Tra trattative di mercato impensabili, accordi non completati quando tutto sembrava definito, colpi rubati, ripensamenti, chi compra e ricompra, chi vende e rivende, chi non agisce e chi trama nell’ombra. Tra il caldo, i social, i tormentoni musicali e non solo, i premi e ancora altra musica, eccoci con il secondo appuntamento delle nostre cronache di calciomercato.
Per chi si stesse chiedendo cosa è successo nel primo…
Male, vuol dire che o 1) avete scarsa memoria o 2) non ci avete seguito dal giorno 1, ma questa è un’ipotesi che non prendiamo nemmanco in considerazione.
Come dite? Chi è Kotnik?
Facciamo così, per tutti coloro che dimenticano presto le cose più belle, basta cliccare qui, e per incanto vi comparirà il volume 1 e la spiegazione del nostro titolo/simbolo.
Fatto? Fatto.
Ora puoi procedere.
Le cronache di Kotnik
L’estate del mercato italiano [vol.2]
Vi stiamo raccontando forse la sessione di mercato estiva più interessante dell’ultimo decennio, almeno in Italia. Molte squadre stanno intraprendendo un nuovo ciclo e il fatto comporta parecchi movimenti in entrata e in uscita, da cui si generano situazioni e storie incredibili. Ne nasce così un tourbillon di emozioni e di reazioni che rendono il calciomercato un cult dell’estate, con gli appassionati protagonisti d’una vera e propria caccia all’ultimo aggiornamento e alla ricerca di uno spazio dove esporre la personale opinione tecnico-tattica dei giocatori trasferiti in quello o quell’altro club.
Noi, ci mettiamo la salsa.
Il Tormentone – Refrain
Fabio Rovazzi è – in questi casi si dice, nolenti o volenti – il lider maximo della creazione del tormentone in musica. Le produzioni coinvolgenti, l’inserimento di personaggi e riferimenti al mondo social e giovanile, i testi semplici arricchiti da refrain accattivanti fanno breccia soprattutto dagli adolescenti in giù, e le coreografie elementari garantiscono alla webstar (…) italiana del momento milioni di visualizzazioni, di click e di tutto ciò che ne consegue. Ma che c’azzecca (leggetelo dipietramente) il successo di Rovazzi con il mercato? Bene, anche il calcio cerca di tenere il passo coi tempi ed è per questo che molte società stanno apportando importanti accorgimenti nel settore della comunicazione che ricopre un ruolo sempre più di primo piano. Ecco comparire hashtag, rubriche, show e iniziative che vedono partecipi in maniera più o meno diretta i calciatori o i dirigenti. Ne deriva così un meccanismo similare a quello del tormentone, e c’è un caso in particolare che sta catalizzando l’attenzione degli internauti calcistici in questa sessione estiva di mercato…
Protagonista ancora di più del luglio del pallone è, neanche a dirlo, il Milan, pure sui social network. Tutto ciò, di certo, non è puramente casuale, anzi è frutto di una strategia di comunicazione precisa e mirata, nata dalla mente del nuovo Chief Communication Officer rossonero Fabio Guadagnini, giornalista di grandissima esperienza nell’ambito sportivo.
Il Passiamo alle cose formali dell’amministratore delegato Marco Fassone ha tutti gli elementi necessari per essere categorizzato tra i tormentoni d’eccellenza: semplicità, immediatezza e contenuto. La ricetta perfetta che dà sapore a ogni diretta Facebook (ottima scelta di diffusione) che a sua volta accompagna le firme di ogni affare concluso, e qualcuna ce n’è stata, e che migliaia di utenti attendono di assaporare affamati, anzi tormentati. Lo stesso Fassone ha definito la sua ormai celebre frase, il refrain dell’estate: adesso provate a farvi una ricerca sulle piattaforme sociali e diteci se non è vero che il web è in totale delirio per questa citazione destinata a non lasciarci fino alla chiusura delle porte del mercato; e pensate che c’è chi ne ha editato una versione di dieci minuti.
https://www.instagram.com/p/BWk9EBVAtee/?taken-by=mzott88&hl=it
La situazione sta decisamente sfuggendo di mano…
E sulla falsa riga del tormentone del mercato, prolificano gli hashtag e gli slogan, dal #finoallafine della Juventus, a Inter is Coming, palese richiamo a un celebre motto della seguitissima Serie Tv, Game of Thrones, tornata dal 17 luglio in onda, in esclusiva, su Sky Atlantic.
