Fa caldo – ce lo sentiamo ripetere da mesi al telegiornale o in coda in posta, quindi lo possiamo affermare con certezza – e la voglia di uscire di casa nelle ore diurne è vicina ai gol segnati da André Silva in Serie A. Meno due. È Ferragosto, però, quindi faccio finta di avere lo spirito normale per un poco più che ventenne e decido di imbucarmi a una delle tante feste in piscina organizzate alla buona. La grigliata allarga il buco dell’ozono e la birra è rigorosamente calda, ma mi hanno detto che il proprietario di casa conosce un sacco di calciatori e dirigenti, quindi sono speranzoso: forse riuscirò a rubare qualche selfie.
Ore 20:00
La festa inizia molto timidamente. Gran parte degli invitati ancora non è arrivata. Tra i pochi presenti spicca solo un sudatissimo Remo Freuler che, da perfetto Svizzero, è arrivato puntualissimo. In realtà amici del proprietario di casa – che evito con prudenza – mi dicono che è lì con largo anticipo, addirittura di settimane! È da metà luglio che balla, prima in compagnia di una ragazza bosniaca e poi con una israeliana. Si lamenta per aver dovuto cancellare le ferie per via dei preliminari di Europa League. Da allora, dopo ogni partita o allenamento, viene qui e non fa altro che pubblicare continuamente Instagram Stories taggandosi a Ibiza o Formentera, maledicendo in realtà i colleghi già in vacanza e le sentenze del TAS. È solo Ferragosto, ma con la sua Dea domani dovrà giocare già la quarta partita ufficiale. Va via presto e beve poco: Svizzero.
Ore 20:45
Dopo tre quarti d’ora circa la maggior parte degli invitati inizia ad arrivare e, tra di loro, anche altri sportivi. Tutto procede per il meglio e la selezione musicale è curata da Castro che ogni tanto deve allontanare Gollorius, pardon…Gollini, dal microfono. I primi problemi nascono verso le 21:00. Alla porta ci sono tre giovani sempre più nervosi perché viene negato loro l’accesso. Dicono di essere calciatori anche loro e, alle risate che ricevono come risposta, l’atmosfera si fa sempre più tesa. Il più calmo dei tre è biondo e longilineo; si rende conto di quanto la situazione si stia facendo incandescente e decide di farsi portavoce dei suoi due amici: “Siamo Piatek, Opoku e Santander.” A quel punto accade l’inverosimile. Alla festa ci sono molte persone che si sono incontrate lì per la prima volta nella loro vita, ma, come se si conoscessero da anni, tutti contemporaneamente si girano verso di loro lasciando partire un secco “Chi?!” Alla fine il proprietario di casa si muove a pietà e li fa entrare. Dopo poco Piatek è nudo in piscina. Tutto regolare a Ferragosto.

Ore 21:15
A poco a poco iniziano ad arrivare anche i dirigenti. Il primo è Monchi, che scherza e fa battute con tutti, in particolare con – ovviamente – Tare. Lo Spagnolo oltrepassa il limite quando, giungendogli alle spalle, sussurra all’orecchio dell’albanese il nome di Milinkovic-Savic. Il dirigente della Lazio balza dallo spavento, temendo che fosse una nuova offerta per il suo gioiello, ma, resosi conto dello scherzo, solleva Monchi e lo butta in piscina. Un bagno per combattere la calura di Ferragosto sarebbe anche piacevole, se non fosse che dalle tasche del costume di Monchi inizia a uscire una quantità immane di mazzetti di banconote piegate. Sono sterline! L’Andaluso ancora non aveva depositato la cifra record – record poco duraturo, visto l’acquisto di Kepa da parte del Chelsea – ricavata dalla cessione di Alisson. La scena che ne segue è tragicomica, con Monchi che raccoglie tutte le banconote con un retino e tiene lontani tutti quelli che cercano di avvicinarsi alla piscina.
Ore 21:30
Finalmente iniziano anche a vedersi i presidenti. L’arrivo dei pezzi grossi del calcio italiano coincide con l’arrivo del pezzo grosso della serata, cioè la grigliata. Si sa, ogni volta che c’è un buffet o qualcosa del genere, l’essere umano si riscopre rapido e rapace. Furbizia, occhio e velocità sono le qualità che in questi casi risultano più utili. Un po’ come nel calciomercato. Dopo che tutti hanno mangiato c’è un uomo che è rimasto solo, ma non sembra triste, o almeno non lo dà a vedere. Nel suo piatto ci sono solo zucchine e melenzane grigliate. Avvicinandosi lo si può sentire dire cose come “La pancetta me l’hanno offerta, ma ho detto di no. Mangiare un hamburger è una mossa di marketing. Sto a posto così, a Ferragosto preferisco stare leggero.” Ammetto di non averlo riconosciuto in un primo momento, ma sentendolo parlare non posso avere dubbi: è Aurelio De Laurentiis. Quest’anno è venuto accompagnato da un distinto signore emiliano, non più da uno toscano che ora ritroveremmo ai brunch di Londra. È Ancelotti e lui, invece, a mangiare mangia eccome.

