Chi si aspettava il dualismo Paloschi–Pinilla per quanto riguarda i marcatori della nuova Atalanta di Gasperini è rimasto sorpreso dall’inizio negativo di questi attaccanti. Entrambi sono ancora a secco di gol, dato sorprendente vista la loro affidabilità sotto porta; stupisce sopratutto l’ex Chievo Paloschi, un bomber di razza che pur partendo al centro del progetto non solo non è riuscito ad incidere, ma ha anche sbagliato un calcio di rigore nell’importante trasferta di Cagliari. Una mazzata per il Gasp, meno per Kessie, nuovo rigorista della squadra.
In un campionato partito in salita, dove da poco gli orobici sono riusciti a risollevarsi grazie alle vittorie contro Crotone e Napoli, alcune tra le reti più decisive sono arrivate da un ragazzo che in poche giornate è riuscito a scalare le gerarchie azzurre, Andrea Petagna. Un nome non nuovo per molti calciofili, ma che ultimamente sembrava essere stato dimenticato.
Più probabile che a ricordarsi di lui siano i tifosi del Milan, squadra in cui è cresciuto e che tifa. Con la maglia rossonera esordisce in Serie A, ma il suo debutto ufficiale in prima squadra è addirittura in Champions League : nel Dicembre 2012, a soli 17 anni, subentra nel match contro lo Zenit negli ultimi minuti di gioco al posto di Bojan Krkic. Una notte che sicuramente non scorderà mai.
Paragonato fin da giovanissimo a Bobo Vieri per il fisico imponente (1.88 cm per 85 kg di peso) ed il fiuto del gol, brucia le tappe molto rapidamente, forse un po’ troppo, e all’inizio della stagione 2013 viene definitivamente aggregato alla prima squadra. Difficile però trovare spazio nell’attacco milanista, così a Settembre passa alla Sampdoria, un’occasione per mettersi in mostra per il giovanissimo Andrea, anche se questo trasferimento si rivelerà l’inizio di un periodo negativo per la sua carriera.
A Genova non lascia il segno, e dopo sole tre presenze, ritorna sotto la Madonnina a metà anno, dove torna ad essere schierato nella formazione primavera. Il tempo di alzare il trofeo di Viareggio, dove per altro segna un gol decisivo nella finale, ed è già tempo di ripartire, direzione Latina, in Serie B. Il passaggio di categoria però non sembra aiutarlo e dopo 13 presenze e zero gol cambia aria già a Gennaio: passa al Vicenza, in cui segna il suo primo gol tra i professionisti, unica soddisfazione di una stagione nettamente al di sotto delle aspettative. L’anno successivo viene rimandato in prestito ancora in Serie B, questa volta ad Ascoli. Con i marchigiani torna a giocare a buoni livelli, arrivando a segnare 7 gol, bottino non esaltante ma sufficiente a convincere l’Atalanta a puntare su di lui. La Dea infatti acquista tutto il suo cartellino per 1 milione di euro più bonus: dopotutto ha solo 21 anni e ancora un’intera carriera davanti a sé.
Torniamo quindi al campionato attuale.
Petagna sta riuscendo ad emergere con le unghie dall’oblio che lo aveva avvolto nelle ultime due stagioni. Approfittando del periodo negativo dei suoi compagni di reparto è riuscito a mettersi in mostra fin dalla prima giornata di campionato: Atalanta-Lazio, Gasperini lo butta nella mischia per provare a riaprire i giochi, ad Andrea bastano 13 minuti per trovare la via del gol. Si riconferma poi in una gara decisiva per la sua squadra: contro il Crotone arriva una vittoria scaccia crisi dove è proprio l’ex Milan a sbloccarla con una marcatura in cui mostra un ampio repertorio calcistico. Fisicità, accelerazione e freddezza. E anche fretta, visto che l’ha messa dopo soli 122”: fretta di farsi notare, di fare la differenza nel calcio che conta dopo troppo tempo passato nell’ombra.
Grande prestazione che viene ripagata con la riconferma da titolare nell’ultima partita dei bergamaschi contro il Napoli. Ci ha pensato proprio lui a giustiziare i partenopei, un gol in apertura che ha deciso il risultato e che assicura la permanenza del Gasp sulla panchina orobica dopo un inizio disastroso. I numeri sono dalla sua parte: per ora ha segnato 3 gol in 180′ minuti giocati, una rete all’ora. Statistiche che difficilmente verranno riconfermate ma che, almeno per adesso, lo consacrano come il titolare nel tridente offensivo dei lombardi. Le sue prestazioni non sono passate inosservate nemmeno all’allenatore dell’ Under 21 Di Biagio che lo ha convocato per la prima volta con gli azzurrini.
Pinilla e Paloschi aspettano solo l’occasione giusta per riprendersi il ruolo da protagonisti ma a Petagna questo non preoccupa. Lui è ” the one who knocks”, citazione nota ad i fan di Breaking Bad.
Non lo si può certo paragonare al personaggio Walter White, ma la frase gli si addice perché sa aspettare il suo momento per poi bussare prepotentemente a suon di gol, proprio come fatto in questo inizio di stagione. Il fantasma del giovane sopravvalutato, che lo ha circondato per un buon periodo della sua carriera, non è ancora stato scacciato del tutto, motivo in più per continuare a segnare. A bussare, prepotentemente, alle porte avversarie.