Dinamicità e spinta

Dopo anni di confusionali strategie di calciomercato, accompagnate tra l’altro da una scelta comunicativa non proprio sottile e consona magari a quello che agli occhi di tutti appariva come il reale potenziale del club – vedi i numerosi cambi di panchina – l’Inter sembra aver trovato prima e scelto poi il profilo giusto, il lato di sè più bello da mostrare, l’abito che meglio calza, quel nero che sfina.

Dopo essere stati richiesti esasperatamente dal tifo interista e dai tanti (e troppi) tecnici succedutisi recentemente – con sempre meno fortuna – sulla panchina nerazzurra, possiamo affermare che il club meneghino pare abbia finalmente trovato i due terzini titolari per la prossima stagione: Dalbert e Joao Cancelo.

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Il brasiliano si collocherà sulla fascia sinistra, mentre all’ex Valencia sarà affidata la zona destra del campo. Si tratta di due esterni prevalentemente di spinta, anche meno fisici rispetto a un D’Ambrosio o al più tattico Ansaldi, ma chiedersi perché l’Inter di Spalletti li abbia voluti così fortemente può risultare abbastanza chiaro già dalle prime gare che i nerazzurri hanno svolto, convincendo, in precampionato e nella prima di Serie A contro la Fiorentina.

Mutatis mutandis

Siamo sicuri che il mister di Certaldo abbia letto il nostro articolo su Candreva e la resistenza delle ali destre, e quindi sullo staticità tattica dell’Inter di Pioli, in quanto una delle più interessanti novità, infatti, risiede proprio nella rivitalizzazione dei due esterni d’attacco. Si è notata già dalle prime uscite del club nerazzurro la tendenza delle due ali a spostarsi continuamente sia in verticale, per lo più Perisic, sia in orizzontale, con Candreva, permettendo così ai due terzini ampie libertà di movimento. Non si tratta solamente del tentativo di “dinamicizzare” uno statico e accademico 4-2-3-1, abbondantemente vissuto prima con Mancini e poi con Pioli, né soltanto di stravolgere l’impianto tattico di una squadra che non può permettersi di mantenere ritmi intensi per 90 minuti, come avrebbe desiderato De Boer. L’allenatore toscano ha compreso che, per una squadra a tal punto demoralizzata, bisognasse innanzitutto creare un’identità di gioco chiara e possibilmente efficace, a sua volta determinante per suscitare i primi bisbigli verso una mentalità vincente.

Rimedi all’assenza

Le ali “mobili” sono dunque una delle prime innovazioni di Spalletti in casa nerazzura. Durante l’incontro contro “la Viola”, per sopperire all’effettiva assenza di un trequartista “puro”, il nuovo tecnico nerazzurro ha  individuato in Candreva un abile economizzatore di quello spazio fondamentale. Ovvero: il numero 87 non ha più la mansione di restare largo a destra durante la manovra d’attacco, ma deve invece accorciare verso il centro per adattarsi sulla trequarti o, talvolta, svolgendo anche il ruolo di mezz’ala di centrocampo. Con tale mossa Spalletti può letteralmente “toppare” le evidenti lacune tecniche e tattiche che l’Inter ha dimostrato di soffrire fino alla scorsa stagione: la discontinuità di Perisic durante gli stessi 90 minuti di gioco, la tendenza di Icardi a non arretrare spontaneamente sulla trequarti (sebbene per le qualità da finalizzatore che continua a dimostrare sia più che giustificabile), risultando talvolta assente dalla manovra offensiva, la difficoltà di Candreva nell’accelerare i ritmi di gioco, l’incapacità di costruire gioco sia dei centrali di difesa, sia di quei centrocampisti d’interdizione, fulcro del calcio fisico e concreto importato da Mancini (quali Medel, Kondogbia, Felipe Melo), inadatti alla costruzione della manovra. Al contempo, però, la maggiore libertà di movimento degli esterni d’attacco necessita un oneroso sforzo da parte dei due terzini, che, com’è tipico del gioco di Spalletti, sono parte attiva e spesso fondamentale, della manovra offensiva.

