli dedicavano cori cantati in italiano, ma dopo le sue prestazioni deludenti si sono messi in fila per riconsegnare e farsi cambiare la maglietta con il suo cognome stampato sul retro.

Leonardo Bonucci al Milan

luglio 2017

A scanso di equivoci. La stagione di Bonucci non è stata un fallimento completo, ma da un giocatore del suo spessore era lecito attendere qualcosa in più. Ciò che potrebbe far risultare paradossale il bagno di folla che i tifosi rossoneri solo dodici mesi fa gli avevano dedicato, è una notizia che sta rimbalzando con forza nelle ultime ore, cioè quella che vedrebbe il capitano del Milan lontano dalla Lombardia già a partire da quest’estate. Ma non solo: si parla con forza di un suo clamoroso ritorno alla Juventus. In questo caso, Leo a Torino potrebbe esserci ancora, e queste immagini potrebbero strappare più di un sorriso (o di una lacrima) – a chi le guarda.

Livello sofferenza tifosi: 5+/5. L’unica vaga gioia dei tifosi rossoneri, a parte la faticosissima qualificazione all’Europa League e la vittoria nel derby di Coppa Italia, è stata quella legata al gol di Bonucci allo Juventus Stadium. Togliergli anche quel bel ricordo sarebbe di una crudeltà unica.

Kakà al Real Madrid

luglio 2009

Parlare di leggende calcistiche di questa matrice richiede sempre un’attenzione speciale, ma è innegabile che uno degli ultimi super-trasferimenti, prima che gli anni ’10 rendessero normale qualunque transazione a tre cifre, sia stato un sonoro fallimento, rispetto alle attese, e magari abbia creato un piccolo rimpianto nei 40.000 tifosi presenti sulle tribune in quel caldo pomeriggio al Bernabeu. La pubalgia, d’altronde, rende fragili anche i giocatori che sembrano immortali. Kakà comunque collezionò un centinaio di presenze e 30 reti con le Merengues, senza però tornare a essere quella locomotiva tanto amata a Milano.

Livello sofferenza tifosi: 1/5. I fan del Real sono come ricchi e incravattati ospiti di un banchetto. Se viene meno il caviale, possono pur sempre riempirsi con le aragoste.

Bonus: Gianluca Lapadula al Crotone

aprile 2016

No, Lapadula non ha mai giocato a Crotone. Ma se per caso i tifosi del Crotone incontrassero in un Autogrill i giocatori del Pescara, fermassero Lapadula e, come fossero gli Ultras di Pio e Amedeo, gli cantassero nelle orecchie il coro Lapadula è crotonese filmando il tutto, non si potrebbe forse inserire questo evento sotto la categoria bagni di folla? Tra l’altro è valido anche un altro elemento, quello della delusione dei tifosi crotonesi di non vedere mai Lapadula segnare un gol con la maglia dei calabresi.

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