Andrea Belotti, il veleno addosso

Andrea Belotti è uno dei migliori talenti del panorama italiano, a soli ventidue anni è l’attaccante titolare del Torino, ed è pronto a intraprendere una nuova stagione per raggiungere nuovi obiettivi e provare a migliorare le cifre dell’anno scorso.

Per molti potrebbe essere già un punto di arrivo, ma non per lui, uno che per arrivare fino a qua ha dovuto sudare e che non ha proprio intenzione di fermarsi nel bel mezzo della salita.
Proprio così, perché il “gallo” non è uno di quei giocatori predestinati, cresciuti nelle giovanili delle grandi squadre con la consapevolezza di avere già un futuro grazie al loro talento. Andrea il proprio futuro ha dovuto guadagnarselo con l’impegno e la voglia di chi vuole sognare in grande.

Lui la cresta la alza solo per esultare, nella vita fuori dal campo si pone come un ragazzo umile e particolarmente maturo.

Da piccolo viene scartato dal prestigioso vivaio dell’Atalanta, passando così all’altra squadra di Bergamo, l’Albinoleffe, dove cresce e debutta tra i professionisti. Tecnicamente non è particolarmente dotato, ma ad un innato fiuto del gol unisce fisicità e determinazione incredibili, doti con le quali riesce a farsi notare facendo a sportellate con i grandi. Prima l’esordio in B nella stagione 2011-2012 a soli 18 anni, in cui colleziona 2 reti in 8 presenze, poi l’exploit l’anno seguente in Lega Pro dopo la retrocessione dei bergamaschi: titolare per tutta la stagione e capocannoniere della squadra con 12 marcature. La sua stagione non passa inosservata ai “piani alti”, si accorge di lui il Palermo e batte tutti sul tempo acquisendolo in prestito con diritto di riscatto per provare a centrare la risalita in Serie A.

Rimarrà molto colpito dalla sua grinta persino Gennaro Gattuso, che lo ha allenato nella prima parte della stagione alla guida dei siciliani; se lo pensa uno che sulla grinta ha costruito la propria carriera, vorrà dire pur qualcosa.

“Dopo Sheva, in vita mia ho visto solo Belotti tirare quindici ma anche venti volte in porta, centrando sempre lo specchio: in allenamento non si risparmia mai, ha una costanza incredibile ed un veleno addosso incredibile”.

Gennaro Gattuso

Promozione ottenuta, doppia cifra e ovviamente cartellino riscattato dal Palermo: il gallo Belotti, dopo molta gavetta è pronto per il grande salto verso la massima serie. La prima stagione in A non è affatto deludente, la mette dentro 6 volte nonostante il basso minutaggio, visto e considerato che in quella stagione la coppia VázquezDybala difficilmente veniva sacrificata.

Dopo la partenza della “Joja“, nonostante tutti parlassero di lui come del futuro attaccante rosanero, il Torino prova a fare sul serio per lui offrendo 7.000.000 di euro: offerta accettata, Belotti vestirà granata. Lo farà per una cifra importante per un ragazzo così giovane, ancora acerbo e con poca esperienza, ma le qualità del calciatore soddisfano mister Ventura che lo vuole al centro del progetto.

L’inizio sotto la Mole non è tra i migliori, ma il contributo che dà alla squadra è notevole; pressing continuo verso i difensori, sponde per i compagni e a volte lo si trova anche in difesa a provare ad interrompere le avanzate avversarie. L’attaccante bergamasco dimostra un altruismo esemplare, ma se giochi in attacco ci vogliono soprattutto – per non dire soltanto – i gol. Riesce a sbloccarsi solo a fine Novembre, nella gara casalinga contro il Bologna, ma da quel momento non si fermerà più: la definitiva consacrazione arriva con il nuovo anno, da Gennaio in poi si scatena e inizia a segnare ripetutamente diventando il primo marcatore italiano nel 2016, ovviamente della serie A.

Le 11 marcature in stagione, una serietà degna di grandi professionisti nonostante l’età ma sopratutto un gran finale di campionato sono i requisiti giusti per sperare in un sogno chiamato Euro 2016. Andrea ci spera, comprensibile visto che per molti è dato per partente verso la Francia, ma il Commissario Tecnico Conte opta per altri giocatori, facendo della cresta granata una delle esclusioni più sorprendenti insieme a quelle di Pavoletti e Bonaventura.

Smaltita la delusione per il mancato europeo  è pronto ad intraprendere un altro grande anno, il progetto del nuovo Torino è ambizioso e dopo l’addio di Glik sembra essere proprio Belotti il pupillo della maggior parte dei tifosi, motivo in più per fare bene con la consapevolezza che la maglia azzurra è sempre lì che lo aspetta. Soprattutto adesso che il nuovo allenatore della Nazionale si chiama Giampiero Ventura, mister che lo ha allenato e che lo apprezza molto, tanto da prenderlo quando ancora in pochi avrebbero scommesso su di lui puntandovi non pochi milioni. La perfetta conoscenza del 3-5-2 tipicamente venturiano sarà un motivo in più per sperare in una chiamata, visto e considerato anche che fra due anni ci sarà un Mondiale e che attualmente i grandi attaccanti scarseggiano in tutta la penisola.

Prima però c’è da confermarsi e conquistarsi la fiducia del sergente Mihajlović, ricordando che la concorrenza è sempre alle porte: Maxi López, Martínez ed il promettente argentino Boye scalpitano già, non ci sarà spazio per rifiatare un minuto nemmeno fra le mura amiche. Andrea però questo lo sa, nella sua carriera non si è mai montato la testa: meglio pensare al presente ed evitare voli pindarici, dopotutto un “gallo” non volerà mai.

A lui basta correre, segnare e – Gattuso dixit – prendere sempre la porta. Che poi in fondo, se di mestiere fai l’attaccante, è la cosa che conta. L’unica.

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