Terzini di spinta

Se durante la lettura delle formazioni in Inter-Fiorentina vi foste chiesti, tifosi nerazzurri e non, del perché vi fosse ancora Nagatomo, titolare a trottare allegramente sulla fascia sinistra, a fine partita avreste tutt’altro affermato: “però non ha giocato per nulla male!”. La partita del giapponese, in effetti, è stata più che sufficiente proprio grazie alle mosse del tecnico toscano, basate principalmente sul supporto di Perisic in zona di difesa, e le richieste di partecipare attivamente all’azione d’attacco come terzino di spinta. Sarebbe pertanto assolutamente inesatto rilegare i terzini di Spalletti ad un ruolo principalmente di copertura, specie per quest’Inter che necessita proprio di un costante incremento di dinamicità sulle fasce. Così gli esterni bassi si trasformano in ali o mezz’ali, come abbiamo notato con D’Ambrosio che tendeva verso le zone interne del campo per la gestione del possesso palla, e proprio ad essi sarà spesso attribuito il compito di impostazione della manovra, o con tagli verso il centro (Nagatomo che lancia Icardi nell’azione che ha causato il rigore per l’Inter), o nella sovrapposizione verso l’interno del campo, o nel supporto delle ali. Ecco, pertanto, perché gli acquisti di due terzini come Dalbert e Cancelo ed ecco perché, per i due nuovi arrivati, Spalletti potrebbe essere l’artefice della loro affermazione.

 

Avvertimenti per la difesa

Ovviamente, a stagione appena iniziata, anche l’Inter appare ancora un cantiere aperto, specialmente dal punto di vista dei movimenti e dei diversi atteggiamenti a partita in corso. Se le idee più interessanti del tecnico ex Roma si sono ancora manifestate per l’attacco, anche la fase difensiva mostra già importanti puntellamenti qua e là. Entrambi i centrali tornano ad essere “muscolari” dopo la parentesi, prevalentemente negativa, di Murillo; Skriniar finora ha probabilmente superato anche le aspettative, dimostrandosi anche abile nella gestione del gioco dalle retrovie. Importante nella zona di copertura è l’arretramento di uno dei due centrocampisti, ai quali spetta il compito di far ripartire dal basso l’azione, permettendo così ai due terzini di avanzare. Alle ali, come sopra, spetta anche il compito di supporto della zona di difesa, occupando spazi o recuperando la posizione dello stesso terzino. Ancora da migliorare, però, è l’impostazione nella fase di contenimento. Abbiamo notato fin troppe libertà da parte delle squadre avversarie durante la fase d’attacco, con la tendenza della difesa ad arretrare troppo se pressata, rischiando di lasciare troppo campo agli avversari.

 

Cancelo: il non-terzino

New entry è il portoghese Joao Cancelo, arrivato dal Valencia per via dello scambio con Kondogbia, del quale ha ereditato il numero di maglia (la 7). Definire il portoghese ventiquattrenne solamente un terzino sarebbe estremamente riduttivo e potrebbe indurre i più intransigenti tifosi nerazzurri ad aspettarsi da lui prestazioni di estrema attenzione difensiva, dopo gli sfaceli degli ultimi anni su quella fascia. Cancelo, infatti, viene sì definito e posizionato come terzino, ma certamente non ripone nell’attitudine alla copertura il suo miglior pregio. Il portoghese tende anzi ad avanzare a tal punto da lasciare sguarnita la sua zona di pertinenza, adattandosi ad ala; per tale motivo lo stesso Spalletti, che sembra comunque intenzionato a posizionarlo come difensore esterno della difesa a quattro, ha ancora il necessario bisogno di valutare se il giocatore possa realmente adeguarsi ad un ruolo che in Italia mantiene delle pretese elevate anche in fase di copertura. Diversa è invece la situazione per la manovra d’attacco, in cui un esterno con le sue caratteristiche potrebbe davvero risultare devastante, come ha dimostrato nelle più recenti gare con il Valencia e soprattutto con la nazionale portoghese, con la quale può già vantare dello score invidiabile di 3 gol in sole 5 partite. Cancelo ha dimostrato, infatti, di far parte di quel genere di terzino “moderno” o tutto-campo che riesce a partecipare attivamente all’azione d’attacco, sfruttando la propria velocità, le sovrapposizioni e i tagli sulle fasce. Caratteristiche dunque essenziali per il gioco di Spalletti, che potrebbe rendere il giovane terzino una delle più interessanti scoperte del nostro campionato.

cancelo terzino adatto per spalletti?
Le zone in cui si è mosso Cancelo nelle ultime tre partite con il Portogallo

Sarà così?
Lo scopriremo solo correndo.

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