Assai: Vacanze Mondiali [1×08]

L’estate è alle porte. Il caldo, l’afa e le zanzare si fanno assai più insistenti. Unica nota lieta: i Mondiali. Ah no, scusate, forse quest’anno anche i Mondiali per noi Italiani sono una nota dolente. Noi di Numerosette, allora, per salvare i nostri fedeli lettori dalle ripetitive hit estive a fare da sottofondo a emozionanti sessioni di aquagym, abbiamo deciso di portarvi in vacanza. Dove? In ben sette nazioni diverse. La scelta è ricaduta su quei Paesi che, durante il periodo d’avvicinamento al Mondiale in Russia appena cominciato, ci hanno, per motivi diversi, lasciati più a bocca aperta. Per chi è stato, quindi, più da assai.

Messico – Chichén Itzá

La nostra vacanza inizia dal Centro America, in particolare nell’area archeologica nel nord dello Yucatan, la zona più storicamente interessante di tutto il Messico. Qui è possibile ammirare le rovine di un’antica città Maya che pare aver conosciuto il suo massimo splendore intorno al 600 d.C. L’edificio sicuramente più caratteristico è il tempio di Kukulkan, detto El Castillo, una piramide a gradoni sulla sommità della quale è raffigurato un personaggio molto interessante.

A guardarlo da vicino lo si vede ritratto due volte, una con una sorta di codino e un’altra con i capelli tagliati corti, secondo l’usanza del tempo. Gli studiosi sono finalmente riusciti ad identificarlo: è Rafa Marquez! Il difensore ex Barcellona sarà alla sua quinta partecipazione ad un Mondiale, essendo anche l’unico giocatore di questa edizione presente anche a quelli del 2002.

Marquez si aggiunge a una lista che, prima di lui, comprendeva solo tre giocatori, gli unici a vantare un così alto numero di partecipazioni: Lothar Matthäus, Gigi Buffon (che forse quest’anno avrebbe potuto festeggiare la sesta, ma non infieriamo) e Antonio Carbajal. Proprio quest’ultimo, messicano anche lui e sempre presente tra il ’50 e il ’66, secondo recenti studi è la figura incisa sull’altra parete del tempio.

Insomma, tra Marquez e i Maya la distanza è assai breve.

Spagna – Madrid

D’estate la capitale iberica è calda e afosa; per questo, di solito, i turisti preferiscono le marittime Barcellona e Valencia, ma per essere assai bisogna andare un po’ in controtendenza. Il nostro tour di Madrid inizia dalla celebre Plaza Mayor e dalla centralissima Puerta del Sol, chilometro zero di tutta la rete stradale spagnola. Partiamo, quindi, proprio dal cuore di tutta la nazione. La calura estiva, però, non perdona e decidiamo così di spostarci al Museo del Prado per trovare un po’ di refrigerio.

Nel tragitto ci imbattiamo, però, in un uomo sconsolato che cattura la nostra attenzione. Mi fermo a guardarlo e alla fine lo riconosco: è Julen Lopetegui. È abbattuto. Dopo due anni di imbattibilità sulla panchina delle Furie Rosse è stato esonerato solo un giorno prima dell’inizio del Mondiale per aver ufficializzato l’accordo con il Real Madrid che lo ha voluto come nuovo tecnico. Al suo posto, sulla panchina della Spagna, ci sarà Hierro. Appare assai provato, ma il caldo non sembra c’entri; vaga per le strade sbiascicando “¿Por qué?” e “¿Qué he hecho?”. Cerco di consolarlo, ma lui va via, continuando a invocare un certo Don Andrés.

Germania – Düsseldorf

Per la terza tappa delle nostre vacanze assai rimaniamo in Europa e ci spostiamo in Germania. Eravamo stanchi delle alte temperature della Spagna e così abbiamo cercato un po’ di refrigerio in terra tedesca. Ancora una volta, per essere più da assai, non abbiamo scelto la più scontata Berlino, ma preferiamo la più caratteristica Düsseldorf in Vestfalia. L’impressione venendo qui è che di bello effettivamente ci sia poco, ma tutto funzioni benissimo. Un po’ come la nazionale di calcio tedesca. Ozil scusaci.

Girando per gli innumerevoli – uno, forse – monumenti e le altrettanto numerose statue che ritraggono Klopp ci ritroviamo alla stazione della città. Qui, ad attendere il treno – che sarà poi, ovviamente, puntualissimo – per la sua Bochum, troviamo un a dir poco adirato Leroy Sané. Fino a qualche mese fa nessuno avrebbe ipotizzato che il c.t. Joachim Löw avrebbe rinunciato così facilmente all’ala del Manchester City, fresco campione d’Inghilterra, preferendogli il meno quotato, seppur talentuoso, Brandt. Abbiamo tentato di avvicinarlo, ma il classe ’96, assai contento quando ha scoperto che eravamo italiani, ha iniziato a chiederci con una certa insistenza se avessimo figurine o foto di Fabio Grosso da prestargli per qualcosa che aveva intenzione di fare. Noi, spaventati, ci siamo allontanati, ma non temere caro Sané, avrai occasione per rifarti.