Ore 22:30
A un certo punto della festa, all’improvviso, la musica si ferma. Si sente che sta per succedere qualcosa; tutti si guardano intorno attoniti. La tensione svanisce quando appare davanti al cancello della casa una macchina nera. I vetri sono oscurati, ma il mistero dura poco: a scendere dall’auto è Cristiano Ronaldo. Sì, proprio lui! Appena arrivato in Italia ha subito preso parte alla tradizionale festa di Ferragosto. La sua presenza era stata tenuta segreta per questioni di sicurezza, ma ora anche gli altri ospiti si trasformano in fan. Ancelotti – sì, insomma avevate capito fosse lui – lo va a salutare; dalle retrovie si sente un timido “Mossa di marketing!” ma l’euforia per CR7, nuovo colpo della Juve, ha contagiato tutti. Anche Piatek ubriaco. Cristiano, ovviamente, non si concede i piaceri della grigliata, nonostante le insistenze di Carletto, e non tocca un goccio di birra. C’è giusto il tempo per un tuffo in piscina. Entra lui e tutti, con gli occhi bassi sulle pance cadenti, escono. Chissà perché.

Ore 23:00
Cristiano è già andato via, ma i più ritardatari continuano ad arrivare. Tra questi c’è Leonardo Bonucci, giunto da solo, ma che si è subito unito agli altri juventini presenti. Quelli del Milan, invece, a stento lo guardano; Piatek rischia un paio di volte di farci a botte ma poi tutto rientra. L’imbarazzo per il ritorno di Bonucci alla Vecchia Signora, con tanto di rinnegamento della scelta della passata stagione, da che era appena accennato all’inizio, all’improvviso si fa ingestibile. Non tutti sono venuti direttamente in costume, ma molti, presi dall’euforia e dall’alcol, si spogliano e il bagno in piscina lo fanno in mutande. Tra questi proprio l’ex capitano del Milan. Ecco, quindi, che quando Bonucci si sfila le scarpe compare un timido calzino con i bordini rossoneri e tre lettere: A.C.M. Il difensore della nazionale tenta di nasconderli, ma Piatek ha visto tutto e lo grida in giro. Gelo. Al contrario dell’acqua della piscina. Bonucci può solo andare via, gli altri continuano il loro Ferragosto assai particolare.
Ore 05:00
La festa è finita e s’intravedono le prime luci dell’alba, tutti stanno andando via. Tutti tranne uno. Lui è ancora lì a dire a tutti: “No aspetta, vedrai che arriva! Ha detto che arriva”. Ma chi? Di chi parla? A questo punto sono diventato troppo curioso e deciso di andarglielo a chiedere direttamente. Mi ritrovo davanti un uomo provato, con la camicia sbottonata fino al quinto bottone e due occhiaie che sembrano arrivare ancora più giù. È Piero Ausilio ed è affranto. Ripete questa cantilena un po’ per darsi un tono un po’ per convincersene anche lui, ma in realtà sa che è troppo tardi e che l’acqua della piscina ha già spento la fiammella della speranza. Aspetta Modric. Lo aspetta dopo lo splendido mondiale del Croato. Lo aspetta come si aspetta Godot, che alla fine non arriva. Sarebbe potuto essere bellissimo, ma ormai l’alba si vede già, quella del campionato e quella dopo la nostra serata. Magari non arriverà, ma Modric si è perso una grande festa di Ferragosto.
