Lotta a tre
Da questa stagione, i posti per la Champions League sono tornati quattro come ai fasti del nostro calcio. Roma, Inter e Lazio stanno lottando sapendo di avere un piccolissimo margine di errore, se non nessuno; la squadra della Lupa, dopo aver messo l’acceleratore sul pedale ad inizio stagione si è accasciata un po’ in termini di risultati e ha perso tanti punti preziosi per strada. La Roma negli ultimi anni ha cambiato molti allenatori, tutti con un credo offensivo piuttosto accentuato. In questi anni ha rappresentato un’arma a doppio taglio, eccezion fatta per Spalletti, perchè faceva dei capitolini una delle squadre più prolifiche del campionato ma anche una delle peggiori a livello di reti subite. L’arrivo in estate di Eusebio Di Francesco sembrava aver riportato un po’ d’equilibrio e l’inizio di stagione scoppiettante, tranne per lo scivolone in casa con l’Inter dove comunque si era vista un’ottima Roma, lo ha confermato.

Cosa va e cosa no
Soprattutto sul lato difensivo si è vista maggiore sicurezza con linee alte e pressing costante, a partire dalla trequarti avversaria. Però, da metà dicembre fino alla partita persa in casa con la Sampdoria dello scorso gennaio, i giallorossi sembravano aver perso quella lucidità e concentrazione di inizio stagione. Di Francesco aveva sottolineato la mancanza di fluidità nel gioco e la poca voglia di rischiare la giocata per accontentarsi di azioni effimere senza troppe pretese. Il ritorno alla vittoria contro l’Hellas è stato frutto di una giocata individuale di Cengiz Under. Il tecnico giallorosso lo ha successivamente riproposto in campo con un 4-2-3-1 contro il Benevento, modulo poi riproposto contro l’Udinese. Il turco sembra aver dato quel dinamismo e quell’imprevidibilità che la Roma non aveva ancora trovato in questa stagione.
Under solo di nome
Il gol al Bentegodi dopo neanche un minuto è pura esplosività, coadiuvata da un piede sinistro degno di nota. Da quel momento, il numero 17 giallorosso è stato inamovibile dal campo, perchè ha ridato sicurezza ad una squadra in crisi e soprattutto al suo reparto offensivo. Con il Benevento sono arrivati cinque goal, quattro da parte di attaccanti e si è rivisto un Dzeko in grande forma, dopo un periodo evanescente, turbato da voci di mercato. La presenza di Under è stata rivitalizzante per tutti i suoi compagni che hanno riguadagnato la consapevolezza dei propri mezzi, giocando su tutti i palloni con la rabbia che cercava Di Francesco. A beneficiare delle prestazioni di Under è stato soprattutto Nainggolan, che è tornato al suo vecchio ruolo, giocando alle spalle di Dzeko in una porzione di campo in cui sfrutta maggiormente le sue vitali incursioni in zona offensiva. Questo nuovo tandem è una delle migliori coppie del campionato sotto ogni aspetto: c’è l’individualità e la tecnica di Under con l’aggressività e la grinta di un lottatore come il Ninja. L’innesto del classe ’97 ha riportato vitalità ed estro ad un attacco che ha faticato per molti mesi e che ora ha trovato uno “spacca-partite”.
Di Francesco lo ha sempre elogiato e ora gli ha dato la possibilità concreta di mettersi in mostra sul serio; il 4-2-3-1 diventa l’habitat perfetto per lui che riesce a giostrare su tutta la trequarti d’attacco con continui inserimenti e assist per i compagni. Il modulo sembra perfetto per l’ideale tattico dell’ex allenatore neroverde: giocare sempre palla a terra, puntare soprattutto sulle fasce per aprire il gioco e dare libertà alle percussioni centrali di Nainggolan. Il 4-3-3, modulo preferito da Di Francesco, si sviluppava quasi allo stesso modo di quello attuale, dove si puntava forte sull’asse sinistro con Kolarov, Perotti e Strootman che giostravano con triangoli in velocità per aprire gli spazi in profondità e spostare il fulcro del gioco su un’unica parte del campo. La manovra sembra ora più fluida, più rapida, seppure con qualche situazione di staticità da migliorare.
Evoluzione tattica e tecnica
I bianconeri di Oddo si disponevano con un 3-5-2 molto coperto e tanta densità in mezzo al campo per dare fastidio alla controparte avversaria nella zona offensiva e di costruzione. L’arrivo di Oddo in Friuli ha rappresentato una volta e i risultati si sono visti fin da subito. Ha rivitalizzato Kevin Lasagna al centro dell’attacco e ha dato spazio a belle scoperte come Antonine Barak. Giocare con i bianconeri non è mai facile, specialmente alla Dacia Arena. Infatti, rimangono in gara alla grande per più di un’ora di gioco e in certe occasioni rischiano di passare in vantaggio, come in occasione dell’errore di Juan Jesus che manda in porta Perica, situazione nella quale Alisson è stato provvidenziale. L’Udinese ha fatto la sua partita senza timore, anzi si è dimostrata una squadra di personalità capace di impensierire al minimo errore, mentre i giallorossi hanno sempre cercato di limitare il loro gioco palla a terra indirizzandoli continuamente con lanci lunghi riguadagnando il possesso.
Se ad inizio stagione si è sempre cercato di costruire la manovra partendo dal basso, alzando i terzini sulle fasce in fase di possesso, ora ci si affida meno alla tecnica da registi improvvisati di Kolarov e Florenzi e si tende a puntare maggiormente sull’individualità dei singoli. Non a caso, tutti e 9 i tiri della Roma nel primo tempo sono stati effettuati dai tre attaccanti: El Shaarawy 4, Under 3 e Dzeko 2. La Roma è prima nella classifica dei cross utili (247) e seconda al Napoli per tiri totali (345), che possono essere anche solo numeri ma rimarcano la rinascita del reparto offensivo romanista.Trovare soluzioni per arrivare in porta è ancora un problema per la Roma, solo tramite giocate dei singoli si sono create occasioni concrete, ma qualcosa si sta già intravedendo. E’ proprio questo che cerca l’allenatore ex-Sassuolo, aumentare la qualità della manovra di gioco coinvolgendo al massimo le individualità dei propri ragazzi.

Di Francesco non è amante del nuovo modulo, ed infatti la filosofia adottata con il 4-3-3 di inizio stagione non è molto diversa. La ricerca della verticalità è sempre stato l’obiettivo dei giallorossi e l’inserimento di Under è stato un valore aggiunto fondamentale. Lo stesso Di Francesco ha parlato così del turco dopo Udine, qui una parte delle sue dichiarazioni.
“Abbiamo trovato questo ragazzo che ci teniamo stretto – ha continuato parlando dell’attaccante turco – credo che, come sempre con i giovani, ci voglia pazienza e lavoro. Lui ha grande umiltà, ha avuto pochi spazi ma sempre ragionati e la crescita passa attraverso gli allenamenti. Lui ha sempre fatto bene, soprattutto quando è tornato dalle vacanze. Ci sta dando qualcosa in più. La capacità di prepararsi il tiro in velocità è una qualità innata che in questo momento sta mostrando. Prima giocava più aperto, con il lavoro e la continuità riesce a staccarsi dall’avversario e a trovarsi i suoi spazi. A volte deve scegliere meglio e non forzare la giocata ma sono molto contento di quello che sta mostrando”.