Ma adesso passiamo alle cose formali.
Il Colpo – Leo, il Capitano
Si parla di nuovo e inevitabilmente del Milan. Pure noi siamo quasi stufi di trattare delle vicende di mercato del club rossonero, ma converrete che sia completamente impossibile non considerare il colpaccio della seconda decade di luglio l’approdo a Milano di Leonardo Bonucci. Per clamore, e per impatto mentale. Insomma, alzi la mano chi immaginava, al termine della scorsa stagione, che la nuova proprietà cinese del Milan avesse la facoltà di chiudere così tante e importanti operazioni in entrata. E ancora alzi la mano chi poteva credere che il Bonnie potesse vestire la casacca del Diavolo.
Chissà quali siano le ragioni che hanno portato al trasferimento del centrale ex Juventus: il rapporto logoro con Allegri, il presunto litigio nell’intervallo di Cardiff o, in maniera più banale, la ricerca di nuovi stimoli e obiettivi. Tutte supposizioni, come quelle sulle motivazioni che lo abbiano spinto a scegliere la Milano rossonera: i soldi, il progetto made in China, la famiglia, oppure la voglia di sentirsi dire di passare alle cose formali (noi propendiamo per quest’ultima, senza dubbio). Di sicuro, a stuzzicare la fantasia di Bonucci, c’è stata la nomina a capitano, l’investitura a guida carismatica di un gruppo rinnovato che ha bisogno di un condottiero credibile per trovare l’alchimia utile a perseguire la via del successo.

Un’altra peculiarità di questa trattativa incredibile, è stata la durata della stessa; un’idea maturata e resa concreta in due soli giorni, a un prezzo relativamente basso, circa 40 milioni di euro, considerati il blasone del giocatore e le vociferate offerte provenienti dall’Inghilterra, sia in questa che nella scorsa estate, ben più consistenti. Ma a volte sentirsi importante (oltre che ben retribuito) vale più delle possibilità più alte di vincere. E allora vai Capitano Leo, a te il comando di una rosa pronta a riprendersi il consenso e il posto che merita.
Intervallo – Le prime dichiarazioni di Kotnik ai tempi di Crotone
Un discreto inglese e anche le testimonianze pazzesche dei suoi goal in allenamento. Più problemi con la pronuncia di “Ursino” e “Vrenna”.
Siete pronti? Sta per arrivare…
Premio Kotnik – Ünderdog
Benvenuti alla seconda edizione del Premio Kotnik, l’onorificenza assegnata al colpo di mercato ignoto ai più che cercherà di valicare brillantemente la linea sottile che separa il concetto di bidone a quello di sorpresona.
Bando alle ciance, come al solito si abbassino i led, rullino i trilli e tacciano gli schermi. Stiamo per annunciare il secondo fortunatissimo vincitore: “Signore e signori, a fregiarsi della seconda edizione di questo titolo è…” consueta pausa suspense, che durerà per un po’…ecco, ci siamo…ancora no… “il vincitore è…CEN…CHEN…SCEN…KEN…ehm…mmm…GEN…”
Grazie per l’aiuto, ragazzo, e complimentoni per il premio, ma ora è giunto il momento di presentarti al pubblico.
Nato in Turchia nel 1997, quindi ancora un ünder 21 (questa era pessima, ma non potevo esimermi) il centrocampista offensivo cresce nelle giovanili delle famosissime Bucaspor prima e Altinordu poi, con la quale fa il suo esordio nel professionismo nelle serie inferiori turche. Nel 2016 arriva la grande occasione col trasferimento nella massima divisione della sua nazione tra le fila dell’Istanbul Başakşehir (non chiedetemi la pronuncia) con cui arriva inaspettatamente secondo in campionato ed entra nei radar dei grandi club europei. Ad accaparrarsi le prestazioni del diamante grezzo turco è stato Monchi, il nuovo ds giallorosso, che ai tempi del Siviglia di scommesse ne ha fatte tante vincendole quasi tutte, regalando al sodalizio andaluso piogge di plusvalenze. L’agente del ragazzo ha dichiarato di aver ricevuto le necessarie garanzie tecniche da parte della società capitolina, ma sembra difficile, almeno in principio, vederlo fra i titolari, data la presenza in rosa di gente come Perotti ed El Shaarawy e il probabile arrivo di altri giocatori d’attacco di spicco (Defrel e Mahrez i nomi più caldi). Strada in salita per Cengiz Ünder quindi; tuttavia chissà che con le proprie qualità, tra cui la capacità di svariare su tutto il fronte avanzato, non possa sconvolgere le gerarchie offensive nell’eventuale tridente di Di Francesco, poiché, come spesso succede nello sport, chi non gode dei favori del pronostico ha maggiori possibilità di sorprendere, da vero ünderdog, con la dieresi per richiamare la fonetica dell’alfabeto turco.
