7 destinazioni plausibili (e non) per James Rodríguez

Prendete il giocatore di spicco di una kermesse planetaria appena terminata, che siano Europei, Mondiali o Copa America, e qualche mese più tardi egli vestirà la camiseta del Real Madrid. E’ un atto di superbia, di strapotere, è il passatempo estivo di Florentino Perez.

James Rodríguez è arrivato a Madrid ormai tre stagioni fa, dopo un Mondiale brasiliano giocato a livelli altisonanti con la Colombia, capocannoniere della competizione con 6 reti e la diez sulle spalle ereditata, fra gli altri, da un certo Carlos Valderrama.

In questi tre anni madrileni si è visto poco di quel giocatore fantastico che si accendeva e continuava ad illuminare la platea fino al fischio finale. Alla Casablanca è stato perlopiù ad intermittenza, ma con la batteria scarica. Non è un caso che nella sua ultima stagione, appena conclusasi, abbia avuto il miglior rendimento da quando è arrivato, proprio quando il suo posto da titolare non era più preso in considerazione, relegato a riserva di lusso per gestire la lunga e faticosa stagione dei galacticos che vedrà il suo epilogo a Cardiff.

Nell’ultima stagionale al Bernabeu contro il Sevilla ha salutato il popolo blanco congedandosi ufficialmente dal Real Madrid, in cerca di una squadra che rilanci la sua ancora lunga carriera, dalla quale abbiamo chiesto più di quanto probabilmente potesse dare, abbagliati da quella meravigliosa rassegna verdeoro del 2014.

Ho provato ad immaginare 7 scenari futuribili (e non) per la carriera di James Rodríguez.

MANCHESTER UNITED

La destinazione più plausibile al momento, voci di mercato a testimoniarlo, si chiama Manchester United. El Bandido sarà il colpo estivo dei Red Devils assieme ad Antoine Griezmann, Mourinho plasmerà una coppia di esterni da urlo alla quale aggiungerà l’estro e l’esplosività di Marcus Rashford.

Farà molto discutere la pre-season perché James ha scelto di indossare la numero sette, quella di Best, di Cantona e David Beckham: quella maglia che a Manchester non può essere data ad uno qualunque. Nonostante l’handicap iniziale, il colombiano verrà preso sotto l’ala protettiva del capitano Valencia, e sarà una pedina importante per il ritorno al successo della Premier League dello United.

La chiave della sua ottima stagione si chiama Josè Mourinho, che farà semplicemente questo: lo deresponsabilizzerà, piazzandolo sulla fascia destra. La maglia numero sette diverrà sempre più leggera e James si toglierà lo sfizio di qualche prodezza a Old Trafford rientrando sul sinistro e calciando a giro a fil di palo. La cilegina sulla torta la metterà a fine stagione un certo Sir Alex Ferguson, elogiando il lavoro dello Special One ed esaltando la straordinaria annata di Griezmann, con una menzione di riguardo alle buone prestazioni di Rodríguez.

 Good job James!

 

BARCELONA

Il madridismo ha atteso ben quindici anni prima di gridare vendetta e restituire la testa di maiale che i catalani lanciarono a Luis Figo in quel Clásico del 2002.

James Rodríguez passa ai blaugrana tra lo stupore generale, il Barcelona in piena ricostruzione si affida al colombiano per ricomporre un centrocampo di qualità. Arretrato come mezz’ala da Ernesto Valverde, James ha il compito, nemmeno troppo arduo, di non far rimpiangere André Gomes. Questa nuova posizione in mezzo al campo si rivela grande intuizione: i suoi inserimenti da dietro gli permetteranno di andare in rete con costanza lungo tutto il corso della stagione. El Bandido ha raggiunto una maturità che inseguiva da anni, dichiarerà poi parole al veleno verso Zidane e alcuni suoi compagni al Madrid, il che lo farà diventare un beniamino dei Culés.

I blancos lo attendono al varco in novembre quando andrà in scena il Clásico al Bernabeu: siamo al 34′ e James si appresta a battere un calcio d’angolo, dagli spalti comincia a volare di tutto fino a che il colombiano avrà un riflesso felino per evitare una cabeza de cochinillo.

Una testa di maiale come quella notte del 23 novembre 2002 al Camp Nou

¡Venganza Culés!

ROMA

Il post-Spalletti a Roma è segnato univocamente dalla figura carismatica di Monchi. Il suo scouting meticoloso comprende dei sistemi algoritmici complessi per individuare i giocatori più consoni al 4-3-3 di Eusebio Di Francesco.

Nell’ampio database del DS giallorosso spunta un identikit inaspettato che, secondo laboriosi calcoli matematici, è l’uomo perfetto per coadiuvare la manovra offensiva di Salah e Dzeko: questo nome corrisponde a quello di James Rodríguez. Il colombiano viene accolto con grande calore a Trigoria in un momento in cui regna scetticismo dopo le cessioni illustri di Manolas e Nainggolan. Di Francesco dichiarerà che è il giocatore di maggior talento che abbia mai allenato dopo Pietro Iemmello, alimentando le pressioni della piazza.

