Amuleto

Quando non sai dove stai andando, ricordati almeno da dove vieni.
Proverbio togolese

Non è dell’Africa che vogliamo parlarvi, ma per capire a fondo il personaggio che stiamo per descrivervi è fondamentale comprendere questo proverbio.

Come detto, ci catapultiamo dal Togo alla ben più fredda Germania. Nel periodo post seconda guerra mondiale e dunque post regime nazista, la Germania Ovest divenne meta ambitissima per tantissimi italiani in cerca di fortuna; il flusso migratorio che partì dal nostro paese era composto quasi totalmente da famiglie del Sud Italia, che tuttora vivono in Germania e hanno permesso alle loro future generazioni di vivere un futuro migliore rispetto a quello che si prospettava loro lungo lo Stivale. Ma non tutto è così semplice come sembra.

Oggi la situazione è migliorata – basti vedere la composizione eterogenea della nazionale di calcio tedesca – ma all’epoca la Germania non era un paese così ospitale, soprattutto nei confronti degli italiani; per questo motivo molte grandi città videro nascere dentro di sé degli agglomerati di immigrati che, tutti uniti, cercavano di amalgamarsi ad una nuova cultura mantenendo con vigore le proprie origini e le proprie tradizioni.

Qui arriviamo al nostro protagonista. Se nasci a Darmstadt da una famiglia originaria della provincia di Avellino, per sopravvivere può darsi che tu ti attacchi alle superstizioni della tua terra, che mai hai visto ma che ti viene trasmessa dai tuoi genitori. Superstizioni che probabilmente sono entrate nel corpo di Roberto Soriano, come una possessione.

L’italo tedesco Soriano nasce e cresce con l’indole del giramondo, sia perché figlio di emigrati ma anche perché fin dalla giovane età si ritrova a girare la Germania per coltivare la sua passione: il calcio, ovviamente. Tanti provini, tante partite, fino alla prima tappa che lo porta in quel di Monaco, nel settore giovanile del Bayern. Con lui un altro figlio della nostra terra nato in Germania, quel Nicola Sansone che, colpito dallo stesso destino, non lo abbandonerà praticamente mai: insieme crescono e si formano sia calcisticamente che nel carattere, dentro e fuori dal campo, sebbene entrambi non riescano a raggiungere l’Olimpo della prima squadra bavarese. Sfortuna? Iella?

Qualunque cosa sia, Soriano viene comunque adocchiato dalle squadre della terra d’origine della famiglia, ed infatti finisce nel settore giovanile della Sampdoria che ne intravede le qualità per poter sfondare in prima squadra: detto, fatto, il piccolo Roberto si fa le ossa prima con la maglia dell’Empoli, salvo poi tornare alla casa base dove si farà vedere in Serie B, fino a raggiungere la definitiva esplosione nella massima serie. Poco più che comparsa in B, protagonista in A: che sia con il suo influsso positivo o con le sue qualità, ha fatto per sette lunghi anni il bene della Samp, diventandone pure il capitano nonché leader carismatico e tecnico indiscusso.

Lezione 1: come farsi apprezzare in casa blucerchiata

Sappiamo tutti quali siano le sue caratteristiche: grande corsa, tecnica sopra la media, incursore moderno e discretamente freddo sotto porta. Un todocampista bello e buono.

Non abbiamo usato a caso questa terminologia spagnoleggiante, avevamo almeno 14 milioni di buoni motivi per farlo. Gli stessi che hanno convinto il Villarreal a comprarlo.

“Presidente, sta toccando ferro?”

Ancora una volta lontano da casa ed ancora una volta accanto a Sansone, ma sempre più memore delle sue origini e del suo passato, che gli hanno permesso di inserirsi in un battibaleno in un sistema rodato come quello del submarino amarillo: subito titolare con Marcelino, altrettanto titolare con Fran Escribá, segno che non solo le capacità tecnico-tattiche dell’italo tedesco sono di livello internazionale, ma che, probabilmente, anche l’influenza lasciata da Roberto l’amuleto è sempre forte e positiva.

Non ci credete?

Da quando è arrivato, Soriano ha totalizzato 32 presenze tra Liga, Copa del Rey ed Europa League, segnando ben 8 gol e fornendo 7 assist. Tutto nella norma verrebbe da dire, ciò che aveva mostrato alla Samp viene riproposto in maniera esponenziale in un contesto tecnicamente superiore. Ma c’è di più: ogni qualvolta Soriano segna, il Villarreal porta a casa punti; doppietta contro il Celta e tre punti, un gol contro il Betis, l’Atletico Madrid e l’Osasuna, ed un totale di 9 punti in tasca, mentre contro il Malaga la sua rete ha permesso di guadagnare un punto. Ultimo il gol contro l’Espanyol che ha sbloccato la gara, che ovviamente è finita con la vittoria del Villarreal.

Se il submarino amarillo anche quest’anno è in corsa per l’Europa ed addirittura per un piazzamento Champions, probabilmente è per merito della solidità creata da Escribá, forse ci sarà lo zampino dei tanti giocatori offensivi che si alternano nei due ruoli d’attacco, o magari è frutto dell’esperienza e dell’amalgama che si sono create in queste stagioni. Tutto vero.

Ma avere un corno rosso in carne ed ossa probabilmente aiuta.

“Fatevi toccare, che trasformo tutto in oro”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.