Siiigla (cit.)
Riepilogo di mercato – Should I stay or should I go?
Uno dei casi più assurdi degli ultimi giorni di mercato fa riferimento alla vicenda Antonio Cassano, colpo ad effetto dell’ Hellas Verona con conseguente ricostruzione della coppia del gol Cassano-Pazzini, che anni fa ha fatto sognare i tifosi della Sampdoria. In settimana il talento di Bari Vecchia ha effettuato un insolito e incomprensibile viaggio verso il ritiro dal calcio, andata e ritorno. In sintesi: escono i rumours sempre più intensi riguardo la decisione del Pibe de Bari di appendere gli scarpini al chiodo, c’è chi dice per la lontananza da moglie e figli, chi afferma perché si fosse reso conto di non poter reggere gli alti ritmi del giuoco moderno, dopo un periodo di circa due anni di inattività; nel pomeriggio di martedì Cassano indice una conferenza stampa, e tutti si aspettano che diventi realtà l’uscita di scena del fantasista. E, invece, ecco l’ennesima cassanata.
Fantantonio, col sostegno della famiglia e con l’appoggio della società, continua.
Antonio avrà ascoltato questa canzone in questi giorni turbolenti?
E per il resto?
Il resto è un delirio tipico dei più colorati mercati rionali. Ci sono affari che saltano perché la merce è fallata (o costava troppo?) come la Juventus con Schick; ci sono affari che vengono letteralmente scippati poiché le trattative tra negoziante e primo compratore vanno troppo per le lunghe, è il caso di Berenguer soffiato al Napoli dal Torino; c’è chi ha perso un “Lucas” e ne ha comprato subito un altro, come la Lazio che passa da Biglia a Leiva; c’è chi dà solo un’occhiata ai prodotti migliori e ancora indugia a comprarli, l’Inter; c’è chi va solo a vendere i propri pezzi pregiati perché non può più permetterseli, vedi la Fiorentina; infine c’è chi cerca sempre di far saltare il banco. Come? Passando alle cose formali, ovviamente.
La Juventus ha chiuso il grande colpo Douglas Costa, e i colpi meno a effetto di Szczesny e De Sciglio, utili a puntellare una rosa che subisce di anno in anno cambiamenti, più o meno sostanziali e significativi, e che Allegri spera di riuscire nuovamente a riassemblare nel miglior modo possibile; l’Atalanta compie un’eccellente manovra, assicurandosi proprio dai bianconeri il prestito biennale Orsolini, prospetto che può realmente fare il salto di qualità con la Dea; l’Inter ha perfezionato le operazioni Skriniar e Borja Valero, ma prosegue l’attesa spasmodica per i tanto previsti super botti di mercato made in Suning; proprio i nerazzurri hanno ceduto Gianluca Caprari alla Sampdoria che, dal canto suo, ha salutato l’eterna promessa Luis Muriel che può definitivamente consacrarsi in quel di Siviglia. In conclusione, un’ulteriore nota di rilievo per il Benevento che ha praticamente finalizzato il doppio acquisto dalla Lazio di Cataldi e Kishna: una conferma delle ambizioni del patron Vigorito, delle ottime capacità economiche del club campano con lo scopo di non essere fugace comparsa nel complesso film della Serie A.

Arrisentirci
Perché il mercato del pallone ha le sue dinamiche, fatte di istinto, follia e illogicità. Spesso gli affari migliori nascono da pensieri selvaggi. Alla prossima!
Playlist: Le Cronache di Kotnik – L’estate del mercato italiano [vol.2]
- Volare (2017, Fabio Rovazzi feat. Gianni Morandi)
- Underdog (2009, Kasabian, West Ryder Pauper Lunatic Asylum)
- Should I stay or shoul I go (1982, The Clash, Combat Rock)
- Wild Thoughts (2017, Dj Khaled feat. Rihanna & Bryson Tiller, Grateful)
Le Cronache di Kotnik – L’estate del mercato italiano
Ideato da Marco Fazio e Francesco Saverio Simonetti
Introduzione a cura di Marco Fazio e Francesco Saverio Simonetti