A surriscaldare l’ambiente ci penserà lo stesso James con una scelta coraggiosa ma anche molto rischiosa: ereditare la numero 10 di Francesco Totti che nel frattempo si è allontanato dal mondo Roma rifiutando un contratto da dirigente. Dopo giorni tribolati e di grande contestazione per la scelta, sarà la stessa bandiera giallorossa ad approvare tale profanità spegnendo gli animi bollenti.

 Ma che ho fatto??

 

NEWCASTLE UNITED

Gradito ritorno in Premier League per il Newcastle di Benitez dopo un anno di calvario in Championship. La società è disposta a investire sul mercato una somma cospicua e il 4-2-3-1 di Rafa ha bisogno di qualche innesto di talento per sognare in grande. Il grande colpo estivo, nonché l’acquisto più costoso della storia dei Magpies, è James Rodríguez.

Stagione sontuosa nel nord-est dell’Inghilterra per l’ex merengues: una quindicina di gol e altrettanti assist per portare il Newcastle in Europa League dopo un grande girone di andata che li ha visti ronzare attorno alle primissime posizioni del campionato.

Ancor più dell’ambito premio di miglior giocatore dell’anno in Premier League, sarà motivo di orgoglio il soprannome che i supporters dei Magpies gli attribuiranno: St.James, proprio come il glorioso St.James Park, lo stadio del Newcastle, uno dei più calorosi della Gran Bretagna.

 Ancora insieme

 

JUVENTUS

La Juventus fresca di Triplete che consacra una delle squadre più forti degli ultimi decenni calcistici – liberi di fare tutti gli scongiuri che volete – ha bisogno di aggiungere un tassello importante per gestire le fatiche di Ercole di Mario Mandzukic sulla fascia sinistra nel 4-2-3-1 di Allegri. Il tecnico livornese ha chiesto qualcuno che dia un cambio di passo che per caratteristiche il croato non può dare.

James Rodríguez è il primo colpo del nuovo ciclo juventino, la società ha raggiunto un livello tale da potersi concedere una riserva di prestigio come El Bandido ed anche la piazza è talmente matura e ormai abituata a questo tipo di operazioni molto dispendiose economicamente, che il suo acquisto non porta ad alcuna significativa esaltazione collettiva.

Questo per James è un bene, senza fari puntati addosso riesce ad esprimersi su buoni livelli, ma a pensarci bene è esattamente quello che stava accadendo al Real Madrid e senza rendersene conto, il destino che lo attende da qui a fine carriera è proprio quello di essere un comprimario di un top club che difetta di grande personalità. A Madrid non prenderanno bene il suo passaggio ai rivali della finale, per molti sarà un traditore, per altri regnerà l’indifferenza.

Avvierà un contratto anche con l’impresa che vende le poltroncine comode dello Juventus Stadium, diventando user experience designer e sponsor ufficiale della comodità dello stadio.

 Cumbia torinese

 

RIVER PLATE

Ho sempre pensato che in Sud America ci fosse una dicotomia ben distinta tra calciatori: chi è da Boca e chi è da River. Inutile stare a spiegare che la realtà sudamericana è ben più complessa e articolata di questa semplice categorizzazione, eppure credo di riconoscerli dalla faccia, dall’attitudine in campo, dal modo di pensare e giocare al calcio.

James Rodríguez è un giocatore da River Plate, che non vuol dire nulla, ma questo è uno degli scenari plausibili/inverosimili – di fatto è il senso di questo pezzo – che attendono il colombiano. Il calcio europeo lo ha consumato psicologicamente e lo dimostrano le sue prestazioni con los Cafeteros, sempre di grande sostanza ogni volta che indossa quella camiseta amarilla.

L’Argentina non è nuova al classe ’91 di Cúcuta, anzi è stata il suo trampolino di lancio verso l’Europa, quando era un diciasettenne di grandi speranze e indossava la maglia del Banfield.

Los Millionarios sono in una fase di grande rilancio dopo la drammatica retrocessione di qualche anno fa, a Buenos Aires c’è fermento per una rivalità con il Boca tornata di nuovo ai fasti passati. James approda di nuovo nel suo Continente e lo fa da trionfatore assoluto, portando il River alla conquista de la Copa Libertadores 2018.

 

CHINESE SUPER LEAGUE

50 milioni di euro in un anno, è il contratto faraonico che James Rodríguez è riuscito a strappare per andare a giocare in Cina. El Bandido molla tutto e si dirige verso oriente, sarà la star del campionato, primeggiando su tutti gli altri talenti giunti precocemente in Asia. Notizia che farà scalpore dalle nostre parti, perché a soli 26 anni James ha deciso di intraprendere un altro tipo di carriera  per provare un’esperienza diversa” – dirà, dichiarazione che appartiene al prestigioso dizionario di retorica calcistica e che probabilmente nessuno si berrà.

Ma avete mai visto la grafica ufficiale degli highlights del campionato cinese? Sembra un videogioco della saga di Tekken.

 

Eppure c’è qualcosa che va oltre il calcio in questa operazione di mercato, oltre ai soldi intendo, perché il colombiano verrà utilizzato quasi come un brand, un’icona da esibire di fronte alle nuove generazioni di ragazzi che si avvicineranno al mondo del calcio. Gli verrà dedicato persino un cartone animato: il protagonista, suo alterego, avrà i capelli blu.

Farà gol a raffica, come nel cartone animato.

No, non è il nuovo Goku.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.