Leroy Sané escluso dai convocati della Germania: decisamente da assai | numerosette.eu
Ecco il finto sorriso di Sané. Ecco come tenta istericamente di nascondere la disperazione.

Argentina – Buenos Aires

Il volo per la quarta tappa delle nostre vacanze l’avevamo prenotato da un po’ di tempo. Lo sapevamo che l’Argentina, con l’avvicinarsi di una competizione così importante, avrebbe regalato qualche colpo di scena non da poco, anzi, da assai. Le aspettative poi si moltiplicano per la presenza in panchina di Sampaoli, uno degli allenatori più eccentrici di tutto il Mondiale.

Sbarchiamo a Buenos Aires e la notizia rimbalza ovunque. Dai locali chic di Porto Madeiro alle case colorate de La Boca; addirittura a Plaza de Mayo, vicino ai sempre presenti striscioni con appelli riguardanti i desaparecidos, trovano posto cartelloni più piccoli sul tema. Dalle sedi del ritiro della nazionale si è diffusa un’indiscrezione: pare che il tecnico Jorge Sampaoli abbia molestato una cuoca. Le accuse sembrano venire dalla famiglia della diretta interessata, che ha riportato la volontà della donna di denunciare il tutto alla quale sarebbero seguiti i tentativi della Federazione di far passare sotto silenzio la cosa.

Intanto, gustando un bife de lomo – miglior prodotto argentino dopo Maradona e Messi – aspettiamo cosa ci regalerà in questo Mondiale la nazionale più sanguigna di tutte.

Iran – Teheran

Lo confesso: riuscire a far passare le nostre vacanze anche per l’Iran è stato assai complicato. Tra visti e documentazione varia i preparativi sono stati molto lunghi, ma ne è valsa la pena. Nonostante sia molto calda, l’estate è la stagione migliore per visitare Teheran, per i colori e le atmosfere delle quali sa dipingersi. La prima tappa per noi, atterrati affamati dopo un lungo volo, è il Grand Bazar della città, un luogo storico e altamente rappresentativo, soprattutto per l’importanza avuta durante la rivoluzione del ’79.

Qui si vende letteralmente di tutto e noi, per puro caso, mentre cerchiamo qualcosa da mettere sotto i denti, vediamo quello che mai avremmo creduto di vedere. Tutta la nazionale di calcio dell’Iran, compreso il suo staff tecnico, è disposta ordinatamente in fila davanti a una piccola bancarella che vende scarpe. Ebbene sì, a pochi giorni dal Mondiale, la Nike ha annunciato che per via delle sanzioni imposte dagli Usa a Teheran, non sarà possibile al colosso sportivo americano inviare le scarpe da calcio alla nazionale. La vicenda ha lasciato, ovviamente, assai amareggiato il c.t. Queiroz, soprattutto per le tempistiche. Ma non preoccuparti mister, a comprarle in stock il prezzo è buono.

Inghilterra – Londra

Il titolo di questa tappa rischia di essere ingannevole. Infatti, mi spiace, ma l’Inghilterra non sarà la meta della nostra sesta tappa, ma ne sarà la partenza. Questa volta abbiamo pensato ai più impavidi, quelli con maggior spirito d’avventura e i più allenati. Il programma è molto semplice. Si parte da Londra e si attraversa tutta l’Europa per arrivare in Russia. Come? Semplice, in bicicletta!

L’idea, per la verità, l’abbiamo presa da Martin Atkinson e Jon Moss, arbitri della Premier League, che hanno avuto questa trovata per sostenere quattro organizzazioni benefiche. L’iniziativa, della durata di 18 giorno, dovrebbe permettere di raccogliere circa 60000 euro. L’arrivo è previsto per il 28 giugno a Kaliningrad, la distanza coperta è più di mille chilometri. Mi raccomando allora, bagagli assai leggeri!

Italia – Ovunque

L’ultima è una finta tappa, si torna a casa. Abbiamo tentato di fuggire per evitare di incontrare la nostalgia da Mondiale mancato, ma ci ha inseguiti, braccati, e alla fine raggiunti ovunque. Le giornate al mare non saranno più ugualmente divertenti; le giornate in montagna non saranno rilassanti alla stessa maniera; le giornate tra le città d’arte non saranno ugualmente emozionanti. Le giornate passate in ufficio o a studiare… no, quelle saranno sempre uguali. L’Italia ha mancato il mondiale, sì, e ora ci tocca vedere vecchietti che litigano per la formazione dell’Iran o dell’Arabia Saudita, con discussioni interminabili per la difficoltà nel pronunciare i cognomi dei giocatori.

Non è un dramma, però. Resta la tristezza per non aver fatto l’unico viaggio che davvero avremmo voluto fare. L’unico da assai.

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