Sulle orme di Sir Alex

Stoccolma, 24 maggio 2017, ore 20:45. Josè Mourinho ha la possibilità di riportare il Manchester United sul tetto d’Europa. Strano a dirsi, perché tutti da nove mesi a questa parte associano il magnifico tetto alla città di Cardiff: è lì che il 3 giugno si svolgerà la finalissima di Champions League, e non ci risulta che il Manchester United sia stato invitato.

Il tetto d’Europa di cui stiamo parlando è infatti leggermente meno importante e blasonato. Ai Red Devils poco importa, perché battere l’Ajax mercoledì sera non significherebbe semplicemente mettere l’Europa League in bacheca, ma soprattutto tornare ad alzare un trofeo europeo che manca da quasi un decennio. Josè Mourinho calcherebbe così le orme di un mostro sacro della storia del calcio, che risponde al nome di Alex Ferguson.

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Da quando l’allenatore  scozzese ha lasciato la panchina dell’Old Trafford, nel giugno 2013, il Manchester United ha navigato in acque non propriamente limpide: Moyes prima e Van Gaal poi non sono riusciti, nonostante gli acquisti faraonici messi loro a disposizione dalla società, a rendere competitive delle squadre teoricamente costruire per vincere tutto. A David Moyes spetta l’arduo compito di sostituire Ferguson. L’ex manager dell’Everton si presenta bene ai suoi nuovi sostenitori, alzando nell’agosto del 2013 il suo primo (e unico) trofeo: il Community Shield, la cui partecipazione è eredità del campionato vinto l’anno prima da Sir Alex, vinta per 2-1 contro il Wigan. La stagione però non prosegue secondo le aspettative: lo United abbandona la Champions League ai quarti, eliminata dal Bayern Monaco, e in Premier si piazza settimo (peggior risultato della sua storia), senza qualificarsi alla Champions dell’anno successivo. Da segnalare la parentesi Ryan Giggs: è il mago gallese a guidare la sua ex squadra per l’ultimo mese della stagione, in seguito all’esonero di David Moyes avvenuto nell’aprile 2014.

La stagione successiva a Old Trafford arriva un vero e proprio santone del calcio europeo: Louis Van Gaal. I Red Devils mettono in atto una campagna acquisti da 200 milioni, piazzando colpi del calibro di Di Maria, Falcao, Herrera, Shaw e Blind. Ciò nonostante l’avvio in campionato è dei peggiori, con svariati risultati negativi conseguiti contro squadre di medio-bassa classifica. Van Gaal non vince nulla nella sua prima stagione, ma riesce comunque a piazzarsi quarto in Premier, ottenendo il pass per i preliminari di Champions. L’unica soddisfazione dei diavoli rossi durante la seconda stagione di Van Gaal sulla loro panchina è la conquista della FA Cup, ottenuta battendo 2-1 il Crystal Palace ai tempi supplementari. Per quanto riguarda le altre competizioni, lo United abbandona la Champions League nella fase a gironi, l’Europa League agli ottavi di finale e non si qualifica per la successiva Champions, arrivando quinto in Premier League.

Lo stesso Sir Alex comincia a perdere la pazienza…

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La società capisce che c’è bisogno di una svolta netta: dopo aver sollevato dall’incarico Van Gaal, nel giugno del 2016 ingaggia Josè Mourinho, fino a pochi mesi prima allenatore del Chelsea. L’allenatore portoghese viene accontentato nelle richieste di mercato e porta ad Old Trafford due gioielli della scuderia di Mino Raiola: Zlatan Ibrahimovic e Paul Pogba; il trasferimento del francese dalla Juventus è il più oneroso della storia del calcio, oltre a rappresentare la maggior plusvalenza di mercato di sempre (la Juve lo acquistò praticamente a zero dallo stesso United). Il primo trofeo della stagione porta la firma di Ibra: è il colosso svedese a siglare il 2-1 nella finale di Community Shield vinta contro il Leicester di Ranieri campione d’Inghilterra. Mourinho, nonostante un campionato non esaltante, riesce a portarsi a casa anche la English Football League Cup, sconfiggendo in finale il Southampton a Wembley. Ma è il cammino del Manchester United in Europa League a scaldare i cuori dei tifosi sparsi in tutto il mondo (ebbene si, sono la squadra con più sostenitori al mondo). Passato agevolmente il girone, lo United si sbarazza del Saint-Etienne ai sedicesimi di finale, e poi elimina di misura Rostov, Anderlecht e Celta Vigo, raggiungendo l’Ajax in una finale europea che mancava dai tempi di Sir Alex Ferguson.

Lo scozzese ha vinto la sua prima Champions League nel rocambolesco 2-1 ottenuto nel ’99 al Camp Nou ai danni del Bayern Monaco.

Si noti un giovanissimo David Beckham in versione Backstreet Boys.

Il suo secondo trionfo europeo arriva nel 2008 sotto il diluvio di Mosca, quando il Manchester United sconfigge il Chelsea ai rigori; vengono i brividi soltanto a leggere alcuni nomi che componevano quella squadra: Van Der Saar, Vidic, Ferdinand, Evra, Scholes, Cristiano Ronaldo, Giggs, Tevez e Rooney. Michael Carrick, titolare in quella magica notte russa, ha intenzione di dare l’addio al calcio organizzando una partita in cui quella storica formazione sfiderà un All-Star XI. A sedersi sulla panchina dell’Old Trafford il 4 giugno ci sarà, ovviamente, Sir Alex Ferguson. Ma quella del 2008 non è stata l’ultima finale di Champions disputata dallo United; Ferguson ha dovuto infatti affrontare per due volte il Barcellona di Guardiola, che lo ha battuto sia nel 2009 a Roma che nel 2011 a Londra.

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Mourinho ha dunque raggiunto un obiettivo che mancava da sei anni: far disputare ai Red Devils una finale europea. Lo Special One vuole ancora tenere fede al suo celebre suo soprannome, interrompendo l’ormai lunghissimo digiuno di coppe europee tristemente vissuto dai tifosi del Manchester United, il club più titolato d’Inghilterra.

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